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Umanizzazione delle cure: indietro tutta
Paola Sarno, N. 8/9 agosto/settembre 2009
Una sanità diversa passando da una Regione all’altra della penisola e una sempre minore attenzione a rendere le cure più umane, oltre a un aumento dei costi sanitari a carico dei cittadini. E’ questo il quadro, poco confortante, emerso dal XII Rapporto Annuale Pit Salute sul tema “I cittadini al primo posto. Per una sanità più umana e accessibile”, presentato a Roma da Cittadinanzattiva- Tribunale dei Diritti del Malato. Lo studio, basato su oltre 25.000 segnalazioni di cittadini, insiste non solo sulle cifre ma anche sulle storie dei pazienti che si sentono abbandonati a se stessi e si scontrano con la difficoltà di accesso a cure e servizi e con una scarsa attenzione alla persona umana nel suo complessità. I cittadini, infatti, non si sentono al primo posto quando si incontrano o si scontrano con il sistema sanitario. La fotografia di questo scontento fra cittadini e servizio sanitario si basa soprattutto su presunte malpractice, difficoltà nelle invalidità civili, liste di attesa lunghissime. Al fondo, denuncia Pit Salute, c'è il fatto che "i cittadini si sentono troppo spesso presi poco in considerazione, ascoltati con disattenzione o trattati con mancanza di rispetto, con l'effetto di vedersi abbandonati e lasciati a loro stessi". E fra gli ambiti nei quali si denuncia una "carenza di umanizzazione" i cittadini segnalano non solo i pediatri (31,8%), ma anche i medici di medicina generale (25,4%) e della riabilitazione ambulatoriale (21%).
Nei guai soprattutto oncologia e ortopedia
Carenze di comunicazione e di informazione finiscono per spiegare anche parte delle segnalazioni legate alla malpractice, al primo posto fra le lamentele dei cittadini: in quasi un caso su cinque (18%) le segnalazioni riguardano presunti errori medici o diagnostici. I sospetti errori segnalati sono interventi nel 53% dei casi, seguiti al 26% da diagnosi errate. Sette le aree specialistiche più segnalate dai cittadini: ortopedia (17,5%): oncologia (13,9%), ginecologia e ostetricia (7,7%), chirurgia generale e oculistica (5,4%), odontoiatria (5,2%), emergenza e pronto soccorso (2,8%). La gran parte delle segnalazioni si registra, purtroppo, nelle strutture pubbliche (88%) e in maggioranza i cittadini più che voler denunciare vogliono raccontare l'accaduto ed evitare che si ripeta. Solo il 28% richiede una specifica consulenza per una eventuale azione legale. La risposta fornita in questo secondo gruppo è, per il 31% dei casi, un parere favorevole alla esperibilità dell'azione legale, mentre per il 44% si risolve in un parere negativo talvolta motivato soprattutto da una documentazione incompleta. Perché i cittadini pensano a malpratice? Spesso proprio per difficoltà nella relazione con gli operatori sanitari - scarsa comunicazione, consenso non del tutto informato, carenza di umanizzazione - e per una "cattiva gestione del malato". Infatti, ad essere messa sotto accusa è quel delicato equilibrio nella relazione medico-paziente 833,5%) e una sempre più carente presa in carico “umana” delle cure (20.2%)
Male anche assistenza domiciliare e riconoscimenti invalidita’
Ci sono poi i tagli ai servizi e dunque tutte le denunce che riguardano la riduzione dei posti letto, delle ore di assistenza domiciliare, le liste di attesa e le difficoltà nelle pratiche sull'invalidità civile, l'aumento delle segnalazioni nel settore della salute mentale e delle malattie rare.Uno degli aspetti con il maggiore tasso di crescita, rileva Pit Salute, è il settore dell'invalidità civile (9,9%) nel quale i cittadini denunciano ritardi nella procedura di riconoscimento (40%) specialmente per malati oncologici, pazienti affetti da patologia cronica e degenerativa, anziani, disabili, malati rari. Mentre, aumenta infatti rispetto al 2007 (+1,7%, 9,9% in totale) il tasso di crescita dell’invalidità, i cittadini denunciano gravi ritardi ed un senso di smarrimento nella procedura di riconoscimento (il 41,7% denuncia mancanza di informazioni, disservizi amministrativi e difficoltà di accesso alla documentazione) Si segnalano, inoltre , nel 20% dei casi, problemi inerenti alla procedura di revedibilità a seguito della mancanza di applicazione della legge n.80/06. Il 21% dei cittadini, inoltre è a caccia di informazioni che non trova. Danneggiati dalla mancanza di applicazione di questa legge sono anche i malati oncologici (22%) che segnalano visite effettuate oltre i 15 giorni previsti dalla norma e mesi di attesa per ottenere verbali provvisori e benefici.
Il problema delle liste di attesa nelle 21 regioni italiane
Continuano a rappresentare un problema le liste di attesa (6,7% delle segnalazioni), riconsociyuto dal 74% delle Regioni tra le principali criticità individuate come criticità da moltissime regioni. Il Rapporto elabora anche una classifica dei temi più sentiti a livello regionale. E le liste di attesa figurano in pole position di questo scontento generale in Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Abruzzo, Marche, Umbria. I presunti errori medici sono segnalati come primo problema soprattutto nelle regioni del Nord (Lombardia, Liguria, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Veneto), nel Lazio e in Toscana. I tempi di attesa per prestazioni diagnostiche (51% delle segnalazioni), specialistiche (23%) e degli interventi chirurgici (20%). Inoltre interventi tesi alla prevenzione secondaria possono raggiungere livelli record: 720 giorni per una ecocolordoppler, 420 giorni per una mammografia, 390 giorni per una visita cardiologica, 270 giorni per una visita senologica. E si arriva persino a 1080 giorni (tre anni) per una protesi al ginocchio o all'anca.
Le risposte dei politici. Marino: il sistema va riformato
Ne emerge una sanità con grandi differenze fra i sistemi sanitari regionali, che non riguardano solo l'impatto storico delle carenze strutturali nord-sud o quello recente dei piani di rientro ma coinvolgono più in generale l'impatto del federalismo in sanità. A questo si aggiungono i costi crescenti a carico dei cittadini, come ad esempio la necessità di rivolgersi a privati e a una intramoenia che diventa scelta obbligata. Tendenze negative quindi anche per il viceministro al Welfare, Ferruccio Fazio, il quale, intervenendo alla presentazione di Pit Salute, ha commentato che “noi abbiamo un sistema universalistico spalmato su 21 regioni. Teoricamente non può esistere un sistema migliore. Ma abbiamo grandissime disomogeneità. Le regioni con una buona sanità sono virtuose anche dal punto di vista economico. Non è vero che ci vogliono più soldi per far andare meglio la sanità". E, il direttore dell’Agenas, Fulvio Moirano ha confermato che l’Agenzia, “sta affiancando e stimolando le Regioni alle prese con i piani di rientro e che “occorre monitorare anche la soddisfazione dei cittadini”. E, se la loro richiesta di una maggiore umanizzazione degli operatori sanitari , a detta di Fazio “ non resterà inascoltata”. “Abbiamo pensato, infatti, di inserire l'umanizzazione nell'Ecm, l'Educazione continua in medicina”, ha assicurato il viceministro, “ e già ne stiamo parlando con medici di famiglia e associazioni". Secondo Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Ssn, infine “è il sistema che va riformato: serve un intervento legislativo". Marino ha anche sottolineato l'esigenza di uno strumento di valutazione, Agenzia o Authority, che sia dotato di piena indipendenza, soffermandosi inoltre sulla necessità di criteri medici e non politici nella valutazione dell'operato di direttori generali e primari.
I benefici dell’ aspirina
Coloro che per dieci anni assumono quotidianamente un'aspirina hanno meno probabilità di sviluppare un cancro. È quanto emerso da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del britannico Cancer Research Centre for Epidemiology e pubblicato su The Lancet Oncology. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno riesaminato studi precedenti che hanno coinvolto oltre 50 mila persone. Ebbene, dai risultati e' emerso che l'aspirina sarebbe in grado di bloccare gli effetti degli enzimi 'Cox', proteine che favoriscono l'insorgenza di infiammazioni associati a un certo numero di tipi di cancro. Molte persone di mezza età assumono già quotidianamente un aspirina per 'assicurare' la propria salute. Uno studio dello scorso anno, che ha dimostrato gli effetti benefici dell'aspirina sulla salute, ha spinto i medici a considerare l'ipotesi di prescriverla a più pazienti. Ora, arriva la conferma da un altro studio britannico: l'aspirina aiuta le persone di mezza età a prevenire il cancro. Ma rimangono dubbi sulla dose da consigliare ai pazienti per via dei possibili effetti collaterali, soprattutto quelli riguardanti l'apparato gastrointestinale.
Fazio: lavoriamo su portale per dati qualita' on line
Un vero e proprio "portale della sanità italiana", che indichi ai cittadini qualità e quantità dei servizi offerti dalle singole strutture. E' il progetto annunciato dal viceministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenuto al convegno "Sanità: più informazione e trasparenza per i cittadini" promosso dall'Associazione Luca Coscioni e dal Politecnico di Milano. Un progetto "importante", ha sottolineato Fazio, "perché con tutto il rispetto non possiamo lasciare ai settimanali il compito di indicare ai cittadini dove farsi curare. Dobbiamo farlo noi, insieme alle Regioni, per mettere in rete i dati sulle reti di eccellenze e sui servizi erogati dalle strutture. Siamo in una fase di messa a punto del progetto, quindi non abbiamo ancora certezze sui tempi". Più che un'ipotesi anche la proposta emersa dal convegno su un sistema di valutazione dei medici di famiglia: i cittadini, in sostanza, potrebbero esprimere on line il loro grado di soddisfazione sul proprio medico con il classico sistema degli 'smile', le faccine che vanno dal corrucciato al sorridente. Si tratta di' una proposta da valutare attentamente e da articolare in 4 punti: rendere pubblici curricula, obiettivi, risultati e valutazioni dei direttori generali di ospedali e Asl; creare un sito per esprimere la valutazione dei medici di medicina generale; proporre iniziative legislative per creare sistemi di valutazione di strutture e servizi e per renderne pubblici i risultati; definire un vero sistema di valutazione indipendente della reale efficacia delle cure e dei farmaci ed un servizio di informazione indipendente a cittadini e operatori.
USA: diagnosi precoce di melanoma nell’uomo adulto
Negli Stati Uniti, lo screening del melanoma in uomini di mezza età ed anziani può essere inclusa nella routine della visita medica, in particolare per le zone corporee non esposte alla luce, come la schiena. “Controlla la tua schiena” è infatti lo slogan che dovrebbe promuovere una campagna americana di educazione professionale contro il cancro della pelle, il melanoma. Lo studio osservazionale pubblicato nella rivista Archives of Dermatology ha valutato i fattori associati alla diagnosi da parte del medico del melanoma in fase precoce in 227 uomini di almeno 40 anni con melanoma invasivo, che hanno completato la fase di osservazione a 3 mesi dalla diagnosi nei tre centri interessati dallo studio. Ricercatori della Boston University School of Medicine hanno osservato che i pazienti con diagnosi del medico erano più anziani (57% aveva 65 anni o più) rispetto a quelli che avevano scoperto il tumore per altri motivi (34%). Nei pazienti più anziani (sopra i 65 anni), le caratteristiche del melanoma individuato dai medici erano simili a quelle osservate nei pazienti che avevano fatto auto-diagnosi o a quelli più giovani che lo avevano rilevato per altri motivi. Le lesioni al dorso rappresentavano il 46% dei melanomi individuati dal medico, il 57% di quelli osservati per altri motivi e il 16% di quelli da auto-diagnosi. Il 92% dei melanomi dorsali diagnosticati dal medico erano più piccoli di 2 mm rispetto al 63% delle lesioni individuate dal paziente stesso e al 76% delle lesioni osservate per altri motivi.
Badanti: con il "pacchetto sicurezza”, un problema per milioni di famiglie
Secondo la responsabile nazionale di Acli Colf, Pina Brustolin, è necessario lavorare per l'emersione di tutte le 700 mila collaboratrici familiari in nero, che non hanno mai creato nessun problema e che anzi, hanno risolto a noi italiani situazioni importanti: assistere i nostri anziani, malati e i nostri bambini''. Con l’approvazione del Pacchetto sicurezza”, infatti, le badanti che ormai hanno costruito una rete di assistenza domiciliare parallela a quella che dovrebbe essere erogata delle Asl e molto efficace, potrebbero, trovandosi in condizioni di difficoltà far saltare l’intero sistema assistenziale. Ad oggi, sempre secondo L’indagine della Acli, sono 600 mila i lavoratori domestici registrati, in gran parte donne straniere. Ma le stime che comprendono le irregolari arrivano a calcolarne fino al doppio Tra quelle regolarmente registrate solo il 22,3% del totale è di nazionalità italiana. In tempi di crisi, infatti, sono sempre di più le italiane che ripiegano sul lavoro domestico: sono sposate, separate o vedove con età superiore ai 40 anni. Solo alcune si dedicano agli anziani, generalmente invece si occupano di pulire la casa e cucinare e non in forma di co-residenza. Il 20% proviene dalla Romania, il 12,7% dall'Ucraina, il 9% circa dalle Filippine e il 6% dalla Moldavia.
Un workshop a catania sull’impiego delle terapie orali
Le terapie multispecialistiche innovative per il trattamento di tumori fanno conquistare all'Università Cattolica di Campobasso i primi due premi per il miglior contributo scientifico assegnati in occasione del workshop dedicato all’ “Impiego delle terapie orali in oncologia” che si è svolto a Catania, promosso da Aiom. Gli studi premiati riguardano il trattamento combinato verso due tra i più aggressivi tumori esistenti, quello del cervello (‘Temozolomide concomitante alla IMRT accelerata nei glioblastomi multiforme: studio di fase 1’ di Ruggieri V et al, Dipartimento di Oncologia, Università Cattolica Del Sacro Cuore, Centro di Ricerca e Formazione ad Alta Tecnologia nelle Scienze Biomediche di Campobasso) e quello del pancreas (‘Capecitabina concomitante alla radioterapia accelerata nelle neoplasie bilio-pancreatiche: studio di fase 1’ di Mignogna S. et al, Dipartimento di Oncologia, Università Cattolica Del Sacro Cuore, Centro di Ricerca e Formazione ad Alta Tecnologia nelle Scienze Biomediche di Campobasso). Sono stati assegnati riconoscimenti anche all’Ospedale San Giovanni Battista di Torino e all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania.
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