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Tumore alla gola, evitarlo si può

Monica Melotti, N. 12 dicembre 2010

Lo ha rivelato di fronte alle telecamere del David Lettermann Show, “ho un cancro alla gola” e non era una battuta di uno dei suoi celebri film, ma purtroppo la verità del male che ha colpito il grande attore Michael Douglas. Con molta sincerità l’attore ha spiegato che il suo cancro è legato alle sregolatezze passate, sigarette e bottiglie in particolare, ma che è determinato a sconfiggere il suo tumore alla gola, partito dalla base della lingua. Michael Douglas è un personaggio noto e la sua malattia fa notizia, ma nel mondo sono tante le persone che, come lui, sono colpite da questo tipo di neoplasia.
Secondo le stime dell’Airc (Associazione Italiana per la ricerca sul cancro) solo in Italia sono circa 5.500 le perone  che ogni anno si ammalano di tumore alla gola. Fino a qualche tempo fa i soggetti più colpiti erano quelli in età avanzata, mentre oggi può colpire anche i più giovani. Di recente, inoltre, è stata riscontrata una possibile connessione con il Papilloma virus, responsabile di alcuni tipi di tumore al collo dell’utero.

I fattori di rischio
«L’abuso di alcol e di fumo è il maggiore responsabile delle neoplasie delle vie aeree superiori», spiega il professore Gabriele Scaramellini, direttore della Struttura Complessa di Otorinolaringoiatria dell’Istituto Nazionale dei Tumori  di Milano. «Oggi queste abitudini nocive sono sempre più diffuse tra i giovani di entrambi i sessi e questo spiega l’aumento dell’incidenza del tumore anche in soggetti di giovane età. Recentemente, poi, si è notato un aumento della neoplasia alla base della lingua e delle tonsille tra gli uomini e le donne dai 20 ai 40 anni. Il responsabile di questa forma tumorale sarebbe il Papilloma virus (Hpv). Ci sono infatti delle evidenze scientifiche che testimoniano la presenza di Hpv ad alto rischio nelle lesioni orali di tipo maligno e di infezioni di tipo precanceroso. Le infezioni da Hpv, inoltre, hanno coinvolto anche soggetti non fumatori e non bevitori e di giovane età».

I campanelli di allarme
Occorre prestare molto attenzione ad alcuni segnali. Si tratta di disturbi comuni, che quasi sempre non implicano nulla di grave, ma che meritano attenzione. «Quelli più frequenti sono: il bruciore localizzato alla lingua, piaghe nella bocca, piccole lesioni come le afte che non guariscono rapidamente, dolore alla gola, sensazione di un corpo estraneo nel deglutire, alterazione della voce, un nodulo duro e non dolente ai lati del collo, dolore alle orecchie non legato all’otite», continua lo specialista. «Se i disturbi persistono per più di dieci giorni è il caso di sottoporsi a una visita specialistica. Un controllo più approfondito viene eseguito con il laringoscopio a fibre ottiche, che è dotato di una fonte di illuminazione propria. Lo strumento viene introdotto attraverso la cavità nasale (quello flessibile) oppure appoggiato sulla lingua (fibroscopio rigido)».

Diversi tipi di localizzazione
Il termine “tumore alla gola” è piuttosto generico, infatti esistono diverse localizzazioni alla faringe, laringe e orofaringe. «I tumori alla faringe e laringe sono nella grande maggioranza dei casi da attribuirsi ai danni provocati dal fumo  e dal consumo eccessivo dell’alcool», spiega Scaramellini. «Se una persona beve e fuma molto, gli effetti tossici dell’alcol, della nicotina e del catrame hanno conseguenze dannose per le mucose che rivestono la faringe e la laringe. Un’altra sede per il tumore alla gola è l’orofaringe, il distretto anatomico che include la base della lingua, il palato molle, l’arco delle tonsille e la parte posteriore della cavità della bocca. È soprattutto questo secondo tipo di tumore che ha visto un aumento nei soggetti giovani».

Come si può intervenire
Le terapie variano a seconda della sede colpita, ma in ogni caso questo tipo di tumori coinvolgono funzioni cruciali per la qualità di vita come respirare, parlare e nutrirsi. «Per intervenire in modo corretto sulle neoplasie del distretto cervico-facciale è necessaria la valutazione di un team di specialisti costituito: da un chirurgo, un radioterapista e un chemioterapista», continua lo specialista. «Oggi, oltre alla guarigione si mira a preservare una buona qualità di vita. L’intervento precoce evita asportazioni ampie. Sulla  chirurgia funzionale della laringe, l’Italia è molto avanti. Quando, invece, la diagnosi è tardiva, si deve ricorrere all’asportazione radicale dell’organo fonatorio, la laringe, con un  conseguente danno alla voce. Oggi, però, è possibile ricostruire i tessuti compromessi. Nella chirurgia del pavimento orale o della lingua, per esempio, si possono prelevare lembi di tessuto da altre parti del corpo, come l’avambraccio, la coscia, con cute, sottocute e muscolo, quel che serve a ricostituire il tessuto rimosso, più penducoli vascolari e nervosi. Sono migliorate anche le possibilità di riabilitazione. L’intervento ha l’obbiettivo di asportare il tumore, rispettando l’anatomia e la funzionalità della zona operata e se è necessaria effettuando una ricostruzione. La radioterapia e la chemioterapia, un tempo utilizzate per bloccare la diffusione di metastasi, ora sono indicate anche come alternativa alla chirurgia».

L’impiego del laser
Le nuove tecniche consentono di arrivare anche dove prima pareva impossibile. Il laser gioca un ruolo molto importante nei tumori piccoli, che oggi possono essere raggiunti anche in sedi profonde, attraverso la bocca, grazie alla chirurgia robotica. Un sistema composto da una “console” che comanda a distanza dei bracci meccanici e una telecamera tridimensionale per meglio evidenziare la zona da operare.

La chemioterapia intelligente
Per sconfiggere questo tipo di tumore si ricorre a cicli di radio e chemioterapia. È una combinazione molto efficace, grazie anche ai moderni macchinari per la radioterapia che possono minimizzare gli effetti collaterali, in genere infiammazioni delle mucose e fibrosi. Sulle corde vocali al massimo si ha un abbassamento della voce. Se, invece, si irradia l’orofaringe, che ha le mucose più ampie, si può compromettere la nutrizione e quel che è peggio si rischia di interrompere il trattamento. L’affiancamento della chemioterapia migliora le potenziali della radioterapia. Ora si stanno studiando nuovi farmaci meno tossici, come gli anticorpi monoclonali. Per i pazienti oncologici è importante essere seguiti da una squadra di specialisti. La disfagia, cioè l’incapacità di deglutire è uno degli effetti più comuni della malattia stessa e dalle terapie. La metà dei malati, in seguito a questo disturbo, subisce un dimagramento del 25% del proprio peso, che può imporre la riduzione o la sospensione della cura, facendo perdere al paziente la possibilità di guarigione. È quindi necessario, sin dall’inizio, un supporto  nutrizionale che può implicare una dieta modificata a base di integratori, fino alla nutrizione parenterale, con un sondino naso gastrico.

La riabilitazione
La riabilitazione è un altro aspetto cruciale. Ci sono pazienti che devono imparare  di nuovo a mangiare, bere e parlare. La fonazione e la deglutizione sono fenomeni complessi che coinvolgono bocca, velo pendulo, laringe, lingua, corde vocali e altre parte anatomiche. Quando viene toccato anche uno solo di questi meccanismi, il paziente deve apprendere a deglutire in modo diverso, per questo la riabilitazione, eseguita da persone esperto, è fondamentale.

Indirizzi utili

Milano
Istituto Nazionale dei Tumori
Via Venezian, 1 – tel. 02.23901
Ieo, Istituto Europeo di Oncologia
Via Ripamonti, 435 – tel. 02.574891
Istituto Scientifico Universitario San Raffaele
Via Olgettina, 60 – tel. 02.26431

Bergamo
Ospedali Riuniti
Largo Barozzi, 1 – tel. 035.269111

Aviano (Pordenone)
Centro di riferimento oncologico
Via Franco Gallini, 2 – tel. 0434.659111

Roma
Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata
Via dell’Amba Aradam, 9 – tel. 06.77051
Istituto Nazionale Tumori Regina Elena Ifo
Via Elio Chianesi, 53 – tel. 06.52661

Napoli
Fondazione Pascale
Via Mariano Semmola – tel. 081.5903111

Bari
Azienda Ospedaliera Policlinico
Piazza Giulio Cesare, 11 – tel. 080.5591111

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