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Alleanza dei centri oncologici

Monica Melotti, N. 5 maggio 2005

Sempre di più la popolazione prende coscienza della necessità di affrontare la malattia tumorale in termini razionali, senza indulgere alle inevitabili tentazioni di fuga, negazione o rimozione. Sempre meno casi di tumori in fase avanzata, sempre più casi precoci. E i centri oncologici cercano di offrire il meglio al paziente, anche alleandosi tra di loro. Come nel caso dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Ospedale San Paolo di Milano che hanno appena avviato il progetto di realizzare un programma di collaborazione, approvato dalla Regione Lombardia, per potenziare l’offerta di assistenza ai malati di tumore. Obiettivo dell’accordo è facilitare gli accessi alle aree di senologia e di oncologia Medica, riducendo le liste di attesa, garantendo standard di qualità omogenei tra le due Istituzioni e attuando programmi di ricerca clinica mirati allo sviluppo di nuovi farmaci e di terapie innovative.
«La collaborazione tra lo Ieo e il San Paolo coinvolgerà primariamente il Dipartimento di Medicina, la Divisione di Radioterapia, la Divisione di Chirurgia Cervico-facciale dello Ieo e l’Unità di Oncologia Medica del San Paolo», spiega il professor Umberto Veronesi, direttore scientifico dello Ieo. «Tale collaborazione è incentrata sul principio dell’interazione multidisciplinare e si basa sull’attività di “gruppi di patologia d’organo” che riguardano i tumori mammari, quelli testa-collo e dell’apparato respiratorio. Per ciascuno di questi ambiti sono previsti momenti comuni di interazione tra oncologi medici, chirurghi, radioterapisti dello Ieo e oncologi medici del San Paolo, durante i quali viene definito, per ciascun caso clinico discusso, un percorso terapeutico condiviso che secondo le specifiche necessità assistenziali viene attuato presso uno dei due ospedali».
Gli obiettivi
Le due strutture hanno finalità comuni che vogliono conseguire mediante la realizzazione di questo progetto. Le priorità sono:

  • potenziamento sia qualitativo sia quantitativo dell’offerta di assistenza oncologica di alto livello, a favore dell’utenza sia regionale sia extraregionale;
  • sviluppo di un progetto oncologico globale “di rete”, improntato a principi di collaborazione genuina e interdisciplinarietà e rivolto agli aspetti clinici;
  • razionalizzazione dell’impiego delle risorse sia umane sia logistiche dei due Enti;
  • realizzazione di un modello di interazione tra Ente pubblico e Ente accreditato.

Infine il progetto determinerà per i pazienti un rilevante ridimensionamento dei tempi di attesa. Per gli interventi al seno, l’accesso avverrà entro i 30 giorni fissati dalla Regione Lombardia come obiettivo di Piano Oncologico.
Per i ricoveri ordinari in Oncologia Medica il tempo di accesso non sarà superiore ai 14 giorni, mentre per gli accessi in Day Hospital di Oncologia Medica sette giorni sarà il limite massimo di attesa.
Cosa farà il San Paolo
In concreto, l’accordo prevede l’ampliamento presso l’Ospedale San Paolo di un’unità di chirurgia senologica con personale medico, programmi di terapia e progetti di ricerca clinica condivisi tra le due strutture. «La previsione è quella di poter eseguire circa 500 interventi l’anno», spiega Carlo Pampari, direttore generale dell’Ospedale San Paolo. «Verrà anche ampliata la capacità ricettiva dell’Unità di Oncologia Medica, con moduli di degenza per trattamenti convenzionali, trattamenti innovativi e trattamenti di supporto. Con questa collaborazione, che nasce da un preciso indirizzo regionale, vogliamo che per il paziente non vi sia alcuna sostanziale differenza nell’essere preso in carico dall’una o dall’altra struttura ospedaliera, con il vantaggio che i tempi di attesa per accedere alle cure saranno drasticamente ridotti. Le specifiche necessità cliniche del singolo paziente orienteranno per la scelta della sede di ricovero, tenendo conto che il nostro ospedale, che è anche Polo Universitario, affianca alle eccellenze di chirurgia oncologica e di oncologia medica la disponibilità di altre aree specialistiche di alto livello come l’epatologia, la nefrologia, la cardiologia, la neurologia e la medicina intensiva, spesso indispensabili per gestire le non rare complicanze che il paziente oncologico deve affrontare».
Le mosse dello Ieo
«L’ Istituto Europeo di Oncologia è nato dieci anni fa non solo per far fronte alla crescente domanda di cura in ambito oncologico, ma anche per sperimentare e proporre un modello innovativo in sanità. La sua azione è ad ampio raggio, dal punto di vista della ricerca, della terapia, ma anche dell’organizzazione delle cure e dell’assistenza alla persona malata. Esportare tale modello, tutto o in parte, e riprodurlo in altre realtà di eccellenza fa parte della sua missione, oltre che del suo fine istituzionale come Irccs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico). La cultura della cooperazione tra istituzioni cliniche porta vantaggi significativi», precisa Aron Goldhirsch, direttore della divisione di medicina dello Ieo. «Innanzitutto un aumento della “massa critica”: un insieme più ampio e variato di situazioni cliniche e quindi un più ricco ventaglio di proposte terapeutiche innovative. “Si cura meglio dove si fa ricerca” non è uno slogan ma una realtà: costante aggiornamento e verifica della qualità sono le caratteristiche proprie della ricerca clinica. Allo Ieo abbiamo già sperimentato con successo l’applicazione della cultura di Rete Attraverso le Frontiere, con l’interazione, in particolare nella cura e nella ricerca del tumore del seno, con l’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI): un centro altamente specializzato, che opera attraverso cinque ospedali regionali del Canton Ticino».
Il principio di “massa critica” è fondamentale nella ricerca contro il cancro: la partecipazione di un maggior numero di pazienti agli studi clinici controllati permette di creare una sorta di economia di scala a livello scientifico, che per i ricercatori significa fare più ricerca a parità di risorse disponibili. Ma soprattutto per i pazienti vuol dire veder concludere più rapidamente i nuovi studi, pervenire più in fretta ai risultati sulle nuove terapie e assistere a un più rapido cammino della scienza.
La lotta contro il cancro è una lotta contro il tempo e ogni mossa che ci aiuta a guadagnarne, anche poco, è fondamentale non solo per i malati di domani, ma anche per quelli di oggi».
Roma chiama Haifa
Italia e Israele unite contro la lotta ai tumori: per raggiungere questo obiettivo comune l’Istituto Regina Elena di Roma e il Rambam Medical Center di Haifa in Israele (nella foto a destra) hanno inaugurato nel 2004 una joint-venture, punto di partenza per una serie di promettenti collaborazioni cliniche. «Quella contro il cancro è una lotta globale», spiega il professor Francesco Cognetti, direttore scientifico dell’Istituto romano. «E per vincerla è necessario unire le forze, scambiando esperienze e confrontandosi sulle migliori tecniche diagnostiche e terapeutiche». I primi progetti partiranno dalla discussione dei risultati di studi sui trattamenti dei tumori del pancreas, del retto, della prostata e delle metastasi ossee. In particolare si è deciso di porre l’accento sulla radioterapia, area in cui l’Italia primeggia e in cui gli israeliani sono alla continua ricerca
di expertise italiana”. Ma da questa unione nasceranno programmi e progetti innovativi, come quello sul “collaudo dei farmaci” grazie a test in vitro. La joint-venture tra questi due istituti costituisce un passo importante per superare quella serie di barriere, politiche e burocratiche, che spesso inficiano
i progetti ad ampio respiro. La ricerca quindi come punto di incontro e unione di cervelli.
E i promettenti risultati ottenuti da questa cooperazione confermano
la bontà della scelta. «Durante il primo seminario di aggiornamento tenutosi in Israele nel maggio 2004, si è cercato di delineare i temi su cui incentrare i possibili sviluppi di progetti di cooperazione», spiega il professor Massimo Crespi, responsabile delle relazioni internazionali dell’Istituto Regina Elena. «Si tratta di aree di ricerca clinica dove il nostro istituto svolge un’attività di eccellenza e dove diventa possibile operare un confronto pragmatico con i responsabili delle divisioni e dei servizi attivi presso l’ospedale israeliano. Il prossimo step è verificare i risultati delle ricerche
da loro condotte in questi settori: trattamento combinato dei tumori localmente avanzati del retto (studio di fase II), trattamento dei tumori metastatici del rene, trattamento multidisciplinare dei tumori pancreatici. Ulteriori approfondimenti riguardano le terapie per le metastasi ossee e contro le neoplasie della prostata».

Tra quattro anni sorgerà il nuovo Besta di Milano
Un fiore all’occhiello nell’offerta sanitaria, un centro di eccellenza per la cura dei tumori al cervello: è il quinto istituto neurologico a livello mondiale. Stiamo parlando dell’Istituto Neurologico Besta che entro il 2009 si trasferirà alla Bicocca, su un’area ex Pirelli di 42.000 metri quadrati, per un totale di 257 posti letto, con camere di degenza dotate al massimo di due letti e ampi spazi comuni. Il tutto è stato possibile grazie a un finanziamento di 160 milioni di euro ripartiti tra l’Inail (120 milioni) e il Ministero della Salute, che mette a disposizione 40 milioni per le attrezzature. La nuova sede del Besta sarà costituita da quattro edifici collegati tra loro, che ospiteranno le degenze sia mediche sia chirurgiche, e di quattro piani fuori terra e due sotterranei. Ci saranno otto sale operatorie, 33 posti in day hospital, una terapia intensiva con 12 letti e tutte le apparecchiature più nuove, compresi gli acceleratori lineari per la cura dei tumori e del sistema nervoso. Le specialità mediche che caratterizzeranno l’attività dell’Istituto saranno: Neurologia (in tutte le sue applicazioni cliniche), Neurochirurgia, Neuropsichiatria Infantile, Neuroncologia, Terapia Intensiva d’interesse neurologico, Neuropatologia, Neurofisiopatologia, Biochimica e Genetica, Neuroradiologia, Radioterapia e Radiochirurgia stereotassica, Neuroriabilitazione. Un’ampia parte della superficie sarà destinata a studi e laboratori di ricerca. Al piano terra troveranno sistemazione il laboratorio d’analisi chimico-cliniche, una biblioteca e un auditorium da 200 posti con altre due o tre aule da circa 40 posti ciascuna. Gli ambulatori posti al piano d’ingresso avranno servizi comuni, ma sale per attese e visite separate per pazienti solventi e non, con spazi alternativi per l’esercizio della libera professione intramuraria. Particolare attenzione è stata posta all’area pediatrica che sarà distinta e accorpata, tanto da configurare un ospedale nell’ospedale, per l’età dello sviluppo. Inoltre, vi sarà un asilo nido interno che potrà ospitare trenta bambini e sarà aperto anche alle esigenze del territorio.
Fuori un parco di 7500 metri quadrati e un parcheggio di quasi 14mila metri quadrati, con 300 posti auto per i dipendenti e altri 450 per i visitatori. L’ospedale sorgerà su un’area dove c’è già la Scala bis del Teatro degli Arcimboldi, l’università Bicocca con 27mila studenti, la Mirs della Pirelli, dove si fa ricerca per produrre pneumatici di concezione avanzata. Poco lontano il Cnr, un altro esempio della Milano tecnologica.

Indirizzi utili

Istituto Europeo di Oncologia
Via Ripamonti, 435 - Milano
Tel. 02.57489.1 Fax 02.57489.208
www.ieo.it

Ospedale San Paolo di Milano
Via A. Di Rudiní, 8 - Milano
Tel. 02.8184.1 Fax 02.8910.875
www.hspsanpaolo.mi.it

Istituto Regina Elena, Sede Eur Mostacciano
Via Elio Chianesi, 53 - Roma
Tel. 02.52662626
www.ifo.it

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