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I tumori ossei e luomo bionico
Cristina Mazzantini, N. 4 aprile 2006
La notevole perdita di sostanza ossea, dovuta a gravi traumi o neoplasie devastanti, fino a poco tempo fa obbligava il chirurgo a un intervento estremo: lamputazione. Per secoli, soprattutto nel Seicento e nel Settecento (lepoca di Caravaggio), tale soggetto ha ispirato i massimi pittori italiani e europei. Questi, infatti, nelle loro tele più famose hanno descritto accuratamente loperazione chirurgica (come il taglio di una gamba o di un braccio). Mettendo, peraltro, in risalto i dettagli più cruenti, attraverso luso abbondante del colore rosso. Tale colore, per rendere il tutto più realistico, era utilizzato nella sua ampia gamma di tonalità.
Oggi per fortuna i medici, soprattutto gli ortopedici, grazie alle maggiori conoscenze scientifiche, alle terapie farmacologiche e allo sviluppo di tecnologie sempre più raffinate, sono capaci di salvare sempre più spesso larto del proprio paziente. Gli stessi chirurghi possono anche ripristinare la continuità di un segmento osseo per qualsiasi parte dello scheletro (spalla, gomito, polso, anca, femore, bacino, ginocchio, caviglia, piede), mediante applicazioni di protesi speciali o trapianti ossei, prelevati da donatore, con ottimi risultati di efficacia, sia estetica che funzionale.
Senza dubbio questo è uno dei migliori traguardi finora raggiunti in campo medico e specialmente dallortopedia italiana di cui si è ampiamente discusso al 90° Congresso della Società Italiana di Ortopedia Traumatologica (SIOT) tenutosi a Firenze. "La microchirurgia consente di risolvere situazioni drammatiche tramite il prelievo di segmenti ossei e muscolari da sedi non fondamentali dello stesso individuo e reimpiantandoli con tecniche sofisticate al microscopio, nella sede danneggiata. Così da ripristinare la funzione gravemente compromessa", ha chiarito il professor Rodolfo Capanna, co-presidente del Congresso SIOT e direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dellAzienda Ospedaliera Careggi di Firenze. "Tali ricostruzioni si possono associare a tecniche di bioingegneria tissutale o di utilizzo di cellule staminali in grado di potenziarne gli effetti". Quindi, alla ricostruzione parziale o integrale di articolazioni e ossa si deve la nascita delluomo bionico. Quello che un tempo era protagonista solo dei film o dei racconti di fantascienza. Adesso, invece, luomo bionico vive fra noi. Praticamente è linquilino della porta accanto o luomo di strada. Finalmente una buona notizia! Chiunque, infatti, abbia avuto unarticolazione danneggiata da una neoplasia o da un grave incidente stradale, lavorativo o domestico adesso potrà tornare a fare la vita normale sia sul versante lavorativo sia su quello relazionale, senza mutilazioni. Questa è sicuramente una grande e bella novità. Al termine della sua magnifica relazione, il professor Capanna, ha raccontato un caso speciale, pur rispettando la privacy: "Abbiamo operato un bambino genovese di due anni che aveva una neoplasia maligna allomero, il tumore di Ewing. Il cancro lo aveva aggredito dalla spalla al gomito. Abbiamo tolto losso malato lasciando muscoli e tendini. Abbiamo prelevato il perone - un osso della gamba che rappresenta una zona di ancoraggio dei muscoli con la sua cartilagine di accrescimento - e lo abbiamo trapiantato al posto dellomero tolto, facendo una sutura al microscopio, dei vasi che nutrono la cartilagine di accrescimento. Senza questo intervento il minore avrebbe subìto lamputazione del braccio. Il piccolo, invece, è tornato alla vita normale. Questa nostra esperienza è stata pubblicata da una delle prestigiose riviste scientifiche di ortopedia. Lomero nuovo non solo funziona, ma cresce con il bambino. È questo uno degli interventi del nostro Centro che ha la più alta casistica nel mondo". LItalia, con questo Congresso, si mostra al mondo scientifico internazionale, con tutta la sua eccellenza. A che punto siamo?
Lesperienza italiana è unanimamente considerata, anche a livello internazionale, come una fra le maggiori al mondo sia per numero di casi sia per livello tecnico acquisito. Tale favorevole evento si è potuto concretizzare non solo per il fatto che loncologia ortopedica in Italia ha delle radici antiche e profonde con illustri maestri (Putti, Goidanich, Scaglietti, Fineschi, Campanacci, solo per nominarne alcuni tra i più famosi), ma anche per aver saputo concentrare da sempre tali rare e complesse patologie in maniera spontanea e naturale solo in alcuni Centri superspecialistici e dedicati. In questi è stato possibile affinare esperienze, comparare risultati e sperimentare nuove tecnologie. Inoltre, in Italia, nel campo della chirurgia oncologica di salvataggio, sono stati ideati e introdotti vari interventi innovativi (successivamente adottati anche negli USA), sperimentate e ideate nuove megaprotesi nellambito di progetti internazionali", ha dichiarato con una punta dorgoglio il professor Capanna. "La casistica italiana di trapianti massivi da cadavere, di peroni vascolarizzati microchirurgici e di megaprotesi è la maggiore in Europa, competitiva anche rispetto ai maggiori Centri statunitensi. È superfluo ricordare i livelli di eccellenza raggiunti dai nostri ortopedici italiani nella riparazione ossea mediante tecnica di Ilizarov".
Durante lincontro fiorentino, cui hanno partecipato i massimi esperti italiani (chirurghi e operatori sanitari) e numerosi rappresentanti politici, si è discusso a lungo sul ruolo fondamentale che le Banche dellOsso italiane rivestono nellampliamento delle possibilità ricostruttive del chirurgo: dai piccoli trapianti di riempimento (necessari nelle revisioni protesiche) ai trapianti massivi strutturali (necessari in oncologia per la sostituzione di intere articolazioni o segmenti ossei, in seguito a asportazioni di masse tumorali di enormi dimensioni), per giungere ai trapianti osteoarticolari, a quelli legamentosi e di menisco. "Questo in Italia, fino a poco tempo fa, non era possibile, mentre ora è diventata una realtà grazie allintenso sforzo organizzativo del Centro Nazionale Trapianti e della sensibilità al problema dei piani politico-sanitari di alcune Regioni", ha puntualizzato il professor Paolo Aglietti, direttore della I Clinica Ortopedica dellUniversità di Firenze. "Le Banche dellOsso italiane, come quella di Bologna, Firenze e Treviso, sono allavanguardia in Europa per numero di prelievi, disponibilità, sicurezza e certificazione".
E ancora. Sempre in occasione del Congresso della Società Italiana di Ortopedia Traumatica è stata anche ricordata lemergenza ginocchio. Le cifre indicano, infatti, che il 70% degli anziani soffre di artrosi del ginocchio e che un quarto di questi ricorre alle protesi o allartroscopia. Inoltre, su 100 motociclisti, che cadono, 90 subiscono la frattura della rotula. Ma è alto anche il numero delle fratture del femore nella parte sovracondilica e del piatto tibiale. "Poi cè lesercito di sportivi dilettanti, dei forzati del calcetto serale, tra i quali primeggiano le lesioni del crociato anteriore e del menisco", ha precisato sempre il professor Aglietti, "i danni maggiori li registriamo nei giocatori intorno ai 30 anni che non si sono mai allenati".
Oggi, grazie alle ultime ricerche, nel caso della lesione del legamento crociato anteriore, si procede, con lartroscopia, alla ricostruzione dei due fasci. Altra importante novità è lo studio dei pazienti che hanno subìto un danno al ginocchio. Si collocano sensori elettromagnetici che consentono di valutare la cinetica del ginocchio, quindi di studiare meglio il danno. Per quanto riguarda la chirurgia protesica, la novità è che ora il taglio per collocare la protesi è sempre più piccolo. Questa metodica, come hanno riconosciuto tutti i partecipanti allincontro fiorentino, una volta diventata di routine (grazie ai centinaia di interventi ogni anno), potrebbe essere utilizzata anche per correggere danni attribuibili a una neoplasia ossea avanzata.
"LOrtopedia e la Traumatologia italiana hanno raggiunto livelli di eccellenza. E questo Congresso ne è la dimostrazione", ha affermato il professor Alessandro Faldini, Presidente della SIOT, "entrambe le tematiche affrontate aprono una finestra su metodiche assolutamente allavanguardia che, nel nostro Paese, rappresentano una splendida realtà. Ma lOrtopedia italiana - oserei dire tutta la Medicina - vive una realtà a due facce: da una parte corre velocemente con innovazioni e alte specializzazioni, dallaltra frena davanti alla malpractice e alla responsabilità penale dei medici". Gli ortopedici, infatti, come sostengono le ultime statistiche internazionali, sono fra i più colpiti dalle denuncie non solo penali ma anche civili, per gran parte immotivate. Le assicurazioni sono, inoltre, sempre più onerose e questo perché la nuova ortopedia ha connotati diversi da quella storica. Essa, un tempo, era una branca biologica, oggi è diventata progressivamente meccanica e sostitutiva e si sta volgendo verso la mini-invasività in accordo con i tempi, con le tecnologie e con la richiesta dei pazienti.
A questa evoluzione, per così dire tecnica, si è aggiunto il cambiamento del rapporto medico-paziente, spersonalizzato in conseguenza di leggi e regolamenti: il medico è diventato il tecnico e il paziente un utente. Ora una nuova cultura sta prendendo il sopravvento: il risultato imprevisto o indesiderato non è la conseguenza di unineluttabile complicanza o evoluzione indesiderata di un procedimento (che ha sempre una percentuale di rischio di insuccesso), bensì è ritenuto - spesso a torto - un errore.
Questo modo di pensare crea il dubbio nel paziente, il consulente di parte il più delle volte esprime pareri senza un supporto tecnico e senza adeguatamente motivarli. Intervengono i legali che hanno tutto linteresse a innescare procedimenti a scopo rivendicativo partendo, talvolta, dal penale con il criterio non abbiamo nulla da perdere.
"La chirurgia ortopedica sta diventando difensiva: tecniche a rischio, pazienti difficili o situazioni pericolose vengono molto attentamente valutate e talvolta si dà valore al rischio, rinunciando al beneficio. I giovani, oggi, si allontanano sempre più dalla nostra specialità e soprattutto dalle tecniche a risultato incerto. In questo modo tecniche insostituibili, non essendo più praticate, non verranno più apprese e non faranno più parte della cultura e del bagaglio delle generazioni future. La perdita di tecniche chirurgiche ancora valide, ma a rischio di denuncia", ha quindi concluso il professor Faldini, "costituirà un danno irreparabile per i pazienti del domani".
Alta tecnologia Made in CNR per stanare il tumore
La precisione nella localizzazione di un tumore allo stadio iniziale è ora possibile grazie a un brevetto nato nei laboratori dellIstituto di Ingegneria Biomedica (Isib) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Roma. "Si tratta di una piccola gamma camera, completamente portatile, ad alta efficienza, che funziona con batterie ricaricabili, dotate di cinque ore di autonomia", ha spiegato Alessandro Soluri, ricercatore dellIsib-Cnr, "in grado di rilevare patologie di dimensioni addirittura di circa due millimetri e di acquisire immagini scintigrafiche ad alta risoluzione, in poche decine di secondi", ha proseguito lesperto. "La metodica già sperimentata in clinica, può essere utilizzata con estrema maneggevolezza anche in sala operatoria e ha trovato importanti applicazioni su tiroide, paratiroide, piede diabetico, linfonodo sentinella, biopsia di prostata e mammella, fornendo unelevata precisione nella localizzazione delle patologie".
Queste strumentazioni, compatte e rapide nel fornire immagini ad alta risoluzione, possono essere usate in sala operatoria come guida per interventi di chirurgia mini-invasiva, al contrario di quelle tradizionali, ingombranti e costose, essendo destinate, con laumento dellarea di indagine, a sostituire quelle tradizionali in molte tecniche dedicate alla diagnostica oncologica preventiva.
"La gamma camera portatile a batteria è una nuova realtà", ha concluso il dottor Soluri, "che dimostra come levoluzione tecnologica stia rivoluzionando le tecniche diagnostiche attuali, offrendo soluzioni sempre più importanti rivolte alla prevenzione dei tumori di piccole dimensioni. In genere quando si pensa a una strumentazione compatta, la tecnologia italiana soffre il confronto con quella straniera, soprattutto giapponese in termini di miniaturizzazione e funzionalità. Questo segnale dimostra invece che lhigh-tech made in Italy possiede risorse importanti e che il trasferimento di conoscenze dai laboratori allindustria può funzionare".
Labc delle medicine alternative per i malati di cancro
Una guida per il malato e la sua famiglia interamente dedicata alle medicine alternative e complementari in oncologia, è stata recentemente presentata, nei locali del Centro Clinico di Medicina Naturale dellAsl 11 di Empoli, dai curatori Fabio Firenzuoli e Luigi Gori.
La pubblicazione, in formato tascabile, articolata in 28 pagine divulgative, fornisce notizie e chiarimenti utili su tutte le medicine naturali utilizzate dai malati oncologici: dallayurveda allagopuntura, dalla medicina energetica allomeopatia, dallauricoloterapia alla fitoterapia e allalimentazione. Si tratta di una guida necessaria per un approccio corretto alle medicine alternative e naturali, dando consigli utili per evitare le pratiche inefficaci o addirittura dannose.
Questa guida è anche on-line, già scaricabile tra le news nel sito www.naturamedica.net e consente di collegarsi direttamente ai siti web raccomandati. Lopuscolo, gratuito, stampato in diecimila copie, è illustrato a colori con una ricca bibliografia. È stato scritto con rigore scientifico, ma al tempo stesso con taglio divulgativo, non solo alla luce della più recente letteratura, ma anche grazie allesperienza del Centro di Medicina Naturale, i cui ricercatori hanno attivato un programma di collaborazione con lIstituto Superiore di Sanità per le reazioni avverse da erbe, e di ricerca con lo Sloan Kettering Cancer Center di New York.
"Sempre più malati oncologici si rivolgono alle cosiddette medicine alternative, perché le ritengono sicure, efficaci e utili. Tuttavia, non è sempre così", ha sottolineato il professor Firenzuoli, direttore del Centro di Medicina Naturale, "per esempio molti pazienti assumono frullati di Aloe con miele e grappa, presentati come rimedio miracoloso contro il cancro, non sapendo che proprio alcune sostanze presenti nella pianta riducono lefficacia della chemioterapia. Altre piante, invece, possono essere utilizzate per ridurre gli effetti collaterali dei farmaci, per migliorare la qualità di vita del paziente, e aumentarne le difese immunitarie, così come lauricoloterapia e lagopuntura per lenire il dolore, la nausea, le vampate di calore".
"Ecco il perché di una guida per il malato e la sua famiglia", ha aggiunto il dottor Alessandro Reggiani, direttore generale presso lASL 11 di Empoli, "per far comprendere come anche le medicine complementari possano essere inserite in un corretto programma terapeutico e non certo alternativo. Del resto non dobbiamo dimenticare che la Regione Toscana le ha inserite nel Piano sanitario e nei livelli essenziali di assistenza, i cosiddetti LEA".
Scoperto un nuovo meccanismo dazione degli antitumorali
Lanalisi della risposta cellulare ai danni sul DNA è essenziale per poter comprendere la tossicità e lefficacia delle attuali terapie antitumorali, che nella maggior parte dei casi agiscono proprio sul DNA. Un importante passo avanti in questa direzione arriva dal gruppo di ricerca coordinato dalla dottoressa Alessandra Montecucco, presso lIstituto di Genetica Molecolare (Igm) del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Pavia, che ha studiato proprio la risposta cellulare al trattamento con farmaci impiegati nella terapia dei tumori. I risultati ottenuti durante la caratterizzazione della risposta al trattamento delle cellule con farmaci impiegati nei protocolli di chemioterapia, sono stati pubblicati sulla rivista Cancer Research.
Con lo studio dellIgm-Cnr viene rilevato per la prima volta che "una particolare classe di farmaci antitumorali, ha un effetto sulle cosiddette fabbriche replicative, che sono particolari strutture presenti nel nucleo delle cellule e sono deputate alla replicazione del DNA", ha precisato la dottoressa Montecucco. "Laver identificato i meccanismi che controllano la scomparsa delle fabbriche replicative consentirà di individuare nuovi farmaci da impiegare in terapia. Inoltre questa ricerca ha permesso di sviluppare un test rapido, affidabile e visivo che può essere applicato per lo screening di nuovi farmaci e per lottimizzazione delle strategie terapeutiche da utilizzare sui pazienti affetti da malattie genetiche che coinvolgono i sistemi di checkpoint. Questi pazienti, infatti, presentano unelevata predisposizione allinsorgenza di tumori e rispondono diversamente alle terapie antitumorali".
Indirizzi utili
Azienda ospedaliero-universitaria Careggi
Viale Pieraccini, 17 - 50139 Firenze
Centralino: 055 794111
Prenotazioni/informazioni: 840 003003
http://www.ao-careggi.toscana.it
Ortopedia e traumatologia
Dottor Rodolfo Capanna
055 7948191
S.I.O.T.
Società italiana di Ortopedia e Traumatologia
Via Nicola Martelli, 3 - 00197 Roma
Tel. 06 806 915 93
segreteria@siot.it
www.siot.it
Istituti ortopedici Rizzoli
Via Pupilli, 1 - 40136 Bologna
Centralino: 051 6366111
Prenotazioni/informazioni: 051 6390777
http://www.ior.it/
Oncologia medica
Dottor Stefano Ferrari
051 6366411
Azienda ospedaliera Istituti ospitalieri
Largo Priori, 1 - 26100 Cremona
Centralino: 0372 4051
Prenotazioni/informazioni: 800 448800
http://www.ospedale.cremona.it/
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