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I limiti della fertilità naturale

Annalisa Cretella, N. 5 maggio 2002

Circa un mese fa si è diffusa in Europa la notizia di un evento scientifico di portata straordinaria e che ha sconvolto tutto il mondo occidentale. Che si è affrettato a prendere posizione nei due schieramenti contrapposti, quello dei favorevoli e quello, molto vasto, dei contrari.
Il fatto è questo: in Cina una donna è stata sottoposta al primo trapianto al mondo di ovaie. Ha ricevuto i gameti della sorella e potrà così portare avanti un’eventuale gravidanza. Ma, senza trasmettere al figlio il suo patrimonio genetico.
A ricevere l’organo è stata Tang Fangfang, una donna di 34 anni a cui, due anni fa, l’ovaio era stato asportato a causa di un tumore. Donatrice, come dicevamo, la sorella, i cui tessuti sono risultati perfettamente compatibili, al di là di ogni attesa, con quelli della ricevente. Cosa che si verifica di solito solo tra due gemelle. L’intervento è avvenuto nell’ospedale universitario della provincia orientale di Zhejiang e, a quanto ha dichiarato il medico che lo ha eseguito, Zheng Wei, è perfettamente riuscito. Operazioni di questo tipo erano state eseguite finora solo sugli animali. L’ovaio trapiantato, a quanto si sa, sta funzionando bene e i controlli mostrano che i livelli ormonali della donna sono tornati alla normalità.
Appena la notizia del trapianto di ovaio eterologo, cioè da donatrice, si è diffusa nel mondo sono state immediate le reazioni che sono arrivate numerose dal campo medico, scientifico, politico, civile e religioso. Sono molti infatti i problemi che l’intervento presenta dal punto di vista bioetico. Vediamo su cosa si è divisa l’opinione pubblica. Primo: “Non si tratta di un intervento salva vita. Non è un trapianto di organi vitali, fatto quindi per garantire la sopravvivenza della paziente. Ma risponde solo a esigenze legate alla riproduzione, che potrebbero essere risolte diversamente” dice il dottor Ignazio Marino, direttore dell’Istituto mediterraneo per i trapianti di Palermo, l’Ismett. E aggiunge “Si tratta di un crimine contro la sacralità della vita, dell’apoteosi dell’egoismo, di una violazione gravissima di alcuni principi fondamentali della vita, in quanto i geni trasmessi in caso di gravidanza non saranno quelli della madre sottoposta a trapianto, ma quelli della donatrice”. E introduce il secondo punto tanto contestato, il vero nodo della vicenda. E cioè che a essere trapiantato è l’organo che contiene e produce gli ovociti, cioè le cellule germinali femminili che racchiudono il patrimonio genetico della madre, il famoso Dna. La donna che si è sottoposta al trapianto potrà portare avanti la gravidanza, ma non sarà la madre biologica del bambino che partorirà. “In Italia, così come in quasi tutti i Paesi del mondo, il trapianto di ovaio è proibito dalla legge proprio per salvaguardare l’identità dell’individuo. Pone notevoli problemi etici” dice Marino. E aggiunge: “Sono convinto che non tutto quello che è tecnicamente fattibile debba essere eseguito. La medicina deve sempre e comunque tenere conto e agire nel massimo rispetto dell’uomo, salvaguardando alcuni principi etici e morali che i medici cinesi hanno calpestato del tutto”.
Pollice verso anche dal professor Francesco D’Agostino del Comitato nazionale per la Bioetica. Che ammette la necessità di aprire una nuova riflessione per “superare i limiti della fertilità naturale”.
Ma cerchiamo di andare oltre, al di là della personale valutazione etica che ognuno può dare a questo tipo di intervento effettuato in Cina, per capire insieme al ginecologo Luigi Cioffi, direttore del Centro Fertilitas di Salerno e docente di Chirurgia Riproduttiva, quali sono concretamente i vantaggi e gli svantaggi del trapianto di ovaio e soprattutto di fronte a quali alternative si trova una donna che dopo aver avuto un tumore alle ovaie, desidera avere dei bambini. “Una donna che si trova in questa situazione, cioè che ha subito un intervento per asportare un carcinoma alle ovaie, può molto più tranquillamente fare ricorso alla fecondazione in vitro con ovociti donati. Anche optando per questa soluzione, però, l’aspirante mamma si troverebbe a portare avanti una gravidanza con il patrimonio genetico di un’altra donna” dice il professor Cioffi.
Ma allora qual è la principale differenza tra questa tecnica e il trapianto di ovaie?
“Nel caso della fecondazione in vitro o ovodonazione la donna non avendo ovaie deve ricorrere a una terapia sostitutiva ormonale, per evitare gli effetti di una menopausa chirurgica. Mentre nel caso del trapianto, il “nuovo ovaio” dovrebbe riprendere a produrre ormoni rendendo inutile il ricorso alla terapia ormonale. E inoltre in questo caso, la gravidanza si potrebbe verificare spontaneamente con rapporti sessuali, senza dover ricorrere a tecniche di fecondazione artificiale”. Detto questo, non ci sono altri vantaggi. Dunque potrebbe essere poco rispetto agli svantaggi teorici. “Sicuramente gli aspetti positivi del trapianto non sono sufficienti per preferirlo a tecniche consolidate di cui conosciamo gli effetti futuri” avverte Cioffi. Proprio perché si tratta di un intervento mai eseguito prima, le incognite, le incertezze su eventuali contro indicazioni legate a questo trapianto sono tante. “Per prima cosa – dice Silvia Garagna, del Laboratorio di Biologia dello sviluppo dell’Università di Pavia – bisognerà verificare se l’ovaio trapiantato sarà in grado di far maturare correttamente gli ovociti e di permetterne l’ovulazione”.
“Inoltre – continua Cioffi – una donna sottoposta a trapianto di ovaie dovrebbe sottoporsi poi a un trattamento immuno-soppressivo per evitare il rigetto (come si fa per ogni tipo di trapianto). Ma come possiamo sapere quali conseguenze avranno i farmaci su embrione e feto? E quali farmaci è possibile assumere e quali no, senza il rischio di complicazioni? Al momento a queste domande non siamo in grado di dare alcuna risposta”. Ma gli interrogativi sono tanti e non finiscono qui. “Un’altra cosa da chiedersi è dopo quanti anni dal trapianto è possibile avere una gravidanza” continua Cioffi che sottolinea il punto fondamentale su cui ragionare. E cioè: “Tutti questi potenziali svantaggi sono superiori ai potenziali vantaggi. Tenendo conto che la fecondazione in vitro, tra l’altro, oggi è un intervento consolidato, che può essere effettuto in molti centri nel nostro Paese. Si stima che ce ne siano circa 300, anche se solo una piccola percentuale di questi è attrezzata anche per la fecondazione da donatore diverso dalla paziente. I tempi di attesa per chi decide di sottoporsi a questa tecnica non superano in media due mesi, dal momento in cui presenta tutti gli accertamenti necessari. E il costo non supera i 7 milioni. La stessa cifra che si paga per la fecondazione con un proprio gamete. Questo perché in Italia (a differenza di quanto avviene nei Paesi anglosassoni in cui tra paziente e donatrice si stipula un vero e proprio contratto) chi dona un ovulo lo fa per solidarietà e non per lucro” assicura Cioffi.

Le definizioni
Con il termine “fecondazione assistita” si indicano tutte quelle tecniche che favoriscono l’incontro dell’ovulo con un numero di spermatozoi sufficiente per la fecondazione (occorrono infatti molti spermatozoi per rompere la membrana della cellula uovo, anche se soltanto uno riuscirà, al termine dell’ardua impresa, a fecondarla). La fecondazione assistita viene applicata nei casi in cui, sia per problemi maschili (produzione di pochi spermatozoi) che femminili (danneggiamento delle tube), non arriva a termine la fecondazione naturale. Si parla di “fecondazione assistita omologa” se gli spermatozoi impiegati sono quelli del partner. Si parla invece di “fecondazione assistita eterologa” se si usano spermatozoi non appartenenti al partner (ad esempio provenienti da una “banca del seme”).
Le tecniche di fecondazione assistita attualmente impiegate possono essere molto diverse l’una dall’altra: È possibile agevolare l’incontro dell’ovulo con gli spermatozoi opportunamente trattati, direttamente all’interno dell’utero. In altri casi si ricorre alla “inseminazione in provetta” che consiste nel prelevare sia le cellule uovo che gli spermatozoi, facendo avvenire l’inseminazione artificiale in laboratorio; si ottengono così embrioni che possono essere trasferiti nell’utero della madre.
Esiste una tecnica ancora più innovativa usata quando il numero di spermatozoi prodotti è estremamente basso; questa metodica, denominata ICSI, utilizza un solo spermatozoo per fecondare una singola cellula uovo. Sono attualmente in atto molti dibattiti su temi sia bioetici che puramente medici, legati alle tecniche di fecondazione assistita, e in particolare sulla fecondazione eterologa.
È almeno dal XVIII secolo che la scienza si interessa e studia delle tecniche per risolvere il problema della sterilità di coppia: casi documentati di procreazione assistita si hanno fin dal XIX secolo. Parallelamente alla diffusione cominciarono le critiche, i processi, le proposte di legge per porre un freno alla pratica. Il progresso tuttavia correva più veloce delle polemiche, e il 25 luglio 1978 nacque Louise Brown (passata alla storia come la prima “bambina in provetta”) grazie alla fecondazione in vitro.

Cosa succede all'estero

  • Francia
    la fecondazione assistita è ammessa, e riservata a coppie sposate o conviventi.
    Vietate la locazione dell’utero e la fecondazione eterologa.
  • Germania
    ammessa, e riservata solo alle coppie sposate. La fecondazione eterologa in vitro
    è vietata, come pure l’inseminazione post-mortem, la maternità surrogata
    e la locazione dell’utero.
  • Regno unito
    ammessa, e riservata a coppie sposate o conviventi e a donne singole.
    Ammesse anche la locazione dell’utero e la fecondazione sia eterologa
    che post-mortem.
  • Spagna
    ammessa, e riservata a coppie sposate o conviventi e a donne singole.
    Ammesse anche la donazione di ovuli e la fecondazione sia eterologa
    che post-mortem.
  • Usa
    profonde differenze tra i vari Stati. Generalmente, però, è ammessa sia
    la fecondazione omologa che quella eterologa. Diffusa anche la maternità
    surrogata. La locazione dell’utero è possibile in California e in qualche altro Stato.

Indirizzi utili

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