Esegui una ricerca

Informativa privacy

Un modello che viene dal Sud
(Lega Tumori)

Annalisa Cretella, N. 5 maggio 1998

In pochi anni il numero delle sezioni della Lega italiana per la lotta contro i tumori è quasi raddoppiato. Dalle 60 del '96 si è passati alle oltre 100 di oggi. Oltre il numero crescente, qualcos'altro è cambiato per le cellule della Lega Tumori impegnate nella prevenzione e cura delle malattie neoplastiche su tutto il territorio italiano. Una modifica nell'organizzazione statutaria ha trasformato le sezioni in organismi autonomi e totalmente indipendenti dalla sede centrale di via Torlonia a Roma. La Lega Tumori, dopo oltre settant'anni di serio impegno nella lotta alle neoplasie, forte di un apparato organizzativo cresciuto nel tempo, è stata costretta a tagliare il cordone ombelicale con la propria periferia.
Il motivo del distacco è la minor disponibilità economica della sede romana, e la conseguente necessità di alleggerire il proprio bilancio. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. I tagli di finanziamento hanno avuto ripercussioni non solo negative per le sezioni sparse un po' ovunque, a seguito di un primo, comprensibile momento di panico. Infatti, il raggiungimento di una piena autonomia organizzativa e di gestione, nell'ambito di un indirizzo comune mutuato da Roma, non ha modificato ne snaturato i servizi per cui la Lega Tumori è diventata un'importante realtà sanitaria italiana. Non sono venuti meno le iniziative di prevenzione anticancro, ne la cura domiciliare dei pazienti oncologici, ne la connessa sensibilità per l'informazione.
Sul fronte dei finanziamenti, attualmente solo la sede centrale, ente pubblico alle dipendenze della Presidenza della Repubblica, riceve sovvenzioni dallo Stato, mentre le varie sezioni - come abbiamo detto - devono provvedere in proprio a mantenersi, attraverso la solidarietà di altre associazioni, di privati e, quando si riesce, attingendo dai contributi degli enti locali.
Per conoscere meglio questa realtà in movimento, e per vedere più da vicino come funzionano e quali attività privilegiano le varie sezioni nella loro nuova veste di associazioni volontaristiche, abbiamo concentrato le nostre attenzioni su una di esse, la sezione di Reggio Calabria, presieduta dal 1994 dalla professoressa Paola Serranò, specialista in oncologia.
Professoressa Serranò, quali servizi offre la sezione che presiede? Potrebbe fare un confronto con il passato?
"Abbiamo intensificato i servizi dell'Ambulatorio di Prevenzione oncologica, che al 90% è dedicato ai tumori femminili. Eseguiamo visite senologiche, ginecologiche e pap-test, colposcopia, esami per la prevenzione dei tumori del cavo orale e della pelle. Il tutto gratuitamente; unica incombenza per l'utenza, la prenotazione telefonica. Il tempo massimo di attesa non supera una settimana. L'altro settore, di cui ci occupiamo con particolare attenzione da tre anni, è quello dell'assistenza domiciliare ai malati oncologici terminali della città. L'assistenza è fornita da un équipe di specialisti affiancati da psicologi, assistenti sociali e personale volontario. Ci ispiriamo a una particolare filosofia assistenziale. Attuiamo cure palliative, offrendo un'assistenza globale al malato e anche alla sua famiglia, sostenendoli non solo scientificamente, ma anche nei problemi economici e affettivi .
Quanti pazienti annualmente si rivolgono alla sua sezione?
"Tra ambulatorio e assistenza domiciliare, circa cinquecento".
Avete curato la pubblicazione del volume "Giovani e fumo". Un'iniziativa rivolta all'educazione alla salute nelle scuoleŠ
"Negli ultimi due anni abbiamo organizzato una serie di incontri con i cittadini e soprattutto con gli studenti sui temi della prevenzione oncologica. Ai ragazzi delle Superiori della provincia sono stati distribuiti dei questionari volti ad accertare il loro grado di conoscenza su tematiche che vanno dalla prevenzione ginecologica ai danni del tabagismo, al pericolo dell'alcol. Il volume che abbiamo pubblicato e distribuito agli insegnanti e agli amministratori locali, sfrutta l'elaborazione dei dati raccolti nelle scuole, e quindi, a tacere d'altro, rappresenta un utile spaccato sulla conoscenza delle tematiche oncologiche fra i nostri giovani: un'indagine sociale sfruttabile a fini informativi. Al momento ci sono 15 scuole coinvolte in questa iniziativa, dalle quali abbiamo già raccolto più di 3 mila questionari compilati".
Sono previsti anche corsi specifici di informazione?
"Almeno tre volte l'anno realizziamo il corso per la disassuefazione dal tabacco, al quale partecipano circa 50 persone in maggioranza uomini. La risposta che otteniamo è piuttosto buona, in quanto la percentuale di coloro che smettono di fumare è in linea con i livelli solitamente raggiunti da questo tipo di corsi, cioè del 30%".
Per portare avanti queste iniziative in passato potevate contare sulla collaborazione del ministero della Sanità e degli enti pubblici. E oggi?
"Siamo tutti volontari. Ai medici che lavorano stabilmente con noi, circa venti, assicuriamo solo una copertura minima per le spese di viaggio. La vera spesa è rappresentata dai farmaci, che forniamo gratuitamente alle famiglie più indigenti. Riceviamo a sostegno contributi sporadici da associazioni e privati, che manifestano in questo modo la loro solidarietà. Anche la regione Reggio Calabria ci aiuta. Lo scorso anno ha messo in bilancio una voce dedicata a sostenere la nostra attività: un contributo notevole, circa 200 milioni".
Progetti futuri della sezione, adesso che avete completa autonomia decisionale?
"Abbiamo un progetto ambizioso: quello di dare vita a un Hospice. Si tratta di una realtà molto diffusa nei paesi anglosassoni, che sta riscuotendo grande successo un po' ovunque all'estero per la formula innovativa che propone. L'Hospice è una struttura rivolta ai malati terminali che coniuga l'ospedale con l'abitazione. L'obiettivo dell'Hospice e far sentire il malato a casa propria. Si cerca di ricreare un'atmosfera familiare spingendo il malato ad attorniarsi degli effetti personali e domestici più cari, in modo che viva gli ultimi giorni in un ambiente modellato su quello di casa. L'iniziativa è rivolta a coloro che per i più svariati motivi non possono essere curati a casa. Le richieste in questo senso - da parte per lo più da anziani neoplastici terminali - sono numerosissime e spesso non si riesce a soddisfarle tutte. Per ora l'Hospice è solo un progetto. C'è la promessa di un terreno da costruzione che si renderà disponibile non appena avremo i fondi necessari ad avviare i lavori. Nell'attesa che quest'obbiettivo si realizzi, la sezione continua la sua opera quotidiana di volontariato e cerca di ampliare e potenziare il servizio ambulatoriale, offrendo una disponibilità sempre maggiore di prestazioni e orari di visita flessibili".
Chi vigila acconsente Š
Lo sforzo continuo della sezione Lega Tumori di Reggio Calabria viene confermato dal presidente del Tribunale dei diritti del malato (TDM), la signora Lella Garganese Sarica: "lavorano molto ma sono in pochi. Potrebbero fare di più, tuttavia, finora nessun paziente è venuto da noi a lamentarsi per qualcosa nei loro confronti". Qual è il ruolo del Tribunale dei diritti del malato?
"Raccogliamo le istanze dei cittadini, verifichiamo che sussistano i requisiti essenziali, quando è possibile risolviamo personalmente i problemi di minima entità, in tutti gli altri casi, ad esempio per un conflitto tra medico e paziente, informiamo l'ASL che promuove un'inchiesta. Da quando il TDM è diventato un'associazione volontaria i nostri compiti si sono ampliati: siamo entrati a fare parte del comitato etico dell'Asl, collaboriamo con il Comune per iniziative che riguardano gli handicappati".
Quanti ricorsi ricevete in media in un mese, e quali i problemi più frequentemente denunciati dal malato?
"In un mese riceviamo all'incirca 30 ricorsi, in merito a servizi non rispondenti a requisiti prefissati: tempi di attesa che si allungano, comportamenti poco professionali da parte del personale medico ecc. Tuttavia, l'assistenza oncologica nel suo complesso in Calabria e giudicata buona. Un esempio: l'attesa per una visita oncologica non supera una settimana, per un'ecografia si può aspettare da 15 a 60 giorni".
Lella Garganese Sarica, presidente del Tribunale del Malato di Reggio Calabria.
Il Tribunale dei diritti del malato è aperto tutti i giorni ad eccezione di sabato e domenica.
È situato presso l'ASL Bianchi Melacrino:
tel. 0965/397113;
fax 0965/44557



Torna ai risultati della ricerca