Esegui una ricerca

Informativa privacy

Finalmente si parte

Maela Officio, N. 10 ottobre 2002

“Mamma, portami a casa”. Quante volte da bambini avremo ripetuto queste parole, ogni volta che eravamo costretti a fermarci in un luogo che non ci piaceva. Anche Domenico ha fatto come noi, ma lui aveva un buon motivo. All’inizio dell’estate appena trascorsa, la famiglia Coluccello da Brindisi arriva a Pavia. Non per una vacanza, purtroppo.
Domenico, il secondo dei tre figli, è un bambino di dieci anni affetto sin dalla nascita da una malattia rara, non mortale per fortuna, ma per la quale sembrava non esistere una cura efficace. La chiamano Diamond-Blackfan, un’anemia che di solito si manifesta prima dei due anni d’età, e la combattono con farmaci a base di cortisone. Infatti, per ben dieci anni (per tutta la sua giovane esistenza) Domenico ha convissuto con queste terapie: periodicamente si recava all’Ospedale Regina Margherita di Torino dove, grazie alla professoressa Gabutti e al dottor Ramenghi, era possibile praticargli delle trasfusioni, dopo che l’effetto del cortisone aveva riportato alla normalità i valori dell’emoglobina.
A distanza di pochi anni però i problemi si ripresentano. Il cortisone che fino a quel momento era stato l’unico rimedio alla malattia sembrava non avere più effetti su Domenico. A lungo andare il bambino aveva sviluppato una certa resistenza ai cortisonici e la sola alternativa che si presentava ai medici era il ricorso a un trapianto di midollo osseo. Solo l’anno scorso la decisione diventa definitiva, anche perché i rischi a cui sarebbe stato sottoposto il piccolo paziente si scontravano con le speranze dei genitori. Finalmente nel 2001 nasce Natalia, la sorellina minore, e il parto diventa l’occasione per prelevare le cellule staminali dal cordone ombelicale e per conservarle in attesa del trapianto.
Dall’Ospedale di Bari si giunge di nuovo a Torino e quindi, tramite il dottor Ramenghi, ci si mette in contatto con l’équipe dell’Oncoematologia pediatrica di Pavia, diretta dal professor Locatelli.
A Pavia è l’ANPO che si preoccupa di trovare una sistemazione per Domenico, la piccola Natalia e i genitori, mentre al Policlinico tutto ferve per preparare il trapianto il più presto possibile.
Il 27 giugno finalmente tutto è pronto: il bambino riceve le cellule “regalategli” dalla sua sorellina, mentre ai genitori non resta che vivere una lunga attesa, prima di scoprire che ormai l’incubo è per tutti finito. Dopo dieci anni, le speranze sono diventate una realtà, quella della guarigione.
Dicevamo prima che a Domenico non piace Pavia. Come dargli torto: la stagione che vive è quella delle vacanze, quando tutti se ne vanno, la città si svuota e a tenergli compagnia restano solo i medici, il personale del reparto e fuori, ad aspettarlo, le terribili zanzare. Le sole parole che ripeterà alla madre nei due mesi in cui vivrà a Pavia sono le stesse che ha pronunciato al suo arrivo: “Mamma, portami a casa”. E oggi, la sua mamma potrà accontentarlo.

Torna ai risultati della ricerca