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Continua la lotta vincente contro il tumore del rene
Minnie Luongo, N. 1/2 gennaio/febbraio 2010
Il tumore del rene colpisce in Italia più di 8.500 persone ogni anno. Non si conoscono esattamente le cause che lo originano ma, grazie ai nuovi strumenti diagnostici, è possibile individuarlo ed intervenire precocemente. Se fino a pochi anni fa era ritenuto quasi incurabile, oggi, grazie alle nuove terapie, sono sempre più i pazienti che riescono a sconfiggerlo.
Per esempio, una recente terapia a base di un nuovo antiangiogenico, il pazopanib, frutto della ricerca GlaxoSmithKline, ha ridotto del 54 percento sia il rischio di progressione della malattia sia di morte per tumore renale avanzato. Questa è la buona notizia ed è quanto ha dimostrato uno studio di fase III, presentato all’ultimo congresso ASCO tenutosi a Orlando (Florida), condotto in doppio cieco su 435 pazienti naive o trattati in precedenza con citochine.
I dati emersi dal trial riferiscono che i pazienti in cura con questo farmaco hanno avuto 9,2 mesi di periodo libero da malattia (rispetto ai 4,2 mesi del gruppo placebo). Un periodo libero da malattia che aumentava fino a quasi un anno (11,2 mesi) se venivano presi in esame i malati naive, quelli cioè a cui non erano stati somministrati altri farmaci, e quasi raddoppiato comunque anche nei pazienti pretrattati con citochine: 7,4 mesi rispetto ai 4,2. Complessivamente, il tasso di risposta nel braccio con pazopanib, per tutta la popolazione studiata, è stata del 30 percento, con una durata di risposta di 59 settimane, ossia oltre un anno.
Le conclusioni di un’autorevole oncologa
“Lo studio mostra che pazopanib ritarda significativamente la progressione di malattia (PFS) nei pazienti che abbiano o meno ricevuto terapie precedenti- commenta la professoressa Cora N. Sternberg del Dipartimento di Oncologia del San Camillo Forlanini di Roma. In più, i pazienti non hanno avuto un peggioramento della loro qualità di vita nel confronto tra il farmaco e il placebo”.
(All’inizio di quest’anno, GSK ha chiesto l’autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco sia all’FDA sia all’EMEA per il trattamento del tumore renale in fase avanzata. La domanda è stata recentemente accettata dall’FDA)”.
“Siamo molto contenti di vedere i progressi nello sviluppo di questo antiangiogenico per il tumore renale avanzato, ma ciò rappresenta solo una delle neoplasie che necessitano di nuovi trattamenti. I nostri studi sono disegnati per trovare nuove strade sfruttando un meccanismo di azione collaudato in grado di combattere diversi gruppi di tumori”, aggiunge Paolo Paoletti, senior vice president GSK Oncology R&D Unit. Ciò dimostra ancora di più i nostri sforzi per scoprire nuovi farmaci che portino ad un beneficio davvero tangibile per i pazienti”.
Ma torniamo a Cora Sternberg che che, forse per la sua eccessiva modestia, non è conosciuta –almeno al grande pubblico- come meriterebbe. Eppure parliamo di una scienziata che ha alle spalle numerosi anni di ricerche e di successi nel difficile campo dell'oncologia. Nata a Fidadelfia (Usa), oggi in Italia, a Roma, è alla guida di tredici dipartimenti del San Camillo, ed è autrice di centinaia di studi e articoli che rappresentano una svolta nella terapia dei tumori. Dai suoi pazienti, e non solo da loro, viene considerata “la dottoressa dei miracoli” che cura i casi disperati di cancro, e non soltanto quelli dell'apparato genito-urinario, ma tutte le forme di tumori solidi.
Dall’America in Italia.
Qui, infatti (per la precisione, ad Erice, durante un convegno europeo, conobbe il suo futuro marito: Vito Pansadoro, urologo di fama internazionale). "Sono 16 anni che vivo qui e, ad essere sincera, ho incontrato un mucchio di difficoltà.-ha ammesso la Sternberg in più interviste-. Per prima cosa con la burocrazia: basti dire che, con dieci anni di esperienza e due specializzazioni conseguite negli Stati Uniti, ho dovuto rifare in Italia gli esami di Stato. Solo nel 2002 mi hanno riconosciuta ufficialmente come oncologa. E poi c'è il problema delle assunzioni: qui è davvero difficile avere un lavoro! Ho creato una fondazione per la cura e la ricerca sui tumori intitolata ai miei genitori, Samuel & Barbara Sternberg, (vedi box, ndr) sovvenzionata da donazioni di privati: così ho la possibilità di cooperare con i più importanti gruppi internazionali di ricerca. In pratica, sono io a pagare i miei collaboratori con i proventi della fondazione, in attesa che siano assunti. La Fondazione è retta da un consiglio di amministrazione e da un comitato scientifico, composto da un gruppo di medici di fama internazionale, ricercatori, scienziati, filantropi nonché membri della comunità imprenditoriale.
Le risorse finanziarie della Fondazione sono destinate a portare a termine le ricerche attualmente in corso, e anche a potenziare le collaborazioni in Europa e nel mondo”.
“ Naturalmente il mio staff è di grande aiuto.-continua l’esperta- Spesso mi devo assentare per partecipare a convegni internazionali. Nel frattempo studio e mi aggiorno continuamente sulla ricerca di cure dei tumori. E incito i miei collaboratori a fare altrettanto. Dirigo questo reparto dal 2002, e ho letteralmente capovolto metodi e terapie. Creando una serie di infrastrutture, computerizzando le cartelle cliniche e formando uno staff di specialisti di livello internazionale. Questo è diventato un centro all'avanguardia, conosciuto in tutto il mondo, dove si usano i nuovi farmaci. La conoscenza biologica molecolare sta facendo grandi passi avanti, e c'è una vera esplosione dell'oncologia medica. Ora abbiamo tanti mezzi per combattere i tumori invasivi, quelli a uno stadio avanzato. Prima, contro il carcinoma renale o contro il tumore alle ossa, per esempio, non c'era praticamente nulla da fare, mentre adesso esistono farmaci che li curano concretamente”.
E poi qualche ricordo personale: "I miei genitori arrivarono in America dalla Polonia durante la seconda guerra mondiale; erano tutti e due insegnanti di matematica. Mia madre avrebbe voluto essere medico: a me è parso naturale realizzare la sua aspirazione. Certo, quando ho cominciato le donne in medicina erano poche, ancor meno nel campo di specializzazione che ho scelto. Ma io volevo assolutamente aiutare chi soffriva, chi non aveva speranze. Desideravo distruggere i tabù di un male che stava diventando sempre più frequente, come il cancro alla prostata. Allora chi si trovava allo stadio avanzato aveva poche speranze. Le mie scoperte sulla terapia per questo tipo di tumore mi hanno resa presto famosa, ma io continuo ad allargare il campo di ricerca a tutti i tumori solidi: sono coinvolta in una serie di nuovi progetti. La lotta, per me, non finisce mai. Qui i pazienti sanno che noi siamo pronti a combattere con loro. In America ho studiato anche psichiatria, il che mi ha aiutata molto a capire le angosce e le depressioni dei pazienti e dei familiari. Per quanto riguarda la lotta al cancro, sono convinta si arriverà alla “vittoria”. Siamo già a buon punto, e i mezzi per combattere non mancano. Per esempio: sono in arrivo nuovi farmaci, di grande efficacia”.
Perché si ammalano i reni
I reni sono due organi posti ai lati della colonna vertebrale, tra la dodicesima vertebra toracica e la terza vertebra lombare. La regione più esterna prende il nome di “corticale”; quella interna si chiama “midollare”. All’interno del rene, inoltre, sono presenti dei canali, responsabili dei processi di filtrazione, riassorbimento e secrezione di acqua, sostanze tossiche ed elettroliti. Pertanto, sono in grado di regolare il bilancio dei sali minerali nell’organismo e la pressione arteriosa, stimolando anche la produzione di globuli rossi.
In particolare, il rene fa parte del tratto urinario, composto da:
- reni;
- ureteri;
- vescica;
- uretra.
I reni producono l’urina che confluirà poi - attraverso gli ureteri - alla vescica e tramite l’uretra espulsa dall’organismo.
Il tumore del rene si forma quando le cellule dell’epitelio dei tubuli prossimali nella corticale (o, più raramente, nella midollare) si moltiplicano in modo incontrollato, anomalo. Il tumore maligno del rene più comune negli adulti è il carcinoma a cellule renali, in cui il 70 percento circa delle cellule tumorali mostrano un citoplasma chiaro a causa della presenza di sostanze colesterolo-simili. Per questo motivo viene chiamato anche “carcinoma a cellule chiare”.
Indirizzi utili
SAN CAMILLO FORLANINI - ROMA
Via Portuense 332 - 00149 Roma
Centralino: 06 55551
Prenotazioni/informazioni: 06 5595055
www.scamilloforlanini.rm.it
In aiuto dei malati
Tante e sempre più numerose le organizzazioni e le fondazioni che si formano per venire in aiuto dei pazienti e delle loro famiglie. Prezioso in questo senso il portale promosso dalla Fondazione Aiom con il patrocinio della Kidney Cancer Association, dove si trovano informazioni e notizie interamente dedicate al tumore del rene. L’obiettivo principale: fornire una guida semplice, chiara, aggiornata ed autorevole per affrontare nella maniera migliore la patologia.
La Fondazione Aiom riporta le opinioni dei massimi opinion leader ed esperti italiani in ambito oncologico e si propone di informare i cittadini sulle principali novità terapeutiche, fornendo strumenti per combattere la battaglia contro il cancro. Nasce, infatti, con l’obiettivo di collegare il mondo dell’oncologia con i pazienti per consegnare loro, nel più breve tempo possibile, i risultati delle cure più moderne. www.fondazioneaiom.it.
La Kidney Cancer Association è un’Associazione che riunisce più di 30.000 persone di oltre cento Paesi diversi. Si rivolge a pazienti, familiari, amici e tutti coloro che si impegnano per sconfiggere il tumore del rene. L’Associazione organizza incontri e conferenze internazionali, sostiene e promuove studi e ricerche sulla malattia, si propone di informare ed educare cittadini e medici e, soprattutto, di difendere i diritti dei pazienti.
www.kidneycancer.org
Fondazione Samuel & Barbara Sternberg per la Ricerca e la cura dei tumori
La Fondazione, una Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale) è stata fondata nel 2004 dalla professoressa Cora N.Sternberg, dedicandola ai propri genitori. L’oncologa ha avvertito la necessità di sostenere la ricerca sul cancro in Italia, ritenendo così di poter aiutare i malati di cancro in tutto il mondo.
Vision: creare un’istituzione unica, che faccia progredire gli standard del trattamento del cancro nel mondo attraverso lo sviluppo di nuovi trattamenti e approcci innovativi, nonché valutare le strategie terapeutiche più efficaci. Ciò comporta la valutazione di nuovi approcci sperimentali in oncologia e l’utilizzo di nuovi farmaci, non ancora disponibili in commercio. Inoltre, la Fondazione intende operare come un centro coordinatore per i progetti più innovativi di ricerca condotti in tutto il mondo. Fornendo un database on line delle più importanti ricerche, dello stato dei trials e, anche, una sintesi dei risultati.
Mission: è quella di condurre, sviluppare, coordinare e stimolare la ricerca clinica e di laboratorio in Italia e nel mondo, allo scopo di migliorare la gestione dei pazienti affetti da neoplasie, attraverso appositi programmi relativi alla cura del paziente, di ricerca e di istruzione più all’avanguardia. Tutti questi elementi sono incentrati su una maggiore sensibilizzazione dei cittadini sul cancro, sulla sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti.
Via Aurelia 559 Roma
Tel. +39 06 66510620
Email: info@fondazionesternberg.com
Politica di prevenzione
La politica di prevenzione per il tumore del rene è fondamentale. Come sottolinea il professor Buccianti: “La difficoltà maggiore nel fare prevenzione in questo tipo di patologie tumorali è legata fondamentalmente al decorso silente della malattia, sia nella sua insorgenza sia nel suo decorso generalmente lento. Appare chiaro che in assenza di markers tumorali di provata validità la prevenzione migliore si ha con un riscontro il più precoce possibile della malattia. Un’affermazione che può sembrare ovvia, ma che oggi è più che mai possibile se si pensa alla potenzialità di un semplice esame come l’ecografia renale. La prima ecografia viene eseguita in epoca prenatale e al momento del parto, focalizzando l’attenzione dell’operatore se nella storia familiare vi sono riscontri di patologia renale a carattere ereditario. Purtroppo sotto l’aspetto preventivo l’abolizione della visita di leva ha eliminato un’età filtro nella quale era possibile una prima valutazione sulla funzione di alcuni organi vitali quali il fegato, il rene e il pancreas, consentendo di modificare alcune regole di vita oppure- nei casi patologici- ricorrere a provvedimenti terapeutici tempestivi”.
Ma non basta…
- Abolito il filtro della leva, un secondo filtro importante potrebbe essere quello della patente di guida, per ottenere la quale il candidato, oltre all’idoneità alla patente, dovrebbe portare una valutazione del proprio stato di salute;
- durante la visita in vista di un’assunzione, nella quale attualmente si richiedono esami ematochimici, ma non morfologici.
- un’ulteriore possibilità di una valutazione morfologica: quella in età pensionabile.
Commenta Buccianti: “A pensarci bene, le uniche volte in cui si fa una valutazione d’organo sono quelle che seguono un segno clinico o un sospetto del medico, oppure quando vengono riscontrate casualmente. In tali condizioni i margini di sicurezza sono sicuramente ristretti.
La speranza è che tra qualche anno quando per la visita medica verranno impiegati da tutti i medici anche le sonde,si potrà intravvedere una efficace politica di prevenzione.
La prevenzione di qualsiasi patologia non può e non deve comunque non basarsi sui principi fondamentali di un’alimentazione corretta, dell’attività fisica giornaliera e del controllo regolare di tutte le funzioni d’organo”.
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