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Buon compleanno IEO
Elisa Fuochi, N. 8/9 agosto settembre 1999
Il 21 giugno scorso l'Istituto Europeo di oncologia di Milano ha festeggiato i suoi primi cinque anni di attività. Un anniversario davvero importante che lo ha portato ad essere uno tra i primi cinque istituti al mondo per la cura e la ricerca contro il cancro, perché qui tutti, come dice il professor Umberto Veronesi (direttore scientifico dello Ieo), dai medici agli infermieri, dai ricercatori agli inservienti, lavorano a tempo pieno, mettendo al primo posto il benessere del paziente. Una struttura di eccellenza che vanta questi numeri: 200 posti letto e 200 infermieri, 650 dipendenti per 26000 ricoveri in cinque anni. E soprattutto un tempo di degenza medio di cinque giorni, contro il 6,5 di Amsterdam e i 7,5 di Parigi, per un bilancio annuo di 140 miliardi di lire. Nella ricerca scientifica l'Istituto è sempre stato all'avanguardia in almeno sette branche specifiche, ne citiamo alcune: la tecnica chirurgica del linfonodo sentinella per il cancro al seno, la terapia molecolare per curare la leucemia, la radioterapia conformazionale contro il tumore della prostata e la immuno radioterapia che porta la radioattività solo sulle cellule da distruggere, risparmiando quelle sane. Nei prossimi cinque anni sono già in programma altri obbiettivi ambiziosi, vediamo allora quelli che a breve diventeranno realtà. Lo Iort, radioterapia intraoperatoria per il tumore del seno L'acronimo Iort, sta per Intraoperative Radiotherapy, ovvero la radioterapia che entra un sala operatoria. Grazie a questa apparecchiatura mobile, dotata di un braccio robotico direzionabile, il chirurgo potrà intervenire direttamente, attraverso la ferita aperta, nella sede dove il tumore è stato appena tolto. Verranno così eliminate le cellule tumorali residue mediante a una dose molto elevata di elettroni. Questa tecnica innovativa è stata introdotta per la prima volta (luglio scorso) in Europa allo Ieo e viene applicata nel campo dei tumori mammari, ma in seguito sarà usata anche per altre neoplasie. L'unicità della Iort sta nella possibilità di colpire direttamente il bersaglio, a ferita aperta, senza attendere, come avveniva in passato, la rimarginazione della ferita prima di prescrivere alla paziente un ciclo di radioterapia. Questo lasso di tempo dava la possibilità alle cellule tumorali rimaste di replicarsi e per questo le dosi di radioterapia dovevano essere ripetute e continue. Oggi non è più cosi, perché questo accelleratore di particelle (dal costo di un milione di dollari, ne esistono sole tre esemplari al mondo, ndr) grazie al braccio robotico permette al chirurgo di concentrare una dose molto elevata di elettroni direttamente nella sede tumorale. L'intervento risulta così più radicale e la radioterapia raggiunge livelli di dose impossibili da somministrare con la sola radiazione esterna, le dosi irradiate durante l'intervento sono pari a metà dell'intero ciclo di radiazioni che vengono normalmente somministrate dall'esterno. In pratica prolungando di soli 7-10 minuti l'intervento chirurgico e mantenendo inalterato il tempo di degenza, al paziente viene risparmiato circa due settimane di trattamento di radioterapia esterna. I risultati della sperimentazione della Iort, già applicata per i per i tumori rettali, gastrici, ginecologici, per i sarcomi ossei e le neoplasie dei tessuti molli, sono stati più che soddisfacenti: nei tumori a stadio iniziale la scomparsa del tumore ha superato il 90%. Cinque anni di ricerca e cura allo Ieo Nei suoi primi anni di attività l'Istituto Europeo di oncologia ha prodotto importanti contributi scientifici di valore internazionale per la lotta contro il cancro. Prevenzione Tumori ha sempre puntualmente informato i suoi lettori. Ecco, comunque, una breve sintesi dei traguardi più prestigiosi. La terapia molecolare con l'acido retinoico, in associazione alla chemioterapia, può curare la leucemia promielocitica. La cura ha una tossicità estremamente ridotta e nel 95% dei casi si ottiene la scomparsa della malattia. Anche la immunoradioterapia con il sistema dell'avidina-biotina, attrazione naturale fra due molecole, permette di concentrare la radioattività solo sulle cellule malate risparmiando quelle sane. I tipi di tumore trattati sono quelli del cervello e dell'ovaio, ma in un prossimo futuro questa cura si potrà applicare anche ad altre neoplasie. Importanti ricerche epidemiologiche su scala internazionale hanno dimostrato l'importanza dell'antiestrogeno tamoxifene, in grado di ridurre il rischio di tumore al seno. I risultati di questo farmaco sono stati pubblicati, l'anno scorso, sulla prestigiosa rivista Lancet e alcuni mesi fa è iniziato, sempre allo Ieo, uno studio clinico multicentrico sul Fenretinide (un derivato della vitamina A) per valutare se effettivamente è in grado di ridurre il rischio di sviluppare il tumore al seno. La chirurgia radioguidata, invece, assicura la rimozione completa dei tessuti in fase iniziale di trasformazione maligna. Ne è un fulgido esempio la tecnica del linfonodo sentinella, una svolta cruciale nel trattamento del carcinoma mammario perché evita interventi chirurgici inutili e garantisce eguale sicurezza. Con questo metodo è possibile distinguere i linfonodi malati che devono essere asportati, risparmiando la rimozione totale dei linfonodi sani dell'ascella. I risultati di questa tecnica rivoluzionaria sono stati pubblicati. il febbraio scorso, sul Journal of the National Cancer Institute. Infine la radioterapia conformazionale che rappresenta una nuova cura per i tumori della prostata. Con questa tecnica viene conservato l'organo e mantenuta inalterata la sua funzionalità. Grazie alla bassa tossicità gli effetto effetti collaterali sono molto ridotti.
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