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Lamica delle donne
Laura Bettinzoli, N. 6 giugno 2002
Dallultimo congresso europeo sul cancro della mammella che si è svolto a Barcellona è emerso un dato decisamente allarmante per tutte noi donne: sembra infatti che la pillola anticoncezionale predisponga allo sviluppo del cancro al seno. Lo mettono in evidenza i dati raccolti dallInstitute of Community Medicine di Tromso, in Norvegia, presentati a Barcellona alla terza Conferenza europea sul cancro al seno. Questo studio scandinavo ha coinvolto per sette anni ben 103 mila donne tra 30 e 45 anni di età, e il risultato emerso è che per le donne che hanno utilizzato la pillola, la probabilità di sviluppare un cancro al seno è nettamente più alta (26 percento), rispetto alle donne che non lhanno mai usata. Ma ad avere maggiori probabilità di ammalarsi sono soprattutto le donne che hanno impiegato questo metodo contraccettivo nella fase più avanzata della loro vita riproduttiva: il rischio sfiora il 41 percento per coloro che hanno preso la pillola per lunghi periodi, e arriva a un preoccupante 63 percento per le donne che a 45 anni assumono ancora lanticoncezionale. Inoltre viene sostenuto che può causare ictus e trombosi.
Dopo la diffusione di questi dati, cè stata subito una pronta risposta dell'ambiente medico; i ginecologi riunitisi per il Congresso europeo sulla contraccezione hanno sottolineato che la pillola anticoncezionale non solo protegge la donna da una maternità indesiderata ma anche la difende da gravi malattie. Sono sconcertato, e con me gli oltre mille colleghi riuniti a Genova, per le informazioni completamente fuorvianti. Con queste parole il professor Pierluigi Crosignani, presidente del Congresso e ginecologo dell'Università di Milano, ha rispedito al mittente le accuse lanciate contro l'anticoncezionale.
Il tumore del seno è raro nella donna giovane. Dunque, anche l'aumento da 1 a 1,26 è su base statistica del tutto trascurabile. Si sa che c'è un incremento modesto del tumore del collo dell'utero: non è, però, un problema serio perché la donna che esegue il pap-test regolarmente si accorge del rischio con cinque anni di anticipo. Va ricordato, infine, come circa il 50 percento delle gravidanze sia indesiderato, con tutti gli effetti che ne conseguono. Proprio questa valutazione convince un numero sempre maggiore di donne, in tutto il mondo, ad assumere la pillola anticoncezionale. A dispetto dei vari annunci dei giornali che ogni anno credono di fare uno scoop. Nel suo discorso a difesa della pillola, Crosignani ricorda anche che essa regola il ciclo, evita la sindrome premestruale, risolve la dismenorrea, diminuisce lacne e lirsutismo.
Anche i fibromi dellutero, grazie alluso della pillola, possono subire un netto rallentamento. Si tratta di tumori benigni dovuti, tra laltro, a una eccessiva produzione di estrogeni, la cui presenza può causare delle irregolarità nella frequenza e nella quantità delle mestruazioni, difficoltà nel concepimento o aborti precoci e dolorosi; in questo caso la pillola è in grado di far fronte agli scompensi ormonali e di ripristinare lequilibrio tra estrogeni e progestinici.
Anche Giuseppe Benagiano, ginecologo dellUniversità La Sapienza di Roma e segretario della Federazione mondiale dei ginecologi si schiera a favore della pillola: Sono notizie fuorvianti per la donna, che riportano indietro la problematica di almeno dieci anni. I dati a cui si riferisce l'articolo sono una rianalisi di studi completati da anni: si confonde la frequenza con cui avvengono le diagnosi con la frequenza dei casi di mortalità e non si prende in esame la mortalità globale per tutti i tipi di cancro. E' ben documentato, infatti, che la contraccezione orale protegge la donna dai rischi di un tumore dell'ovaio, dell'utero e, con ogni probabilità del colon e del retto.
Dello stesso parere il professor Franco Polatti, responsabile della Divisione di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico San Matteo di Pavia: Questi dati si riferiscono a pillole che noi non usiamo più, quelli che si riferiscono alle pillole con 15 o 20 microgrammi di estrogeni, attualmente utilizzate, non sono presenti in questa relazione, in pratica è stata fatta una valutazione di quello che doveva essere successo e non di quello che succederà; tra poco uscirà addirittura la pillola con solo 10 microgrammi di estrogeni. E vero che cè un incremento di rischio del tumore al seno ma quasi unicamente in quelle donne che presentano forme ereditarie, per le quali si dovrebbe fare il test genetico; cè un aumento del rischio anche per i soggetti in premenopausa, soprattutto per quelli che hanno delle patologie vascolari, per quelli che fumano: una terapia di questo tipo è sicuramente più pericolosa della terapia sostitutiva della menopausa. Il rischio di trombosi e ictus è, invece, reale.
Io, generalmente, sconsiglio la pillola oltre una certa età: dopo i 40 anni si possono utilizzare altri metodi anticoncezionali, si può usare la spirale, pillole a basso dosaggio. Tutte le pillole contraccettive contengono sia estrogeni che progestinici (gli ormoni sessuali femminili). Quelle odierne contengono solo 20-15 microgrammi di estrogeni (etinilestradiolo), mentre un tempo potevano superare i 50 microgrammi, con il rischio di tumori e che si formassero trombi o emboli. I progestinici utilizzati sono il levonorgestrel (poco utilizzato), il norgestrel, il desogestrel e il gestodene. Leffetto di questi progestinici dipende dalla loro capacità di mimare leffetto del progesterone e dal grado di somiglianza con il testosterone. In genere le pillole dovrebbero contenere un progestinico tale da non causare variazioni nellorganismo, come una crescita eccessiva di peli.
Il tumore al seno aggiunge Polatti non è provocato dagli estrogeni, ma dal progestinico, perché è proprio questo ad essere in grado di determinare lincremento di mitosi. Per questo, quando noi medici ordiniamo la pillola ai pazienti, dovremmo fare attenzione al tipo di progestinico. Comunque, e questo lo voglio rimarcare, si è creato un allarmismo inutile perché i dati pubblicati si basano su pillole anticoncezionali che non sono più in uso. Non tutti sanno, che per quanto riguarda la pillola, noi italiani stiamo usando prodotti più innovativi rispetto agli americani: in America le pillole che noi stiamo usando non ci sono ancora, siamo più avanti di loro.
Il professor Polatti ci informa inoltre che esiste da tempo anche la pillola che contiene solo il progestinico (desogestrel), in grado di bloccare lovulazione e di rendere il muco cervicale impenetrabile agli spermatozoi e che viene in genere consigliata alle donne che non possono prendere estrogeni, perché ad esempio soffrono di malattie vascolari o di diabete. Può essere utilizzata anche da chi sta allattando. La mancanza di estrogeni, tuttavia, non passa inosservata allorganismo, che può reagire con il blocco o con una notevole riduzione del flusso mestruale.
Quali sono gli esami e gli accertamenti utili da fare prima di iniziare a prendere la pillola contraccettiva?
Prima di iniziare a prendere la pillola spiega il professor Polatti per la quale è sempre necessaria la prescrizione medica, è bene indagare se si gode complessivamente di un discreto stato di salute e se non vi sono controindicazioni assolute allassunzione di questo metodo contraccettivo. Per questo motivo, è necessario effettuare gli esami del sangue, grazie ai quali è possibile controllare la glicemia, ossia il livello di zuccheri nel sangue, la funzionalità del fegato, mediante il valore delle transaminasi, enzimi del fegato, il livello del colesterolo e dei trigliceridi e la coagulazione del sangue.
I rischi in percentuale
Ecco alcuni dei più diffusi metodi di contraccezione, affiancati dalla percentuale di rischio.
Nessun metodo |
55%-65% |
Coito interrotto |
10%-18% |
Billings |
8%-15% |
Preservativo |
7%-15% |
Temperatura Basale |
8%-15% |
IUD (spirale) |
1%-2.5% |
Diaframma |
5%-14% |
Pillola estroprogestina |
0.02%-0.8% |
Ogino-Knaus |
26%-40% |
Sempre ormoni sono
Dopo 40 anni di dominio della vecchia pillola, il mondo della contraccezione femminile si riempie di novità: la pillola super leggera, la stagionale, il bastoncino, il cerotto, lanello vaginale. E lunico comune denominatore di questi nuovi metodi contraccettivi sono gli ormoni e lazione degli estrogeni e dei progestinici sintetici, due ormoni del tutto simili a quelli prodotti naturalmente dalle ovaie, su comando di una ghiandola del cervello (lipofisi). Questa accoppiata di estrogeni e progestinici agisce contemporaneamente in quattro direzioni:
- blocca lovulazione, cioè lattività ovarica, interrompendo la produzione di gonadotropine, ormoni prodotti dallipofisi e incaricati di sovrintendere le funzioni delle ovaie;
- modifica la consistenza del muco della cervice che, più spesso e opaco, diventa un muro impenetrabile da parte degli spermatozoi;
- interviene sullendometrio, rendendolo un terreno inospitale per lannidamento e lo sviluppo dellovulo fecondato;
- altera la mobilità delle tube: se avvenisse lovulazione, la cellula uovo non arriverebbe in tempo fino allutero per impiantarsi;
- ciò che varia da pillola a pillola è la quantità di estrogeni, responsabili di gran parte degli effetti negativi, i dosaggi e il tipo di progestinico.
A chi si a chi no
La pillola anticoncezionale va bene a:
- tutte le donne, anche quelle con più di 35 anni, a meno che non esistano controindicazioni;
- chi soffre occasionalmente di mal di testa;
- chi soffre di diabete, purchè in assenza di complicazioni vascolari a carico dei vasi sanguigni.
Deve essere presa con cautela da:
- chi fuma qualche sigaretta;
- chi ha partorito da almeno 21 giorni;
- chi ha avuto un tumore al seno da più di 5 anni;
- chi è in forte sovrappeso;
- chi ha piccole perdite di sangue dallutero o dalla vagina al di fuori delle mestruazioni.
Vietata a:
- chi fuma più di 15 sigarette al giorno e ha più di 35 anni, poiché aumenterebbe la probabilità di sviluppare una malattia del cuore;
- chi ha un tumore della mammella;
- chi ha seri problemi al fegato, poiché aumenterebbe il rischio di itterizia, tumori del fegato e calcoli biliari;
- chi soffre di mal di testa intenso o di disturbi visivi;
- chi ha malattie del cuore come ad esempio insufficienza cardiaca;
- chi soffre di pressione alta;
- chi ha il diabete con complicazioni vascolari;
- chi ha problemi di coagulazione, in quanto la pillola aumenterebbe il rischio di formazioni di coaguli di sangue (trombi), in particolare nelle vene delle gambe e del bacino.
Al riparo dagli ormoni con il Tamoxifene
Iniziato nel 1992, lo Studio Tamoxifene si sta svolgendo in contemporanea in Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia. Il Tamoxifene, modificatore della risposta agli estrogeni, è usato da tempo nella terapia del tumore e oggi viene utilizzato anche a scopo preventivo.
Lo studio americano, condotto su più di tredicimila donne sane ad alto rischio, ha dimostrato che somministrando il farmaco per 5 anni si riduce di circa il 45 percento lincidenza del tumore del seno. Lo studio italiano coinvolge invece un campione di donne normali, non ad alto rischio, il cui unico requisito è di avere subito lasportazione dellutero; circa il 20 percento delle oltre cinquemila donne coinvolte era in terapia ormonale sostitutiva e proprio in questo sottogruppo si sono registrati i risultati più interessanti in termini di riduzione del rischio: in pratica con il Tamoxifene è possibile contrastare una delle insidie della terapia sostitutiva in menopausa, che è appunto laumento del rischio di cancro al seno. Ma cè un altro farmaco, il reloxifene, che promette ancora meglio. Impiegato per combattere losteoporosi, ha dimostrato di ridurre il cancro al seno fino al 60 percento e di ridurre anche il rischio di tumore allutero.
Indirizzi utili
PAVIA
Policlinico San Matteo
Clinica ostetrica e ginecologica dellUniversità di Pavia
piazzale Golgi 2, Pavia 27100
tel. 0382.501121-21-31 (centralino), 0382.503720-526215 (segretaria del primario)
fax: 0382.423233-503146
ROMA
Policlinico Umberto I
Istituti di Clinica I e II di ostetricia e ginecologia
Viale del Policlinico 155, Roma 00161
tel. 06.49971 (centralino), 06.49970227, 06.4959341
fax: 06.449832
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