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La ricerca scientifica lancia un appello: cercasi 16 mila donne per uno studio contro il cancro al seno e l’ictusVera Lanza, N. 12 dicembre 2009 Cercasi 16.000 donne sane, non affette da malattie oncologiche e cardiovascolari, per verificare l'efficacia preventiva di un vecchio farmaco antidiabetico, la metformina, assieme a una corretta alimentazione, nel contrastare il cancro alla mammella, le malattie cardiache e l'ictus cerebrale. L'annuncio riguarda uno studio nell'ambito del 'Progetto Tevere', presentato a Milano dal direttore scientifico dell'Istituto nazionale dei tumori (Int) Marco Pierotti, dal direttore scientifico dell'Istituto Regina Elena di Roma Paola Muti e da Franco Berrino, direttore del Dipartimento di Medicina Predittiva dell'Int. Lo studio Tevere comprende tre filoni di ricerca, ideati originariamente da Umberto Veronesi, Franco Berrino e Paola Muti, ed erano costituiti da un approccio preventivo attraverso un intervento sulla dieta (Berrino), un approccio farmacologico con metformina (Muti) ed uno sulla prevenzione del cancro ereditario-famigliare (Veronesi). “Il progetto Tevere - spiega Pierotti - unifica le prime due linee di ricerca e vuole anche sollecitare l'adesione di donne sane al progetto, mentre e' in fase di definitiva messa a punto il progetto di Veronesi che, insieme alla nostra Fondazione, affrontera' la prevenzione del cancro ereditario-familiare”. “Le cause del cancro della mammella – ha sostenuto Franco Berrino - non sono note con precisione. Sappiamo però che le donne che hanno più alti livelli nel sangue di insulina e di ormoni sessuali si ammalano di più. Anche le donne grasse si ammalano di più (dopo la menopausa), cosi come le donne diabetiche o con squilibri metabolici come glicemia alta, trigliceridi alti, pressione alta, e bassi livelli di colesterolo “buono”, condizioni che definiscono la cosiddetta sindrome metabolica. Migliorare l’alimentazione ed aumentare l’attività fisica migliorano queste condizioni, ma ci sono sempre più indizi che anche un vecchio farmaco, un antidiabetico di largo consumo, la metformina, possa ridurre il rischio di ammalarsi di cancro della mammella”. “Il secondo obiettivo dello studio – ha spiegato Paola Muti - è di valutare l’effetto della metformina sulla insorgere di malattie cardiovascolari nelle donne, includendo in questa definizione malattie cardiache e ictus cerebrale. Poiché la patologia cardiovascolare rappresenta la causa principale di morte nelle donne e poiché sia il tumore al seno e sia le malattie cardiovascolari condividono nel diabete di tipo 2 un fattore di rischio importante, lo studio proposto include le malattie cardiovascolari come secondo obiettivo di prevenzione. In questo caso, l’ipotesi di studio è che le donne a cui sarà somministrata metformina osserveranno una minore frequenza di malattie cardiovascolari rispetto alle donne che faranno uso del placebo durante i cinque anni di conduzione dello studio”. La Metformina è un antidiabetico molto conosciuto e spesso somministrato a pazienti affette da condizioni croniche connesse ai tumori al seno quali, ad esempio, il diabete di tipo 2, elevati livelli di androgeni ed estrogeni, alterato metabolismo del glucosio. Lo studio sarà ‘in cieco’ cioè le partecipanti e gli operatori non saranno a conoscenza di chi sta prendendo il farmaco e chi il placebo, ma l’informazione sarà sempre disponibile al medico curante che ritenesse di farne richiesta. A tutte le partecipanti verranno anche date raccomandazioni alimentari, e un sottogruppo verrà anche aiutato a cambiare dieta partecipando a corsi di cucina. Complessivamente lo studio richiederà la collaborazione di 16.000 donne sane, non affette cioè da patologia oncologica e cardiovascolare. Carcinoma mammario I fattori di rischio. Oggi, la malattia, come tutte le altre forme di cancro, è considerata essere il risultato finale di numerosi fattori sia ambientali che ereditari. Vi sono diversi fattori di rischio per il cancro al seno, alcuni dei quali prevenibili. Tra questi, l'età: più dell'80 per cento dei casi di tumore del seno colpisce donne sopra i 50 anni. La familiarità: circa il 10 per cento delle donne con tumore del seno ha più di un familiare stretto malato. Vi sono anche alcuni geni che predispongono a questo tipo di tumore: sono il BRCA1 e il BRCA2. Le mutazioni di questi geni sono responsabili del 50 per cento circa delle forme ereditarie di cancro del seno e dell'ovaio. Altri fattori di rischio sono: una storia familiare di carcinoma mammario in parenti di primo grado; il fumo di sigaretta; un moderato consumo di alcol; una gravidanza in età avanzata; la terapia ormonale sostitutiva; l’obesità in postmenopausa; i contraccettivi orali; la malattia proliferativa atipica della mammella. Nonostante l'identificazione di svariati fattori di rischio epidemiologico, la causa dell'insorgenza del carcinoma mammario rimane sovente sconosciuta. In altri termini, la ricerca epidemiologica fornisce informazioni sulla diffusione e sull'incidenza della malattia in una data popolazione, ma non per un singolo individuo. All'incirca il 5% dei carcinomi mammari di nuova insorgenza sono attribuibili a sindromi di tipo ereditario, mentre l'eziologia del restante 95% dei casi rimane ignota. La prevenzione. È bene fare esercizio fisico e alimentarsi con pochi grassi e molti vegetali. Non dimenticare mai frutta e verdura, in particolare broccoli e cavoli, cipolle, tè verde e pomodori. News dell'ultim'ora - Diagnosticare il cancro alla mammella con sei anni di anticipo: è possibile grazie all`individuazione di due mutazioni del gene BRCA - responsabili del 5-10% di tutti i tumori al seno - e ciò consentirà, spiega Jennifer Litton, docente del Department of Breast Medical Oncology della University of Texas MD Anderson Cancer Center che ha presentato la novità durante il Breast Cancer Symposium 2009, di ottenere diagnosi molto più precoci. "I nostri risultati - osserva Litton - mostrano che è possibile prevedere l`inizio della malattia molto in anticipo rispetto alle precedenti generazioni". Dai dati risulta che le mutazioni di BRCA sono responsabili del 5-10% di tutti i tumori al seno e che le donne che manifestano queste variazioni genetiche hanno un rischio maggiore del 60% di sviluppare il cancro al seno. Ictus I numeri dell'ictus - In Italia sono 200 mila le persone colpite da ictus ogni anno: di queste, 40 mila muoiono entro breve termine e altre 40 mila perdono completamente l’ autosufficienza, cambiando radicalmente la loro vita e quella delle loro famiglie. Dati allarmanti emergono dal convegno dal titolo «Ictus: conoscerlo per combatterlo» che si e’ tenuto a Roma presso la Sapienza Università di Roma, Policlinico Umberto I e promosso da Alice Giovani– sezione under 35 di Alice Italia. «L’ictus, è erroneamente considerata una patologia tipica dell’età avanzata – ha dichiarato la professoressa Marisa Sacchetti neurologa vascolare presso l’ Azienda Policlinico Umberto I di Roma e Presidente della Federazione Alice Italia Onlus - invece ogni anno in Italia colpisce 4.200 persone sotto i 45 anni, cioè il 5.5% dell’incidenza totale dei casi nel nostro Paese. La prevenzione di questa grave patologia e la diffusione della conoscenza dei fattori di rischio in questa fascia d’età assumono una valenza di vitale importanza». «L’ictus– ha aggiunto il professor Danilo Toni- Responsabile Stroke Unit Sapienza Università di Roma e presidente dell’Associazione Italiana Ictus - in occasione dell’incontro – è al secondo posto tra le cause di invalidità giovanile dopo la sclerosi multipla: il 16% dei giovani pazienti colpiti – ha concluso l’esperto – non è in grado di recuperare le proprie capacità neurologiche e resta pertanto invalido». I fattori di rischio - Circostanze e cifre ancor più preoccupanti sono rappresentate invece dalla scarsa consapevolezza e conoscenza da parte dei giovani dei fattori di rischio e dei tipici sintomi dell’ictus. Sesso, età ed ereditarietà sono fattori di rischio non modificabili, ma altri fattori, come un’errata alimentazione, con l’alterazione dei grassi nel sangue, il fumo, l’abuso di alcool e droga dipendono dal comportamento dell’individuo e possono danneggiare le arterie già in età giovanile, predisponendo l’individuo a possibili attacchi di ictus. Proprio sul versante dei fattori di rischio, da una recente indagine universitaria svolta presso la Sapienza di Roma sempre da Alice Giovani - è emerso che più di un quarto (il 28%) dei ragazzi coinvolti dall’indagine di screening ha riferito di consumare alcolici in maniera eccessiva, mentre più del 50% di fumare quasi metà pacchetto di sigarette al giorno. Indirizzi utili Istituto Nazionale dei Tumori Istituto Comprensivo Regina Elena FEDERAZ IONE ALICE ITAL IA ONLUS |