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AURO, un Congresso di urologia a 360 gradi

Minnie Luongo, N. 11 novembre 2010

Non tutti i Congressi sono uguali. Soprattutto, non tutti si preoccupano di dare una panoramica completa, preoccupandosi di offrire spazio anche agli aspetti a torto sottovalutati. Così la pensa l’Associazione di Urologi Italiani AURO, che anche quest’anno ha organizzato l’annuale consueta maratona scientifica, giunta alla sua diciassettesima edizione.

Non solo oncologia
Tra gli argomenti in scaletta al XVII Congresso Nazionale annuale di AURO (svoltosi a Roma dal 22 al 25 settembre) sono stati affrontati i temi delle patologie a vescica, prostata, reni e vie urinarie. Ma non si è parlato solo di problematiche relative all’oncologia, una specializzazione che rappresenta sì oltre il 50 percento della disciplina, ma che non deve far dimenticare altri aspetti, come: la sorveglianza attiva, l’infertilità maschile, le malformazioni, la chirurgia pediatrica, l’andrologia e molto altro. Il Congresso ha affrontato anche i temi dell’abuso di informazione scientifica veicolatati tramite la rete e la formazione, oltre a novità davvero recenti, quali i progetti “Step By Step” (uno spazio di formazione mirata) e “Brico Session”, un sistema che premia la migliore comunicazione scientifica, offrendo un palco notevole di visibilità sulle tematiche più attuali e rilevanti. Ma andiamo con ordine, scegliendo (per motivi di spazio) solo alcuni degli argomenti trattati.

Allarme tumore vescica
Durante il XVII Congresso nazionale AURO è stato lanciato l’allarme tumore alla vescica. «Il cancro alla vescica è al secondo posto come causa di decesso nel nostro Paese (dopo la Spagna) con i più alti tassi di incidenza: 29,8/ 100.000 uomini e 4, 7/100.000 donne - illustra Giario Conti, presidente AURO e primario della Divisione di Urologia presso l’Ospedale Sant’Anna di Como -. Il tasso di mortalità in Italia è in costante diminuzione; tuttavia, ci dobbiamo aspettare un aumento dei casi di tumore alla vescica nei prossimi anni, tenuto conto sia del nostro alto tasso di incidenza, sia del progressivo invecchiamento della popolazione». Il cancro della vescica è al nono posto tra i tumori più frequenti negli uomini, con 273.858 nuovi casi ogni anno e 108.310 morti (sempre ogni anno) nel mondo. «Questo tumore - continua Conti - si sviluppa maggiormente tra persone che vivono nei Paesi industrializzati come Nord America, Australia ed Europa occidentale, in persone che svolgono lavori sedentari».

Cancro del rene
Quanto al tumore del rene, si è discusso di effetti positivi di diagnosi precoce e di terapie conservative su incidenza e mortalità. A Roma si è detto che questi tumori si devono distinguere in tre tipi, con conseguenti diversi comportamenti clinici e differenti incidenze, prognosi e cure: il nefroblastoma o tumore di Wilms tipico dell'infanzia; il tumore delle vie escretrici intrarenali; il carcinoma a cellule renali che origina dal parenchima del rene.
Il carcinoma a cellule renali, il più frequente, rappresenta nell'adulto circa il 3% di tutti i tumori, con un rapporto di 1,5:1,0 negli uomini rispetto alle donne. È un tumore più comune fra gli abitanti delle zone industriali che fra quelli delle zone rurali ed è più frequente nei Paesi industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo. Nonostante la maggior parte dei casi si osservino tra le persone di età fra i 50 e 70 anni, può verificarsi in tutte le età. Dal 1975 ad oggi, poi, c'è stato un costante aumento di incidenza di circa il 2 percento all'anno. Nell’ultimo decennio però l’incremento delle diagnosi in fase precoce, che significa tumori di piccole dimensioni, e l'esperienza conservativa hanno portato pur nell'aumento di incidenza di questo tipo di tumore, ad un incremento notevole nelle guarigioni. Inoltre, l'avvento della laparoscopia e di strumenti innovativi, quali i bisturi ad ultrasuoni o a radiofrequenza, hanno permesso terapie di ablazione del tumore e di conservazione del rene decisamente poco invasive. Ciò vuol dire che, nonostante i numeri attuali, il futuro della terapia del carcinoma a cellule renali si prospetta più promettente. Se a questi successi della chirurgia si aggiunge l'ingresso nella pratica clinica delle “target terapies”, efficaci su alcuni tipi istologici di carcinoma, si può guardare al futuro con deciso ottimismo. Inoltre, le più moderne terapie conservative (di cui potremo avere risultati certi solo fra cinque o dieci anni), fanno comunque pensare a cambiamenti positivi riguardo all’aspettativa di vita.

Cancro della prostata
Il carcinoma prostatico è il secondo tumore più frequente in Italia (dopo quello del polmone), con 23.518 nuovi casi all’anno, pari al 14,4 percento di tutte le neoplasie. È inoltre la terza causa di morte per cancro dopo il polmone e il colon-retto: ogni anno si registrano 7.419 decessi per cancro della prostata, che corrispondono circa all’ 8,1 percento del totale delle morti per neoplasia. I tassi di incidenza e di mortalità aumentano esponenzialmente con il crescere dell’età, come per nessun altro tumore maligno. Negli ultimi anni nuove sensibili metodiche diagnostiche e interventi terapeutici hanno fatto il loro ingresso nella pratica clinica, incidendo fortemente sulla quantità numerica dei nuovi casi diagnosticati ogni anno, specie nei Paesi occidentali.
Sopra la media italiana, con valori oltre i 50 casi per 100.000, si trovano tutte zone appartenenti al Nord-est, Nord-ovest ed Emilia Romagna; in particolare, per il Nord-est si registrano tassi d’incidenza ben superiori alla media europea (attorno a 70 casi per 100.000), mentre nelle aree meridionali si registrano tassi tra i più bassi al mondo (16 casi a Ragusa, per esempio).
A fronte di una altissima variabilità dell’incidenza, i tassi di mortalità sono alquanto omogenei da Nord a Sud, confermando l’ipotesi che il test PSA abbia deformato a dismisura la reale occorrenza della malattia. Nonostante l’eziologia del cancro della prostata rimanga, rispetto a quella di altri tumori, piuttosto oscura, si può affermare che ci siano fattori di rischio ormai riconosciuti, età del soggetto in primis. Altri elementi determinanti del rischio sono rappresentati dalla storia familiare (genetica); da fattori dietetici (alta correlazione tra incidenza e mortalità per cancro prostatico e una dieta ricca di alimenti di derivazione animale); malattie sessualmente trasmissibili (un aumento dal 40 al 100 percento, visti gli agenti infettivi); fattori di rischio occupazionali (i lavoratori agricoli, specie se a contatto con pesticidi, hanno un’incidenza e una mortalità significativamente più elevate rispetto alla popolazione in generale).

La “sorveglianza attiva”
La cosiddetta sorveglianza attiva rappresenta un tema molto caldo in ambito oncologico, soprattutto per quanto riguarda il cancro della prostata. Eppure se ne parla ancora troppo poco. Non all’ultimo Congresso AURO. In pratica: con questa espressione si intende porre il paziente con un tumore di piccole dimensioni, e non particolarmente aggressivo, in una situazione di “sorvegliato principale”. Una strategia agli esordi, ma che prende sempre più piede. In genere vengono consigliati quattro controlli l’anno, per monitorare la malattia e l’aggressività, allo scopo di intervenire non appena il tumore diventa più aggressivo. Con l’uso (e l’abuso) del PSA, infatti, si possono sì individuare tumori molto piccoli (curabili), ma si può andare incontro ad effetti collaterali anche molto gravi.

Infertilità di coppia
Molte le novità presentate nell’ultimo Congresso AURO circa le diverse specializzazioni, fra cui un nuovo dato registrato nel 2010, legato all’infertilità di coppia, attribuibile per il 55 percento all’uomo e per il 45 percento alla donna. Imputato maggiore: il varicocele, una delle funzionalità maschili il cui controllo è relativamente recente e si fa risalire a solo 25 anni fa. «Spesso le percentuali relative all’infertilità di coppia, per quanto riguarda l’uomo e la donna, si sovrappongono - fa notare il dottor Giario Conti -, ma è un dato di fatto che il varicocele, non sempre sinonimo di infertilità, è comunque oltremodo curabile, sempre che si diagnostichi in tempo». E certo da quando non esiste più la visita di leva obbligatoria per i diciottenni, la situazione non può che essere peggiorata.

Identikit AURO
AURO.it è un’associazione non profit fondata nel 1993 a Genova da 10 specialisti urologi. L’intento dell’Associazione è quello di migliorare la cura dei pazienti affetti da malattie urologiche attraverso la ricerca costante nel campo dell'urologia e la volontà di difendere gli interessi morali, culturali e normativi della professione urologica. Una delle caratteristiche peculiari che hanno, fin dall'inizio, contraddistinto AURO è la promozione di attività atte a supportare e aiutare il lavoro quotidiano dell'urologo: fornire strumenti capaci di fornire un buon livello di pratica clinica in sicurezza professionale. AURO ha agito anticipatamente, offrendo ai propri soci opportunità di formazione, informazione e supporto, prima che ne venisse decretata l’obbligatorietà. Alcuni esempi: scuola di formazione alla dirigenza presso la SDA dell'Università Bocconi di Milano; corsi e incontri formativi sul significato, uso e gestione delle classificazioni che portano alla formazione dei DRG (Diagnosis-related Group); corsi e protocolli sull'integrazione specialista-medico di medicina generale per il miglioramento dell'inquadramento diagnostico delle malattie urologiche; certificazione dell'Associazione. Ma ciò che più ha contraddistinto AURO fino ad oggi è stata l’ideazione nel 1996 di un progetto complesso: le Linee guida, basato sulla qualità della ricerca e sul rigore della metodologia.

AURO.it - Associazione Urologi Italiani.
Tel. 019/626900; fax 019/629746.
aurosv@auro.it;
www.auro.it

Linee guida
Per AURO la messa a punto di linee guida scaturisce dalla constatazione che le Società, specie se largamente rappresentative, non possono chiamarsi fuori da questa esigenza (con il rischio di dover tardivamente intervenire su linee guida da altri elaborate). Esse, al contrario, devono giocare d’anticipo e preparare il più correttamente possibile un materiale ampio e “indiscutibile” nel proprio campo di interesse, scientifico e professionale.
A questo scopo Auro.it ha realizzato, per la prima volta in Italia, queste linee guida diagnostico-terapeutiche:

  1. calcolosi urinaria
  2. carcinoma prostatico - diagnosi, stadiazione e follow up
  3. carcinoma prostatico:
    • trattamento del carcinoma prostatico
    • trattamento del carcinoma prostatico intraprostatico
  4. carcinoma prostatico:
    • carcinoma prostatico avanzato
  5. carcinoma vescicale:
    • il tumore superficiale
  6. carcinoma vescicale:
    • tumore infiltrante, localmente avanzato e disseminato
  7. incontinenza urinaria e deficit di supporto del pavimento pelvico
  8. iperplasia prostatica benigna.

Auroinforma
Il Progetto “Auroinforma” nasce nel 1997 e consiste in un corso di aggiornamento per medici di medicina generale, basato su materiale scientifico preparato da un comitato di esperti che, ogni anno, affronta un diverso tema, che sia di particolare interesse in ambito urologico. L’incontro ha l’obiettivo di rafforzare la comunicazione e la collaborazione tra medico di base e urologo, relativamente alla gestione del paziente con problemi urologici, obiettivo da sempre molto a cuore all’Associazione. La partecipazione agli incontri “Auroinforma” è sempre molto attiva, tanto che ogni anno si organizzano più di 200 meeting su tutto il territorio nazionale. Inoltre, il successo dell’iniziativa è testimoniato sia dall’elevato numero di urologi che annualmente esprimono il desiderio di poter intervenire agli incontri in qualità di relatori, sia dall’alta partecipazione dei medici di medicina generale. Tutto il materiale utilizzato per lo svolgimento dei corsi in questi anni è consultabile sul sito dell’Associazione (www.auro.it).

Aurosafe
Nel 2005 l’Assemblea Generale di AURO.it ha dato vita ad “AuroSafe”, con l’obiettivo di creare un sistema di protezione della categoria, basato su un organismo autonomo di emanazione che consenta di:

  • monitorare i sinistri di “medical malpractice” in urologia;
  • formare una coscienza comune riguardo le problematiche di responsabilità civile professionale medica;
  • informare i medici su come fronteggiare queste situazioni;
  • fornire un aiuto il più possibile concreto ai medici che hanno richieste di risarcimento danni (consulenza legale e medico-legale).

Inoltre, si fa in modo che i pazienti ricevano sempre opuscoli informativi, per ottenerne il consenso informato su tutti gli interventi chirurgici urologici elencati in base ai codici di classificazione delle patologie. L’obiettivo di questi opuscoli: la riduzione del contenzioso medico-legale, che trova nel consenso informato una delle più frequenti cause.
Infine, c’è “Uroleague”: un'iniziativa annuale che consiste in presentazioni di “interventi live” sia in diretta che in differita, accompagnata da dibattiti su specifici argomenti clinici.

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