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Terapie antifumo
Dario Vascellaro, N. 4 aprile 2000
Venti milioni di morti entro il duemila. Questo è il dato agghiacciante che si prevede nei prossimi anni per i consumatori di tabacco. Soltanto in Europa, le vittime saranno oltre 6 milioni. Nel 1990, nella Comunità Europea sono stati diagnosticati circa 175.000 nuovi casi di tumore polmonare e più di 140.000 soggetti sono deceduti per questa neoplasia. In Italia, il tumore polmonare causa circa il 29% delle morti per tumore nei maschi e il 6% nelle femmine. La mortalità per questa neoplasia è cresciuta drammaticamente negli ultimi 30 anni, passando da 6.000 decessi nel 1959 (di cui 1.000 donne) a 30.000 nel 1989 (di cui 6.000 donne). I nuovi casi di tumore polmonare diagnosticati annualmente in Italia sono circa 35.000. Certamente non tutti i fumatori vedono sviluppare il cancro del polmone, ma è significativo che l'80% dei tumori polmonari avviene nei fumatori. In Italia, circa il 30% dei fumatori (per lo più 40-50enni, come negli altri paesi) vorrebbe smettere, ma solo il 20% riesce a farlo senza aiuto. L'informazione sui rischi per la salute legati all'uso del tabacco, con l'utilizzo di media e campagne educative, da sola non è sufficientemente efficace a determinare l'azione di smettere di fumare. Anche il fatto che mediamente, dopo aver smesso di fumare, debbano passare dai 10 ai 15 anni per azzerare il rischio di tumore, induce molti fumatori, specie di una certa età, a persistere nella loro abitudine. Per chi è disponibile ad accettare un programma di aiuto (il 40% dei fumatori italiani), le più interessanti metodiche antitabagismo sono le seguenti: 1) Metodi di auto-aiuto (self-care) 2) Metodi clinici e di gruppo 3) Terapie farmacologiche 4) Indicazioni e consigli da parte degli operatori sanitari 5) Ipnosi 6) Agopuntura Prima di scegliere la terapia adatta, il fumatore dovrebbe sottoporsi a un test per che rilevi il suo grado di dipendenza dal fumo. Per stabilire l'intensità della dipendenza si può utilizzare il "Test di dipendenza dalla nicotina" elaborato da Fagerstrom. Analizziamole ora una per una, valutandone i pro e i contro. Metodi di auto-aiuto (self-care) In molti paesi, sono disponibili svariati sussidi per aiutare il fumatore a smettere di fumare: libri, cassette, corsi per corrispondenza, video e software. Tali guide includono dei self-test che servono a identificare i meccanismi che portano al tabagismo e consigliano come controllare l'aumento di peso, come comportarsi in presenza di altri fumatori, quali tecniche di rilassamento usare. Tra i metodi di auto-aiuto ci sono i filtri che riducono progressivamente i livelli di catrame e nicotina assunti dal fumatore. Il bocchino inalatore consiste in una cartuccia impregnata di nicotina che si tiene in mano e si aspira mimando esattamente il gesto di fumare: tale metodo permette di introdurre ridotte quantità di nicotina. In farmacia si trova anche il nuovo metodo olfattivo naturale: è una tavoletta tascabile da cui si inspira due-quattro volte quando la voglia di fumare si fa irrefrenabile. Immediatamente scompare lo stimolo di fumare per una ventina di minuti. La tavoletta, infatti, composta da elementi vegetali, evoca l'odore del tabacco bruciato pur non contenendone. Tale metodo è consigliato per le donne incinte. L'americano Darrin Nicholson ha inventato e brevettato la Smokeless cigarette filter device, ovvero la prima macchina filtro che elimina il fumo delle sigarette. L'oggetto, munito di un boccaglio simile a quello dei sommozzatori, deve essere impugnato in modo da coprire la bocca e il naso e "incapsula" completamente la sigaretta. Il fumatore, una volta aspirato il fumo normalmente, lo espira dentro la macchina, che provvede a filtrare questo fumo "di ritorno" e non lascia uscire neanche il normale fumo di combustione. Anche la gomma da masticare può essere inserita nei metodi di auto-aiuto. Essa, infatti, contiene estratti di piante medicinali, tra cui la valeriana, utile per combattere l'ansia da nicotina. La stessa azione di masticare il chewing gum, poi, aiuta ad allentare la tensione. I metodi di auto-aiuto si sono dimostrati poco efficaci per forti fumatori che non hanno un forte grado di motivazione per smettere di fumare perché non affrontano la dipendenza psicologica dal fumo, ma sono utili per i "non forti fumatori", in quanto sono facilmente accessibili e costano meno dei programmi organizzati. Molti fumatori, inoltre, preferiscono smettere da soli. Metodi di gruppo Tra i metodi più ampiamente utilizzati vi sono i corsi per smettere di fumare composti da gruppi di persone selezionate, organizzati da enti pubblici e/o privati, sia in forma gratuita che a scopo di lucro. Già da molti anni la Lega italiana per la lotta contro i tumori organizza in diverse città italiane corsi gratuiti per smettere di fumare. In 10 incontri nell'arco di 6 settimane, gruppi mediamente composti da 7 a 20 persone vengono coordinati da uno psicologo che utilizza metodologie cognitivo-comportamentali per ridurre progressivamente il numero di sigarette fumate fino alla completa cessazione. Da un'analisi effettuata su 53 corsi completati, il 66% degli iscritti ha dichiarato, alla fine del corso, di avere smesso di fumare, però solo il 33% dei partecipanti, a un anno di distanza, continuavano a non fumare. Terapie farmacologiche Tra le terapie farmacologiche più utilizzate vi è quella che fornisce una fonte alternativa di nicotina a coloro che desiderano smettere di fumare, in modo tale che essi debbano fronteggiare solo la dipendenza psicologica. La sostanza più utilizzata per tale terapia è il polacrile di nicotina che si trova in commercio sotto forma di gomma da masticare, cerotto transdermico, per via inalatoria o con spray endonasali. I risultati migliori si sono ottenuti con il cerotto transdermico che si applica in genere su un avambraccio e va sostituito a intervalli regolari di 16 o 24 ore. Negli USA si compra senza ricetta medica, in Italia è invece necessaria. I granuli omeopatici a base di tabacum e hypophysis, echinacea o natrum chloratyum, sono invece preferiti da chi ama una medicina naturale. La cura può durare a lungo, ma non ha controindicazioni. Recentemente l'FDA (Food and Drug Administration) ha concesso l'autorizzazione a vendere nelle farmacie il farmaco Zyban come rimedio contro il tabagismo. Nato come antidepressivo, non contiene nicotina, ma sul cervello provoca la stessa reazione biochimica, senza dare dipendenza. Può provocare insonnia ed è vietato a chi soffre di cuore o di epilessia. Ha inoltre il pregio di evitare una delle conseguenze più spiacevoli per chi smette di fumare: l'aumento di peso. Le terapie farmacologiche, pur efficaci, specialmente per i forti fumatori, hanno comunque bisogno di un supporto addizionale per i più complessi problemi di natura comportamentale. Inoltre, come ricorda il prof. Lucio Casali, direttore dell'Istituto di Tisiologia e Malattie respiratorie del Policlinico San Matteo di Pavia, "la somministrazione di nicotina qualche danno lo fa (problemi circolatori, di secrezione gastrica ecc.). Non solo: la somministrazione di nicotina potrebbe paradossalmente aumentare la dipendenza. Chiaro che le terapie farmacologiche dovrebbero essere in grado di evitare la dipendenza dalla gestualità. Si fuma, infatti, non solo perché a un certo punto si cade nella spirale farmacologica, ma soprattutto perché si è in preda alla spirale psicologica". Indicazioni e consigli degli operatori sanitari. E' stata dimostrata l'importanza dei medici nell'influenzare il comportamento dei loro pazienti nei riguardi del fumo (a livello europeo si è arrivati al 5% di successi). Anche se il numero di pazienti che smettono di fumare in seguito al consiglio dei medici, un gran numero di persone possono essere raggiunte dal messaggio degli operatori sanitari. I suggerimenti del medico, poi, sono di fondamentale importanza per quei pazienti che appartengono a categorie ad altissimo rischio (persone con gravi disturbi cardiaci e polmonari). Conscia di questo ruolo fondamentale dei medici, l'ASL di Milano ha recentemente deciso di concedere incentivi economici agli operatori sanitari che convinceranno i propri pazienti a smettere di fumare. L'impegno dei professionisti della salute dovrebbe essere prima di tutto quello di dare il buon esempio, ma, purtroppo, circa il 50% dei medici e dei paramedici fuma in ospedale. Ipnosi L'ipnosi non è un metodo che può raggiungere un numero elevato di fumatori, tuttavia può aiutare alcuni fumatori a smettere, soprattutto quelli che hanno cercato di smettere con altri metodi e che hanno bisogno per riuscire di un'attenzione individuale molto forte. Il soggetto viene invitato a concentrarsi sulle sensazioni di benessere date dal respirare profondamente aria pura in un'atmosfera di relax. L'ipnosi può essere effettuata in una seduta unica individuale, in sedute individuali multiple o in sedute di gruppo. I risultati migliori si sono ottenuti con i programmi di gruppo, soprattutto se sono associati ad altri metodi. Agopuntura Un sostegno importante può venire anche dall'agopuntura, che promette di risolvere il problema dell'astinenza in una decina di sedute. Con gli aghi vengono stimolati alcuni punti dell'orecchio (che secondo la medicina cinese corrispondono ai polmoni), intorno al naso e sulle braccia. In generale la valutazione di tale approccio terapeutico appare difficile, perché basata su stime personali sulle percentuali di abbandono, e non vengono riportati i risultati a lungo termine. Probabilmente il meccanismo attraverso il quale agisce è il rilascio di endorfine che a loro volta alleviano i sintomi da astinenza e come altri metodi necessita di un ulteriore supporto per affrontare gli aspetti psico-sociali della dipendenza al fumo. Tutte queste metodologie sono buone ed efficaci, ma solo la volontà e la determinazione, aiutati dalla coscienza del danno del tabacco, saranno i mezzi che aiuteranno a smettere di fumare. "La terapia per smettere di fumare deve essere sicuramente perseguita - afferma il prof. Casali -, scelta anche in base alle caratteristiche del fumatore, però deve agire quando il fumatore è pronto. L'introduzione di nuovi farmaci (come lo Zyban), poi, potrebbe avere un rovescio della medaglia. Il fumatore solitamente non è pronto per smettere di fumare quando tende a delegare ad altri o ad altro la responsabilità della sua intenzione di smettere di fumare". Chi fuma, quindi, potrebbe essere tentato di delegare a un farmaco la soluzione dei suoi problemi.
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