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La prevenzione secondo la LILT

Vera Lanza, N. 8/9 agosto/settembre 2009

In occasione della tradizionale ‘Settimana della prevenzione oncologica’, che la Lilt organizza ogni anno in primavera,  le porte dei 379 ambulatori, delle 103 Sezioni Provinciali, delle Sedi Regionali, della Sede Centrale sono rimasete aperte e nelle principali piazze
italiane i volontari LILT sono stati a disposizione dei cittadini per dare informazioni e diffondere un utilissimo opuscolo. Per chi non fosse riuscito ad averne una copia, vediamo insieme alcuni consigli e le principali indicazioni contenute nel libretto.
Inoltre, in cambio di un piccolo contributo per sostenere la Prevenzione, è stata consegnata la tradizionale bottiglia di olio extravergine d’oliva, simbolo di una sana dieta alimentare. Si parte da qui, dalla dieta e quindi dalla prevenzione. La parola d’ordine, quella che dovrà influenzare le diverse scelte di vita quotidiana, da cosa mettere in tavola a quanta attività fisica fare, dal fumo ai chili di troppo, deve essere per tutti ‘prevenzione’. Letteralmente il termine vuol dire “arrivare prima”, ossia fare tutto il possibile per impedire l’insorgenza di una malattia o per ritardarne l’evoluzione. Prevenire vuol dire giocare d’anticipo, vuol dire informarsi, conoscere e applicare misure capaci di ridurre il rischio di malattia. Il concetto è universale, ma in particolare si coniuga con la possibilità di diminuire la comparsa di nuovi casi di tumore attraverso la semplice applicazione di regole di prevenzione primaria. Ma anche nel caso sfortunato in cui sia già nata una lesione pretumorale o tumorale in fase iniziale, l’utilizzo di altre misure preventive, che vengono definite ‘prevenzione secondaria’,  permetterà di attuare programmi di cura molto efficaci e capaci di salvare la vita. Sebbene, infatti, la ricerca oncologica abbia fatto grandi passi avanti e siano aumentate sempre più le armi a disposizione dei medici per combattere il cancro, è pur vero che le condizioni ambientali con cui dobbiamo confrontarci tendono a peggiorare: diminuisce il tasso di mortalità (oltre 140mila decessi all’anno), però l’incidenza è in aumento (circa 280mila nuovi casi).
Come viene ben spiegato nell’opuscolo della Lilt, la prevenzione dei tumori nasce a tavola, attraverso comportamenti e abitudini corrette. In Italia, teoricamente dovremmo essere molto fortunati, perché il modello alimentare tipico del nostro Paese, chiamato dieta mediterranea, è molto utile per prevenire sia i tumori che le malattie cardiovascolari. Questo modello dietetico è caratterizzato da una grande ricchezza in frutta e verdura, legumi e pesce assunti spesso in alternativa alla carne, pane e pasta assunti come fonte primaria di calorie e olio d’oliva come grasso di condimento e cottura. Inoltre: noci, nocciole e mandorle e un bicchiere di vino ai pasti. Va detto però che negli ultimi anni le abitudini degli italiani si sono molto allontanate dal modello dietetico tipico. E sempre più spesso si eccede con una cena abbondante ricca di pasta, pane e un buon dolce per finire. Mentre il pranzo si riduce a uno spuntino. Si bevono troppi alcolici. E si dimentica di mangiare frutta e verdura.  Per non parlare del fumo che è ancora un problema, così come la scarsa attività fisica e la prolungata esposizione al sole. Frutta e soprattutto verdura e legumi sono assunti troppo poco soprattutto da bambini, ragazzi e anziani. Il sovrappeso e l’obesità costituiscono un problema di crescente rilievo nella popolazione italiana. Infatti i dati ISTAT 2005 dimostrano che negli adulti: il 42% dei maschi è in soprappeso;  il 25% delle donne è in soprappeso; il 9% sia dei maschi che delle donne è obeso. L’obesità è in crescita nella più parte dei Paesi europei: in Italia questa tendenza è più contenuta negli adulti, mentre più critici sono i dati per l’età pediatrica.
L’eccesso di peso è dovuto all’eccedenza energetica alimentare; le calorie introdotte sono superiori alle calorie bruciate con l’attività fisica. Oltre a cattive abitudini alimentari, derivanti da influenze culturali, e alla vita sedentaria, l’obesità riconosce anche cause biologiche quali la predisposizione genetica (in caso di genitori obesi la probabilità di diventare obesi aumenta di 5 volte) e cause psicologiche (alimentazione compulsiva dovuta ad ansia, stress emotivi, depressione, insicurezza e
inadeguatezza). I chili di troppo sono da evitare, non certo per motivi estetici ma per i tanti problemi di salute che possono comportare. Molti studi epidemiologici nazionali e internazionali hanno dimostrato strette correlazioni tra dieta non corretta e rischio di cancro. Le osservazioni più significative sono le seguenti: un eccesso di peso è associato a diversi tumori: i carcinomi del colon, del corpo dell’utero e della colecisti, l’adenocarcinoma dell’esofago e il carcinoma del rene, nonché il tumore della mammella nelle donne in post-menopausa. I rischi relativi più elevati si riscontrano per la colecisti e l’utero, ma gli eccessi di rischio per i tumori di colon retto e della mammella in post menopausa sono particolarmente importanti, perché si applicano a tumori molto comuni. L’associazione tra eccesso di peso e rischio di tumore è resa più allarmante dal fatto che, soprattutto negli Stati Uniti la percentuale di soggetti soprappeso tende ad aumentare, in relazione soprattutto alla sedentarietà nella vita moderna. Si calcola che negli Stati Uniti, circa il 4% di tutti i tumori e il 10% di quelli nei non fumatori siano attribuibili all’eccesso di peso. In Italia tale quota è inferiore, anche perché in Italia sovrappeso e obesità non sono aumentati in modo significativo negli ultimi 20 anni negli adulti. Diversa è la realtà infantile che manifesta preoccupanti tendenze all’incremento di sovrappeso e obesità, favorite da alimentazione troppo ricca in calorie e incongrua, associata
a sedentarietà e lungo tempo trascorso davanti a TV e videogiochi.

Milano citta' dei 'vizi': il 25% fuma e il 65% non fa sport
Pochissimo tempo dedicato all’attivita’ fisica, pranzi mordi e fuggi, e ancora tante sigarette, troppe. E' quanto emerge da un'indagine condotta per la sezione milanese della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) dall'istituto Doxa, su un campione di 300 milanesi che non sono habitue' della prevenzione e su 300 utenti degli spazi Lilt. Secondo il sondaggio presentato nel capoluogo lombardo, in citta' una persona su quattro fuma, mentre ha smesso del tutto solo il 19% degli intervistati. E, dato alquanto sorprendente (soprattutto in una metropoli in cui la moda e la modelle sono all’ordine del giorno) quasi il 65% non fa sport e il 18% neanche attivita' fisica. Il bisogno di movimento si risolve con quattro passi al parco o per raggiungere il posto di lavoro. Solo la camminata di almeno mezz'ora al giorno sembra essere diventata un'abitudine per l'82% degli intervistati. A Milano, dunque, sono tabagisti convinti il 25% della popolazione e sono molte le famiglie che si fanno risucchiare dagli impegni e riservano poca attenzione all'alimentazione sana e all'attivita' sportiva. In questa fotografia della metropoli, pero', spicca una quota di virtuosi: sono i frequentatori degli spazi di prevenzione che si danno regole piu' rigide, sono piu' attenti agli stili di vita e meno affascinati dalla cattive abitudini. Risultano infatti, nettamente migliori le performance dei frequentatori degli spazi Lilt. Chi fa prevenzione e' piu' attento anche al proprio stile di vita: i fumatori sono molti di meno (il 19%), mentre aumenta il numero degli ex tabagisti (25%). Quasi uno su due fa almeno un'ora di sport al giorno (47% contro il 35% del campione di controllo), mentre il numero di sedentari e' piu' contenuto (13%), come quello dei non sportivi (53%). L'attenzione all'alimentazione e' piu' alta. Si registra un maggior consumo di frutta e verdura (piu' di tre porzioni al giorno per il 44%, contro il 38% del campione di controllo) e un numero piu' basso di persone che consumano carne tutti i giorni (il 7% contro il 15%). Non solo. I 'fedelissimi' degli spazi Lilt sono piu' informati sulla frequenza con cui sarebbe opportuno sottoporsi ai principali controlli ed esami (mammografia, visita al seno e alla cute): le risposte esatte sono mediamente superiori del 14% rispetto a quelle di un cittadino che non frequenta spazi di prevenzione.
Ma torniamo ai milanesi e mettiamo l’accento anche sugli aspetti positivi. In generale, come ha osservato Gianni Ravasi, presidente della Sezione provinciale della Lilt, i milanesi hanno un livello di informazione molto alto per quanto riguarda la prevenzione e la diagnosi precoce". Inoltre "sanno che prevenire vuol dire arrivare prima - prosegue - 'giocare d'anticipo', ridurre il rischio di imbattersi in una malattia che ogni anno registra 140 mila morti e 280 mila nuovi casi". Il risultato e' che ogni anno nel capoluogo lombardo sono oltre 100 mila le visite e gli esami di diagnosi precoce che vengono effettuati nei 17 spazi Lilt, nei comuni e nelle aziende; oltre 30 mila i ragazzi delle scuole coinvolti, piu' di 500mila i manifesti e i depliant distribuiti.

Come e dove mangiano gli italiani
Da un’indagine della Camera di Commercio di Milano, durante la settimana 6 su 10 pranzano a casa (napoletani primi con il 69%), il 16,3% al bar (Bologna prima con il 21%) e il 13,8% in ufficio (primato di Palermo che batte Milano). Per la cena, 9 italiani su 10 sceglie casa, mentre il 2% va al
ristorante (prima Milano con il 2,5%), l’1,1% prende un aperitivo (soprattutto bolognesi con il 4,2%) o, se si è napoletani, si va a casa di amici o parenti (nel 3% dei casi). Infine durante il tempo libero in 1 caso su 3 si va al ristorante (prima Roma con il 39%, seguita da Napoli; ultima Milano).
Vediamo adesso come possono essere divisi gli italiani in funzione dei comportamenti alimentari.
Circa il 20% sono buone forchette, legate al piacere della tavola e troppo pigre per fare sport, mentre il 17% sono i salutisti che dichiarano guerra alle calorie, spesso però dimenticando che la salute non è solo legata alle calorie! La percentuale restante si divide tra un 20% di equilibrati con poco tempo, lavoratori che mangiano nei pubblici esercizi o sul lavoro, un 17% di golosi umorali, vittime degli sbalzi d’umore, e due categorie pressoché indifferenti al cibo: i distratti in forma, soprattutto studenti che non fanno attenzione a cosa mangiano perché distratti da altri interessi, e gli apatici, cioè i giovanissimi (14-17 anni) che non manifestano precise opinioni sul proprio rapporto con l’alimentazione.

Frutta, verdura e condimento - un ruolo chiave
Per ciò che concerne la dieta, l’evidenza più coerente che emerge da numerosi studi epidemiologici riguarda il ruolo favorevole di frutta e verdura, che sembrano esercitare un effetto protettivo soprattutto a livello dei tumori delle vie digerenti e respiratorie in quanto tali e ancor di più se all’interno di uno stile di vita salutare. In Italia e nelle altre popolazioni mediterranee, elevati consumi di verdura vanno di pari passo con consumi sostenuti di olio di oliva. Studi condotti in Italia, Spagna e Grecia hanno dimostrato che i soggetti che consumano più olio di oliva mostrano rischi ridotti per numerosi tumori.

Frutta - È una buona fonte di fibre, di vitamine e minerali. Contiene molti antiossidanti dotati di grande effetto antitumorale soprattutto in virtù dell’azione anti-radicali liberi. Bloccare l’azione dei radicali liberi vuol dire ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e vari tipi di tumore. La frutta fornisce la maggior parte della vitamina C che si assume quotidianamente. Pur essendo quasi sempre povera di calorie, ricordate che i più calorici sono i mandarini, i fichi, le banane e l’uva. Sia per la frutta che per la verdura, è sempre bene sceglierli in base alla stagionalità dei prodotti.

Verdura e ortaggi - Sono un’ottima fonte di fibre, vitamine e minerali, molto ricchi in composti bioattivi ad azione antiossidante e antitumorale. Per ottimizzare l’effetto positivo della verdura e della frutta occorre favorire l’apporto di una grande varietà di vegetali, ricordando che il colore può essere un’importante guida alla salute.
Qualche consiglio su dosi e proporzioni: frutta e verdura tutti i giorni e in grande quantità (5 porzioni al giorno di frutta e ortaggi possibilmente di 5 colori diversi per ottenere l’effetto protettivo delle sostanze colorate: licopene (rosso), carotene (arancione), composti solforati e polifenoli (bianco), clorofilla (verde), antocianine (blu-viola); tutte queste sostanze non nutrono ma proteggono per la loro azione antiossidante); cereali (pane, pasta, riso, fette biscottate: 3 porzioni al giorno), inserendo anche prodotti integrali; legumi (1-2 volte a settimana); pesce (almeno 2 volte a settimana); latte e yogurt (tutti i giorni almeno 2 porzioni, possibilmente alternando); olio di oliva extravergine (per condire e per cucinare: 3-4 cucchiai al giorno, preferendolo agli altri grassi, in quanto la sua composizione in acidi grassi, vitamine e altri componenti è tale da contribuire al mantenimento di un buono stato di salute). Fare un consumo moderato di: carne (sia rossa che bianca), variando nella scelta e non tutti i giorni; formaggi (preferibilmente 1-2 volte a settimana).

Olio extra vergine di oliva - Il vantaggio dell’utilizzo dell’olio d’oliva sia nella cottura dei cibi che per condire risiede nella tipologia del grasso (molto ricco in acido oleico monoinsaturo e povero in grassi saturi). Ma non solo: infatti l’olio d’oliva nasce dalla spremuta di un frutto, l’oliva, e per questo contiene una grande quantità di composti bioattivi (polifenoli) dotati di spiccato effetto antiossidante e antitumorale. Il massimo dell’efficacia risiede nell’olio extravergine d’oliva, perché la quota antiossidante è più elevata in questo tipo di olio ottenuto per spremitura delle olive e filtrazione e con gradiente di acidità inferiore all’1%, senza alcun intervento di raffinazione. Questo ingrediente, che usiamo nella cucina di ogni giorno potrebbe essere la chiave di svolta per eliminare il gene del cancro al seno. Alcune sostanze chimiche identificate nell’olio extravergine di oliva  potrebbero spiegare il legame apparente tra  una dieta mediterranea ricca di olio di oliva e la riduzione del rischio di tumore al seno.

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