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Cos'è cambiato, cosa cambierà
Dario Vascellaro, N. 11/12 novembre/dicembre 2002
Nel 1997, suscitò parecchio scalpore, sul New England Journal of Medicine, lintervento di John C. Balair III, insigne professore di epidemiologia e biostatica alla Mc Gill University. Balair affermò in quelloccasione che "la guerra contro il cancro è lontana dallessere vinta. Lefficacia dei nuovi trattamenti contro la mortalità è molto deludente".
La conclusione principale di Balair, confermata dal National Cancer Institute, era che la mortalità per cancro negli Stati Uniti era aumentata del 7 per cento dal 1975 al 1990. "Nessun esperto del settore può continuare a credere che dietro langolo vi sia necessariamente tutta una serie di magnifiche terapie contro il cancro in attesa di essere scoperte" asseriva.
Il cancro nel mondo
Nel mondo muoiono oltre sette milioni di persone lanno per tumori maligni. Il tipo di neoplasia più diffusa è il cancro del polmone, assieme a quello del colon, dello stomaco e della mammella, ma sta aumentando lincidenza di neoplasie di altra natura, quali quelle cerebrali, linfomi e leucemie.
Nel 1990 nellUnione europea si stimavano a 1.292.000 i casi di tutte le forme di cancro diagnosticate, esclusi i cancri cutanei non melanomatosi. Tra gli uomini i nuovi casi registrati erano 647.000, per le donne 645.000. Se gli uomini erano colpiti più frequentemente da cancro dei polmoni (141.500 casi), da cancro del colon e del retto (80.200 casi), da cancro della prostata (76.100 casi) e cancro dello stomaco (46.700 casi), nelle donne le forme principali di incidenza del cancro risultavano il cancro al seno (157.000), il cancro del colon e del retto (89.200), il cancro dei polmoni (33.900) e il cancro dello stomaco (33.800).
Mentre il cancro dello stomaco mostrava una tendenza verso il basso nella sua incidenza, tutti gli altri tipi di cancro, nel 1996, continuavano ad aumentare, a eccezione del cancro dei polmoni: il rischio di tale tipologia tumorale per gli uomini più giovani, infatti, in taluni paesi risultava essersi stabilizzata.
Laumento statistico dellincidenza delle neoplasie è dovuto sia al miglioramento delle procedure diagnostiche (se si scoprono sempre più tumori, fatto di per sé positivo, ciò incide sulle rilevazioni statistiche) sia ai fattori di natura ambientale, tra i quali il fumo continua a occupare una posizione preminente. Tra gli inquinanti ambientali va segnalata limportanza di composti quali gli idrocarburi aromatici (presenti nel fumo di sigaretta, ma anche nei gas di scarico delle auto, nello smog urbano, in alcuni cibi affumicati), le amine aromatiche, prodotte principalmente nelle industrie della gomma e dei coloranti (importanti fattori di rischio per il cancro della vescica), le nitrosamine (prodotte nello stomaco anche da alcuni alimenti).
Drammatiche disuguaglianze
La lotta contro il cancro fa parte dello sforzo mondiale per proteggere e implementare il diritto alla salute, definito nellarticolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Nonostante le straordinarie conquiste della scienza moderna, però, al processo di globalizzazione delleconomia non si è finora accompagnato quello della globalizzazione del diritto alla salute. Se la lotta contro il cancro ha compiuto dei passi avanti significativi nei paesi più sviluppati (dove tutti i mezzi a disposizione della moderna oncologia vengono utilizzati ai massimi livelli, per quanto riguarda la prevenzione primaria, la prevenzione secondaria e i trattamenti), nel resto del pianeta la situazione resta drammatica ed è, anzi, in continuo peggioramento. La povertà e le disuguaglianze crescenti sono, infatti, tutte cause primarie dellincremento delle emergenze sanitarie mondiali, compresa la diffusione del cancro.
LOrganizzazione mondiale della sanità ha previsto che entro il 2020 un numero di persone pari alla popolazione della Grecia (10 milioni) morirà ogni anno di cancro: il 70 per cento dei casi di cancro a livello mondiale riguarderà paesi che dispongono di meno del 5 per cento delle risorse mondiali per combatterlo. Secondo unaltra stima, se gli attuali trend di sviluppo della diffusione dei fumatori continueranno, nel ventunesimo secolo ci saranno un miliardo di morti dovuti al consumo di tabacco, dieci volte il numero di quelli del ventesimo secolo. Sebbene le morti premature dovute al consumo di tabacco stiano diminuendo in Gran Bretagna e in Nord America, in molti altri stati le statistiche mostrano un rapido aumento. I paesi in via di sviluppo rappresentano il target principale delle industrie di tabacco e sono la fonte maggiore dellesorbitante profitto di tali industrie.
I tumori in italia
Oggi, nel nostro paese, il cancro è responsabile del 23 per cento delle morti contro unincidenza del 12 per cento di appena 30 anni fa. Ogni ora in Italia si ammalano 30 persone e ne muoiono 18. Ogni anno si ammalano di tumore in Italia circa 270.000 persone e 160.000 ne muoiono. Complessivamente più di un milione e mezzo sono le persone affette da questa malattia, fra i nuovi casi, i pazienti guariti o in trattamento. Un uomo ha una probabilità su tre e una donna una su cinque di sviluppare un tumore durante la sua vita medica, mentre un bambino che nasce oggi e che vivrà fino alletà di 80 anni avrà visto ammalarsi di tumore oltre 20 milioni di suoi connazionali.
Se i dati odierni sono gravi, ancora più preoccupanti sono le proiezioni: nel 2010 i casi di tumore saranno 400.000 in un anno, oltre 1000 al giorno.
Statistiche alla mano sembrerebbe, quindi, che il cancro abbia conosciuto unavanzata trionfale, ma se si guardano più attentamente le cifre, lapparente avanzata del cancro si spiega con la quasi scomparsa della mortalità per malattie infettive e con lallungamento della durata media della vita.
In realtà, soprattutto nellultimo decennio, la terapia antitumorale ha fatto passi da gigante rendendo curabili tumori che fino a poco tempo fa erano delle condanne senza appello, prolungando (in molti casi di decenni) la sopravvivenza nei colpiti da neoplasie più gravi, mentre nuove tecniche diagnostiche permettono di segnalare linsorgere del male nella sua fase iniziale e quindi di renderlo più affrontabile.
Nonostante laumento dincidenza, infatti, la mortalità è stata in costante calo negli ultimi decenni, con una percentuale di sopravvivenza a lungo termine che è passata dal 20 per cento nel 1930 al 55 per cento nel 1990. Dal programma Europa contro il cancro risulta che in tutta Europa nel 2000 sono state salvate circa 100.000 vite in più rispetto al 1985. La diminuzione di mortalità riguarda soprattutto i tumori dello stomaco e del polmone nelluomo. Fra le donne, invece, le vittime di tumore del polmone sono aumentate, a causa della crescente abitudine al fumo nella popolazione femminile.
Negli ultimi 15 anni, in Italia la mortalità per tumore si è ridotta del 12 per cento: un risultato che colloca lItalia, assieme alla Gran Bretagna, al quarto posto nella classifica dei paesi europei in cui la lotta al cancro è stata più efficace.
Anche di fronte al cancro, però, il nostro si conferma un Paese a due velocità. Al Nord ci si ammala di più, ma al Sud si guarisce meno, soprattutto per la cronica carenza di strutture, radioterapia in testa, mai colmata.
È possibile dividere le forme tumorali in quattro fasce, a seconda della sopravvivenza media. Una prima fascia con una sopravvivenza maggiore del 75 per cento raggruppa i tumori del labbro, i melanomi cutanei, i tumori della mammella, quelli della tiroide, i linfomi di Hodgkin, i tumori del testicolo negli uomini e quello al collo dellutero nelle donne.
Fra i tumori con sopravvivenza dal 50 al 75 per cento si collocano quello delle ghiandole salivari, del colo-retto, della laringe, dellosso e dei tessuti molli, della prostata, della vescica, del rene, i linfomi non-Hodgkin e la leucemia linfatica cronica.
La terza fascia raggruppa le forme tumorali con sopravvivenza fra il 25 e il 50 per cento, che comprende tutti i tumori della sfera orale, dello stomaco, dellintestino tenue, dellovaio, il mieloma multiplo e la leucemia mieloide cronica.
Infine, nellultima fascia ci sono le forme tumorali con sopravvivenza inferiore al 25 per cento. È un gruppo, purtroppo, ancora molto numeroso e raggruppa: tumore dellesofago, del fegato, del pancreas, della colecisti, del polmone, della pleura, dellencefalo e le leucemie acute.
La ricerca
Sono stati notevoli negli ultimi anni i progressi della ricerca nello studio della patogenesi e nella terapia dei tumori come, ad esempio, lidentificazione del gene responsabile di una grave forma di leucemia, la leucemia promielotica, e la messa a punto di nuovi modelli sperimentali per la terapia immunologica dei tumori. Le tecniche di biologia molecolare hanno inoltre consentito di individuare le alterazioni geniche associate alla poliposi familiare del colon.
La ricerca medica punta sempre più alla scoperta di farmaci antitumorali ad azione mirata che concentrino il loro potenziale solo contro le cellule malate e non danneggino le cellule sane, garantendo maggiore efficacia e tollerabilità.
Parallelamente allimmissione di nuovi farmaci, promettente appare la strada dei vaccini. Il vaccino antitumorale sul quale maggiormente puntano le speranze dei ricercatori è costituito da un anticorpo definito BEC2 e da batteri ricombinati geneticamente detti BCG. I ricercatori hanno per ora sperimentato il vaccino nel melanoma e nel tumore polmonare a piccole cellule: due forme tumorali nelle quali la chemioterapia è servita finora soltanto a prolungare di poco, al massimo di 16 mesi, la vita del paziente. Questo vaccino dà risultati molto più confortanti: a tre anni dallinoculazione della nuova sostanza, sei persone su sei affette da tumore polmonare sono ancora vive, mentre, delle 14 affette da melanoma, ne restano in vita nove.
Vi è poi il settore dei trapianti e della terapia genica. Il trapianto di fegato sembra offrire la soluzione ideale per chi soffre di cirrosi e contemporaneamente è colpito da un carcinoma del fegato di piccole dimensioni; la terapia genica ha lintento di manipolare e di correggere il materiale genetico, che è responsabile dellemergenza e dellevoluzione dei tumori in laboratorio, per poi risomministrarlo modificato al paziente.
LEuropa contro il cancro: piano dazione 1996-2002
Il piano dazione comunitaria per la lotta contro il cancro, approvato per il periodo dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2000, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2002.
Il piano comporta 20 azioni nei settori essenziali della raccolta dei dati, dellinformazione, delleducazione alla salute, della formazione del personale sanitario in materia di cancro, della rilevazione precoce e del depistaggio, degli studi e delle azioni in materia di qualità delle cure e della ricerca. Le azioni da effettuare comprendono in particolare:
- la fissazione di obiettivi comuni;
- la normalizzazione e la raccolta di dati comparabili in materia di sanità;
- programmi di scambio di esperienze, di professionisti della sanità e di programmi di diffusione delle pratiche più efficaci;
- la creazione di reti dinformazione;
- la realizzazione di studi su scala europea e la diffusione dei loro risultati;
- lo scambio di esperienze sul controllo di qualità in materia di individuazione precoce della malattia e di prevenzione del suo sviluppo e i contributi per stabilire le priorità nella ricerca sul cancro e il trasferimento dei risultati della ricerca fondamentale nelle prove cliniche.
Per il 2002 a livello comunitario sono stati stanziati 13,3 milioni di euro per questo settore.
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