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I polmoni sotto i riflettori

Alberto Ferrari, N. 5 maggio 2002

I polmoni sono organi spugnosi a forma di cono che fanno parte dell'apparato respiratorio. Il polmone destro si divide in tre sezioni, chiamate lobi, mentre il polmone sinistro, di dimensioni più piccole, è formato da due soli lobi. Quando inspiriamo, i polmoni incamerano ossigeno, necessario alle maggiori funzioni vitali e alla sopravvivenza delle cellule, quando espiriamo i polmoni eliminano l'anidride carbonica, prodotto di rifiuto dell'organismo. Proprio a causa del loro tessuto la tecnica della termoablazione, studiata da molti anni, è stata sperimentata solo adesso e non senza molti timori. Rispetto a quanto accaduto nel caso della tecnica applicata su fegato e rene, si potevano ipotizzare diverse reazioni. “Il polmone presenta un tessuto meno compatto rispetto ad organi come fegato e rene – ha spiegato il professor Ernesto Pozzi, direttore dell’Istituto di malattie dell’apparato respiratorio del Policlinico S.Matteo di Pavia –, quindi si potevano incontrare maggiori difficoltà”. Ma i timori dell’équipe composta oltre che dal professor Rossi, da Sandro Rossi, coordinatore dell’unità di Epatopatologia oncologica e Roberto Dore, responsabile del servizio Tac del policlinico, sono stati tutti fugati. L’intervento effettuato su un paziente anziano che non avrebbe potuto sopportare un’altra operazione chirurgica, è andato bene. Breve la durata dell’operazione, circa mezz’ora, effettuata in anestesia locale. Guidato dal chirurgo nel corpo del paziente, è stato introdotto un ago elettrodo che ha raggiunto la massa tumorale dove sono state bruciate le cellule malate secondo il principio della radiofrequenza. Come nel caso del tumore del fegato, l’ago utilizzato è definito ago freddo, perché al suo interno circola una soluzione salina a 4 °C che ha la funzione di raffreddare la punta, e a seconda dei casi può essere singolo, per lesioni di dimensioni inferiori a 3 cm, o a tre punte (ago cluster) per lesioni inferiori a 5 cm. L’ago è inoltre connesso a un generatore di onde elettromagnetiche (onde a radiofrequenza) che vengono convogliate al tessuto malato. Dall’interazione tra le onde elettromagnetiche e il tessuto neoplastico si genera calore (fino a 100 °C) che provoca la completa distruzione del tessuto neoplastico lasciando intatto il restante tessuto sano. L’intervento produce una cavità che con il tempo si ricompatta. Durante e dopo l’operazione, il paziente non avverte alcun dolore e, al termine, espelle con un semplice colpo il residuo delle cellule “cotte” dal calore, mentre nel fegato rimane una piccola massa simile a una ciste. “Nell’arco di due settimane – ha proseguito Pozzi – prima siamo intervenuti sul polmone sinistro e poi sul destro. Ed è stato eliminato un problema che fino a pochi anni fa difficilmente avrebbe trovato una soluzione”. Ma la scienza non si ferma. La tecnica deve ancora essere approfondita anche perché, per il momento, è applicabile solo ai tumori periferici di modeste dimensioni che non comportano particolari conseguenze, ma non è escluso che in futuro la casistica possa essere allargata. “Per ora la soluzione migliore rimane la chirurgia – ha sottolineato il professor Pozzi –.
Ma non sempre è possibile e quindi questa tecnica rappresenta un’ottima alternativa”.
Ma la termoablazione è solo uno dei grandi progressi nella lotta contro il cancro del polmone e le conoscenze su questo tipo di tumore sono sempre più approfondite. I ricercatori stanno indagando senza sosta per migliorare i metodi di diagnosi e trattamento. La ricerca continua a studiare le cause del carcinoma polmonare e i possibili mezzi per prevenirlo. Sappiamo già che il miglior modo per prevenire questa malattia è smettere di fumare (o addirittura non iniziare mai). Prima si smette, meglio è, ma non è mai troppo tardi per beneficiare degli effetti dell’astinenza.

Mortalità in Italia per il tumore del polmone
1998 Uomini Donne Totale
Popolazione 27.959.093 29.628.843 57.587.936
Decessi 25.720 5.475 31.195
Tasso (%) 91.99 18.48 54.17

I tipi di carcinoma polmonare
Due i principali tipi di tumore che possono svilupparsi nei polmoni: carcinoma polmonare non a piccole cellule e carcinoma polmonare a piccole cellule. Occorre agire in modo differente a seconda della forma di cancro che si sviluppa e dell’aspetto che le cellule presentano all'esame microscopico.
Il carcinoma polmonare non a piccole cellule è la forma più comune tra le due e generalmente si sviluppa e si diffonde più lentamente. Esistono tre forme maggiori di carcinoma polmonare non a piccole cellule, che prendono il nome dal tipo di cellula in cui il cancro si sviluppa: carcinoma a cellule squamose (detto anche carcinoma epidermoide), adenocarcinoma e carcinoma a grandi cellule.
Il carcinoma polmonare a piccole cellule, talvolta denominato carcinoma a cellule a chicco d'avena, è meno comune, cresce più rapidamente e presenta maggiori probabilità di propagarsi ad altri organi.

Le cause del carcinoma polmonare

  • Sigarette
    Il fumo di sigaretta provoca il cancro al polmone. Le sostanze cancerogene contenute nel tabacco danneggiano le cellule polmonari. Le probabilità che un fumatore sviluppi un carcinoma polmonare dipendono dall'età in cui questi ha iniziato a fumare, da quanto tempo persiste questo vizio, dal numero giornaliero di sigarette e da quanto profondamente il fumo viene inalato.
    Sigari e pipa: i fumatori di sigari e di pipa sono maggiormente a rischio dei non fumatori. Tale rischio varia in funzione della durata del vizio, della frequenza giornaliera e da quanto profondamente il fumo viene inalato. Persino per i fumatori di pipa e sigari che non aspirano il fumo il rischio di sviluppare un cancro del polmone, della bocca o di altro tipo è elevato. Il rischio di sviluppare la neoplasia è tuttavia minore che per i fumatori di sigarette.
    • Fumo di Tabacco Ambientale (FTA): le probabilità di ammalarsi di cancro al polmone sono aumentate dall'esposizione al Fumo di Tabacco Ambientale (FTA), cioè il fumo espirato da altri fumatori. L'esposizione a FTA è chiamata fumo involontario o passivo.
  • Cause ambientali
    Radon: il radon è un gas radioattivo invisibile, inodore e insapore che si trova naturalmente nel terreno e nelle rocce. Se inalato, può favorire l'insorgere di patologie polmonari che possono condurre al cancro. I minatori sono soggetti esposti e in alcune zone tracce di radon sono state rilevate nelle abitazioni. Il rischio derivante dal fumo è più elevato per le persone già a rischio per esposizione a radon.
    Asbesto: si tratta di un gruppo di minerali presenti in natura sotto forma di fibre, che vengono impiegati da alcune industrie. Le fibre di asbesto tendono a suddividersi facilmente in particelle che fluttuano nell'aria e aderiscono agli abiti. Se inalate, si depositano nei polmoni, danneggiandone le cellule e incrementando il rischio cancerogeno. Alcuni studi hanno dimostrato che i lavoratori esposti a grandi quantità di asbesto sono soggetti ad un rischio di sviluppare un carcinoma polmonare da 3 a 4 volte più elevato rispetto ai lavoratori non esposti. Le industrie prevalentemente interessate da questo tipo di esposizione sono la cantieristica, le miniere di
  • Cause professionali
    asbesto, le industrie che ne effettuano la lavorazione e che si occupano di isolamento termico. Sono comprese nell'elenco anche le officine che effettuano la riparazione dei freni. Il rischio di contrarre il cancro del polmone è ancora più elevato tra gli addetti alla lavorazione dell'asbesto che fumano. I lavoratori che vengono a contatto con questo minerale dovrebbero utilizzare l'apposita attrezzatura di protezione predisposta dai datori di lavoro e seguire le procedure di sicurezza raccomandate.
  • Inquinamento atmosferico
    Si è riscontrato un legame tra l'insorgere del cancro polmonare e l'esposizione a determinati inquinanti atmosferici, come ad esempio i sottoprodotti della combustione della benzina ed altri combustibili fossili. I ricercatori si stanno dedicando tuttavia ad una approfondita verifica di tale tesi, che sinora resta non ben definita.
  • Patologie polmonari
    Talune patologie polmonari, come la tubercolosi (TBC), accrescono le possibilità di sviluppare un carcinoma polmonare proprio nelle zone del polmone colpite da questa malattia.
  • Anamnesi
    Una persona già colpita da cancro del polmone è maggiormente soggetta a sviluppare questa malattia una seconda volta rispetto ad un altro individuo che non l'ha mai contratta. Coloro ai quali è stato diagnosticato un carcinoma polmonare che smettono di fumare possono prevenire così facendo la formazione di un secondo tumore.

Indirizzi utili

  • Istituto nazionale per la ricerca sul cancro
    viale Benedetto XV 10 - 16132 Genova
    Telefono: 010.352753-010.501726-010.5956891
    Fax: 010 5600327
    telefono oncologico: 800 422 412
    internet http://www.sostumori.org
    e-mail: sostumor@sos.unige.it
  • Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio,
    direttore: Prof. Adalberto Ciaccia
    via Savonarola, 9 - 44100 Ferrara
    Telefono: 0532.210532- 0532.210420- 0532.236908
    Fax: 0532.210297
    E-mail: cca@unife.it, fab@dns.unife.it
  • Ospedale Policlinico San Matteo di Pavia
    Istituto di Malattie dell’apparato respiratorio,
    direttore: Prof. Ernesto Pozzi
    Viale Golgi 19, 27100 Pavia
    Telefono: 0382.5011
    Fax: 0382.529012
  • Ospedale S.Bortolo, Servizio Oncologia Medica
    36100 Vicenza
    Telefono 0444.993908
    Fax 0444.926919
  • Azienda Ospedaliera Borgo Trento, Divisione Clinicizzata Oncologia Medica
    37126 Verona
    Telefono 045.8072342
    Fax 045.8341277
  • Policlinico Gemelli, Istituto Medicina interna – Oncologia medica
    00168 Roma
    Telefono 06.30154844
    Fax 06.3052343
  • Ospedale San Gennaro, Servizio di Oncologia Medica
    80136 Napoli
    Telefono 081.2545097-98
    Fax 081.5582454
  • Policlinico Universitario di Messina, Istituto Oncologia Medica
    Viale Principe Umberto, 75
    98123 Messina
    Telefono 090.711001
    Fax 090.714980
  • Ospedale Oncologico di Cagliari, Oncologia Medica III
    09100 Cagliari
    Telefono 070.6091

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