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Scacco al melanoma

Monica Melotti, N. 8/9 agosto/settembre 2006

Complice la voglia frenetica di tintarella, che spesso porta ad abbronzarsi in modo sconsiderato, i casi di melanoma, il più temibile tumore della pelle, sono in aumento in tutto il mondo. Ogni anno, in Italia, se ne registrano 6.000, con oltre 1.500 decessi. Per questo ogni estate si ripetono le campagne sull’importanza preventiva della corretta esposizione al sole. E nei laboratori si intensificano le ricerche per debellare la crescita di questo tumore. All’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, in occasione del recente Meeting internazionale del Gruppo Melanoma dell’Organizzazione Europea per la ricerca e il trattamento dei tumori (Eortc), è stato annunciato l’avvio di una sperimentazione sull’uomo di un nuovo vaccino contro il melanoma che utilizza il batterio della salmonella.
"Il melanoma è il tumore a più rapida crescita in Europa, la sua incidenza (il numero di nuovi casi per anno) è raddoppiata negli ultimi 15 anni in tutta Europa, mentre la sua mortalità non accenna a diminuire", spiega Alessandro Testori, Direttore dell’Unità Melanoma dello Ieo. "Nel 90% dei casi si sviluppa sulla cute, dalle aree sane o dalla trasformazione di un neo, e si può diagnosticare in fase precoce, quando il tasso di guaribilità è molto alto, intorno al 70% dei casi, e la chirurgia è poco invasiva. La diagnosi precoce attraverso il controllo approfondito della pelle rimane il caposaldo della lotta al melanoma. Tuttavia esistono ancora molti casi, circa il 30%, in cui si arriva alla diagnosi quando già la malattia è estesa e il suo livello di aggressività è elevato e quindi difficile da trattare con efficacia. Se per esempio per altri tumori come quello al seno esistono farmaci da abbinare alla chirurgia, per il melanoma non abbiamo ancora terapie farmacologiche efficaci. Quando la chirurgia non riesce più ad essere risolutiva riusciamo a salvare non più del 5% dei nostri malati. Per questo la ricerca in tutto il mondo è attivissima nel tentativo di contrastare il melanoma anche in questa fase. Uno dei filoni più promettenti è quello dell’immunoterapia, l’utilizzo dei vaccini, perché il melanoma ha caratteristiche antigeniche molto particolari".

Il nuovo vaccino antisalmonella
Il principio delle vaccinazioni nel cancro è noto da anni, visto che le cellule tumorali hanno la caratteristica di evitare le difese dell’organismo, che non riescono a star dietro materialmente alla velocità con cui esse si moltiplicano. È necessario allora educare il sistema immunitario a riconoscerle immediatamente, aggredirle e distruggerle.
Nei pazienti colpiti da melanoma è stata osservata un’elevata frequenza di linfociti T (cellule del sistema immunitario) diretti contro gli antigeni del tumore. In pratica si è visto che, introducendo gli antigeni tumorali, si induce il sistema immunitario a produrre cellule T contro tali antigeni e quindi a rinforzare le file della difesa. In effetti andando a misurare la frequenza dei linfociti T antitumorali e anti-vaccino nelle diverse metastasi tumorali è stato trovato un aumento del numero di cellule immunitarie. In particolare la frequenza delle cellule T anti-MAGE-3.A1 nei linfonodi colpiti da metastasi era sei volte più alta che nel sangue, ma ciò che stupiva era che i linfociti T citotossici antitumorali, che riconoscono l’antigene tumorale MAGE-C2, erano mille volte più alti che nel sangue. Questo a dimostrazione che non sono i linfociti T anti-vaccino ad attaccare il tumore, ma è la loro interazione che genera le condizioni per stimolare la produzione di un elevato numero di cellule T antitumorali, che procedono alla distruzione del tumore.
Nella nuova sperimentazione avviata dallo Ieo si è fatto un ulteriore passo. È stato utilizzato il batterio della salmonella per indurre il sistema immunitario a distruggere il melanoma. Sui topi ha già dimostrato di funzionare, ora bisognerà vedere se funziona anche sull’uomo. I pazienti candidati verranno selezionati in base alla tipologia e allo stadio della loro malattia (metastasi) per un totale di 43 malati. "Il grande ostacolo allo sviluppo di un’immunoterapia efficace è l’abilità dei tumori di sfuggire al sistema immunitario", spiega Maria Rescigno, del Campus Ifom- Ieo, coordinatrice del lavoro di ricerca sperimentale dello Ieo, finanziato dall’Airc. "Per aggirarlo si è pensato di indurre il sistema immunitario ad uccidere le cellule non perché sono maligne, ma perché sono infettate. Da qui il nuovo approccio dello studio condotto dallo Ieo, basato sull’idea di infettare “in vivo” le cellule infettate. In un organismo già vaccinato, per via orale, contro la salmonella (organismo che ha già gli anticorpi specifici contro la salmonella), il batterio viene somministrato nuovamente, in una forma attenuata, iniettandolo questa volta direttamente nell’area del melanoma, dove va ad infettare le cellule tumorali. In questo modo scatena immediatamente la reazione del sistema immunitario che con le sue cellule killer (i linfociti T) va ad eliminare queste cellule, non perché sono maligne ma semplicemente perché sono infettate dalla salmonella. Le cellule del batterio della salmonella hanno al loro interno un “flagello”, una sorta di motorino che le fa muovere nell’area tumorale, così che se si infiltrano i due noduli principali del melanoma, la salmonella infetterà tutte le cellule tumorali, utilizzando anche le linee linfatiche per diffondere la risposta immunitaria anche alle metastasi. Nell’animale abbiamo osservato una regressione del melanoma che va dal 50% al 100%, con risultati migliori nei tumori più estesi. Speriamo di ottenere, nel giro di due-tre anni, risultati analoghi nell’uomo. Se il vaccino antisalmonella dovesse funzionare potrebbe essere esteso ad altre forme di tumore".

I fattori di rischio
I tumori cutanei sono più frequenti nella razza bianca. L’incidenza varia a seconda di diversi fattori, quali: la predisposizione genetica, l’età, il sesso, il tipo di attività lavorativa (pescatori e contadini sono le categorie più a rischio), la regione geografica e il fototipo. "In Australia l’incidenza di questo tumore è molto elevata, circa 40 casi ogni 100 mila abitanti, nel Nord Europa siamo 15 su 100 mila, nell’Italia del Nord 10 e al Sud 4 su 100 mila abitanti", continua Testori. "Non si conoscono con precisione le cause precise, si sa solo che risiedono nell’esposizione ai raggi solari nelle fasi neonatali e pediatriche della vita, per questo i bambini devono essere ben protetti quando sono esposti al sole. È infatti provato che la maggiore quantità di sole si prende tra gli 0 e i 18 anni. Colpisce in egual misura entrambi i sessi, anche se una volta era più frequente nelle donne. L’età più a rischio è fra i 30 e i 70 anni, ma non risparmia neanche i giovani e i bambini. Va anche detto però che, se preso in tempo, è uno dei tumori più curabili. L’importante è sottoporsi a una visita presso i centri con un’Unità Melanoma. È fondamentale per individuare un neo a rischio la competenza di chi esegue la visita. Quando bisogna sospettare? Quando un neo presente da sempre o di recente insorgenza diventa di una forma irregolare, con bordi frastagliati, il suo colore cambia, anche solo in qualche zona, si rileva, cresce, comincia a sanguinare oppure prude, è allora necessario farlo valutare da uno specialista ed eventualmente asportarlo. Le caratteristiche di un neo che devono insospettire possono essere riassunte in 5 aspetti, ABCDE del neo: la sua Asimmetria, i Bordi irregolari, il Colore disomogeneo, le Dimensioni in generale superiori ai 6 millimetri, l’Evoluzione, ossia la sua rapida trasformazione".

Iniziative contro il melanoma
Metti il melanoma in fuorigioco è un’iniziativa, sponsorizzata dall’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) e dalla Lega Calcio con il fine di contribuire alla ricerca sul melanoma. L’iniziativa, avvenuta il 12 febbraio scorso, sarà attiva anche per il 2007, durante la 6™ giornata di ritorno del Campionato Italiano di serie A e l’8™ di serie B.
Per contribuire alla ricerca sul melanoma: le principali compagnie di telecomunicazione, H3G, TIM, VODAFONE e WIND, attiveranno per l’occasione una numerazione unica dedicata, che consentirà di contribuire con 1 euro alla ricerca sul melanoma inviando un sms. Si possono anche effettuare libere donazioni presso CREDEM c/c 5140 ABI 3032 CAB 3400. Promotore dell’iniziativa è Paolo Ascierto, ricercatore oncologo dell’Istituto Tumori Pascale di Napoli e Presidente dell’IMI, l’associazione che si propone di creare l’incontro di coloro che, operanti in settori diversi, sono impegnati nella ricerca e nel trattamento del melanoma: dall’epidemiologia, alla diagnosi precoce e all’educazione primaria, fino alla terapia delle forme avanzate.
Inoltre il dottor Testori con l’Intergruppo Melanoma Italiano organizza dei corsi per educare gli specialisti sul discorso del melanoma. I corsi vengono promossi su tutto il territorio italiano e la loro frequentazione accredita dei punti Ecm.
(Info: Dottor Alessandro Testori, Ieo di Milano, tel. 02.57489493; mail: alessandro.testori@ieo.it)

L’importanza della prevenzione
La diagnosi precoce è di fondamentale importanza per la lotta contro il melanoma. Occorre intervenire prima che la lesione superi gli 0,75 millimetri di spessore. La diagnosi tempestiva è oggi possibile grazie ad apparecchi sofisticati, come l’epiluminescenza, un sistema di lenti che ingrandisce l’immagine sino a 25 volte visualizzando meglio quei minimi cambiamenti, i nei o le nuove piccolissime macchie sospette appena comparse. Ulteriore evoluzione è l’epiluminescenza digitale che confronta la macchia esaminata con una campionatura di immagini di nei a rischio per fare un ulteriore confronto e accertamento. Tali macchinari facilitano il compito dello specialista e le diagnosi sono sempre precoci, con esiti positivi perché le asportazioni di melanomi molto piccoli sono sempre più frequenti. Per questo la vera carta vincente è la prevenzione che comincia con l’eliminazione dei probabili fattori di rischio. Ecco un breve decalogo da seguire.

  1. Conoscere bene la propria pelle, soprattutto le sue reazioni all’esposizione solare.
  2. Conoscere la storia di eventuali tumori maligni della pelle nella propria famiglia.
  3. Evitare di esporsi al sole nelle ore calde (dalle 11 alle 16). L’educazione a una corretta esposizione solare deve cominciare già dall’infanzia.
  4. Proteggersi dal sole, come consiglia il dermatologo, anche usando prodotti con fattori di protezione adeguati sin da bambini.
  5. Controllare regolarmente la propria cute: è noto che il primo sospetto di tumore viene segnalato dal paziente stesso.
  6. Se si notano delle lesioni cutanee nuove, che non tendono a scomparire, ricorrere al consulto del medico di famiglia e del dermatologo.
  7. Se si notano dei cambiamenti di lesioni preesistenti, ad esempio un neo che continua a crescere, ricorrere al consulto di uno specialista.
  8. Se si hanno molti nei oppure nei congeniti di dimensioni superiori ai 10 mm farsi visitare dal dermatologo, con la periodicità che verrà consigliata.
  9. Le persone che hanno già avuto un melanoma corrono un rischio più elevato di svilupparne altri e perciò devono sottoporsi a controlli regolari.
  10. La fotoprotezione deve essere particolarmente accurata nelle persone che hanno sofferto di cheratosi solari, carcinomi e melanomi.

Indirizzi utili

Istituto Dermopatico dell’Immacolata - IRCCS
Via Monti di Creta, 104 - 00167 Roma
Centralino: 06.66461
Prenotazioni/informazioni: 06.66463380
www.idi.it
Oncologia, Professor Paolo Marchetti: 06.664633.86 - .81

Ospedali Riuniti di Bergamo
Largo Barozzi, 1 - 24128 Bergamo
Centralino: 035.269111 Prenotazioni/informazioni: 800 624624
www.ospedaliriuniti.bergamo.it
Dermatologia Dottor Lorenzo Marchesi: 035.269040

Policlinico di Modena
Via del Pozzo, 71 - 41100 Modena
Centralino: 059.4222111 Prenotazioni/informazioni: 059.4222333
www.policlinico.mo.it

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