Esegui una ricerca

Informativa privacy

Rimedi naturali contro il tumore

Monica Melotti, N. 4 aprile 2011

Una tisana di erbe può combattere il tumore al seno? L’estratto di una comune erba può rallentare il proliferare delle cellule anomale? Rimedi naturali, lontani mille miglia dagli effetti devastanti della chemio e radioterapia, che promettono di fare bene all’organismo. Navigando su Internet sembrerebbe davvero che questi rimedi naturali possano fare molto. Sono, infatti, oltre cinquemila i siti italiani dove si parla di erbe e tisane che sconfiggerebbero i tumori. E non tutti sono in sospetto di speculazione, molti sono in buona fede. Ma è davvero possibile?

Non esistono erbe miracolose
Quando ci si ammala, oppure sta male un nostro caro, si tentano varie strade per curarsi, ma una cosa deve essere ben chiara: i miracoli non esistono. «In pratica non esistono erbe che fanno guarire dal tumore », dice Luigi Torchio, medico di base esperto in medicina naturale. «Ci sono invece prodotti naturali che possono rafforzare le difese immunitarie e aiutare l’organismo ad affrontare meglio gli effetti collaterali della medicina convenzionale (da approfondire)».

Le formule più famose
Basta un rapido giro su Internet per rendersi conto che sono soprattutto due le ricette considerate miracolose nella cura del tumore. Una è quella dell’Aloe arborescens, di padre Romano Zago, dell’Ordine dei frati minori. L’altra è la tisana Essiac, dell’infermiera Renè Caisse, presente sul mercato in varie formulazioni simili tra loro. La ricetta di padre Zago è piuttosto intrigante, ci sono testimonianze che affermano che sarebbe in grado di contrastare i tumori, anche in fase avanzata e terminale, senza costi e senza effetti collaterali. «La ricetta casalinga per l’Aloe curativa di padre Zago è molto semplice», spiega Torchio. «L’importante è usare l’Aloe arborescens e non la più comune Aloe vera barbadensis. Se si vuole provare è meglio sentire un vivaista, affinché sappia indicare la pianta giusta».

I benefici dell’Aloe
L’aloe funziona davvero? Una sperimentazione dell’Università di Padova, pubblicata nel 2000, su Cancer Research, ha fatto a suo tempo discutere. I ricercatori avevano isolato una molecola, l’aloe-emodina (Ae), presente nell’aloe vera, nel rabarbaro e nel poligono (un’erba giapponese), che si era dimostrata efficace contro il melanoma, il tumore a piccole cellule del polmone e il neuroblastoma. Va detto però che i risultati non sono stati confermati anche se, nel 2004, è apparso un articolo in cui si dimostra che l’Aloe in combinazione con altri chemioterapici, ha un effetto protettivo sul trattamento stesso (da approfondire).

La tisana dell’infermiera
Nel 1922, René Caisse, capoinfermiera del Sister Providence Haileybury, in Canada, venne a conoscenza da una donna che aveva in cura di una formula base di erbe che la signora aveva usato con successo, guarendo da un tumore al seno vent’anni prima. La miscela originale si pensa risalga alla medesima dei nativi indiani Ojiibway e contiene quattro piante: acetosella, radice di bardana, radice di rabarbaro e corteccia di olmo rosso. L’infermiera battezzò questa formula con il nome Essiac, usando il suo stesso cognome letto al contrario. Oltre a questa formulazione classica, si trova in vendita anche la cosiddetta Caisse Formula, un tè con queste erbe più altre tre sempre derivata dalla tradizione indiana: trifoglio, corteccia di frassino, spinoso e piantaggine. Al contrario della gelatina di aloe, che può essere preparata direttamente a casa, la tisana Essiac si trova in vendita già confezionata su molti siti, anche stranieri, a prezzi elevati che possono raggiungere i 90 euro per 100 grammi. In realtà anche questa tisana potrebbe essere preparata in maniera casalinga, se non fosse che da noi è difficile trovare la corteccia di olmo rosso canadese, anche in erboristeria. Si tratta quindi di un prodotto commerciale vero e proprio, venduto spesso come rimedio preventivo e curativo, sebbene non sia registrato al Ministero della Salute né come farmaco né come integratore.

Può essere pericolosa?
Finora non esistono studi scientifici sull’efficacia della tisana Essiac, mentre ne esiste uno condotto nel 2006 dall’Università del Michigan (Usa) che la considera sostanzialmente poco utile. Un’indagine condotta dal professore Fabio Firenzuoli, responsabile del Centro Regionale toscano di riferimento per la fitoterapia, riterrebbe la tisana addirittura cancerogena a basso dosaggio, soprattutto per quanto riguarda le cellule del tumore al seno. «Alla luce del grande ricorso a rimedi naturali da parte dei malati oncologici, si assiste anche nel nostro Paese ad un consumo sempre maggiore di questa tisana», spiega Firenzuoli, «facendo unicamente riferimento a messaggi pubblicitari presi da Internet o da pubblicazioni divulgative. Cosa dice invece la scienza? Nessuna prova di efficacia. Non solo mancano prove cliniche di utilità o prove di attività antitumorale, ma è dimostrato che non serve neppure a migliorare la qualità della vita dei pazienti e, cosa particolarmente grave, sperimentalmente aumenta la crescita di cellule di tumore al seno. Cioè, l’esatto contrario di quanto afferma l’uso popolare. I dati ad oggi disponibili dicono che non serve e addirittura che la sua assunzione diventa rischiosa proprio per le pazienti affette da tumore della mammella».

Le piante non sostituiscono i farmaci
Il fatto che un principio attivo scoperto in una pianta possa essere utile contro il tumore non dovrebbe stupire. «Moltissime molecole usate dalla moderna farmacologia hanno origine naturale», precisa il dottor Torchio. «Ciò che importa è comprendere che un infuso o una tisana possono aiutare, ma non possono compiere miracoli o sostituire le cure mediche tradizionali. Le varie guarigioni che popolano internet devono essere dimostrate e controllate, qualsiasi altro discorso lascia il tempo che trova nella scienza. Molto spesso in queste ricette antitumore ci sono delle piante dal potere detossinante. L’aloe stessa possiede una forte capacità disintossicante, oltre all’effetto lassativo. Ripulire l’organismo dalle tossine, rafforzare le difese naturali con vegetali ricchi di bioflavonoidi e antisossidanti, seguire una corretta dieta alimentare ricca d frutta e verdure, sono tutte forme di prevenzione contro il tumore e non solo».

Le vitamine sono utili o dannose?
Nella medicina oncologica ci sono due scuole di pensiero. Il primo ritiene che un tumore sia un parassita, in grado di nutrirsi dell’ammalato stesso. Quindi più il corpo ospite è debole, meno forza ha anche il tumore, che può essere così sconfitto dalla chemioterapia. «Secondo questa teoria tutto ciò che rinforza l’organismo, persino le comuni vitamine, possono rinforzare il tumore e non vanno dunque somministrate», dice l’esperto. «Il secondo filone, invece, ritiene che un organismo in forze, con un sistema immunitario resistente, aiutata da rimedi naturali ricostituenti, possa dare una grossa mano alla lotta contro il tumore. Per questo alcuni oncologi proibiscono vitamine e prodotti ricostituenti che potrebbero rinforzare l’organismo, ma stimolare anche la crescita del tumore. Mentre altri non vedono nulla di male nell’assumere erbe e vitamine che possano aumentare le difese naturali e rafforzare l’organismo. L’uso delle erbe però dovrebbe essere considerato come un aiuto a una cura convenzionale, non come una cura esclusiva. Non mi stancherò mai di ripeterlo: non esistono tisane o erbe miracolose. Esistono prodotti che possono aiutare, senza farsi grandi illusioni, tenendo presente che la cosa più importante è la tenace e assoluta volontà di guarire».

Fitoterapia in dvd
Un libro-DVD che racchiude i risultati di trent’anni di ricerche dedicate alla fitoterapia da parte di Fabio Firenzuoli, medico e docente di Fitoterapia clinica presso l’Università di Firenze. Oggi, rispettando le regole del metodo scientifico e controlli di qualità, si possono utilizzare i farmaci vegetali in piena sicurezza. Nel DVD si dimostrano gli usi tradizionali di fiori ed erbe, secondo i canoni della medicina popolare e le evidenze proprie della medicina scientifica, frutto delle più aggiornate ricerche oltre che della solida esperienza clinica. Passando in rassegna le piante medicinali più comuni, l’autore fornisce anche preziose indicazioni per l’uso corretto dei fitoterapici sia per il trattamento che per la prevenzione di numerose malattie.

La ricetta di padre Zago
Prendete 350 grammi di foglie d’Aloe arborescens, pari a 3 – 10 foglie a secondo della lunghezza. La pianta non deve essere troppo giovane (almeno tre anni), ma piuttosto sviluppata. Importante: le foglie devono essere tagliate al buio, poiché la luce, sia naturale che artificiale, danneggia la preparazione e diminuisce le proprietà curative della pianta. Prendete poi 350 grammi di miele naturale, 10-20 ml di grappa (pari a due cucchiai). L’intero procedimento deve essere eseguito in locali semibui, l’ideale sarebbe una stanza senza luci, di notte, con la lampada rossa di una camera oscura. Preparazione: pulite le foglie e togliete le spine, asportate la parte sottile di buccia. Poi fatele a pezzettini e mettetele in un frullatore con il miele. Aggiungete la grappa. Conservatelo in frigorifero in barattoli chiusi o ricoperti da carta stagnola. Il preparato deve essere assunto al dosaggio indicato dal medico. Generalmente due cucchiai per tre volte al giorno, fino alla fine del barattolo, sempre a stomaco vuoto, non mangiare e bere per un’ora prima e dopo l’uso. La cura dovrebbe continuare in assenza di effetti indesiderati, a cicli di tre settimane, con sospensione di una.

L’importanza della mente
La relazione tra la psicosomatica e il cancro è un tema controverso, molto complesso, soggetto a dispute accese e pareri anche completamente discordanti. Un tumore psicosomatico è una malattia vera e propria che può giungere dopo un grave trauma. Il corpo è un po’ lo specchio della mente e reagisce agli stimoli positivi e negativi degli stati d’animo. L’aspetto immediatamente evidente è che, benché la scienza ufficiale sia giunta a provare l’importanza di certi fattori, esterni alla persona, scatenanti, prova che comunque non è misurabile se non come calcolo delle probabilità, il cancro ha un’eziologia estremamente complessa e impossibile da classificare. Entrano in gioco fattori esterni quanto interni, che concorrono a rendere insufficiente la risposta immunitaria e quindi la difesa contro lo sviluppo di masse “impazzite”; continuamente, infatti, ognuno di noi produce un certo numero di cellule cancerose, che vengono prontamente attaccate dai nostri soldati fisiologici. Se per qualche motivo le nostre difese immunitarie falliscono in questo compito vitale, si creano degli agglomerati di cellule cancerose delle quali conosciamo bene gli obiettivi autodistruttivi.
L’aspetto che coinvolge la psicosomatica è proprio il carattere endogeno della malattia: il cancro si crea dall’interno, anche a partire da cause esogene (per esempio un papilloma virus che degenera): se le cellule cancerose hanno una natura autodistruttiva, e fanno parte dell’organismo, perché non pensare che sia l’organismo stesso a volersi autodistruggere? Di risposte esaurienti non ce ne sono. Tuttavia, ormai, è da più di mezzo secolo che se ne parla. La medicina scientifica segue il suo compito di cercare l’eziologia in qualcosa di misurabile e controllabile in laboratorio. Dall’altra parte, le discipline psicologiche e olistiche si preoccupano di guardare l’organismo umano come principale luogo dello sviluppo di malattie non infettive. Probabilmente, al di là delle controversie, è senza dubbio più salutare condurre una vita di alta qualità emozionale e relazionale, circondandosi di autentici piaceri e di realizzazione personale, anziché vivere con l’ansia delle minacce cancerogene, chiusi in una vita senza piacere, senza gioia. Il messaggio è: proviamo a vivere la vita con fiducia e abbandono. Probabilmente daremo meno motivazioni al nostro organismo di ammalarsi e suicidarsi. E se, in tutti i casi, accadrà, almeno questa vita ce la siamo assaporata e goduta.

Torna ai risultati della ricerca