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Sbagliando si impara o no?
Annalisa Cretella, N. 8/9 agosto settembre 1999
Si sono dati appuntamento a Napoli per il Convegno nazionale dal tema "Prevenzione oncologica alle soglie del terzo millennio", i Direttivi della sede centrale e i Presidenti Sezionali della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Durante l'appuntamento napoletano, i congressisti hanno affrontato sia il tema della prevenzione primaria, quella cioè che consiste nell'eliminazione di fattori cancerogeni esterni, come il fumo del tabacco, un'alimentazione sbagliata, l'inquinamento atmosferico, le sostanze chimiche ad azione cancerogena, alcuni agenti fisici, le radiazioni ionizzanti e i raggi ultravioletti; sia quello della prevenzione secondaria, che riguarda l'eliminazione delle cosiddette precancerosi, le quali persistendo potrebbero trasformarsi in cancro. Per fare il punto della situazione e mettere in evidenza i progressi le nuove conoscenze nel campo della prevenzione primaria oncologica, siamo andati a parlare con il professor Giovanni D'Errico, Presidente Nazionale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. "La prevenzione oncologica è sempre all'ordine del giorno dell'oncologia mondiale ed è sempre in divenire - afferma il professor D'Errico -. La ricerca, anche nel campo della prevenzione fa continui progressi. E' quanto si verifica, per esempio, per il fumo del tabacco, un argomento sul quale si registrano continue acquisizioni. Lo stesso vale per l'alimentazione, siamo sempre più convinti della bontà della dieta mediterranea per diminuire la frequenza dei tumori. Inoltre un dato statistico recentissimo afferma che la mortalità globale nelle regioni meridionali è più bassa rispetto alle regioni centro settentrionali. Questa circostanza, secondo noi è da attribuire alla salubrità dei luoghi, alla minore industrializzazione del sud rispetto al nord e soprattutto all'alimentazione, che è prevalentemente di tipo mediterraneo". La cattiva alimentazione è, dopo il tabacco, la causa più importante del cancro. Almeno 30 tumori su 100 sono dovuti a carenze o eccessi alimentari, alle manipolazioni degli alimenti, agli additivi e ai modi di conservazione. La dieta mediterranea, povera di grassi e di carne e ricca di pesce, di verdure, paste alimentari, legumi freschi, cereali integrali, frutta, olio d'oliva e vino genuino, viene oggi raccomandata in tutti i paesi perché anche sulla base di ricerche controllate si è dimostrata la migliore per la prevenzione di gravi malattie metaboliche, cardiocircolatorie e tumorali. "Sulla frutta siamo venuti a conoscenza di cose che ieri non sapevamo - continua il professor D'Errico - in particolare sull'azione che le singole componenti della frutta hanno nella prevenzione dei tumori. Sappiamo inoltre, che l'olio d'oliva è certamente il condimento oleoso da preferire. La produzione dell'olio d'oliva, prevalentemente mediterranea, ci viene invidiata da tutti i paesi. E' facile prevedere che nel futuro ci sarà un incremento delle culture delle piante d'ulivo, in grado di soddisfare le richieste che continueranno ad aumentare". Il Piano Sanitario Nazionale 1998/2000 fa propria la battaglia per la prevenzione, con programmi sull'alimentazione (legati al comportamento) e sul tabagismo, e con interventi per il miglioramento della qualità dell'ambiente di vita e di lavoro riducendo l'esposizione alle sostanze potenzialmente tossiche con l'obiettivo di raggiungere nei prossimi anni la riduzione della mortalità per tumore. La lotta al fumo di tabacco si prospetta ancora lunga e difficile, malgrado la consapevolezza delle gravissime conseguenze del fumo. "Per il tabacco - spiega il professore - sappiamo che c'è stata una battuta d'arresto nel decremento dei fumatori nelle classi più giovani. Mentre fino a pochi anni fa si registrava un graduale calo dell'incidenza del fumo tra i giovani, negli ultimi sette, otto anni si è avuta una battuta d'arresto nel decremento del numero percentuale dei fumatori nei soggetti intorno ai vent'anni, con tendenza all'aumento. Questa inversione di tendenza ci preoccupa non poco, ci fa ritenere che nel futuro, se le cose non cambieranno, la percentuale globale della popolazione italiana, europea e mondiale di fumatori andrà a crescere. Oggi l'incidenza generale dei fumatori in Italia, è intorno al 24,2%, di cui il 35% sono uomini e il 17% donne. Se i giovani continueranno a fumare di più, porteranno ad un aumento di questa percentuale, che nei prossimi anni potrebbe arrivare a rappresentare il 26% della popolazione italiana. Questa sarebbe una grave sconfitta. Ecco perché bisogna sempre insistere sui danni del fumo del tabacco cominciando dalle scuole". La sezione napoletana della Lega Tumori, in collaborazione con il Comune del capoluogo partenopeo, ha realizzato e porta avanti da anni il progetto Quadrifoglio. I nostri medici volontari si recano nelle scuole per trasmettere ai docenti delle informazioni sul fumo del tabacco e sui mezzi per prevenire e per curare il vizio del fumo. L'adolescenza è un periodo di formazione dell'identità ed è allora che bisogna dare al giovane la piena conoscenza di ciò che può migliorare la sua salute e quindi rendere possibili delle scelte positive per la propria vita. "Il nostro compito si può definire come un intervento che renda disponibile al giovane informazioni e sussidi informativi, per permettergli di migliorare le sue capacità nell'affrontare i problemi che gli si presentano a livello cognitivo, emotivo-affettivo, comportamentale, esistenziale". La prevenzione, dunque, almeno in larga misura dipende da alcune abitudini ad alto rischio dell'uomo e dalla necessità di effettuare esami di controllo preventivi. Impongono una seria riflessione i dati relativi alle morti evitabili, se fossero cioè osservate le regole della prevenzione si potrebbe ridurre la mortalità del 40%. Nel dettaglio, l'abolizione del tabacco la farebbe diminuire del 28-32%; l'abolizione dell'alcool del 4-5%; la riduzione dell'obesità dell'1-3%; l'abolizione dell'esposizione occupazionale a carcinogeni noti e riduzione dell'inquinamento ambientale dell'1-4%; la riduzione dell'esposizione ai raggi solari e altre radiazioni ultraviolette dello 0,5-1,9%; la razionalizzazione dello screening cervicale dell'1%; altre procedure di diagnosi precoce (mammografia) dell'1%; la razionalizzazione degli interventi terapeutici dell'1%. Al convegno napoletano, si è parlato anche dei rischi per la salute dell'uomo, provocati da inquinamenti ambientali. Lo ha fatto, riscuotendo grande interesse, il professor Sandro Grilli, con una relazione dal titolo "Inquinamento atmosferico urbano e rischio cancerogeno". Gli epidemiologi sono convinti che i fattori ambientali sono responsabili di molti tumori umani. La riprova di ciò è nella constatazione che la mortalità per cancro nei paesi industrializzati, più inquinanti, è molto più alta che nei paesi ad economia prevalentemente agricola. "Il professor Grilli è sicuramente il miglior cultore che abbiamo in Italia - interviene il presidente della Lega -. Nel suo intervento ha parlato di un problema di interesse mondiale, perché l'inquinamento atmosferico è originato dagli uomini. Le cause principali sono la motorizzazione, gli scarichi dei mezzi di trasporto, il riscaldamento urbano, e le industrie che hanno bisogno di una enorme quantità di energie per mandare avanti i macchinari, che sono altamente inquinanti per l'atmosfera. Grilli ha dato anche dei suggerimenti per ridurre l'inquinamento. Il primo passo da fare, sarebbe cambiare la benzina, utilizzare cioè, carburanti non inquinanti (la benzina verde e le marmitte catalitiche servono parzialmente), oppure auto elettriche. Per una tale riconversione ci sarà bisogno ancora di molto tempo, nell'attesa si dovrebbe limitare la circolazione degli autoveicoli, provvedimento che viene adottato in tutti i paesi civili, ed adesso anche nelle grandi città italiane. Il problema riguarda anche l'industria, e siccome non è certo pensabile bloccare la produzione creando disoccupazione, è necessario che possa svilupparsi ed evolversi nel senso di usare carburanti meno nocivi". Nell'inquinamento ambientale rientra anche quello del suolo, le cui cause principali sono i diserbanti, i pesticidi e gli anticrittogamici. Tutto questo danneggia il terreno e rende i prodotti della terra pericolosi, non solo per l'insorgenza del cancro ma anche per altre malattie. Inoltre l'inquinamento del terreno può raggiungere le falde freatiche compromettendo i rifornimenti idrici urbani. L'inquinamento delle acque del mare, dei fiumi, dei laghi è dovuto principalmente agli scarichi industriali, alle petroliere e alle imbarcazioni in generale, alla balneazione. All'inquinamento ambientale sono dovute le piogge acide, il buco d'ozono e l'effetto serra sul pianeta.
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