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Donna ovunque, una tutela per le donne straniere

Monica Melotti, N. 5 maggio 2010

Si è pensato per molto tempo che il concetto di "salute" fosse ben definito dall'espressione "assenza di malattie", "star bene", cioè non essere malati. Oggi ci si è resi conto che la salute non può esaurirsi semplicemente nell'assenza di malattie e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sentito il dovere di definire la salute come "la realizzazione per tutte le donne e gli uomini di tutte le proprie potenzialità fisiche, psichiche e culturali". Godere di buona salute significa non soltanto riuscire a fronteggiare la realtà, ma anche gioire di questa riuscita, significa esser capaci di sentirsi vivi nel piacere e nel dolore, significa fondamentalmente "innamorarsi della vita". La salute e la sofferenza come sensazioni vissute e consapevoli sono fenomeni propri degli uomini, che in ciò si distinguono dagli altri animali. La salute è definita dallo stile con cui ciascuna società si esprime nell'arte di vivere, di gioire, di soffrire e di morire. Salute e cultura sono sostanzialmente la stessa realtà. Non si può parlare di salute fuori dell'ambito dell'autonomia della propria persona, delle proprie capacità culturali e umane.
In un’Italia che si avvia sempre più a diventare multietnica, emerge la necessità di attuare una reale integrazione degli immigrati nel tessuto sociale attraverso l’estensione delle principali tutele di cui godono i cittadini italiani.

L’iniziativa Donna Ovunque
Tutelare il diritto alla salute e in particolar modo alla diagnosi precoce. E’ questo lo scopo del progetto pilota Donna Ovunque, avviato dalla Sezione Provinciale di Milano della LILT(Lega italiana per la lotta contro i turmo). Il progetto è rivolto a tutte le donne immigrate che per varie ragioni, culturali, sociali e legali, si avvicinano con difficoltà alla diagnosi precoce oncologica. «Le nuove frontiere portano nei fatti a cercare di intercettare i diversi bisogni delle donne straniere riconoscendone le differenze nei percorsi di vita e nei valori di riferimento», dice la professoressa Franca Fossati Bellani, oncologa e presidente della Sezione Provinciale di Milano della LILT. «Nel corso degli anni la nostra sezione ha dedicato grande attenzione ai temi della salute femminile intraprendendo sfide nel campo della promozione e della tutela della donna. Correvano gli anni Settanta quando, per prima, la nostra associazione ha cercato di diffondere la pratica del Pap-test e dell’auto palpazione al seno superando le barriere dei pregiudizi e delle paure che impedivano alle donne di sottoporsi a quei semplici controlli periodici che in alcuni casi avrebbero salvato loro la vita. La strada della sensibilizzazione, intrapresa verso le donne, è continuata fino ad oggi con progetti innovativi tra i quali Smettere ti fa bella rivolto alle donne fumatrici e questo importante progetto».

Un programma di prevenzione al femminile
Donna ovunque, è il primo programma di prevenzione sul territorio di Milano e provincia che si occupa di dare non solo l’informazione nella lingua di origine della donna che vi si accosta, ma soprattutto di metterle a disposizione, nell’ambulatorio, un medico della stessa lingua in grado di relazionarsi con l’attenzione e la sensibilità adeguate. L’obiettivo del progetto è favorire l’educazione e la diffusione della cultura della salute anche tra le popolazioni di immigrati. «Con questa iniziativa vogliamo ribadire ancora una volta quanto sia fondamentale per tutti intraprendere un percorso di salute, in particolare ci preme porre l’accento sulla prevenzione e la diagnosi precoce che sono ancora oggi le armi più efficaci contro i tumori», continua l’oncologa. «E per farlo cerchiamo pertanto di sensibilizzare la popolazione attraverso progetti, eventi ed appuntamenti quali la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica che quest’anno è giunta alla nona edizione. E’ un modo per mettere la prevenzione alla portata di tutti. L’impegno della nostra Associazione è da sempre improntato alla diffusione della cultura della prevenzione nella lotta al cancro. Solo nei nostri 18 Spazi Prevenzione effettuiamo ogni anno oltre 100 mila visite ed esami preventivi. Giocare d'anticipo permette di conoscere e applicare misure in grado di ridurre il rischio di malattia, che ogni anno vede nel nostro paese oltre 168 mila decessi».

Dati Italiani
Nel 2008 si stima che in Italia siano 1.800.000 le persone che hanno avuto una diagnosi di cancro, e che al momento siano più di 900 mila quelle sottoposte a cure oncologiche. A Milano l’insieme di tutte le forme tumorali riporta un tasso di incidenza tra i più alti del paese, sono circa 9 mila le nuove diagnosi di tumori, al contempo però si registra una sopravvivenza a tre anni dalla diagnosi tra le più alte in Italia. Attualmente una diagnosi di cancro su dieci a Milano riguarda soggetti stranieri. Le sedi tumorali non sono le stesse per gli italiani e gli immigrati. Si stima infatti che in un futuro prossimo il fenomeno potrebbe radicarsi fino a selezionare forme di tumore omogenee con la provenienza dei differenti gruppi di immigrati: per esempio patologie fumo-correlate da chi proviene dai paesi dell’Europa orientale. E’ dunque molto importante cominciare a considerare prioritarie misure di intervento preventive anche nei confronti delle popolazioni straniere.
In questa prima fase il progetto Donna Ovunque coinvolge la popolazione femminile attraverso visite senologiche e ginecologiche, in quanto sono più le donne, in rapporto agli uomini, a cercare di accedere per sé e per i propri figli alle strutture sanitarie pubbliche. L’intento però,nel lungo periodo, è di estenderlo alle intere comunità straniere presenti sul territorio.

Le difficoltà delle donne immigrate
«Le donne immigrate sono spesso afflitte da una condizione di fragilità dovuta tanto alla condizione di genere quanto a quella di migrante», dichiara  la dottoressa Jin Rui, di origine cinesi che lavora da quasi vent’anni nelle strutture Lilt.  «Questi elementi di fragilità diventano fattori rischio per ciò che riguarda la loro salute, come i dati nazionali e regionali dimostrano. Sia a livello nazionale sia regionale si registra un lieve ma costante aumento delle patologie tumorali a carico delle cittadine straniere residenti. Ciò nonostante si rileva un minore coinvolgimento delle donne straniere nei programmi di screening: 52% per il pap-test e 43% per la mammografia, contro 72% e 73% delle donne italiane. Le ragioni di questo scarso ricorso ai programmi di screening, risiedono in diversi fattori: la difficoltà di accedere al servizio per mancata informazione, non conoscenza, non comprensione dell’utilità del servizio stesso, le condizioni sociali volte alla sopravvivenza e alla risoluzione di problemi contingenti, la posizione giuridica (regolare/irregolare) che è decisiva per l’approccio della donna migrante ai servizi per la salute, il livello d’istruzione, lo status lavorativo e il reddito. Molti studi, infatti, dimostrano che a una maggiore permanenza nel paese d’immigrazione corrispondono comportamenti verso la cura della salute sempre più simili a quelli delle donne italiane. E’ soprattutto la donna clandestina la più penalizzata sotto il profilo della salute. Se una donna ha il proprio medico curante può accedere in ospedale senza problemi, in caso contrario la situazione si complica. Non sono molti gli ospedali italiani che curano anche i clandestini. Quindi quando la malattia è seria la clandestina ritorna al proprio paese. Ci sono delle razze più penalizzate? No la situazione è la stessa sia per per le marocchine che per le cinesi o filippine»

Migrazione&Salute
Le migrazioni sono fonte di stress e di pericoli per la salute, perché comportano una nuova organizzazione della vita con un conseguente totale sradicamento dall'ambiente di origine. «Il problema della medicina dell'emigrazione consiste nel dover assistere persone le cui condizioni sociosanitarie si stanno trasformando socialmente e culturalmente», precisa il professor Aldo Morrone, direttore dell’Istituto per la prevenzione della salute delle popolazioni migranti. «Fin quando non sarà terminato il processo di acculturazione sanitaria e del passaggio dalla possibile patologia da migrazione al rischio di contrarre le malattie delle nazioni industrializzate, sarà necessario tenere presenti alcuni elementi,come: la biculturalità dell'emigrante che lascia una cultura sanitaria senza averla abbandonata realmente e ne acquista un'altra senza averla ancora compresa, la diversità della formazione del medico,le condizioni sociosanitarie presenti durante tutto il processo di migrazione. A tale proposito è necessario che tutti gli operatori sanitari superino il proprio spazio linguistico e culturale per poter acquisire un modello mentale che consenta di comunicare con pazienti eteroculturali». Per quanto riguarda il rapporto tra malattie, sintomi, cultura e affinità etniche, esiste un’evidente correlazione tra specifiche patologie e determinati popoli. Sono risultate statisticamente irrilevanti le malattie tropicali d'importazione di cui spesso e in maniera assolutamente irrazionale l'opinione pubblica teme il contagio. Questi pazienti presentano invece un atteggiamento assai diverso dinanzi all'esperienza della malattia, del dolore, della sofferenza e della morte. La diversa percezione dei sintomi in rapporto alle differenti culture di provenienza è valida per tutte le popolazioni. E' noto che gli italiani e gli ebrei, per esempio, a parità di quadro clinico, accusano un maggior numero di sintomi e i francesi prestano molto attenzione al fegato, mentre gli iraniani ai disturbi cardiaci; i pazienti irlandesi invece si lamentano in particolare di disturbi agli occhi, alla testa e alle orecchie.«Dai differenti dati clinici ed epidemiologici osservati, emerge una realtà sanitaria ben diversa da quanto normalmente si crede: la stragrande maggioranza degli immigrati è sostanzialmente sana e non presenta malattie degne di nota, almeno al suo ingresso in Italia, e questo appare evidente se si tiene conto del fatto che oltre il 70% degli immigrati ha meno di 30 anni», continua Morrone. «Essi invece cominciano ad ammalarsi a distanza di circa un anno dal loro arrivo, in gran parte a causa delle disagiate condizioni strutturali, igieniche, abitative, alimentari e psicologiche in cui sono costretti sovente a vivere in Italia».

Dati immigrazione
Cittadini stranieri residenti in Lombardia:
904.816 (di cui il 48,1% sono donne) pari al  23,3% di tutta la popolazione straniera residente sul territorio nazionale

Provincia di Milano:
conta 371.670, pari al 9,6% della popolazione straniera residente in Italia con una presenza femminile pari a 183.604 unità (49,4%).

Le popolazioni immigrate più numerose,  presenti sul territorio lombardo, provengono da:

  • Romania (118.005)
  • Marocco (98.091)
  • Albania (90.096)
  • Egitto (52.788)
  • Filippine (40.989)
  • Cina (37.454)

Fonte: dossier Caritas Ambrosiana del 2009 – dati aggiornati al 31.12.2008

Milano: gli stranieri iscritti all’anagrafe sono 181.393.
L’incidenza degli stranieri sul totale della popolazione milanese (1.294.191) è pari al 14%, il che significa che ormai nel capoluogo lombardo 1 residente su 7 è immigrato.
Le cittadine straniere sono 90.321 pari a quasi il 50% degli immigrati a Milano.

Le cittadinanze maggiormente rappresentate nel capoluogo appartengono a:

  • Filippine (28.735)
  • Egitto (23.546)
  • Cina (15.244)
  • Perù (14.104)
  • Ecuador (12.136)
  • Sri Lanka (11.083)
  • Romania (9.612)

Fonte: Settore Statistica del Comune di Milano – dati aggiornati al 31.12.2008

Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, 18 spazi prevenzione al servizio di tutti

MILANO

  • Via Appennini, 5/a - Tel. 02.3533338 - (Chiuso il lunedì, martedì e mercoledì mattina)
    visite senologiche, ginecologiche, dermatologiche, cavo orale, ecografia mammaria, Pap test
  • Viale Caterina da Forlì, 61 - Tel. 02.417744 - 417765 - (Chiuso il venerdì pomeriggio)
    visite senologiche, ginecologiche, dermatologiche, urologiche, cavo orale, mammografia, ecografia mammaria, Pap test, test di funzionalità respiratoria
  • Viale Molise, 5 - Tel. 02.5462937 - (Chiuso il giovedì e venerdì)
    visite senologiche, ginecologiche, dermatologiche, cavo orale, ecografia mammaria, Pap test
  • Via Neera, 48 - Tel.02.8461227 - (Chiuso il venerdì pomeriggio)
    visite senologiche, ginecologiche, dermatologiche, urologiche, cavo orale, mammografia, ecografia mammaria e transvaginale, Pap test, test di funzionalità respiratoria
  • Via Viganò, 4 - Tel. 02.6571233 - 02.6571534
    visite senologiche, ginecologiche, dermatologiche, urologiche, cavo orale, mammografia, ecografia mammaria, Pap test, test di funzionalità respiratoria

PROVINCIA DI MILANO

Monza: Via San Gottardo, 36 - Tel. 039.3902503 - (Chiuso il venerdì pomeriggio)
visite senologiche, ginecologiche, dermatologiche, urologiche, cavo orale, mammografia, ecografia mammaria, Pap test, test di funzionalità respiratoria

  • Abbiategrasso: Via Manzoni, 58 - Tel. 02.94963634 - visite senologiche e dermatologiche
  • Albiate Brianza: Piazza Conciliazione, 42 - Tel. 0362.931599 - visite senologiche
  • Brugherio: V.le Lombardia, 264 - Tel. 039.2384415 - visite senologiche
  • Cernusco sul Naviglio: Via Fatebenefratelli, 7 - Tel. 02.9244577 - visite senologiche, ginecologiche, dermatologiche, urologiche, Pap test, test di funzionalità respiratoria
  • Cesano Maderno: Via San Carlo, 2 - Tel. 0362.501927 - visite senologiche
  • Concorezzo: Via S. Marta, 10 - Tel. 039.62800309 - visite senologiche, dermatologiche, ecografia mammaria
  • Desio: Service Lions - Via Portichetto, 21 - Tel. 0362.629193 - visite senologiche
  • Legnano: c/o A.O. Ospedale Civile - Via Candiani, 2 Tel. 0331.449922 - visite dermatologiche
  • Novate Milanese: Via Repubblica, 15 - Tel. 02.3533338 - visite senologiche
  • Seregno: Via Stefano da Seregno, 102 - Tel. 0362.483558 - visite senologiche
  • Trecella di Pozzuolo M. : Via della Stella, 2 - Tel. 02.95358669 - visite senologiche e dermatologiche
  • Vedano al Lambro: Largo Repubblica, 2 - Tel. 039.2486382 - visite senologiche

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