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Una dieta contro il cancro
Annalisa Cretella, N. 5 maggio 2002
Tra le numerose malattie che colpiscono la popolazione nellepoca attuale, il cancro è sicuramente una delle più temute. Nonostante lenorme varietà di dati scientifici a disposizione, la maggioranza delle persone ignora come sia possibile ridurre il rischio di svilupparlo. Secondo il National Cancer Institue (USA), l80 per cento di tutte le forme tumorali sono dovute a fattori ben identificabili e come tali sono potenzialmente prevenibili. Il 30 per cento dei tumori sono riconducibili all'uso di tabacco, mentre dal 35 al 50 per cento sono riconducibili a fattori dietetici.
Nel 1982 il National Research Council ha pubblicato uno studio intitolato Diet, Nutrition and Cancer Dieta, Alimentazione e Cancro, che dimostra come la dieta sia probabilmente il fattore di rischio indipendente più importante nellepidemiologia del cancro. Da allora sono stati individuati molti fattori di rischio alimentari specifici implicati nella genesi di vari tipi di cancro. I cibi ricchi di grassi e olii, ad esempio, aumentano il rischio a carico degli organi appartenenti al sistema digerente (colon, retto) e degli organi bersaglio degli ormoni sessuali (mammella, prostata).
Il cancro inizia a svilupparsi come una cellula anomala isolata che comincia a moltiplicarsi in modo incontrollato. Gruppi di cellule di questo tipo formano il tumore, che invade i tessuti sani, spesso diffondendosi in altre parti del corpo. Sono denominate cancerogene le sostanze che favoriscono lo sviluppo di cellule cancerose. Esse possono provenire dal cibo, dallaria o persino dallinterno dellorganismo stesso. La maggior parte delle sostanze cancerogene viene neutralizzata prima che venga causato un danno effettivo, ma talvolta esse attaccano il materiale genetico di una cellula (DNA) e lo alterano. Sono necessari alcuni anni prima che si sviluppi un tumore vero e proprio. Durante questo periodo, molecole organiche conosciute come inibitori possono impedire alle cellule cancerose di moltiplicarsi, come alcune vitamine presenti in alimenti di origine vegetale. I grassi della dieta, per contro, posseggono riconosciute proprietà di attivazione dello sviluppo delle cellule patologiche.
Le fibre combattono il cancro
Nel 1970 il medico inglese Dennis Burkitt riportava come una dieta ricca di fibre fosse responsabile di una diminuzione dell'incidenza delle patologie a carico dell'apparato digerente. Egli notò come nei Paesi i cui regimi alimentari includevano una grande quantità di fibre (cioè diete basate essenzialmente su alimenti vegetali) si verificava un minor numero di casi di cancro al colon. Questa osservazione si è rivelata valida in tutto il mondo. Una più elevata assunzione di fibre con la dieta si riscontra nei Paesi non industrializzati, dove la carne viene consumata saltuariamente e lalimentazione quotidiana è a base di prodotti di origine vegetale. Gli alimenti di origine animale non contengono fibre. Infatti, gli Stati Uniti e gli altri Paesi occidentali, le cui diete sono basate su prodotti animali, hanno lincidenza più elevata di cancro del colon.
Benchè non sia ancora esattamente compreso come le fibre siano in grado di prevenire le patologie a carico dellapparato digerente, sono state proposte varie ipotesi. Per loro natura, esse non possono essere digerite nei primi stadi del processo digestivo degli esseri umani e contribuiscono a far transitare il cibo più velocemente lungo il canale intestinale, aiutando leliminazione anche delle sostanze cancerogene. Inoltre, richiamano acqua nel lume intestinale. Acqua e fibre aumentano la massa fecale e in questo modo le sostanze cancerogene vengono diluite. Le fibre risultano protettive nei confronti di diversi tipi di cancro. Alcuni Studi hanno riportato come il cancro del colo-retto, dello stomaco e della mammella siano meno frequenti in presenza di diete ricche di fibre, perchè influenzano i livelli di estrogeni nellorganismo. Questi sono solitamente secreti nell'intestino, dove vengono legati dalle fibre e veicolati al di fuori dell'organismo.
Negli Stati Uniti la media dellapporto di fibra nellalimentazione quotidiana è di 10-20 grammi. Gli esperti ne raccomandano 30-40 grammi al giorno. Le fonti alimentari migliori di fibra sono cereali integrali, fagioli, piselli, lenticchie verdure e frutta. Sono più ricchi di fibre gli alimenti più vicini al proprio stato naturale, non raffinati e non sbucciati.
I grassi aumentano il rischio di cancro
La dottoressa Sheila Bingham, uneminente ricercatrice oncologica dellUniversità di Cambridge, ha osservato che la carne sarebbe più strettamente associata al cancro del colon di qualsiasi altro fattore. Insieme al latte essa sarebbe correlata al cancro della prostata e delle ovaie. I grassi sono responsabili di molteplici effetti allinterno dellorganismo.
Incrementano la produzione di ormoni e quindi aumentano il rischio di cancro. La dieta media negli Stati Uniti comprende circa il 37 per cento di grassi. Il National Cancer Institute consiglia che la popolazione riduca tale percentuale al 30 per cento. Alcuni studi, comunque, hanno mostrato che lassunzione di grassi dovrebbe scendere ben al di sotto del 30 per cento per ottenere effetti anticarcinogeni. Al fine di avere un effetto positivo in questo senso, sembra consigliabile una riduzione al 10-15 per cento. Una dieta per la prevenzione del cancro deve essere ricca di fibre, povera di grassi (specialmente grassi animali) e includere porzioni abbondanti di frutta e verdura. Dovrebbe inoltre ridurre al minimo o escludere lalcool in quanto eleva il rischio di cancro della mammella, del cavo orale, della laringe e dellesofago.
Il tè riduce il rischio di cancro a stomaco ed esofago
Bere tè protegge stomaco ed esofago dai tumori. I polifenoli contenuti nelle foglie infatti hanno spiccate proprietà antiossidanti che contrastano i danni ossidativi. È quanto emerge da uno studio cinese condotto su un campione di 18.244 persone e presentato nel corso del 93° meeting annuale della Società Americana di Ricerca sul Cancro.
Che il tè avesse proprietà digestive e lenitive per i dolori allo stomaco affermano i ricercatori dellUniversità di Rutgers e del centro di ricerca sul cancro di Shanghai era noto da tempo. Questo studio dimostra invece come le interazioni chimiche tra la bevanda e lapparato digestivo abbiano un effetto protettivo anche nei confronti dei tumori.
La ricerca ha messo a confronto la presenza nelle urine di epigallocatechine e epicatechine (Egc e Ec, due sostanze chimiche di derivazione dai polofenoli) in 190 pazienti affetti dal cancro dello stomaco e dellesofago e 772 soggetti sani.
A valori bassi di Egc e Ec sottolineana Mimi Yu, coordinatore dello studio corrispondeva un rischio più elevato di sviluppare il tumore.
I polifenoli, ribadiscono gli esperti, sono tra i più potenti antiossidanti conosciuti al mondo e sono presenti in tutte le varietà di tè (quello verde e quello nero ne contengono percentuali maggiori).
I benefici effetti della bevanda si registrano soprattutto nei soggetti che assumono poca vitamina C ed E, altre due sostanze che difendono il Dna dai danni ossidativi.
I cibi vegetali
- Beta-carotene
È presente nelle verdure gialle e verde scuro, contribuisce a proteggere dal cancro del polmone e sembra anche aiutare a prevenire il cancro della vescica, della cavità orale, della laringe, dell'esofago, della mammella.
- Cavolo, broccoli, ravizzone e cavolini di Bruxelles
Contengono flavoni e indoli, che si ritiene posseggano attività anticancro.
- Vitamina C (agrumi e verdure)
Può abbassare il rischio di cancro dell'esofago e dello stomaco, agisce come antiossidante, neutralizzando i composti chimici cancerogeni che si formano nell'organismo, blocca la conversione nello stomaco dei nitrati in nitrosamine cancerogene.
- Selenio e vitamina E (cereali integrali)
Ha lo stesso effetto antiossidante della Vitamina C e del Beta-carotene, ma viene raccomandata cautela nell'assunzione di supplementi a base di Selenio, tossico in dosi massicce.
Tre tipi di dieta tre stili di vita
LA DIETA MEDITERRANEA
La dieta a base di pane, pasta (meglio ancora se integrali), verdure, pesce, olio di oliva e frutta, fornisce proteine, lipidi e zuccheri ad alto valore nutritivo, a basso contenuto di colesterolo, lipidi saturi e zuccheri semplici; è ricca di vitamine, sali minerali e fibre non digeribili. Studi statistici condotti su larga scala e per un lungo periodo di tempo hanno dimostrato la presenza di un minor numero di persone affette da arteriosclerosi, cardiopatie, ipertensione, diabete, tumori (specie a carico dellapparato digerente) e disturbi della motilità intestinale (ovvero colon irritabile), nelle popolazioni dellarea mediterranea. Si è visto come ciò sia correlabile alla dieta, nettamente differente (almeno fino a ventanni addietro) rispetto a quella dei Paesi del Nord, in cui prevale unalimentazione basata su burro e latticini, carni rosse, zuccheri semplici a rapido assorbimento, povera di fibre di vitamine e di sali minerali.
LA DIETA VEGETARIANA
Si tratta di un modo di alimentarsi da cui vengono deliberatamente esclusi la carne e il pesce; nel caso si tratti di una dieta vegetariana stretta, lastensione riguarda anche i prodotti di derivazione animale, ovvero le uova, il latte e i latticini. Nel caso in cui la dieta preveda invece lassunzione dei prodotti di derivazione animale non si pongono problemi, dato che questi cibi sono in grado di compensare il mancato introito di proteine derivate da carne e pesce, oltre che di vitamine A, D, B2, B12 e PP.
Alquanto diverso è il discorso per la dieta rigidamente vegetariana, nella quale esistono seri problemi di carente assunzione di proteine e vitamine. Infatti legumi, cereali e vegetali sono in grado di fornire gli aminoacidi essenziali (cioè non sintetizzabili dallorganismo), ma ne contengono in proporzioni tanto piccole da richiedere lingestione di quantità così elevate di cibo che molto difficilmente un individuo riesce ad assumerne i livelli necessari. Anche diverse vitamine (specie la B12) possono risultare carenti. I rischi di queste carenze sono gravi per ladulto e irreparabili per lorganismo in crescita, la donna in gravidanza, le persone debilitate. Una dieta vegetariana stretta non è quindi consigliabile nei bambini e nei ragazzi e andrà integrata, anche negli adulti, con polivitaminici. A dispetto dei problemi di malnutrizione proteicovitaminica sempre in agguato, questo tipo di alimentazione presenta però alcuni indubbi vantaggi, quali la rara comparsa di arteriosclerosi, dato lo scarso apporto di grassi saturi e di colesterolo, e la minor incidenza di tumori a carico dellapparato digerente sia per lazione protettiva svolta dallalto contenuto di fibre, sia per il venir meno dello stimolo favorente costituito dai grassi animali.
LA DIETA MACROBIOTICA
La macrobiotica è nata come scienza dietetica in Giappone, per opera di Georges Ohsawa (1893-1966) il quale si ispirò alle antiche regole dei monaci Zen e alla filosofia taoista. La macrobiotica, da Ohsawa definita come larte di nutrirsi rispettando le leggi delluniverso e lequilibrio biodinamico, classifica gli alimenti in base alle loro qualità acide o alcaline. Nel concreto la dieta macrobiotica si basa sul consumo quasi esclusivo di cereali integrali e di ortaggi non sottoposti a manipolazioni industriali e privi di additivi chimici. Latte e formaggi, uova e pesce sono permessi in misura molto ridotta (non oltre il 10%), quasi del tutto assente devessere la carne. Sono aboliti gli alcolici e il caffè e anche il consumo dacqua viene ridotto al minimo e riservato solo alla fine dei pasti. Raccomandazione di base è che ogni boccone va masticato almeno 50 volte. La dieta prescritta da Ohsawa è strutturata in livelli cresenti di restrizione alimentare, sino al 7° livello, che prevede grosse limitazioni nellapporto di liquidi e lassunzione quasi esclusiva di cereali. In Occidente, dove la macrobiotica ha trovato entusiasti adepti, le rigide (e pericolose) prescrizioni di Ohsawa sono state molto addomesticate. La macrobiotica viene per lo più seguita in funzione genericamente depurante e come rimedio ai danni della superalimentazione; viene ritenuta utile anche per il recupero del rapporto con alimenti naturali e il riequilibrio di sé che viene ricercato. Se così intesa, in modo non rigido e continuativo, la macrobiotica può essere un utile ausilio per la vita moderna.
Indirizzi utili
Dr. Martin W. Halsey
www.unmondoleggero.com
un mondo leggero
via pacini, 39 - 20131 milano
tel. 02/70608496 fax 02/26688529
e-mail: info@unmondoleggero.com
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