|
Terapia nutrizionale contro la perdita di peso nel cancro
Minnie Luongo, N. 4 aprile 2006
La perdita di peso è un problema che tocca in media l80% dei pazienti neoplastici; inoltre, il 20% dei decessi per cancro è correlato alla malnutrizione più di quanto non lo sia al cancro stesso. Tuttavia, al problema viene prestata ancora poca attenzione, mentre è dimostrato che interventi corretti a base di una terapia medica nutrizionale - oggi possibile- permettono di combattere il problema e di incidere sulle alterazioni metaboliche che la causano, specialmente se avviata nelle fasi iniziali della malattia. Intervenire precocemente con terapie nutrizionali che antagonizzino la perdita di peso nei pazienti neoplastici, ha conseguenze positive sia sulla qualità di vita dei malati, sia sulla loro capacità di reagire alle terapie contro il cancro. Sono queste le principali conclusioni cui sono giunti, assieme, pazienti ed esperti di medicina clinica e nutrizionale durante un seminario, tenutosi di recente a Roma, allinterno della terza Conferenza internazionale sulla cachessia (lo stato di perdita di peso e massa muscolare, stanchezza, debolezza e perdita di appetito correlata a diverse patologie).
Prima necessità: cambiamento radicale nellapproccio al problema
In primo luogo, urge rivedere in maniera del tutto differente il problema della perdita di peso, e considerare la terapia nutrizionale come parte integrante delle cure oncologiche, che consideri la perdita di peso prevenibile e reversibile, con conseguenze tangibili sulla qualità della vita dei pazienti. Il calo del peso corporeo è un problema molto frequente e critico, seppur spesso sottovalutato, nei malati di cancro. Esso compromette la risposta alle terapie oncologiche e causa laumento del numero e della durata delle degenze ospedaliere. La perdita di peso, inoltre, facilita le complicanze e le infezioni, diminuisce la sopravvivenza e ha un impatto negativo sulla qualità della vita, a causa della debolezza e della perdita della forza fisica che ne derivano. Nei casi più gravi, essa può costringere i pazienti a letto e portare a depressione, oltre che a essere in molti casi la diretta responsabile della morte.
Un aspetto importante, sottolineato dagli esperti durante il seminario, è che la terapia nutrizionale deve essere avviata fin dallinizio del decorso della malattia: infatti, prima comincia questo percorso parallelo, più elevate sono le possibilità di prevenire la perdita di peso o di farlo riacquistare al paziente. Dice Maurizio Muscaritoli, Professore Associato di Medicina Interna presso il Dipartimento di Medicina Clinica dell'Università La Sapienza di Roma: "Le cause scatenanti la perdita di peso, che non sono solo ed esclusivamente meccaniche o determinate dalle cure oncologiche, intervengono fin dal momento in cui la prima cellula neoplastica si moltiplica. È perciò un errore concettuale e una mancanza strategica intendere gli interventi nutrizionali unicamente come cure palliative in fase terminale. Piuttosto, essi dovrebbero essere presi in considerazione dai medici oncologi fin dal momento della diagnosi. La malnutrizione non deve essere vista come un effetto collaterale della malattia oncologica a cui rassegnarsi, bensì un aspetto prevenibile e reversibile". Le soluzioni disponibili fino a poco tempo fa, come il semplice accrescimento dellapporto dietetico o supplementi nutrizionali tradizionali, difficilmente riuscivano nellintento di far mantenere o riacquistare peso ai pazienti, poiché non erano in grado di agire sui meccanismi sottostanti la perdita di peso e specificamente sulla diminuzione della massa muscolare.
Che cosa si può fare
Oggi sono disponibili prodotti nutrizionali che, combinando lacido eicosapentaenoico (EPA), un acido grasso omega-3, con uno specifico supporto calorico e proteico, sono in grado di agire sulla perdita di peso e di antagonizzarla, contrastando quindi una serie di effetti inabilitanti del tumore e incidendo sulla qualità della vita.
"Se per molto tempo i tentativi di curare la perdita di peso nei pazienti neoplastici, potevano risultare frustranti, con la conseguenza di essere spesso abbandonati o limitati alla fase palliativa terminale, lacido eicosapentaenoico integrato con proteine e calorie è efficace perché si basa sulla comprensione delle alterazioni metaboliche che sottintendono la perdita di peso, e interviene direttamente sulle stesse", precisa il Professor Attilio Giacosa, Direttore del Dipartimento di Gastroenterologia del Policlinico di Monza, che, oltre ad aver coordinato per lItalia uno studio internazionale sugli effetti della terapia nutrizionale a base di supplementi arricchiti di EPA, calorie e proteine nei pazienti oncologici con perdita di peso, è anche responsabile del Progetto Ibis, un database informatizzato su scala nazionale per la raccolta di dati a scopo osservazionale sui pazienti trattati con integratori a base di EPA arricchiti in proteine e calorie.
La perdita di peso nel cancro, nonostante possa essere leffetto collaterale delle cure, come la chemioterapia o la radioterapia, o anche un fenomeno psicologico o meccanico, è infatti principalmente correlata a complesse alterazioni metaboliche dovute al cancro stesso, tra le quali quelle causate dal PIF (Proteolysis inducing factor), che sottrae proteine alla massa magra per fornirle alle cellule tumorali. Insomma, si tratta di una terapia nutrizionale, di facile uso per i pazienti e che non interferisce con le cure oncologiche.
La perdita di peso nel tumore
- La perdita di peso dovuta al cancro è un problema primario per i malati di cancro, sia perché molti di essi la sperimentano, sia perché interferisce fortemente con le terapie oncologiche in atto e con la qualità della vita dei pazienti stessi;
- secondo il Ministero della Salute, ogni anno sono diagnosticati in Italia 270.000 casi di tumore; le stime, inoltre, prevedono una crescita a 400.000 casi lanno per il 2010. I tumori sono la seconda causa di morte nel nostro paese, causando circa 160.000 decessi ogni anno; ß la perdita di peso accompagna le più diverse tipologie di tumore: essa si associa fin da subito ai tumori del polmone, dello stomaco, del pancreas, e del distretto testa-collo, e interviene nelle fasi avanzate del cancro al seno, alle ovaie, alla prostata e nella leucemia;
- la perdita di peso può essere leffetto collaterale di alcune cure, della presenza di anoressia o il risultato di fenomeni meccanici: i tumori del distretto testa-collo, ad esempio, possono rendere doloroso o complicato nutrirsi normalmente. La perdita di peso è anche dovuta a complesse alterazioni metaboliche dovute al cancro stesso, che tra laltro possono comportare un consumo di calorie più alto del normale;
- ne consegue una ridotta risposta alle terapie, una diminuzione dellattività fisica e una peggiore qualità della vita. Nei casi più gravi la perdita di peso può costringere il paziente a letto, con conseguente impossibilità di svolgere qualsiasi attività, fatigue e depressione;
- la perdita di peso determina anche il prolungamento delle degenze ospedaliere e aumenta il rischio di complicanze e di infezioni.
La nutrizione a base di acido eicosapentaenoico, proteine e calorie
Per un paziente con il cancro, mantenere il proprio peso e riacquistare quello perso è di cruciale importanza per rispondere adeguatamente alle sollecitazioni delle cure cui è sottoposto e per permettergli una qualità di vita accettabile. Pertanto, un intervento nutrizionale terapeutico è fondamentale come percorso parallelo alle cure contro il tumore; esso deve essere considerato una componente importante dellinsieme delle cure contro il cancro, e non un intervento collaterale o semplicemente una cura palliativa riservata ai pazienti in fase terminale.
Supporti nutritivi convenzionali, come il semplice accrescimento dellapporto di calorie, o supplementi nutrizionali tradizionali hanno dimostrato una capacità limitata di antagonizzare la perdita di peso causata dal cancro. Essi, infatti, possono sì permettere di aumentare lapporto nutritivo quotidiano, ma non incidono sui meccanismi e i disordini metabolici sottostanti alla perdita di peso dovuta al cancro, risultando quindi di scarsa efficacia nel causare un miglioramento in termini di riacquisto del peso, risposta alla terapia, qualità della vita e sopravvivenza;
Ecco perché la terapia nutrizionale medica deve poter incidere sulle alterazioni metaboliche causate dal cancro che, anche in presenza di un apporto nutritivo normale, determinano la perdita di peso nel paziente. Si è dimostrato efficace in tal senso lacido eicosapentaenoico (EPA) - un acido grasso omega-3 derivato dallolio di pesce - particolarmente se somministrato insieme ad unadeguata quantità di calorie e proteine. La casa farmaceutica Abbott ha sviluppato un integratore nutrizionale terapeutico, ProSure®, che combina la necessaria quantità di EPA con un elevato apporto di proteine e calorie. E studi clinici hanno comprovato la capacità di questo integratore di stabilizzare e invertire la perdita di peso dovuta al cancro, agendo sui disordini metabolici ad esso sottostanti (www.prosure.ws).
Per finire, un recente studio ha dimostrato che i pazienti di cancro al pancreas, trattati con EPA arricchito in proteine e calorie, hanno visto accrescere il proprio livello di attività fisica in maniera sensibile, diversamente da quelli che assumevano semplicemente un supplemento nutrizionale isocalorico e isoproteico.
È importante che questo tipo di terapia sia presa in considerazione fin dallinizio della malattia, perché le cause sottostanti la perdita di peso intervengono fin dal momento in cui la prima cellula tumorale si riproduce. Ne consegue che prima i pazienti sono messi in grado di contrastare le alterazioni metaboliche causate dal cancro, che determineranno, presto o tardi, il calo di peso, più alta potrà essere la qualità della loro vita e le possibilità di sopravvivenza.
Indirizzi utili
Associazione Italiana Malati di Cancro (AIMaC)
www.aimac.it
Medici e Nutrizione
www.medicienutrizione.it/public/oncologia/pag03.asp
Progetto Ibis
www.progettoibis.com
Torna ai risultati della ricerca
|