|
ANT
Minnie Luongo, N. 6/7 giugno/luglio 2010
San Francesco e…le formiche. Se vogliamo partire da due punti fermi nella vulcanica vita del professor Franco Pannuti, presidente della Fondazione ANT, non possiamo prescindere dalla devozione a San Francesco poiché anche il nome è ricorrente nella famiglia di Pannuti che, di nome Franco, è padre di tre figli che ha battezzato: Raffaella (la quale ha “rimediato” chiamando suo figlio Francesco), Francesco e Francesca. E una statua del Santo (“S. Francesco delle formiche”), regolarmente benedetta, è posta nella cappella della sede nazionale di ANT. E dopo San Francesco… le formiche. Non a caso Ant in inglese significa “formica”: da qui la fantasia e la creatività del professor Franco Pannuti che, già primario del Reparto oncologico dell’Ospedale Malpighi S. Orsola di Bologna e, solo pochi anni fa, anche assessore nella giunta comunale della sua città, ha inserito ogni riferimento alle operose formiche dove poteva. A cominciare da quella enorme, in legno massello, posta al secondo piano, vicino alla biblioteca, per passare alle formiche come simbolo di tutti i volontari ANT, alle formichine stampate su foulard e altri gadget distribuiti in occasione delle tante iniziative che l’eclettico Presidente si inventa e poi realizza con le 50 persone (regolarmente retribuite) che lavorano in sede, più il sostegno e l’appoggio di soci e volontari.
Le cifre parlano chiaro: 114 sedi ANT, con 75.000 malati assistiti gratuitamente, ognuno per una media di 100 giorni e 23 ospedali oncologici in tutta Italia: «praticamente - fa il conto Pannuti - circa 3.200 malati al giorno, in dieci Regioni». Ma al di là dei numeri, che pure rappresentano in Italia la più grande esperienza di assistenza medica domiciliare gratuita, per i sofferenti di tumore è fondamentale l’aspetto umano. Pannuti non si stanca di ripetere, a questo proposito: «Bisogna creare una classe medica più umana e meno tecnologica. È mia opinione, infatti, che il futuro sia rappresentato dall’umanizzazione della classe medica».
Che cosa fa ANT
Tutto e di più, verrebbe da dire dopo aver visitato la grande sede bolognese (in origine una società di trasporti, completamente ristrutturata a partire dal 2003, al cui interno, oltre a biblioteca e vari servizi, si può disporre anche di un’aula magna di 100 posti, attrezzata con i sistemi tecnologici più sofisticati).
Per voler sintetizzare, tuttavia, potremmo dire che la Fondazione ANT assiste le persone sofferenti di tumore, senza alcuna spesa a loro carico. Oltre all’assistenza domiciliare, la ricerca, la formazione in cure palliative del personale sanitario e la prevenzione sono le altre missioni di ANT, che si è anche impegnata attivamente nei diversi campi, ottenendo importanti risultati, fra i quali la firma di convenzioni con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bologna, per la realizzazione di masters in cure palliative.
Insomma, riassume Raffaella Pannuti, Segretario Generale ANT e braccio destro del padre: “Le missioni della Fondazione si muovono principalmente lungo tre strade: ricerca scientifica; formazione; assistenza domiciliare gratuita”.
La formazione
Particolarmente strutturata la formazione di base dei nuovi operatori sanitari: dopo una prima selezione dei candidati che hanno svolto un colloquio iniziale con lo psicologo, si procede ad una settimana di “orientamento”, ossia ad un affiancamento con un tutor in ambito clinico-assistenziale per una prima valutazione su campo. Il tirocinio formativo dura da tre a sei mesi; quindi, è previsto un tirocinio pratico presso un “ODOANT” abilitato alla didattica. Inoltre, è necessario un periodo di frequenza presso uno degli Uffici Accoglienza ANT, con l’affiancamento a figure professionali diverse e, anche, la conoscenza di tutti i servizi e i settori in cui è articolata l’assistenza domiciliare. Infine, non si può prescindere dalla condivisione, da parte degli operatori, delle motivazioni etiche della Fondazione (conoscere e praticare l’eubiosia, per poter difendere sempre e fino in fondo la dignità della vita di chi soffre per un tumore), assieme a strumenti comunicativi che siano in grado di garantire una buona relazione terapeutica con il paziente e i suoi familiari.
Servizio di psicologia
La ricerca costituisce per il “Servizio di Psicologia ANT” un settore sempre più richiesto dalla Fondazione in merito al monitoraggio dello stato dell’équipe, dei bisogni dei pazienti e dei loro familiari. Fino ad ora la ricerca è stata di tipo “applicativo”, considerato che riguarda principalmente due ambiti:
la consapevolezza della malattia oncologica, specie in relazione al “care-giver”, per aumentare in questo modo la comprensione dei vari aspetti psicologici che nascono all’interno di un nucleo familiare in cui vive una persona con tumore;
il monitoraggio dello stato organizzativo ed emotivo del team multi professionale, in maniera da far emergere esigenze, problemi, necessità personali e di gruppo, attraverso l’utilizzo di strumenti psicometrici di valutazione.
L’importanza dei volontari
Per ANT le figure dei volontari sono fondamentali per innumerevoli ragioni. Soprattutto per entrare positivamente in contatto nella relazione affettiva diretta con paziente e familiari. Attenzione: il volontario non svolge mai un’attività “al posto di” un professionista, ma possiede una propria autonomia funzionale, da considerarsi come valore aggiunto al lavoro del professionista vero e proprio.
Queste le caratteristiche specifiche richieste ai volontari ANT:
- onestà
- disponibilità ad aderire ai princìpi dell’eubiosia
- possesso di motivazioni personali di impronta solidaristici
- disponibilità di tempo programmabile
- capacità di lavorare in gruppo.
“Progetto Famiglie”
Grazie alle tante persone che hanno scelto, nella propria dichiarazione dei redditi, di donare il 5x1000 ad ANT, la Fondazione ANT Italia Onlus ha deciso di proseguire il “Progetto Famiglie ANT”, che prevede un sostegno di 250 euro al mese, per sei mesi, alle famiglie disagiate che stiano assistendo nella loro casa una persona malata di tumore (o fino ad esaurimento dei fondi disponibili). Ora si vuole ampliare questo progetto di solidarietà, così da coprire le spese del giorno dopo, oltre a quelle sostenute dai nuclei familiari il cui capofamiglia si trova in cassa integrazione oppure sia disoccupato. Per gli interessati la procedura è assai semplice: infatti, è sufficiente presentare la dichiarazione ISEE speciale (inferiore a 10.000 euro, riferito all’anno in corso), accompagnata dalla richiesta di un medico curante (ANT e non) che attesti la necessità dell’assistenza domiciliare per malattia tumorale, con prognosi uguale o inferiore a sei mesi. Come spiega Raffaella Pannuti: «Il supporto alla famiglia resta incondizionatamente anche dopo e per questo motivo abbiamo deciso di offrire un contributo per le spese del giorno dopo, fino ad una cifra di 300 euro, per tutte quelle famiglie con tali caratteristiche».
Il “Bonus Badante”
Nel marzo di quest’anno l’ANT ha raggiunto un altro importante traguardo: l’erogazione del “Bonus Badante”. Si tratta di 400 euro, per un massimo di sei mesi, destinati a quei nuclei familiari composti al massimo da 2 persone di cui il parente non sofferente di tumore non risulti in grado di fornire un’adeguata assistenza al congiunto. Per ottenere il bonus c’è una precisa documentazione da presentare: la regolarizzazione della badante; lo stato di famiglia, la dichiarazione ISEE speciale (inferiore a 20.000 euro, conteggio riferito all’anno in corso). Questo bonus esclude la possibilità di accedere ad altri contributi economici di ANT.
La fondazione ANT per tappe cronologiche
Ospedali domiciliari oncologici ANT
L’Ospedale Domiciliare Oncologico (ODO) della Fondazione è l’ospedale che va a casa di chi soffre, gratuitamente, e garantendo continuità assistenziale e prestazioni paritetiche a quelle che il paziente può ricevere in un reparto ospedaliero tradizionale. Gli operatori sanitari (medici, psicologi, infermieri professionali, fisioterapisti, farmacisti, assistenti sociali) che svolgono quotidianamente l’assistenza domiciliare con ANT hanno un rapporto di convenzione libero-professionale; il loro onorario è totalmente a carico della Fondazione e, quindi, per il malato ogni prestazione è assolutamente gratuita. Tutti questi operatori sono rigorosamente professionisti, al fine di garantire la continuità assistenziale al paziente, assieme ad un livello sempre aggiornato di competenze cliniche, scientifiche e culturali, così da perseguire concretamente la dignità di vita del malato. Per questo motivo i candidati a tali ruoli sono sottoposti ad un’accurata selezione, cui segue un corso di formazione di alcuni mesi, per ottenere il giudizio di idoneità all’attività assistenziale.
Carta dei diritti del morente secondo ANT
- L’eubiosia (la vita con dignità) è un diritto fondamentale di ogni essere umano;
- il morente e la sua famiglia hanno il diritto alla più completa informazione nel rispetto della dignità dell’individuo;
- la comunità non deve diventare, in alcun modo e per qualsiasi motivo, causa o strumento di morte anticipata;
- la comunità deve garantire al morente l’esercizio di tutti i diritti civili, ed in particolare il diritto di voto presso il proprio domicilio;
- la comunità deve garantire al morente e alla sua famiglia il mantenimento di un equilibrato rapporto con l’ambiente in cui vive;
- la comunità deve garantire al morente e alla sua famiglia un’assistenza socio-sanitaria completamente gratuita e continuativa;
- la comunità deve assicurare a tutti i sofferenti un livello di assistenza omogeneo e pienamente rispondente alle loro necessità;
- la comunità deve garantire al morente la libertà di decidere del suo futuro, nel pieno rispetto dell’eubiosia e della sua coscienza;
- la comunità deve garantire al morente il diritto di scegliere, in piena libertà, di essere assistito a casa o in ospedale tradizionale;
- la comunità deve garantire al morente il diritto di scegliere, nel pieno rispetto della dignità professionale e dei codici deontologici, i sanitari che dovranno assisterlo.
Che cos’è l’eubiosia
Ecco come il professor Franco Pannuti spiega il significato di “Eubiosia”, dal greco eu e bios, ovvero buona-vita”, “vita in dignità”: il termine vuol indicare “l’insieme delle qualità che conferiscono dignità alla vita”. In sostanza, l’Eubiosia è l’esatto opposto del concetto di eutanasia, quando questa parola, erroneamente e rinunciando al suo significato etimologico (solo buona-morte), diventa sinonimo di morte-anticipata (per pietà o per qualsiasi altro buon motivo, per mano di un medico o di qualsiasi altro operatore).
Pertanto, non bisogna confondere le buone intenzioni con il principio della salvaguardia della vita, in dignità, senza accanimenti terapeutici e senza la tentazione dell’abbandono o, peggio ancora, dell’isolamento dei sofferenti.
Un punto fondamentale è che cosa si deve intendere per “dignità dell’uomo”. Ossia, il riconoscimento e l’affermazione dei propri diritti e di quelli altrui, in termini di rispetto offerto senza condizioni, sulla base di un nuovo patto d’amore per l’altro (prima dell’incontro “finale”).
Codice etico ANT
Il “Progetto Eubiosia” è fondamentale per ANT e per il suo Presidente. Questa è la “Carta dei valori ANT”, mediante la quale Pannuti e la sua Fondazione auspicano che l’eubiosia diventi un vero e proprio diritto universale:
- Considera in ogni occasione la vita un valore sacro ed inviolabile
- Considera l’Eubiosia (la buona-vita, la vita-in-dignità) un obiettivo primario da conquistare quotidianamente
- Accogli la morte naturale come naturale conclusione dell’eubiosia
- Considera ogni evento della malattia reversibile
- Combatti la sofferenza (fisica, morale e sociale) tua e degli altri con lo stesso impegno
- Considera tutti i tuoi simili fratelli
- Il sofferente richiede la tua comprensione e la tua solidarietà, non la tua pietà
- Evita sempre gli eccessi
- Porta il tuo aiuto anche ai parenti del sofferente e non dimenticarti di loro anche “dopo”
- Il nostro molto sarebbe niente senza il poco di tanti.
“I pensieri della settimana”
Perché s’intitola così il libro scritto da Franco Pannuti è presto detto: le sue pagine contengono i “pensieri” di tutta la settimana, cominciando con quelli della domenica (“giorno del Signore e del riposo”), per terminare con quelli del sabato e a vari “Pensieri in libertà”, al termine di ogni capitoletto. Quanto ai contenuti, è lo stesso professor Pannuti a spiegare nell’Introduzione i motivi che l’hanno spinto a scrivere il libretto (Cappelli Editore): «(…) Con imperdonabile presunzione ho inteso affrontare, uno per ogni giorno della settimana, per suggerire, sommessamente, che, forse, ognuno di noi, almeno per pochi istanti della sua giornata, dovrebbe fermarsi a riflettere». Seguono due preziosi Appendici che riportano, rispettivamente, la spiegazione in ordine alfabetico dei più diversi e disparati termini (da “cancro” a “hospital” a “medico”, “ospedalizzazione”, fino a “solitudine” e “terminale”) e gli indirizzi di tutte le sedi e gli uffici della Fondazione ANT presenti nel nostro Paese.
Recapiti e numeri utili
Fondazione ANT, presso Istituto delle Scienze Oncologiche, del Volontariato e della Solidarietà
via Jacopo di Paolo 36, 40128 Bologna.
Tel. 051- 7190111; fax 051-377586
www.ant.it
Torna ai risultati della ricerca
|