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Sarcomi, rari ma insidiosi
Maela Officio, N. 3 marzo 2002
I sarcomi sono tumori del tessuto connettivo, inteso come il tessuto di sostegno del nostro corpo. Questo tipo di neoplasia comprende molti tumori primitivi delle ossa e anche dei tessuti molli: la denominazione stessa, comprensiva della parola sarcoma unita ad altre espressioni, lo indica in alcuni casi (osteosarcoma, condrosarcoma, fibrosarcoma ecc.). Sia che il tumore parta dallosso sia che parta dal tessuto, si può estendere e può invadere laltra parte. Il trattamento è lo stesso in genere, chemioterapia nel 60% dei casi, oppure la radioterapia da associare alla chirurgia. Bisogna dire che i tessuti molli, non essendo parte della struttura portante, sono più facilmente asportabili e le conseguenze sono meno limitanti per il paziente. Le probabilità di guarigione, però, sono grosso modo le stesse.
I sarcomi sono considerati tumori rari: in quanto tali non sono sempre individuati con facilità e necessitano di un approccio interdisciplinare da parte di équipe mediche altamente specializzate (chirurgo, oncologo medico, radioterapista, riabilitatore ecc.).
In Italia, come nel resto del mondo, la scienza medica sta facendo significativi progressi nella cura di queste patologie. Per fare il punto della situazione ci siamo rivolti al dott. Fabio Lazzaro, aiuto presso la Divisione Specializzata di Ortopedia Oncologica dellIstituto Gaetano Pini di Milano e Professore a contratto dellUniversità della stessa città.
Abbiamo detto che i sarcomi sono tumori rari perché difficili da individuare. Come si possono allora prevenire e riconoscere?
Purtroppo se i tumori non hanno cause evidenti come, ad esempio, il tumore al polmone, è difficile prevenirli. Lideale sarebbe prenderli in tempo. Spesso i sintomi si trascurano perché vengono scambiati per banali influenze, nevralgie o dolori muscolari. Naturalmente, non dobbiamo creare inutili allarmismi, ma se i sintomi perdurano è meglio affidarsi a un controllo medico. Inoltre, non bisogna sottovalutare certi aspetti come i rigonfiamenti, le cisti ecc.: proprio perché sono tumori insidiosi e rari, capita che siano trascurati. Poi è necessaria unesperienza diretta del medico, perché solo se si conoscono si possono riconoscere. Per esempio, già da una radiografia si può capire se si tratta di una lesione aggressiva.
Ci sono infatti delle situazioni patologiche che possono degenerare nei tumori. La malattia di Peg (malattia dellosso) per il 10% può diventare sarcoma. Per scrupolo è sempre meglio che il medico consigli un approfondimento, con esami diagnostici dei dolori.
Quali sono i soggetti maggiormente a rischio?
I sarcomi possono insorgere a qualunque età. Però, in alcuni casi il fattore età è importante. Il sarcoma di Ewing, per esempio, è un tumore maligno che colpisce più che altro i bambini e i giovani, tra 5 e 20 anni circa, losteosarcoma va da 10 a 30 anni, per poi saltare letà adulta e ricomparire in età avanzata. Il mieloma invece è più tipico delletà avanzata. Inoltre, tra i sarcomi dellosso il più frequente è losteosarcoma, che ha unincidenza di 2-3 casi su un milione. In Italia probabilmente se ne vedranno 300 allanno.
Può insorgere in seguito a un altro tipo di neoplasia?
Sì, perché ci sono lesioni benigne che possono evolvere. Ad esempio, la displasia fibrosa può degenerare in sarcoma; il condroma invece è un tumore benigno del tessuto cartilagineo allinterno dellosso che crescendo può differenziarsi e diventare un condrosarcoma. È molto raro ma può succedere. Ovviamente attraverso un follow up (vigilanza delle varie fasi) si può controllare il tipo di lesione e, se anche il tumore benigno dovesse dar dolore, si
può intervenire chirurgicamente.
A proposito dellintervento chirurgico, che incidenza ha lintervento per amputazione?
Rispetto agli anni Settanta il ricorso a questo intervento si è ridotto fino al punto di essere ormai solo lultima possibilità da prendere in considerazione per asportare il tumore. Grazie alla chemioterapia, soprattutto pre-operatoria con cui si possono ridurre le dimensioni della lesione prima dellintervento, oggi nel 90% dei casi gli interventi sono per lo più conservativi. Si può per esempio ricorrere allespianto da cadavere e successivo innesto, ricorrendo alla Banca dellosso.
Cè la possibilità che sia ereditario?
Ci sono delle situazioni ereditarie che possono predisporre a questo tipo di malattia, come le esostesi multiple che si possono trasmettere da madre a figlio. Tuttavia, la familiarità è da verificare scientificamente. Non cè un gene responsabile del sarcoma e non esiste nemmeno una mappa cromosomica.
Diagnosi e trattamento
Presso lIstituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano, si è svolto il Corso di Aggiornamento in Ortopedia Oncologica, organizzato dal dott. Fabio Lazzaro, che da diversi anni opera nellambito della ricerca e trattamento chirurgico dei tumori dellosso e dei tessuti molli. La manifestazione, che si è tenuta nel novembre scorso con il patrocinio dellAssessore alla Sanità della Regione Lombardia Carlo Borsani, e di società specialistiche di ortopedia e traumatologia (Società Piemontese Ligure Lombarda di Ortopedia e Traumatologia (S.P.L.L.O.T.), Società degli Ortopedici e Traumatologi Ospedalieri dItalia (O.T.O.D.I.), Sodalizio Lombardo di Ortopedia e Traumatologia (S.L.O.T.O.), ha visto una grande affluenza di medici specialisti in ortopedia e traumatologia (oltre 160 gli iscritti), cui era prevalentemente rivolta.
Nel corso della giornata, grazie allintervento di numerosi relatori qualificati nel campo delloncologia muscolo-scheletrica e provenienti dai tre centri di riferimento nazionale per la cura di tali patologie (Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano, Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze), è stato possibile fare il punto sulle diverse e più attuali metodiche di diagnosi e trattamento dei tumori dello scheletro, sia primitivi che secondari, nelladulto e nelletà infantile.
Tumori benigni e lesioni similtumorali
Nella prima parte della giornata è stato fatto il punto riguardo la corretta tecnica di asportazione dei diversi tipi di lesione e le diverse possibilità di ricostruzione; in particolare è stato posto laccento sullestrema efficacia dellimpiego di autoinnesti ossei, prelevati cioè dallo stesso paziente in sedi particolari quali il bacino e la tibia. Essi garantiscono unassoluta sicurezza contro la trasmissione di malattie infettive e non comportano alcun problema di compatibilità immunologica.
Si è poi trattato delle possibilità fornite dalluso dellosso prelevato da un cadavere, dei moderni sostituti sintetici e del contributo dellingegneria genetica nel produrre fattori di crescita ossea in laboratorio.
Sono state mostrate, anche con limpiego di contributi filmati, particolari tecniche di tipo mini-invasivo per il trattamento delle cisti ossee giovanili mediante liniezione percutanea di farmaci a base di cortisone. Un trattamento che, qualora le condizioni del paziente lo consentano, porta sempre a guarigione, senza la necessità di un intervento chirurgico vero e proprio. Unaltra delle tecniche mini-invasive presentata è quella della termoablazione a radiofrequenza dellosteoma osteoide, un tumore benigno molto doloroso che colpisce specialmente soggetti giovani. Grazie allimpiego di uno speciale ago in grado di emettere onde elettromagnetiche, è possibile distruggere le cellule tumorali senza la necessità di ricorrere allintervento chirurgico tradizionale che comporta maggiori rischi e una più lunga convalescenza.
Tumori maligni primitivi e metastasi
La parte pomeridiana del corso è stata dedicata al trattamento dei tumori maligni primitivi e metastatici, sia delladulto che delletà infantile. In particolare è stato sottolineato come, grazie ai progressi delle cure chemioterapiche e radioterapiche, si possa oggi ricorrere, salvo rare eccezioni, a interventi di tipo conservativo, cioè in grado di salvare larto affetto dalla malattia, ricostruendone la porzione asportata mediante varie soluzioni. Sono disponibili infatti protesi metalliche interne di tipo modulare, cioè personalizzabile, in grado di sostituire anche intere ossa quali il femore o lomero, con possibilità di fornire una funzionalità pressoché normale; si può poi ricorrere a trapianti provenienti dalla banca dellosso, che possono andare a colmare un segmento diafisario asportato, ossia la parte centrale delle ossa lunghe, oppure essere osteoarticolari, cioè utilizzati per ricostruire lintera articolazione (più frequentemente quella della spalla) o compositi, cioè associati a una protesi artificiale inserita al loro interno.
Si è poi fatto il punto sulla corretta gestione del paziente con metastasi ossee, nel quale è importante un corretto inquadramento generale e locale, al fine di intraprendere trattamenti che siano adeguati alla prognosi. Interventi chirurgici molto aggressivi, che comportino estese demolizioni con successive complesse ricostruzioni dellarticolazione, devono essere impiegati solo in pazienti che abbiano una buona aspettativa di vita; il prolungato decorso post-operatorio a letto e la riabilitazione, spesso impegnativa, non deve infatti essere imposto a pazienti in condizioni generali molto compromesse, nei quali vanno invece attuati trattamenti più semplici in grado di consentire un più rapido recupero della autonomia, anche in vista del proseguimento delle successive fasi di trattamento medico-radioterapico.
Istituto Gaetano Pini, P.zza Ferrari, 1
20122 Milano, Centralino: tel. 02/582961,
Segreteria oncologica: tel. 02/58296467, www.gpini.it
Principali tipi
di sarcomi
|
Incidenza tra le neoplasie
|
Osteosarcoma |
40% |
Condrosarcoma |
30% |
Sarcoma di Ewing |
15% |
Istiocitoma fibroso maligno |
5% |
Cordoma |
5% |
Fibrosarcoma dellosso |
1% |
Mieloma multiplo |
1% |
Altri tipi |
<1% |
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