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Storie di tumori sconfitti
Monica Melotti, N. 1/2 gennaio/febbraio 2010
Di tumore si può guarire. L’importante è fare prevenzione e ascoltare i campanelli di allarme che il corpo ci manda quando ci si sta per ammalare. Questo è il messaggio chiaro di Melania Rizzoli nel suo nuovo libro, appena pubblicato, “Se lo riconosci lo eviti” (ed. Sperling&Kupfer). L’autrice spiega come interpretare i sintomi del tumore, una parola che fino a qualche anno fa non si poteva nemmeno pronunciare, ma che oggi fa meno paura perché grazie ai progressi della biologia molecolare, della genetica e dell’immunologia è sempre più curabile. Per spiegare meglio questi concetti, l’autrice raccoglie illustri testimonianze per smettere di parlare di "male incurabile" e trovare la speranza della guarigione dal cancro. Il cancro si può prevenire. E di cancro si guarisce con sempre maggiore frequenza. Il libro è dedicato a tutti coloro che sono interessati ad ascoltare e riconoscere i campanelli di allarme che il nostro corpo ci manda per segnalare un disturbo, o una devianza di funzionamento. Con un linguaggio divulgativo ma preciso, l'autrice ci fornisce, per ogni parte del fisico, organo dopo organo, una descrizione generale delle patologie che possono insorgere, con una descrizione dei sintomi, della diagnosi e della terapia da seguire. Melania Rizzoli, dopo essere stata protagonista, come paziente e come medico, di una battaglia vittoriosa contro un tumore del sangue - vicenda narrata nel suo precedente libro Perché proprio a me? - condivide con noi altre testimonianze di malattie tumorali vissute, e per la maggior parte superate, da personaggi noti che non hanno esitato a rendere pubblico il loro dramma privato. Perché solo parlandone, di quella che ancora viene chiamata la malattia del secolo, si stimola la prevenzione medica, una pratica troppo spesso trascurata e che invece è un antidoto potentissimo a un male che non ha più nessuna ragione di essere definito incurabile. Ecco le storie di alcuni personaggi famosi che hanno lottato contro il nemico fino a sconfiggerlo.
Lea Pericoli: “Ho avuto il cancro al collo dell’utero”
E’ la ex tennista italiana più famosa e che ha dominato per vent’anni il campo nazionale. E’ l’atleta che ha vinto più titoli italiani nella sua specialità. Milanese di nascita, è stata la prima donna telecronista sportiva della televisione italiana ed estera.
«Era il 1973 avevo appena vinto un torneo al Cairo e mi aspettava una nuova sfida a Montecarlo, ma decisi di fermarmi un giorno a Milano perché una mia amica era molto malata per un tumore al seno ed era ricoverata all’Istituto Nazionale dei Tumori. Andai a trovarla … ma lei era appena morta! Rimasi molto addolorata, ma anche colpita e mi resi conto che io non avevo fatto mai nessun tipo di prevenzione, nessun esame, né pap-test, né ecografia al seno, niente di niente. Allora non si usava e non c’era l’informazione che c’è adesso. Chiesi allora ai medici di poter eseguire una sorta di check up in ventiquattro ore per poi ripartire. Feci tutto in breve tempo: visita ginecologica, senologica, analisi radiologiche ed ematologiche. Io ero tranquilla e poi mi dicevo, sono una sportiva agonistica, sono sempre stata bene, mai un disturbo, un sintomo, una malattia. Avevo già la valigia pronta quando mi arrivò la telefonate per avvertirmi che c’era qualcosa che non andava. “Lei ha un tumore al collo dell’utero” mi disse il dottore. “Non è benigno, è una patologia già avanzata e deve essere operata al più presto”.
Mi sentii svenire e chiesi se erano sicuri della diagnosi. Ero terrorizzata e mi ci volle un po’ di tempo per assorbire il colpo. Allora ero sposata e avevo mio marito vicino, ma a me la forza la davano solo i miei tifosi. Loro mi facevano vincere e io dovevo vincere la gara più importante della mia vita. Così annunciai pubblicamente di avere un tumore. I miei amici rimasero sconcertati, non capivano di che malattia parlassi, allora la parola tumore era ancora tabù, si diceva male incurabile. Decisi di operari subito, mi fu praticata un’isterectomia totale perché la lesione era profonda. Avevo trentasei anni, non avevo mai avuto gravidanze, ma non mi interessava avere figli. Volevo soltanto vivere, ma da sana, avevo paura e non avrei sopportato il calvario della mia amica morta poche settimane prima. L’intervento andò bene, ma fu l’attesa di sapere se la malattia avesse messo le sue radici che fu penosa. Dovetti attendere 14 giorni prima di avere tutti gli esami istologici. Quando mi fu detto dai medici che ero guarita con la sola operazione fui felicissima e cominciai a raccontarlo a tutti. Rilasciai interviste per raccontare la mia esperienza e raccomandare alle donne la prevenzione. Finché un giorno telefonò il professor Veronesi per complimentarsi con me, per il coraggio delle mie rivelazioni e mi chiese di diventare testimone dell’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Aderii alla proposta con estremo piacere.
Sei mesi dopo il tumore vinsi il titolo italiano, la mia vittoria fece clamore e da allora divenni l’esempio vivente che si può tornare a vincere anche dopo il cancro, in tutti i sensi».
Remo Girone: “Ho avuto il cancro alla vescica
E’ l’indimenticabile protagonista della fortunata serie televisiva “La Piovra”, dove interpreta lo spietato mafioso Tano Cariddi. E’ stato il volto di altri personaggi in molti film e in televisione. E’ nato ad Asmara, in Eritrea, antica colonia italiana, dove è vissuto fino a vent’anni, per poi arrivare in Italia, studiare recitazione e realizzare il sogno di fare l’attore.
«Nel 1992 una mattina qualunque mi alzo e vado in bagno e ho un’ematuria, cioè mi accorgo di avere sangue nelle urine. Io stavo bene, non avevo avuto nessun tipo di disturbo e restai per un attimo interdetto, ma ero sicuro di aver visto bene. Allora penso a una banale cistite, ma mi rivolgo lo stesso al mio medico che mi prescrive subito degli esami. Viene richiesta ed eseguita, oltre tutte le analisi del sangue, anche una cistoscopia vescicale, che subito evidenzia una forma di papillomatosi della vescica. L’esame è già fastidioso in sé e sapere in diretta che le cose non andavano bene è stato ancora più drammatico. Mi furono fatte diverse biopsie e prelievi istologici durante quella stessa seduta, che poi all’esame istologico si rivelarono di natura maligna. Io lo seppi qualche giorno dopo e fu un colpo durissimo. Non solo il cancro appariva avanzato, ma ho avuto moltissima paura e la diagnosi per me è stata traumatica. In quei momenti rivedi la tua vita come in un film e ti accorgi di essere stato felice senza rendertene conto e ora che conosci il dolore vero, questo fa ancora più male perché hai paura e immagini un futuro breve, fatto di sofferenza e di incertezza. Quasi non ci credevo, proprio perché stavo bene, mentre soffrivo di una malattia che avrebbe potuto condurmi alla morte. Cominciai a chiedere dove potevo farmi curare. Persi un po’ di tempo per individuare il posto giusto e il chirurgo idoneo a questo tipo di intervento. Il mio medico curante mi diceva una cosa, tutti gli altri mi consigliavano cose diverse e in questo modo mi confondevano. Alla fine sono stato indirizzato a un centro urologico di Padova del professor Francesco Pagano, un chirurgo specializzato in interventi vescicali. Fui operato con urgenza, con una nuova tecnica operatoria ideata da lui, che sarebbe stata idonea nel mio caso e che mi avrebbe evitato fastidiose conseguenze. Ma io non vedevo nessun futuro, la mia paura era aumentata e provavo solo angoscia. Passai dei giorni terribili, pensavo alla morte, alla mia morte, vedevo già i titoli sui giornali e ciò aumentava il mio desiderio di vivere, il mio attaccamento alla vita, un sentimento che scoprivo per la prima volta.
Fui operato e fui dimesso dopo dieci giorni e trascorse due settimane partii per girare un film a Budapest. Al mio rientro in Italia cominciai con le sedute di chemioterapia. Persi tutti i capelli e mi sentivo molto abbattuto, ma avevo mia moglie Vittoria, vicino a me, e poi sapevo che potevo guarire. Dopo la ripresa fisica e la conferma della sconfitta della malattia, sono andato più volte in televisione e ho voluto raccontare questa mia esperienza per raccomandare la prevenzione, per dare speranza alle persone che stanno male. Quando si è ammalati si ha sempre un forte bisogno di speranza, si è più fragili e più spaventati. Oggi a quindici anni di distanza, non ho dimenticato quella paura ed eseguo i controlli clinici regolarmente».
Rosanna Banfi: “Ho avuto il cancro al seno”
E’ un attrice, figlia primogenita di Lino Banfi, famoso attore pugliese con il quale ha un rapporto molto intenso nonché un sodalizio artistico e professionale. Ha infatti lavorato con suo padre in molti set cinematografici e televisivi. E’ sposata felicemente con Fabio ed ha due figli, di 11 e 16 anni.
«Una sera di dicembre del 2008 ero nella vasca da bagno e mi rilassavo e toccandomi il seno ho sentito una pallina, molto piccola, tanto che non ci ho fatto quasi caso. Ho pensato: sarà una ghiandolina, quelle che si ingrossano durante il ciclo. Due anni prima avevo fatto la mammografia, era tutto a posto e mi sentivo tranquilla. Dopo qualche giorno però, ero sempre nella vasca, ho sfiorato il seno e l’ho sentita ancora. In quel momento però ho avvertito un sinistro presagio e improvvisamente sono scoppiata a piangere. Ho chiamato Fabio e gli ho detto del nodulo e della mia paura che fosse un cancro. Lui ha riso per sdrammatizzare e calmarmi, ma io piangevo ancora e allora abbracciandomi mi ha chiesto di farmi controllare.
Però stava arrivando il Natale e in quel periodo ci sono stante cose da fare e così ho rimandato il controllo dopo le Feste. A gennaio il nodulo si sentiva ancora, era sempre li, piccolo ma c’era. Ho fatto la mammografia che non evidenziava niente, quella pallina non si vedeva. Il radiologo mi disse che spesso succede e che era un buon segno, comunque richiese un’ecografia, perché talvolta quello che non si evidenzia alla mammografia, si vede invece bene con l’ecografia. I primi di febbraio sono andata a fare a cuor leggero l’ecografia. Ero serena per la negatività di quello radiologico che mi sembrava più importante, più profondo e preciso. Invece la dottoressa appena posizionò la sonda sul nodulo mi disse che quella era una lesione sospetta che andava subito operata ed analizzata. Tre giorni dopo ero in sala operatoria per l’intervento. Ho fatto la quadrantectomia e mi hanno preso anche il linfonodo satellite. Il nodulo è risultato un adenocarcinoma e il linfonodo aveva cellule metastatiche. Quello è stato il momento più difficile della mia storia, avevo davvero paura, dovevo comunicarlo ai miei e spiegare che i medici dovevano intervenire di nuovo. Così ho dovuto subire una seconda operazione per togliere tutti i linfonodi vicini, che per fortuna sono risultati puliti. Ho quindi iniziato la chemioterapia, che fai dopo tre settimane dall’intervento, perché prima si deve chiudere bene la ferita chirurgica e la sto ancora facendo, saranno sei cicli in tutto e fortunatamente non ho grandi fastidi, solo una lieve stanchezza e un po’ di nausea per i due giorni seguenti, ma mi sento bene e ho fiducia. Ho avuto molta paura quando ho saputo del linfonodo malato, ma poi vieni sopraffatta dalla vita quotidiana, dalla tua famiglia, tutte cose che mi hanno aiutato a superare lo spavento. Chi invece non lo ha ancora superato sono i miei genitori: mia madre si dispera e prega Padre Pio, mentre mio padre continua a ripetere “perché proprio a lei”. Io e mio marito abbiamo reagito bene. Dopo la chemioterapia stavo iniziando a perdere i capelli, allora abbiamo deciso di raderci insieme la testa per non far spaventare i figli e per non dare loro l’idea della madre malata oncologica. Con mio marito c’è molta complicità e lui è sempre stato al mio fianco. Il cancro ti mette in crisi, ti spaventa, ti rende più fragile, ma bisogna reagire, per non vivere da malati per sempre. La mia testimonianza è per dire che si può guarire, che la vita inevitabilmente ti mette davanti a momenti difficili, ma se hai degli affetti, se hai una famiglia che ti si stringe attorno, superi tutto. Il matrimonio è un progetto di vita comune e passa attraverso quello che la vita ti porta. Se ti porta bene si gode insieme, se ti porta male, si soffre insieme. Mio marito, per solidarietà con me, si farebbe pure la chemio».
Un medico con la sensibilità di un artista
Una donna innamorata della vita, nonostante anche lei sia passata attraverso l’esperienza dolorosa del cancro. Una donna determinata, coraggiosa e sensibile tanto da dedicare al male del secolo, un libro emozionante e toccante. Le voci dei personaggi famosi che hanno superato il cancro, raccontano con sincerità il loro dramma, ma al tempo stesso infondono fiducia e speranza, perché la vita vale sempre la pena di essere vissuta. Un altro aspetto importante sui cui si sofferma l’autrice è la prevenzione, un alleato prezioso per sconfiggere la malattia. Se si riconosce in tempo una piccola lesione, l’asportazione chirurgica è più semplice e in genere non si verificano conseguenze importanti. Il tumore maligno, infatti, inizia sempre con una piccola lesione che poi cresce. Riconoscere i primi segnali che il tumore lancia, porta a individuare e curare ogni neoplasia all’inizio della sua formazione, rendendo più facile la sua eliminazione e la guarigione.
Melania Rizzoli è nata a Roma, dove vive e lavora. Laureata con lode in Medicina e Chirurgia, specializzata con il massimo dei voti in Medicina Interna presso l'Università La Sapienza di Roma, è stata dirigente medico presso un grande ospedale romano per oltre vent'anni, lavorando in un Dipartimento Oncologico per un decennio. Ha pubblicato oltre novanta articoli e saggi su riviste scientifiche italiane e internazionali. Dal 2004 è vicepresidente dell'AIL (Associazione italiana contro le leucemie - linfomi e mieloma) che si occupa della ricerca e dell'assistenza ai malati di tumori del sangue. Sposata con Angelo Rizzoli, ha due figli, Arrigo e Alberto. È deputato al Parlamento italiano. Il suo primo libro, Perché proprio a me?, uscito per Sperling & Kupfer, ha avuto un enorme successo di critica e pubblico e ha vinto il Premio Capalbio 2008. Il secondo, Se lo riconosci lo eviti, sta scalando le classifiche dei best seller.
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