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Come prima grazie al chirurgo plastico

Lara Bettinzoli, N. 11/12 novembre/dicembre 2002

Il seno rappresenta da sempre per la donna il simbolo della femminilità, maternità, fertilità e un’importante arma di seduzione. I vari mass media propongono anche per questa parte anatomica femminile modelli ispirati a donne bellissime, fisicamente perfette; infatti il seno secondo i canoni estetici attuali dovrebbe essere alto, grosso, tonico e molte donne per rincorrere questo modello si sottopongono a interventi di chirurgia estetica. Proprio per questa valenza simbolica quando alla donna viene diagnosticato un tumore al seno il pensiero e la preoccupazione ricadono, oltre che sulla paura di dovere affrontare la malattia e tutto quello che questa comporta (operazioni chirurgiche, chemioterapia, sedute di radioterapia ecc.), sul risultato estetico dopo un intervento chirurgico invasivo, quale è appunto la quadrantectomia o la mastectomia (questa consiste nella rimozione completa della ghiandola mammaria, comprendente una parte della cute e l’intera areola e capezzolo).
Spesso la menomazione creata da una mastectomia e la conseguente presenza di una cicatrice può provocare stress emozionali e gravi disturbi psicologici. Per questo motivo alcune donne richiedono dopo l’operazione un intervento ricostruttivo.
Quello che molte di loro non sanno è che è possibile con un’unica operazione sia asportare il tumore che ricostruire la mammella in caso di mastectomia o rimodellerla in caso di intervento conservativo. “Questo è possibile – spiega il dottor Vittorio Zanini, responsabile della chirurgia plastica oncologica presso la Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia – in quelle strutture ospedaliere, come ad esempio presso la Fondazione Maugeri di Pavia, dove alla cura del tumore della mammella partecipa un’intera équipe di specialisti.
L’équipe include più figure mediche che, lavorando insieme, danno il massimo contributo tecnico, scientifico e umano. Queste figure sono quasi sempre l’oncologo medico, che dà l’impostazione del piano di cura e ha un ruolo di coordinamento; il chirurgo senologo e quello plastico, che rivestono un ruolo essenziale sia curativo che estetico; e il radioterapista, che entra in gioco sia nella terapia del tumore stesso sia nella prevenzione delle ricadute e anche nella terapia del dolore”. Intorno a questo gruppo di medici ruotano tutti coloro che in maniera secondaria, ma non meno importante, collaborano alle cure (radiologi, anatomo-patologi, medici nucleari, psicologi, ginecologi, ecc).
“È importante – precisa Zanini – che la donna si affidi a un centro oncologico dove possa trovare tutti i medici specialisti di cui necessita senza dovere affrontare pesanti trasferte da un ospedale all’altro.
Uno dei miei obiettivi principali è quello di diffondere, sia ai pazienti che ai medici che operano in strutture piccole dove non è prevista la figura del chirurgo plastico oncologo, la conoscenza della possibilità di effettuare l’intervento di asportazione della la massa tumorale insieme a quello di chirurgia plastica ricostruttiva, per ridare alla mammella un aspetto simile a prima.
Nell’équipe di questi medici specialistici il chirurgo plastico riveste un ruolo molto importante perchè con il suo intervento aiuta le pazienti a superare il trauma di vedersi fisicamente cambiate ritrovando l’immagine del proprio corpo.
“La chirurgia ricostruttiva – spiega Zanini – può essere eseguita anche contestualmente all’intervento oncologico, evitando alla paziente un’ulteriore seduta chirurgica e permettendo risultati estetici migliori; va precisato, per quelle pazienti dubbiose, che la chirurgia plastica non interferisce in nessun modo sull’andamento delle malattia”.
Lo scopo della ricostruzione mammaria è quello di ottenere un seno d’aspetto naturale, di forma e di volume il più vicino possibile a quello controlaterale.
Esistono diverse tecniche chirurgiche per la ricostruzione della mammella, la cui scelta dipende dal risultato della mastectomia, dalla struttura del seno controlaterale e dal risultato che la donna vorrebbe ottenere. “La tecnica chirurgica più utilizzata – spiega il dottor Zanini – per ricostruire una mammella è quella che si avvale dell’impiego degli espansori mammari. Al termine della mastectomia viene effettuato lo scollamento del muscolo grande pettorale dalla parete toracica che viene disinserito nelle sue inserzioni medio-inferiori per preparare la tasca che accoglierà l’espansore.
“Gli espansori cutanei consentono di aumentare la superficie cutanea della zona toracica.
La protesi inserita è simile a un palloncino di silicone già di forma anatomica vuoto, che viene riempito gradualmente, di settimana in settimana, con soluzione fisiologica, grazie a una valvola interna.
Quando la fase del riempimento è terminata,
e dopo circa due mesi dall’ultima espansione, viene sostituito l’espansore con la protesi definitiva di forma anatomica di volume, diametro e proiezione adeguati; questo trattamento non è doloroso, in genere le pazienti lamentano solo un leggero fastidio.
Nel caso invece i tessuti restanti dopo l’operazione siano insufficienti e i muscoli pettorali sono stati asportati, è necessario ricorrere al trasferimento di tessuti da altre sedi anatomiche, utilizzando un lembo muscolare o muscolocutaneo. Alcune volte può succedere che la nuova mammella non sia simile alla controlaterale, e volendo ottenere il massimo della simmetria, si dovrà ricorrere ad una mastoplastica riduttiva, se quella è di volume eccessivo, o a una mastoplastica additiva se è di volume insufficiente, o a una mastopessi se si vuole rialzare o ridarle forma senza togliere tessuto”.
“Un altro apporto importante del chirurgo plastico – continua Zanini – è nella chirurgia conservativa, dove l’aspetto innovativo della collaborazione tra chirurgo senologo e chirurgo plastico è quello di garantire un miglior risultato estetico e una maggiore sicurezza oncologica. Infatti mediante l’applicazione delle tecniche di chirurgia estetica della mastoplastica è possibile asportare anche più tessuto e quindi maggior radicalità e per contro quando la donna si risveglia dall’intervento avrà solo cicatrici simili a quelle di un intervento eseguito solo per motivi estetici”.

Glossario degli interventi chirurgici al seno
Resezione mammaria limitata: asportazione di una piccola porzione di tessuto mammario comprendente il tumore.
Quadrantectomia: asportazione di una parte di ghiandola mammaria con la cute soprastante e la sottostante fascia del muscolo pettorale.
Mastectomia radicale: asportazione della ghiandola mammaria e di una losanga di cute soprastante comprendente areola e capezzolo.
Mastectomia sottocutanea: asportazione della ghiandola mammaria rispettando la cute soprastante.
Linfonodo sentinella: studio del primo linfonodo che drena dalla mammella interessata dal tumore.
Dissezione ascellare di primo livello: asportazione dei linfonodi situati lateralmente al muscolo piccolo pettorale.
Dissezione ascellare totale: asportazione di tutti i linfonodi ascellari con o senza asportazione del muscolo piccolo ascellare.
Mastoplastica riduttiva: riduzione di parte della ghiandola mammaria per ridurne la ptosi.
Mastopessi: rimodellamento ghiandolare con riduzione della cute per ridurre la ptosi mammaria.

Cos’è il silicone
Il silicone proviene dal silicio che si trova in natura nella sabbia, nel quarzo e nelle rocce ed è un elemento molto comune: diventa silicone quando è combinato con l’ossigeno, con il carbonio e con l’idrogeno. Può essere sotto forma di polvere, gel, olio e gomma.
Ognuno di noi utilizza il silicone quasi tutti i giorni senza rendersene conto in quanto viene impiegato per la realizzazione di creme per le mani, di lozioni solari, di tettarelle per i neonati, di deodoranti e di molti altri prodotti; anche in campo medico viene largamente usato: ricopre gli aghi chirurgici, l’interno delle siringhe, le lenti a contatto, le articolazioni utilizzate in ortopedia, le protesi vascolari.
Le protesi mammarie sono state introdotte per la prima volta nel 1963, dopo accurati studi sul silicone; proprio perché si è dimostrata inerte se messa a contatto con il corpo umano, viene utilizzata per ricostruire la mammella.
È importante ricordare che tutti gli studi clinici scientifici fatti fino ad oggi dai maggior centri di ricerca negli Stati Uniti e in Europa confermano che le protesi mammarie al silicone non sono pericolose, in particolare non sono cancerogene, e non provocano malattie autoimmuni.

L’arma più efficace: la prevenzione
La battaglia contro il tumore del seno inizia ben prima che questo si manifesti. È importante, cioè, tenere sotto controllo lo stato di salute del seno anche quando questo è apparentemente in perfetta salute. Ancora oggi, infatti, molte donne consultano il medico solo mesi dopo la comparsa di un sintomo sospetto. Questo periodo permette al tumore di svilupparsi ulteriormente e di diventare più difficilmente curabile.

La donna dovrebbe sempre avere presente che:

  • spesso, seguendo alcune regole, il tumore si può evitare;
  • quando arriva, il tumore non guarisce spontaneamente;
  • se affrontata in tempo, la malattia può essere curata in modo efficace e definitivo.

Inoltre, è importante evitare gli atteggiamenti negativi come la sfiducia nelle possibili cure, la pericolosità degli esami, la vergogna nel sottoporsi alle visite.
Va anche combattuta la convinzione superstiziosa, tipica di molte donne, che sottoporsi alla visita senologica comporti automaticamente la scoperta della malattia. Un atteggiamento più realistico, infatti, permette di ridurre notevolmente i rischi.
Ecco i diversi tipi di prevenzione del tumore del seno:

  1. La prevenzione primaria
    Mirata a rimuovere dalla vita di una persona tutti i fattori che favoriscono la comparsa della malattia, fin dalla giovane età.
  2. La prevenzione secondaria
    Si basa sulla diagnosi precoce della malattia, da attuare sia a casa (autopalpazione) sia nello studio del senologo o dell’oncologo. Consente di scoprire un tumore nelle prime fasi e, quindi, di potere intervenire tempestivamente.
    La diagnosi precoce garantisce la possibilità di individuare in tempo una formazione anomala al seno che può rivelarsi un tumore ed effettuare, quindi, le cure più adatte.
    I senologi continuano a ripetere che molte donne al mondo oggi stanno bene perché hanno scoperto un nodulo al seno in tempo, attraverso l’autoesame del seno o le prove diagnostiche: si calcola che oltre il 96 per cento dei tumori di questo tipo potrebbe essere sconfitto se affrontato in tempo.
  3. La farmacoprevenzione
    È una nuova area dell’oncologia che utilizza farmaci in grado di inibire o rendere reversibile il processo di cancerogenesi intervenendo prima che il tumore divenga clinicamente evidente.

Le strutture oncologiche per la cura del tumore del seno:

  • Aviano
    Centro di Riferimento Oncologico, tel. 0434/659111.
  • Bari
    Istituto Oncologico, tel. 080/5555111.
  • Firenze
    Ospedale Careggi, Presidio Prevenzione Oncologica, tel. 055/5001111.
  • Genova
    Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, tel. 010/56001.
  • Milano
    Istituto Europeo di Oncologia, Divisione di Senologia e ginecologia, tel. 02/574891.
    Istituto Nazionale Tumori, tel. 02/23901.
    Università, Clinica Ostetrico Ginecologica Mangiagalli, tel. 02/57991.
    Università, Clinica Chirurgica, tel. 02/5462900.
    Ospedale San Raffaele, Cattedra di Chirurgia Generale, tel. 02/26432661.
  • Monza (MI)
    Ospedale San Gerardo, Clinica Universitaria Ostetrico-ginecologica, tel. 039/2331.
  • Napoli
    Istituto Nazionale Tumori, “Fondazione G. Pascale”, Divisione di Senologia, tel. 081/5903111.
  • Padova
    Università, Clinica Ostetrica e Ginecologica, tel. 049/8213410.
  • Palermo
    Ospedale Oncologico “Maurizio Ascoli”, tel.091/420846.
  • Parma
    Università, Istituto Clinica Chirurgica, tel. 0521/9021.
  • Pavia
    Fondazione Salvatore Maugeri, tel. 0382/592277 (senologia).
  • Perugia
    Policlinico Monteluce, Clinica Chirurgica Generale, tel. 075/5781.
  • Roma
    Istituto Regina Elena, tel. 06/49851.
    Ospedale Fatebenefratelli, isola Tiberina, tel. 06/68371.
    Policlinico Gemelli, Policlinico Gemelli Clinica
    Ostetrica e Ginecologica, tel. 06/30154511.
    Università Cattolica, tel. 06/301511.
    Università La Sapienza, Clinica Chirurgia, tel. 06/49971-4450741.
  • San Giovanni Rotondo (FG)
    Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, tel. 0882/410111.
  • Torino
    Ospedale San Giovanni Antica Sede Divisione di Chirurgia Oncologica, tel. 011/5754866-5754860.
    Ospedale Mauriziano Umberto I Università, Divisione di Ostetricia e Ginecologia, tel. 011/5080680.
    Ospedale Le Molinette, IV Divisione di Chirurgia Generale, tel. 011/6331633.
  • Varese
    Ospedale di Circolo, Istituto Clinica Chirurgica II, tel. 0332/278111.
Incidenza di vari tipi di tumore, per sesso, tra 15 e 39 anni (Registri Tumori italiani)
Maschi
Tipi di tumore Casi Tassi x 100.000
Stomaco 173 1,434
Colon retto 228 1,918
Polmone 206 1,716
Vescica 191 1,606
Rene e vie urinarie 125 1,038
Prostata 2 0,030
Testicolo 698 6,173
Pene 4 0,060
Femmine
Tipi di tumore Casi Tassi x 100.000
Stomaco 145 1,220
Colon retto 254 2,143
Polmone 88 0,732
Vescica 76 0,688
Rene e vie urinarie 87 0,752
Mammella 1.664 13,935
Utero collo 417 3,506
Utero corpo 89 0,739

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