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Conservare qualità di vita per combattere al meglio i tumori femminili
Paola Sarno, N. 6/7 giugno/luglio 2010
Svolta rosa nei reparti di oncologia dove cresce l’attenzione alle risorse: dalla cosmesi allo shiatsu, dal supporto psicologico alla riabilitazione fisica, che possono aiutare la qualità di vita delle donne colpite da tumore. Tutti contributi importanti che si aggiungono al ruolo centrale del trattamento farmacologico. Salvaguardare la propria femminilità e ritrovare la propria immagine può essere decisivo per il successo della terapia. Per questo motivo in occasione dell’8 marzo, in tre importanti centri di oncologia italiani, si è svolto un forum in parallelo dedicato ai fattori che possono aiutare le donne colpite dai tumori ginecologici a superare l’esperienza della malattia.
Un 8 marzo tutto speciale
Una Festa della Donna, insomma, quella di quest’anno, dedicata anche a loro. Alle oltre 122mila donne del nostro Paese che ogni anno ricevono una diagnosi di tumore maligno e al milione di italiane che attualmente convive con queste malattie. Perché in una donna il cancro colpisce più duramente la qualità di vita, soprattutto se si tratta di forme che mirano al cuore della femminilità, come il tumore alla mammella, il cancro al collo dell’utero e il carcinoma ovarico. Quest’anno, in occasione dell’8 marzo, per la prima volta tre grandi centri di Oncologia italiani – l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, il Policlinico Gemelli di Roma e l’Istituto Nazionale Tumori di Napoli – hanno promosso un meeting parallelo dedicato a tutti i fattori che contribuiscono alla qualità di vita delle donne colpite da tumore: dalle terapie farmacologiche, con ridotti effetti collaterali, alla cura della propria immagine. Perché si è ormai capito che questi aspetti sono centrali e aiutano le pazienti a stare bene con se stesse e a migliorare i risultati dei trattamenti.
La qualità della vita in oncologia
“La cultura della qualità di vita è tipica dei nostri tempi: in oncologia oggi è molto più diffusa rispetto a qualche anno fa perché molte patologie si possono curare, le persone vivono più a lungo e l’attenzione alla qualità di vita è diventata quindi un aspetto fondamentale del percorso terapeutico”, ha affermato Giovanni Scambia, Direttore del Dipartimento per la Tutela Salute della Donna e della Vita nascente del Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma.
Da alcuni anni in oncologia si assiste a una vera e propria “rivoluzione rosa”, con una crescente attenzione sulle ricadute al femminile della terapia: il supporto psicologico si affianca a terapie mediche e radiologiche sempre meno aggressive, a una chirurgia sempre meno demolitiva e ad altre risorse, con un’attenzione tutta particolare alla cosmesi come elemento fondamentale per la tutela e l’esaltazione della femminilità, che mai deve essere sopraffatta dalla malattia. Oggi sono numerose le risorse che aiutano le pazienti a superare l’esperienza della malattia. A partire dalla diagnostica, che permette di programmare l’intervento più indicato per una determinata paziente e su una determinata patologia. O la chirurgia mininvasiva, che consente una grande tutela della qualità di vita, sia in termini di ripresa post operatoria, sia in termini di assenza di cicatrice, il ricordo permanente di un problema importante.
La nuova chemioterapia è meno tossica
Altra componente fondamentale del percorso terapeutico è sicuramente la chemioterapia. «Mentre in passato avevamo pochi farmaci e piuttosto tossici, oggi abbiamo a disposizione farmaci che raggiungono risultati migliori con una tossicità molto scarsa, molecole che colpiscono il tumore risparmiando le cellule sane», ha aggiunto su questo tema Sandro Pignata, Direttore Oncologia Medica Dipartimento Uro-Ginecologico, dell’Istituto Nazionale Tumori della Fondazione G. Pascale di Napoli, «e la tendenza è sempre più quella di privilegiare le terapie meno aggressive. Per esempio, nel trattamento del carcinoma ovarico oggi disponiamo di protocolli che vanno nella direzione di una migliore qualità di vita e abbinano all’efficacia una significativa riduzione degli effetti collaterali. Doxorubicina liposomiale peghilata, utilizzata come alternativa a taxolo, in associazione con carboplatino, rende minimi effetti collaterali come la perdita dei capelli e la neurotossicità».
In Italia oggi sono oltre 38mila le donne colpite ogni anno da tumore alla mammella; circa quattromila quelle che ricevono una diagnosi di carcinoma dell’ovaio. I progressi delle terapie hanno aumentato le percentuali di sopravvivenza, soprattutto nel tumore alla mammella, ma l’impatto della malattia e dei trattamenti, chirurgici, radiologici e farmacologici, sulla qualità di vita della donna è ancora forte.
Un team multidisciplinare accanto all’oncologo
«La qualità di vita è essenziale e va salvaguardata il più possibile», ha quindi sottolineato Nicoletta Colombo, direttore dell’Unità Ginecologia Oncologica Medica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. «A comprometterla vi sono innanzitutto gli effetti collaterali delle cure: ad esempio la caduta dei capelli, la perdita di energia, l’incapacità di condurre una vita lavorativa normale. La donna poi è colpita maggiormente quando è affetta da una neoplasia ginecologica o perché può andare incontro a delle vere e proprie mutilazioni, come nel tumore della mammella, o perché donne ancora giovani possono essere private della possibilità di avere figli”.
Per promuovere la qualità di vita, all’oncologo si affiancano oggi molteplici figure professionali che si occupano dei diversi aspetti coinvolti: lo psiconcologo, l’oncologo, il riabilitatore, i volontari delle associazioni, rappresentano un vero e proprio team oncologico che si prende cura della paziente e della sua qualità di vita. Fondamentale poi il supporto psiconcologico, che mira ad aiutare la paziente a gestire il rapporto di coppia, la propria sessualità e la propria immagine.
«Il supporto psicologico, la psicoterapia hanno lo scopo di aiutare le donne ad integrare l’evento, o gli eventi, di rottura nella propria storia», afferma Florence Didier, Unità di Psiconcologia, Istituto Europeo di Oncologia, Milano, «questo significa aiutare le donne a riappacificarsi con la vita, con loro stesse, integrando i cambiamenti subiti, superando il dolore delle perdite, ritrovando la capacità di apprezzarsi, di valorizzarsi, di continuare ad amarsi e ad essere amate al di là dei cambiamenti subiti, al di là di quello che le donne possono vivere come dei difetti».
Le iniziative di INT di Napoli, IEO di Milano e Gemelli di Roma
Proprio per affrontare questi delicati argomenti, in ognuno dei tre centri oncologici sono state attivate diverse le iniziative dedicate alla qualità di vita. All’Istituto Nazionale Tumori di Napoli è partita l’attività di un Dipartimento di Qualità di Vita, in cui si svolgono tra l’altro attività di riabilitazione fisica, a cura di personale specializzato, e attività di rilassamento psico-fisico, come i massaggi shiatsu. Un aiuto concreto alle donne in trattamento è offerto dalla disponibilità di accesso all’asilo nido interno all’Istituto. All’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, oltre a percorsi di terapia individuale e di gruppo, sono disponibili per le pazienti delle lezioni di cura del proprio benessere e della propria immagine, come per esempio le lezioni all’uso del trucco con dei professionisti volontari. Il Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma, a sostegno della qualità di vita delle pazienti oncologiche, promuove numerose iniziative in partnership con l’Associazione onlus IRIS (Insieme per Realizzare Iniziative di Solidarietà), un ente non profit a cui partecipano varie figure professionali, tra le quali i preziosi psiconcologi.
Indirizzi utili
ISTITUTO NAZIONALE PER LO STUDIO E LA CURA DEI TUMORI "FONDAZIONE PASCALE"
Via Mariano Semmola - 80131 Napoli
Centralino: 081 5903111
Prenotazioni/informazioni: 081 5462833
www.fondazionepascale.it
Oncologia medica A -081 5903359
Oncologia medica B - 081 5903360
POLICLINICO UNIVERSITARIO AGOSTINO GEMELLI
Largo Agostino Gemelli, 8 - 00168 Roma
Centralino: 06 30151
Prenotazioni/informazioni: 06 3551033.0-2
www.policlinicogemelli.it
oncologia medica - Prof. Carlo Barone - 06 30156318
ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA - IEO
Via Ripamonti, 435 - 20141 Milano
Centralino: 02 574891
Prenotazioni/informazioni: 02 5748900.1-2-3
www.ieo.it
Ginecologia - Prof.ssa Nicoletta Colombo - 02 57489543
Fazio, al lavoro per 'quote rosa' in studi clinici
Pari opportunità, anche negli studi clinici. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, sta lavorando per introdurre le 'quote rosa' anche nel mondo della ricerca: «Nel ddl che riformerà i trial clinici di fase I, II e III inseriremo anche una norma che garantisca la presenza di una quota di donne negli studi. Saremmo uno dei primi Paesi al mondo che lo prevede». La bassa presenza di donne fra i soggetti reclutati nei trial è un problema, ha ammesso il ministro durante un simposio scientifico tenutosi a Milano 'Diagnostica e prevenzione amiche della donna'. «È necessario testare farmaci e terapie su entrambi i sessi», ha proseguito Fazio. «Ci sono infatti differenze di genere anche nella risposta ai farmaci», ha chiarito. «Esistono 80 specialità che presentano queste differenze. Ed è vero che l'Emea ha allertato l'Aifa per questo problema». «Proprio su questo fronte», ha sottolineato, «il ministero della Salute sta lavorando. Abbiamo in cantiere un ddl per riformare i trial clinici nel quale ci occuperemo anche della necessità di avere una quota di donne nelle ricerche scientifiche».
In Sicilia un comitato scientifico studierà la zona di Gela
L'Agenzia di Sanità Pubblica di Caltanissetta, l'Eni e l'Istituto Superiore di Sanità hanno costituito un comitato promotore che dovrà organizzare una importante attività di ricerca sulle condizioni di salute nell'ambito del territorio di Gela (Caltanissetta). In particolare, tenendo conto delle evidenze scientifiche, e dunque coniugando i dati di mortalità con quelli di incidenza delle patologie tumorali, dovrà essere verificato se esista davvero - ed eventualmente in che misura - un impatto sulla salute dei cittadini di tutte le attività diffuse nel territorio. La zona di Gela, in ragione di quanto evidenziato dai dati epidemiologici, è stata inserita tra le tre aree siciliane ad alto rischio insieme a Priolo (Siracusa) e Milazzo (Messina). Alla ricerca parteciperanno il Comune di Gela e la Provincia di Caltanissetta. Il comitato promotore dovrà innanzitutto individuare i rappresentanti di un comitato scientifico che, come soggetto terzo, definirà gli ambiti, la metodologia di lavoro e di studio della ricerca scientifica. L'iniziativa rientra nella visione programmatoria dell'assessorato regionale della Salute che nella legge di riforma del sistema sanitario ha inserito Gela e la sua area come terreno di indagine privilegiato e come destinataria di finanziamenti rivolti alla ricerca e alla tutela delle salute e dell'ambiente.
Tumore al seno: le pazienti vivono il doppio senza peggioramenti
Il convegno nazionale “Dalla chemioterapia alla terapia anti angiogenica" ha riunito a Sorrento i maggiori ricercatori ed esperti italiani che hanno fatto il punto sugli avanzamenti della ricerca nella lotta contro la neoplasia della mammella. «Prove incontrovertibili e studi recenti al top della qualità», ha sottolineato Sabino De Placido, Ordinario di Oncologia Medica dell'Università 'Federico II' di Napoli e presidente del convegno, «portano a concludere che il bevacizumab prolunga di circa il doppio il tempo senza progressione del tumore. Le applicazioni cliniche del bevacizumab nel tumore della mammella sono finora nel trattamento del tumore in stadio avanzato, ma si stanno compiendo studi anche nei casi precoci». Le stime effettuate sui dati reali osservati dei Registri Tumori italiani, parlano per il 2008 di 37.952 donne colpite da tumore della mammella, che risulta così il secondo carcinoma più diffuso e ancora purtroppo il primo per mortalità nel sesso femminile sotto i 55 anni. «Il problema clinico cruciale», ha spiegato Carmelo Iacono, presidente AIOM, «è divenuto oggi l'appropriatezza. Che implica non solo maggiore rigore metodologico nella valutazione degli interventi terapeutici, ma rappresenta anche il diritto del paziente a ricevere la migliore cura possibile in qualunque oncologia del Paese ci si trovi ad essere curati».
Nei paesi OCSE i tumori sono seconda causa di morte
È stato pubblicato “Health at a Glance 2009: OECD Indicators”, un documento importante che fotografa lo stato di efficienza dei sistemi sanitari e il livello di salute pubblica dei paesi dell’Ocse. L’aspettativa di vita alla nascita è in continua crescita grazie soprattutto al miglioramento dello stile di vita e dell’educazione e all’incremento dell’accessibilità ai servizi sanitari. La principale causa di morte nei Paesi Ocse sono le malattie cardiovascolari (36% di tutti i decessi nel 2006) e, in particolare, gli attacchi di cuore e gli ictus. Seconda causa di morte sono i tumori, che nel 2006 hanno provocato il 27% dei decessi. I tassi di mortalità per questo tipo di malattia, sempre nel corso del 2006, si sono rivelati particolarmente alti in Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Danimarca. Gli incidenti stradali sono la terza causa di morte: ogni anno in tutto il mondo causano il decesso di circa 1,2 milioni di persone e il ferimento di altri 50 milioni. In Italia, Polonia e Germania sulla strada nel corso del 2006, sono morte tra le 5 e le 6mila persone.
OMS: il fumo uccide una persona ogni 6 secondi
Un 'veleno' "che uccide più di 5 milioni di persone l'anno. Con una media di un morto ogni 6 secondi". Così il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Margareth Chan, ha parlato del fumo, in occasione della cerimonia che si è tenuta a Ginevra, per ricordare l'entrata in vigore della Framework Convention on Tobacco Control, un'alleanza anti-bionde voluta dall'Oms e nata 5 anni fa, che ormai conta 168 componenti. «Ormai è una delle alleanze più forti e condivise della storia delle Nazioni Unite», ha commentato con soddisfazione Thamsanqa Dennis Mseleku, presidente della Conferenza dei componenti del gruppo. «Negli ultimi anni», ha evidenziato, «abbiamo registrato rapidi progressi nella condivisione degli obiettivi, nel potenziare gli interventi a livello nazionale per migliorare il controllo al tabagismo, proibire la vendita di sigarette ai minori, arrivare a scritte ben visibili sui pacchetti, per avvertire i fumatori dei danni che incombono sulla salute». La convenzione punta, infatti, a proteggere le persone dai danni del fumo riducendo la domanda e l'offerta di 'bionde'. Il fumo, ricorda l'Oms, è una delle maggiori minacce per la salute pubblica, e rappresenta un fattore di rischio importante per molte altre patologie.
Tumori: aumentano al sud come al nord, ma si guarisce di più
Anche quest'anno il 7° Rapporto Osservasalute, coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene della Facoltà di medicina e Chirurgia, conferma un trend già delineato negli anni precedenti: il rischio oncologico del Sud, storicamente più basso, si sta avvicinando a quello del Nord. Mentre i tassi di incidenza di tumore nelle donne sono stimati in aumento in tutte le regioni, con una crescita più accentuata in alcune regioni del Sud come Basilicata, Campania e Sardegna. Per gli uomini si nota invece, nell'ultimo decennio, una riduzione di incidenza nel Nord e nel Centro (la diminuzione maggiore in Veneto e Friuli Venezia Giulia) contrastata da un aumento in alcune regioni del Sud, principalmente Basilicata e Campania. I dati di mortalità per tutti i tumori sono in costante riduzione negli ultimi anni sia per gli uomini che per le donne nelle regioni del Nord e del centro, mentre sono solo in lieve calo nel Sud. Un dato questo che riflette sia gli andamenti dell'incidenza che gli avanzamenti diagnostici e terapeutici raggiunti.
Tuttavia i casi prevalenti sono quasi quadruplicati passando da circa 524mila (persone con tumore) nel 1979 a circa 1,8 milioni nel 2009: una mole di pazienti che contribuiscono all'aumento della domanda sanitaria e per i quali sono necessari specifici programmi di assistenza.
Studio USA: la guerra al cancro funziona
La guerra al cancro funziona. Lo ha dimostrato un nuovo studio epidemiologico pubblicato su Plos One, secondo cui le strategie messe in atto dagli anni Novanta, come la lotta al fumo e gli screening per diversi tumori, hanno già fatto guadagnare solo negli Usa due milioni di ore di vita potenziale. I ricercatori dell'American Cancer Society hanno analizzato la mortalità per tumore negli Usa dal 1970 al 2006. Il tasso di mortalità negli uomini per tutti i tipi di cancro è passato da 249,3 ogni 100mila abitanti nel '70 a 279,8 nel 1990, anno di picco, per poi precipitare a 221,1 nel 2006. Un andamento simile è stato trovato per le donne. Anche se il declino è sicuramente dovuto alle misure anticancro, secondo gli autori non è certo il caso di abbassare la guardia: «Servono ulteriori investimenti e ricerche - scrivono gli esperti dell’American Cancer Society - per far sì che la diminuzione continui a questi ritmi».
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