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Mangiar sano e non fumare

Annalisa Cretella, N. 10 ottobre 1998

Mangiare vegetariano e non fumare alla base dei comportamenti che aiutano a prevenire il cancro. Più la ricerca oncologica si affina, più queste semplici norme si dimostrano valide per vivere a lungo e soprattutto meglio.
Nonostante i progressi nella prevenzione a cura delle malattie oncologiche, di cancro ci si ammala di più che in passato. Le ragioni di questo apparente paradosso sono essenzialmente due. Rispetto al passato la popolazione è invecchiata, essendo migliorate le condizioni igieniche e alimentari che consentono un maggiore e migliore quantità e qualità di vita. Se dunque sono aumentati i vecchietti, di riflesso sono aumentate le malattie della vecchiaia tra cui, appunto, il cancro. La seconda ragione è nella vita stessa che facciamo, migliore sotto tanti aspetti rispetto a quella di soli quarant'anni fa - lo abbiamo appena detto - ma più esposta al rischio oncologico per la presenza di fattori inquinanti, consumo di tabacco, alimentazione squilibrata stress ed altre amenità frutto di un progresso che è stato ed è quanto meno scritariato. Per delineare un quadro chiaro sia delle nuove scoperte sia dei fattori dannosi già oggetto di studio negli anni passati, e per capire meglio a che punto è la ricerca scientifica in campo oncologico e su cosa si sta concentrando, siamo andati a trovare il dottor Maurizio Montella, responsabile del Servizio di Epidemiologia e Prevenzione dell'Istituto nazionale per la cura dei Tumori, fondazione "Pascale", di Napoli.
"Tra le molteplici cause, il tabacco è sicuramente il killer numero uno: lo si ritiene responsabile di 800-900 mila morti ogni anno in Italia. Tuttavia, malgrado i buoni risultati della ricerca scientifica, malgrado gli studi medici e le campagne di informazione e prevenzione, e malgrado le campagne di "Pubblicità progresso" che mettono in guardia contro il danno delle sigarette, la società attuale può dirsi pienamente consapevole di essere incosciente, per l'indifferenza che dimostra verso i rischi che corre e che potrebbe evitare, semplicemente con scelte di vita ponderate".
E' tra i giovani che si registra una notevole crescita dei fumatori, con un tasso che dall'1% fra gli undicenni sale al 20-33% tra i quindicenni. E mentre negli Stati Uniti la percentuale dei fumatori è scesa al 25% della popolazione, in Italia, fumano ancora il 31,5% degli uomini e il 26,6% delle donne. Se anche le fumatrici sono in numero minore dei fumatori, la distanza è andata riducendosi a causa dell'aumento delle fumatrici fra le giovani. sono infatti il 42% le fumatrici d'età compresa fra 25 e 39 anni, mentre il tasso scende al 14% nelle donne con oltre 55 anni. Secondo dati forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, il tasso di mortalità per cancro al polmone nelle donne dei paesi industrializzati è in rapido aumento. Nel 2000 saranno oltre 1 milione le donne che moriranno di questa malattia. Inoltre, siccome il fumo debilita il sistema immunitario, vi è il fondato sospetto che il tumore alla mammella abbia una percentuale di rischio del 25% in più fra le fumatrici.
Dottor Montella, sono risaputi i danni che il fumo provoca ai polmoni, ma in quale misura incide sulle altre patologie tumorali?
"Il fumo è responsabile del 35% di tutti i tumori, dell'80-90% dei tumori polmonari e laringei, del 20-40%, dei tumori della vescia, reni e pancreas, e, insieme con l'alcol, del 40-50% dei tumori della bocca e dell'esofago. Il fumo, inoltre, fuori dal campo oncologico, è causa del 20-30% degli infarti e delle altre affezioni cardiocircolatorie, e del 30% delle bronchiti croniche. Mentre i non fumatori, non solo non sono soggetti a tutti questi rischi, ma vivono in media 10 anni di più. In chi smette di fumare i rischi connessi al fumo diminuiscono con i tempo e cessano del tutto a dieci anni per bronchiti, infarto e le altre malattie cardiocircolatorie, mentre dopo tredici anni cessano i rischi oncologici".
Qual è il legame fra fumo di tabacco e cancro della vescica?
"Nelle urine dei fumatori vi sono tracce di ammine aromatiche, come benzidina e naftilammina, derivati dalla degradazione delle proteine del tabacco, che esercitano un'azione cancerogena sulla vescica dei forti fumatori. Una categoria a rischio è rappresentata anche dagli addetti alla verniciatura, sebbene oggi in misura minore che in passato. Questo tipo di cancro, infatti non dipende solo dal fumo, ma sono state individuate anche altre cause, tra cui la principale è la presenza di sostanze chimiche contenute nelle vernici".
Sui danni da fumo si hanno ormai molte conoscenze, anche sul fumo in gravidanza e su quello passivo. Verso quali altri campi è orientata oggi la ricerca?
"Sono più di 30 anni che si sa con certezza che il fumo è un forte cancerogeno, sicuramente la causa principale del tumore al polmone. Ed ancora, è ormai una certezza scientifica che il fumo in gravidanza è responsabile di aborti spontanei, e che le conseguenze del fumo sono particolarmente nocive nelle persone anziane, nella prima e seconda infanzia, nei bronchiti, negli asmatici e cardiopatici. Gli studi degli ultimi anni si sono concentrati principalmente sull'alimentazione, che subito dopo il fumo è il fattore cancerogeno più importante. Il cibo è responsabile di oltre il 30% di tutti i tumori. Da diversi anni il Servizio di Epidemiologia del "Pascale", in collaborazione con altri importanti centri oncologici italiani, si sta occupando dei riflessi dell'alimentazione sul cancro. Da questi studi si è evidenziato che, per esempio, mentre nei paesi anglosassoni il cancro al seno è connaturato a un regime dietetico a base di carne grassa e condimenti di origine animale, in Italia sono gli eccessi di carboidrati, presenti soprattutto nella pasta, a far proliferare la malattia".
Quali sono le regole per una corretta alimentazione che consenta di ridurre il rischio di cancro?
"In linea di principio, è importante non aumentare di peso. Un consumo eccessivo di grassi, specie animali, tipico in cui ingrassa, favorisce l'insorgenza del cancro dell'intestino e della prostata, della mammella e del pancreas. Ma anche un'alimentazione carente è pericolosa. La carenza di vitamine A e C favorisce l'insorgenza dei tumori della pelle e dell'apparato digerente. Una mancanza di proteine può causare il cancro dello stomaco, e l'insufficienza di fibre vegetali facilita l'insorgenza del cancro del colon retto. Bisogna evitare anche gli alimenti manipolati, con l'aggiunta di nitriti e nitrati, come salumi e carni in scatola. Stesso discorso vale per gli idrocarburi policiclici, tra cui il più pericoloso è il Benzopirene 3-4, presente nei cibi affumicati e nelle carni cotti alla brace. Tra gli eccessi da evitare, sicuramente il consumo di superalcolici, che danneggia stomaco e fegato e favorisce il cancro di bocca ed esofago, vescica e pancreas.
Tuttavia, mentre vi sono studi controversi sul rapporto tra cancro e alimentazione, sappiamo con certezza che alcuni alimenti rappresentano veri fattori di protezione: l'olio di oliva vergine, ricco di grassi polinsaturi, il pesce, lo yogurt, la frutta, le verdure, specialmente se consumate crude, i legumi freschi e i cibi integrali".
Dott. Maurizio Montella, responsabile del Servizio di Epidemiologia, Istituto Nazionale Tumori - via M. Semmola - 80131 Napoli; Tel. 081/5903395 - 816 - 597
fax 081/5466888 e-mail: legamont@tin.it
Professor Giovanni D'Errico
Presidente della Lega Tumori, sezione di Napoli. Via M. Semmoa - 80131 Napoli. Tel. 081/5465880; fax 081/5466888.

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