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Dieta e ginnastica durante la terapia oncologica
Lara Bettinzoli, N. 3 marzo 2011
Fare attività fisica e seguire un’adeguata alimentazione, può aiutare a ridurre gli effetti collaterali della terapia oncologica; non solo: uno stile di vita corretto protegge da possibili recidive di malattia.
Affaticamento e spossatezza sono fra i più comuni sintomi secondari del decorso del tumore e possono incidere in maniera significativa sulla qualità della vita. L’affaticamento può essere causato da molti fattori, compresi depressione, insonnia, anemia, effetti indesiderati delle terapie e disturbi causati dalla malattia. Esiste una vera e propria sindrome chiamata “fatigue”, caratteristica del malato di tumore e legata all’anemia. «Per combattere la fatica - ci spiega il Dott. Marco Venturini, Direttore Dipartimento di Oncologia, Ospedale Sacro Cuore - Don Calabria, Negrar (Verona) - è utile programmare le attività da svolgere nell’arco della giornata e assegnare delle priorità in base a come si decide di impiegare le proprie forze. Può essere di aiuto anche organizzare gli ambienti di vita e di lavoro in maniera da “disperdere” meno energie possibili e cercare di limitare gli sforzi prima, durante e dopo i trattamenti». Dal punto di vista degli interventi diretti è utile:
- praticare un moderato e regolare esercizio fisico
- osservare una dieta poco dispendiosa per l’organismo, povera di grassi e combinazioni difficili da digerire, con spuntini brevi e frequenti piuttosto che pasti abbondanti
- adottare tecniche di rilassamento e di gestione dello stress
- nel caso di pazienti particolarmente debilitati, si possono utilizzare rimedi farmacologici, ma solo su consiglio del medico per non incorrere in interazioni con i medicinali che già si assumono
- trattare l’anemia
Il fattore dietetico ha un peso maggiore nella prevenzione o nel supporto della terapia del malato oncologico?
La dieta può avere un ruolo sia nella prevenzione dei tumori che nel supporto della terapia della malattia avanzata, seppure con aspetti diversi.
In termini generali la cosiddetta dieta mediterranea, basso contenuto acidi grassi, non di origine animale, utilizzo di frutta e verdura (almeno 5 porzioni al giorno) si è dimostrata utile nella prevenzione di alcuni tumori.
Nei pazienti con malattia tumorale in stadio avanzato la malnutrizione proteico-calorica è un problema ricorrente, dovuto a fattori quali una forma di anoressia che si può instaurare, maldigestione, malassorbimento e a difficoltà di masticazione e di deglutizione. Si dovrebbero fornire cibi che, consumati in quantità sufficienti a coprire i fabbisogni proteici e calorici, mirino a correggere i deficit nutrizionali e rendano minime le riduzioni ponderali.
Il mantenimento di un adeguato peso corporeo, inoltre, può ridurre le complicanze legate al decorso della malattia e alle cure, per questo la terapia nutrizionale rappresenta una parte fondamentale del trattamento del paziente oncologico.
A tutt’oggi quali ricerche scientifiche supportano l’evidenza che sport e dieta possono apportare benefici a pazienti che seguono terapie oncologiche?
I benefici che derivano dall’attività fisica sono duplici, sia sulla sfera specificamente fisica, che su quella emozionale, attraverso un miglioramento dell’autostima e una riduzione dello stato depressivo. È dimostrato scientificamente per almeno due neoplasie, colon retto e mammella, che esiste un effetto benefico dell’attività fisica, con due azioni principali: a livello di prevenzione primaria, perché ostacola la formazione della neoplasia e nei malati, dove riduce le recidive ed aumenta i tassi di sopravvivenza. Le donne che svolgono regolarmente attività fisica presentano una riduzione del rischio relativo di ammalarsi di carcinoma mammario di circa il 15/20% e l’effetto sembra maggiore in post menopausa. È addirittura possibile quantizzare la riduzione di rischio relativo del 6% per ogni ora alla settimana di attività fisica svolta. E si rivela un grande alleato anche contro la “fatigue”: alcuni studi hanno dimostrato come la performance fisica e l’endurance di queste pazienti migliorino dopo l’attività fisica, pur rimanendo inalterato il livello di emoglobina (si esclude quindi una correlazione con l’anemia, che spesso i trattamenti antineoplastici possono produrre).
Negli over 65enni iniziano a manifestarsi i problemi legati all’invecchiamento; questo processo quanto influisce sulla risposta alle terapie oncologiche?
L’impatto epidemiologico delle neoplasie nell’anziano richiede l’elaborazione di programmi formativi integrati di Oncologia e Geriatria, che coinvolga tutti gli operatori sanitari. Uno strumento fondamentale per una valutazione complessa dell’anziano che si pone come strumento di raccordo, trasversale alle due discipline, è la Valutazione Geriatrica Multidimensionale (VGM) o Comprehensive Geriatric Assessment (CGA) sviluppata in clinica geriatrica per pianificare l’assistenza socio-sanitaria, integrando informazioni su aspetti quali disabilità, comorbilità, stato cognitivo, stato psicologico, ruolo sociale, condizioni economiche e dell’ambiente di riferimento, che possono condizionare lo stato di salute di un paziente anziano. È necessario garantire una presa in carico globale dall’inizio del percorso diagnostico e terapeutico, attraverso un approccio multidisciplinare e multidimensionale. Nei pazienti anziani che abbiano uno stato di salute adeguato, valutato nel modo sopra indicato, le terapie oncologiche possono essere somministrate in maniera ottimale ed i risultati ottenuti sono uguali agli altri pazienti. Quindi in questi casi l’età biologica è la cosa più importante. Nei pazienti che viceversa abbiano una valutazione geriatrica che presenta dei problemi, allora le terapie applicabili saranno ridotte e di pari passo ridotti saranno i risultati.
Quali sono gli effetti benefici di una regolare attività fisica?
Muoversi fa bene non solo perché previene il cancro (attraverso l’eliminazione di sostanze tossiche, la produzione di mediatori benefici e l’ossigenazione dei tessuti) ma anche le malattie cardiovascolari e il sovrappeso. Inoltre le donne che fanno regolare attività sportiva hanno meno probabilità di ammalarsi di osteoporosi in età avanzata. La prevenzione deve iniziare fin da giovani, per questo l’AIOM ha attivato un grande progetto nazionale, “Non fare autogol” (www.nonfareautogol.it) per spiegare ai ragazzi come difendersi dai più frequenti comportamenti a rischio. Un’iniziativa innovativa, che ha coinvolto importanti testimonial del mondo del calcio, dall’allenatore della nazionale Cesare Prandelli ai grandi campioni della serie A (Pato, Gilardino, Miccoli, Legrottaglie, ecc.) e che ci vedrà coinvolti direttamente in alcune scuole italiane da gennaio fino alla fine del campionato.
Esistono dei regimi specifici di attività fisica idonei al malato oncologico?
L’attività fisica va adeguata alle esigenze e allo stato di benessere del paziente, quindi è sempre opportuno confrontarsi con il medico per definire l’intensità e il tipo di esercizi da eseguire. Per la prevenzione, è indicata un’attività fisica moderata per 30 minuti al giorno e per almeno 5 giorni la settimana.
Quali programmi di screening hanno dimostrato una riduzione una mortalità da tumore?
Attualmente sono attivi in Italia programmi di screening per tre tipologie di tumori: mammella, cervice uterina e colon-retto. Tutti e tre si sono rivelati molto importanti nel tentativo di ridurre la mortalità dei tumori. Nel dettaglio, si stima che lo screening per il cancro alla mammella possa ridurre di circa il 35% il rischio di morte, quello per la cervice uterina porti una riduzione significativa di incidenza del carcinoma nei Paesi con alta diffusione del Pap test, mentre quello per il cancro al colon-retto riduca il rischio di morte di circa il 20%. Nel corso del 2008, ultimi dati disponibili, sono state invitate ai programmi di screening quasi 8.400.000 persone (2.725.000 per lo screening colorettale, 2.345.000 per lo screening mammografico e 3.300.000 per quello cervicale). Oltre 3.800.000 italiani si sono sottoposti ad un test in seguito ad un invito di screening (rispettivamente 1.225.000 per il colon-retto, 1.263.000 per la mammografia e 1.320.000 per quello cervicale). Tutte le Regioni sono state coinvolte e i programmi attivi sono ormai oltre 300. Insomma, un’attività che anche nel nostro Paese ha assunto un’importante diffusione e che ha già determinato cambiamenti nell’epidemiologia dei tumori interessati dai programmi.
Studi scientifici hanno dimostrato che l’obesità aumenta il rischio di alcune patologie tumorali quali mammella e tratto gastrico. Ritiene che un corretto regime dietetico debba essere esteso al malato sotto terapia oncologica?
L’obesità o il sovrappeso e l’elevata assunzione di grassi costituiscono importanti fattori di rischio da evitare. È dimostrato che persone con un eccesso di peso uguale o superiore al 40%, presentano tassi più elevati di mortalità per cancro del colon-retto, della prostata, dell’utero, della cistifellea e della mammella. In particolare, studi epidemiologici dimostrano come sia importante assumere pochi grassi di origine animale per ridurre il rischio di tumori e malattie cardiovascolari.
Per quanto riguarda la dieta per il paziente oncologico, deve essere studiata adattandola al caso specifico e intrapresa tenendo presente la prognosi della patologia di base, in modo da adattare e personalizzare l'intervento dietetico (di supporto, di sussidio oppure palliativo). Tutti i pazienti dovrebbero essere strettamente seguiti ed aiutati a comprendere il ruolo della nutrizione nell'ambito del trattamento.
Il malato oncologico una volta “guarito” può tornare a regimi di attività sportiva intensa o agonistica?
Sì, il ritorno alla vita “normale” non è un passo semplice, ma è possibile farcela come dimostra la storia di Lance Armstrong e di tante persone, forse meno note ma altrettanto eccezionali. Una per tutte è Eni Vittorini, protagonista fra l’altro del volume “Ho vinto io” (Giunti editore), un libro di testimonianze di donne guarite dal tumore del seno, promosso dalla Fondazione AIOM. Eni, che prima di ammalarsi era decisamente sedentaria, ha iniziato dopo il cancro a correre maratone.
Negli anni come è cambiato l’approccio del medico verso il malato?
È senz’altro diventato più paritario, con il paziente che esige di essere parte attiva nella scelta della cura, che chiede, vuole essere informato. Un buon rapporto tra paziente e medico, basato su stima e rispetto reciproci, è fondamentale per l’esito della terapia. Investire nella relazione medico-paziente, può addirittura aiutare a ridurre i costi oncologici. Sembra una provocazione, ma i dati della letteratura internazionale dimostrano che una comunicazione efficace aumenta la soddisfazione e la compliance del malato, migliora la soddisfazione del medico, aiuta a prevenirne il “burn out” e a ridurre le controversie medico legali. Tutto nei nostri istituti deve essere orientato alla massima umanizzazione della relazione medico-malato-familiari-operatori. Sono molte le iniziative che abbiamo messo in cantiere per favorire l’ascolto e la comunicazione. Come il progetto HUCARE (HUmanization of CAncer caRE), unico in Italia e fra i primi al mondo, che si pone l’obiettivo ambizioso di migliorare le condizioni dei pazienti oncologici grazie a una serie di interventi mirati di supporto psicologico e sociale.
www.perunavitacomeprima.org è un sito dove i pazienti malati e “guariti” raccontano come hanno affrontato la malattia…
Questo progetto è nato a Negrar, nel maggio 2007, grazie soprattutto alla passione e agli sforzi del dr. Roberto Magarotto. Si propone di dare voce alle tante esperienze di chi ha sconfitto il cancro e desidera testimoniare che farcela è possibile. Nel tempo sono stati promossi 4 convegni nazionali, il prossimo è previsto per il 21 maggio prossimo, e si è creata una forte comunità che è la miglior dimostrazione di come il luogo comune che vede il cancro definito come “male incurabile” sia ormai del tutto superato.
Perché visitare questo sito:
- di tumore si può guarire (e si guarisce molto più di quanto si pensi);
- si deve essere informati sin dall'inizio delle conseguenze, anche a lungo termine, delle scelte terapeutiche, valutandone l'impatto sulla vita personale di ciascun malato di tumore;
- per chi non può guarire si sta cercando con terapie innovative di cronicizzare la malattia, imparando a convivere con essa;
- per chi non può bloccare l'evoluzione della malattia in senso sfavorevole si dovrà fare in modo di preservare il più possibile la dignità e le possibilità fisiche e sociali della vita di prima.
Questo sito si prefigge di raccogliere le storie di chi ce l'ha fatta ed anche di chi ha vissuto quel che gli restava da vivere con pienezza affettiva o spirituale, merita di essere menzionata la testimonianza di Eni Vittorini, che ha ricevuto la diagnosi di cancro al seno nel 2001: “Ero esausta, sconfortata, l'unica certezza era che non volevo sentirmi una persona malata. Così ho deciso di fare qualcosa di totalmente nuovo per me: ho iniziato a correre. I primi giorni mi fermavo a riposare ogni pochi metri, nel 2005 però ho concluso in 4h24' la maratona di Roma! Da allora non mi sono più fermata”.
Le trasgressioni del fine settimana
Le “trasgressioni” del fine settimana, se diventano consuetudine, aumentano esponenzialmente il rischio di tumore allo stomaco, uno fra i più sensibili agli stili di vita sbagliati. L’eccesso di alcol, il fumo e soprattutto un’alimentazione scorretta sono i principali imputati. Sotto accusa un forte consumo di carni rosse, specie se cotte alla brace, cibi affumicati, salati e/o conservati, poca frutta e verdura.
Gli alimenti che hanno dimostrato proprietà protettive contro il cancro
Il menu ideale per proteggersi dai tumori è costituito da frutta, verdura e fibre, spiega il Dott. Venturini. È dimostrato che il maggior apporto di frutta e verdura, specie se crude, ha un forte effetto protettivo sul rischio di numerose forme tumorali, in particolare a carico degli apparati digerente e respiratorio. Frutta e verdura, fresche e crude, svolgono un’azione protettiva grazie all’alto contenuto di fibre (che favorisce la maggior motilità intestinale, impedendo l’assorbimento di eventuali sostanze cancerogene) e all’elevata presenza di agenti antitumorali quali le vitamine antiossidanti. La dimostrazione è che in Europa meridionale, dove ancora si segue la dieta mediterranea, povera di grassi animali e carne e ricca di pesce, olio di oliva, verdura, frutta, fibre e cereali, si ha una minor frequenza di neoplasie degli apparati respiratorio e digerente. Il consiglio è consumare regolarmente pane, pasta, riso ed altri cereali e di aumentare le porzioni giornaliere di ortaggi, legumi e frutta fresca.
Conferme dall’ultimo studio americano
I ricercatori dei National Institutes of Health statunitensi hanno arruolato 641 partecipanti canadesi, inglesi e americani, lungo-sopravviventi (curati da cinque o più anni senza recidive), anziani (tra i 65 e i 91 anni) e sovrappeso, che avevano ricevuto una diagnosi di cancro al seno, al colon o alla prostata. A una metà è stato detto di proseguire nella routine giornaliera con le proprie abitudini alimentari e sportive, mentre l’altra metà degli ex-pazienti è stata seguita con un programma di dieta e leggero esercizio fisico che mirava a raggiungere piccoli obiettivi quotidiani. Ad esempio, fare minimi esercizi di rafforzamento muscolare, camminare 30 minuti al giorno, ridurre il consumo di grassi e mangiare porzioni maggiori di frutta e verdura. I risultati, dopo un anno, non lasciano dubbi: il gruppo seguito con alimentazione corretta e ginnastica dimostra migliori funzionalità corporee e capacità di movimento, un rallentamento del declino fisico legato all’età, una riduzione del rischio di ricomparsa della malattia e, più in generale, una migliore qualità di vita.
L’associazione AIOM
L’associazione Italiana di Oncologia medica, fondata nel 1973, è la Società clinico-scientifica degli oncologi medici italiani. Con circa 2.000 iscritti è amministrata da un consiglio direttivo di 12 membri. Principali scopi dell’associazione: riunire gli esperti di quella branca dell’Oncologia Clinica la cui attività principale consiste nello studio degli aspetti medici delle neoplasie e della terapia dei tumori mediante trattamenti medici: in particolare, chimici, endocrini, immunologici e riabilitativi. Così da promuovere il progresso nel campo sperimentale, clinico e sociale; facilitare i rapporti tra oncologi medici ed esperti di altre branche specialistiche; stabilire relazioni scientifiche con analoghe associazioni sia italiane che straniere.
AIOM, inoltre, s’impegna nel promuovere la ricerca clinica e sperimentale, la prevenzione primaria, la diagnosi precoce, la terapia riabilitativa di supporto e quella palliativa. Oltre ad incentivare campagne di educazione a tutti i livelli. Particolare interesse, infine, riveste la formazione professionale di oncologi medici e di operatori sanitari, assieme alla formazione di strutture intra ed extra ospedaliere per l’assistenza al malato con neoplasia.
SEDE: Via Noe, 23 - 20133 Milano - tel. 02 70630279 - Fax 02 2360018 - www.aiom.it
All’estero AIOM è rappresentato da ESMO (European Society for Medical Oncology) - www.esmo.org
Consigli bibliografici per approfondire…
1. Il tumore dello stomaco. Una guida per prevenire, un aiuto per il paziente e i suoi familiari (Tutte le domande. Tutte le risposte) - Autori Marco Venturini e Carmelo Iacono - Giunti Demetra Editore
Un piccolo manuale di facile consultazione che spiega in modo esaustivo e professionale cos'è il tumore allo stomaco, come diagnosticarlo, prevenirlo e come e dove curarlo.
2. Ho vinto io. Guarire dal tumore del seno. Testimonianze ed interventi. Autori: Mauro Boldrini, Sabrina Smerrieri, Francesca Goffi - Giunti Editore
La storia della prima italiana che dopo il tumore del seno ha potuto adottare una bambina è fra le più toccanti di “Ho vinto io”, ma c’è anche la storia di Eni Vittoriani nel volume di testimonianze di persone guarite promosso dalla Fondazione AIOM. Un’iniziativa educazionale pensata per fornire coraggio e informazioni preziose a tutte le donne che stanno affrontando questa malattia e ai loro familiari. Tredici donne e altrettante storie di vita segnate dalla lotta, felicemente vittoriosa, contro il cancro. Testimonianze di profonda umanità e d'impegno, di nuove consapevolezze maturate nel fronteggiare la malattia, l'operazione e i trattamenti che la terapia impone. Ma dell'altro, a volte altrettanto difficile da negoziare, si para davanti a chi vive questa esperienza di confronto a viso aperto con la malattia e la morte. Tutto, letteralmente, viene rimesso in gioco alla comparsa di un tumore che viola la donna nella sua più profonda identità di genere: il rapporto con il partner, la famiglia, i figli, il lavoro, il proprio credo religioso. Casalinga, insegnante, atleta, suora, ballerina classica, manager in carriera, la protagonista in queste pagine veste i più diversi panni e, ogni volta, è un universo a schiudersi per noi, una nuova toccante esperienza, una entusiasmante vittoria sul male. Infine, idealmente, il microfono passa di mano e siamo dall'altra parte del tavolo: cinque qualificate specialiste di oncologia medica raccontano ciascuna di un caso clinico e umano, che portano scolpito nella memoria e che le ha messe in gioco come professioniste e come donne.
3. Il gusto della vita. Autori: Fulvia Pedani, Andrea Pezzana - Liberodiscrivere® edizioni
I contenuti di questo libro nascono dalla collaborazione tra l’Oncologia Medica del Prof. Airoldi, la Dietologia del Prof. Pezzana e la Psiconcologia del Prof. Torta, con la cooperazione di Slow Food e un gruppo di chef esperti e sensibili ai temi trattati e con l’aiuto e il supporto di molti pazienti che con i loro suggerimenti, quesiti, o anche solo con la loro voglia di condividere un momento particolare e spesso ricco di nuovi significati, hanno messo la loro competenza a disposizione del Progetto condividendone il percorso e la organizzazione. Nel libro c’è una parte introduttiva che affronta il legame esistente fra psiche ed alimentazione, con particolare riferimento alle modificazioni che tale rapporto subisce nei pazienti oncologici con difficoltà alimentari legate alla malattia e alle alterazioni del gusto dovute alla terapia. Nella parte centrale ognuno degli Chef coinvolti presenta un menu giornaliero con ricette appositamente pensate per pazienti con difficoltà alimentari ed alterazioni del gusto dovuti alla patologia oncologica ed ai trattamenti ad essa correlati. Si tratta di menu gradevoli, bilanciati dal punto di vista energetico, invitanti, facilmente riproducibili anche a casa e di costo moderato. Conclude l’opera una appendice curata da Slow Food, alla riscoperta del valore dei singoli alimenti. Obiettivo primario di tale lavoro è riavvicinare i pazienti oncologici ai piaceri della tavola, guidandoli nella riscoperta del gusto e fornendo loro una serie di indicazioni spendibili quotidianamente nella scelta degli alimenti, cosicché l’alimentazione, spesso vissuta come un momento critico a causa delle alterazioni del gusto e della difficoltà materiale ad alimentarsi, possa tornare ad essere un momento di piacere e convivialità senza disagio né limitazioni.
Indirizzi utili
Dott. Marco Venturini
Presidente Eletto AIOM
Direttore Dipartimento di Oncologia
Ospedale Sacro Cuore - Don Calabria
Via Sempreboni, 5 - Negrar (Verona)
Tel. 045 601 3472 - Fax 045 601 3411
OSPEDALE SACRO CUORE E DON CALABRIA - NEGRAR
Via Don Sempreboni 5 - 37024 Negrar (Verona )
Centralino: 045 6013111
Prenotazioni/informazioni:
045 6013207-710
www.sacrocuoredoncalabria.it
Oncologia medica
Dott. Marco Venturini - tel.045 6013710
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