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Un farmaco antitumore dall’Oceano

Monica Melotti, N. 5 maggio 2002

La cura dei tumori fa sempre passi in avanti. Sono tante le strategie che vengono impiegate per combattere la cellula neoplastica, poliedrica e instabile che quindi va attaccata da più parti. Da alcuni anni s’impiegano per la lotta contro il cancro anche i farmaci naturali, quali il paclitaxel (Taxol), l’etoposide e l’ET-743. Sono farmaci che derivano dalla natura, e il paclitaxel (Taxol), per esempio si ottiene dal “taxus brevifoglia”, molto importante per la cura dei tumori dell’ovaio e della mammella. L’etoposide (VP 16), invece, appartiene a un gruppo di sostanze estratte da un vegetale, “Podophyllum peltatum”, e si è dimostrato valido nella cura per i tumori del testicolo e in quelli polmonari. Il farmaco naturale più recente è l’ET-743, che ha origine da un organismo primordiale (l’Ecteinascidia turbinata) che da 500 milioni di anni si trova sul fondo dell’oceano caraibico. Da questa sostanza è stata creata una nuova molecola capace di legarsi al DNA di alcune cellule cancerogene e di modificare determinate funzioni che ne inducono la morte (apoptosi). L’ET-743 è indicato per la cura dei sarcomi e dei tumori dell’ovaio. Sono già partiti degli studi clinici allo IEO (Istituto Europeo di Oncologia), all’Istituto Nazionale di Milano (prof. Luca Gianni) e all’Istituto oncologico di Bellinzona in Svizzera (prof. Franco Cavalli). La nuova molecola viene anche somministrata in combinazione con Doxorubicina per i sarcomi e con Cisplatino e paclitaxel (Taxol) per i tumori della mammella. L’inizio di questi studi è stato anche possibile grazie all’aiuto di SENDO (South European New Drug Organization), un’organizzazione che promuove lo sviluppo di nuovi farmaci per la lotta contro il cancro nell’Europa meridionale. Negli studi pre-clinici l’ET-743 ha dimostrato un meccanismo d’azione unico rispetto allo standard dei farmaci antitumorali più comuni. Anche se esistono degli effetti collaterali, in particolare la sofferenza del fegato e una sensazione di grande stanchezza, il farmaco ha un’attività antitumorale notevole.
Se questa attività verrà confermata dagli studi in corso, occorrerà definire con chiarezza le dosi ottimali, il modo di somministrazione del farmaco e se sarà possibile estendere il suo raggio d’azione ad altre neoplasie.
Come è nato questo farmaco
“L’attività antitumorale di un farmaco viene sperimentato su tumori che si fanno crescere in vitro o in animali da laboratorio, oppure in tumori umani trapiantati nei roditori” spiega il professor Maurizio D’Incalci capo del Dipartimento di Oncologia dell’Istituto Mario Negri di Milano e coordinatore degli studi pre-clinici del Sendo. “La stessa procedura è stata anche seguita per l’ET-743, che è stato sperimentato per i tumori dell’ovaio e i sarcomi. L’attività antitumorale che ha espresso è stata veramente notevole e, secondo me, è uno dei farmaci più promettenti. Ha un’attività molto forte anche per quei tumori poco suscettibili ad altri farmaci, come i sarcomi e i tumori epiteliali. Va però detto che la molecola ha una certa tossicità epatica, e per questo correva il rischio di essere bloccata la sperimentazione clinica. Dell’ET-743 si era anche discusso a livello internazionale e i tossicologi del National Health Institute americano avevano mostrato delle preoccupazioni relative alla sua potenziale tossicità. Fortunatamente si è riusciti a partire con la fase clinica e la molecola si è rivelata un farmaco attivo, con un’elevata efficacia antitumorale, anche a basse dosi, che non producevano gravi tossicità. Lo studio di questo farmaco è iniziato all’Istituto Negri di Milano nel 1994 ed è entrato in sperimentazione clinica da tre anni. Dai primi dati in nostro possesso sappiamo che questo farmaco interagisce con il Dna, come modulatore dell’espressione genica, si lega ad esso, senza fare danni, e ne altera solamente la regolazione della trascrizione. Lo studio su questa promettente molecola continua, sono stati fatti altri esperimenti in laboratorio dove si è visto che l’ET-743 insieme al Cisplatino potenzia ulteriormente la sua attività antitumorale. Il futuro è quello di sperimentarlo su altri tipi di tumore”.
La sperimentazione allo IEO di Milano
Il nuovo farmaco viene impiegato all’Istituto Europeo di Oncologia per la cura dei sarcomi: quei tumori che originano dal tessuto di sostegno del nostro corpo, come le ossa e i muscoli, e colpiscono circa 100 persone giovani (età media 50 anni), ogni anno in Italia. L’intervento chirurgico è risolutivo in molti casi, ma ove questo non è possibile o quando la malattia si ripresenta a distanza di tempo, le opzioni terapeutiche diventano esigue. La sperimentazione di questi nuovi farmaci, infatti, viene fatta in pazienti che non hanno molte chances terapeutiche (vuoi perché il tumore è in fase metatastica oppure non risponde ai trattamenti tradizionali). La prima fase di sperimentazione, oltre a dare precise indicazioni sulle potenzialità antitumorali, serve a valutare la tossicità del farmaco e a dare delle indicazioni su come proseguire la sperimentazione. L’ET-743 è stato sperimentato prima in Francia, poi in Inghilterra e Olanda, successivamente in Italia.
“I risultati ottenuti sui primi pazienti adulti colpiti da sarcoma delle parti molli sono stati molto interessanti” dice il dottor Filippo De Braud, responsabile della nuova “Unità di Farmacologia clinica e nuovi farmaci” nell’ambito della divisione di Oncologia Medica dello IEO di Milano. “Si sono avute delle evidenti regressioni o prolungate stabilizzazioni della malattia. Naturalmente abbiamo bisogno di ulteriori conferme e ulteriori dati riguardanti la nuova molecola in combinazione con altri farmaci, che stiamo raccogliendo in collaborazione con il SENDO. Lo studio clinico di ET-743 è rilevante sia perché permette di aumentare l’esiguo numero di farmaci efficaci in alcune patologie, come i sarcomi, sia perché permette di ipotizzare nuove combinazioni di agenti che si ‘potenziano’ fra loro. Infatti gli studi in corso, che prevedono la combinazione della nuova molecola con altri farmaci, sono orientati soprattutto verso quei pazienti che non hanno ancora ricevuto un trattamento chemioterapico”. Il SENDO ha infatti promosso la combinazione dell’ET-743 con altri farmaci: Doxorubicina (per i sarcomi) e Cisplatino (per i tumori dell’ovaio). I dati preclinici e clinici sono stati così interessanti che l’azienda Pharmamar (quella che ha sviluppato il farmaco) ha deciso di iniziare una sperimentazione in combinazione con il Cisplatino proprio sotto il controllo del SENDO. La sperimentazione partirà a breve in Italia allo IEO, all’Istituto nazionale dei tumori di Milano, mentre è già iniziata all’Istituto oncologico di Bellinzona. “L’ET-743 sta vivendo un momento importante, ma finora abbiamo solo dati sperimentali, anche se i risultati sono molto incoraggianti” continua De Braud. “In particolare, nello studio in corso su quelle pazienti affette da tumori dell’ovaio, che hanno già ricevuto un trattamento con tassolo e cisplatino, sono già state riportate delle regressioni di malattia sulle prime 25 donne trattate (la maggioranza proprio nel nostro Istituto in collaborazione con la dottoressa Colombo). In questo studio il farmaco viene impiegato da solo, così da valutare i risultati effettivi. Nel futuro ET-743 potrà essere esteso ad altre patologie. Senz’altro ci sono delle ottime possibilità di sviluppo, l’importante è trovare le giuste modalità di somministrazione. Attualmente viene somministrato soprattutto con infusione di tre ore o 24 ore, una volta ogni 3 settimane, ma sono in studio anche regimi con somministrazioni settimanali. A livello europeo e americano la nuova molecola viene impiegata per la cura dei tumori polmonari, ginecologici e del tratto gastroenterico ma, lo preciso, è ancora un metodo di lavoro empirico, il farmaco è ancora in fase di valutazione per sapere se si potrà facilmente utilizzare nella pratica clinica”.

Con la Fondazione SENDO la ricerca ha una marcia in più
Il SENDO (South European New Drug Organization) è una fondazione no-profit dedicata allo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali. L’Organizzazione, fondata nel 1998 per opera di Franco Cavalli (Istituto Oncologico di Bellinzona, Svizzera) e Silvio Garattini (Istituto Mario Negri di Milano), Franco Rilke (Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) e Umberto Veronesi (Istituto Europeo di Oncologia di Milano), si occupa di ricerca clinica e traslazionale, oltre a coordinare un network di ricercatori e di clinici di fama internazionale. SENDO, in pratica, promuove una ricerca innovativa e interdisciplinare, che tiene anche conto dei problemi organizzativi compresi quelli economici, ed è infatti il ponte ideale tra il mondo accademico e l’industria. Ha un proprio portafoglio di progetti sperimentali e di studi clinici, ma è anche in grado di offrire alle case farmaceutiche e biotecnologiche il proprio know-how di ricerca traslazionale scientifica e metodologia di ricerca clinica. E’ infatti collegato a diversi centri e dipartimenti di oncologia dell’Europa meridionale, coordinati da investigatori seniors con una lunga esperienza nel campo della sperimentazione clinica iniziale e nell’area di specifiche patologie (mammella, ovaio, colon-retto, gastrico, polmone, sarcomi, linfoma). I membri fondatori del SENDO sono nomi di fama internazionale: Umberto Veronesi, Natale Cascinelli, Franco Cavalli, Alberto Costa, Silvio Garattini, Luca Gianni. Il SENDO opera attraverso una rete di laboratori e ospedali in Italia, Svizzera e Spagna, coordinati da un centro operativo che ha sede a Milano ed è diretto dalla dottoressa Silvia Marsoni.

Sendo tel 02.6695349
dal 1 giugno 2002 la nuova sede sarà a Milano in via Visconti di Modrone 12.
Sito Internet: www.sendofoundation.org
e-mail: sendo@sendo-org.it

La Carta di Parigi, una firma contro il cancro
E’ partita il 19 aprile da Pavia, alla Fondazione Maugeri, l’iniziativa della Carta di Parigi, per raccogliere una firma per migliorare la qualità di vita dei malati di cancro. L’iniziativa durerà fino alla fine di dicembre e toccherà diverse città italiane. Le prossime tappe sono Parma, Brescia, Padova, Pisa e La Spezia. Con questo evento gli ospedali italiani coinvolti porteranno il loro importante contributo al World Summit Against Cancer attraverso la “voce autografa” di migliaia di persone che credono nell’impegno collettivo per la lotta al cancro. Il successo ottenuto lo scorso anno, che ha portato alla raccolta di oltre 3.000 firme nelle città di Napoli e Bari, ha contribuito alla decisione di ripetere questa campagna itinerante. Milano sarà la tappa conclusiva e l’occasione per consegnare ufficialmente a un rappresentante del World Summit Against Cancer le firme raccolte.
Il World Summit Against Cancer, patrocinato dall’UNESCO, è un’alleanza globale che unifica le forze nella lotta al cancro. Nell’ultimo incontro tenutosi a Parigi nel febbraio 2001, più di cinquanta tra Associazioni, Centri, Istituti e Organizzazioni Mondiali hanno aderito all’iniziativa firmando la “Carta di Parigi contro il Cancro” che focalizza gli obiettivi e i principi del Summit in 10 articoli, tra cui l’articolo VIII che recita: "Migliorare la qualità della vita del paziente oncologico".
Il 78% dei pazienti sottoposti a chemio e radioterapia soffre di disordini del metabolismo, depressione e immobilità, fenomeni comuni che causano la fatigue, peggiorando la qualità di vita. Altra causa determinante della fatigue è l’anemia, ovvero un numero insufficiente di globuli rossi nel sangue, già presente nella misura del 60% ancor prima della terapia e che supera, a volte, anche l’80% durante i trattamenti antitumorali. La fatigue coinvolge non solo la condizione fisica ma anche la sfera intellettuale, affettiva e psicologica dei pazienti oncologici modificandone lo stile di vita. Un’educazione del paziente e dei suoi familiari e un uso corretto delle terapie per la cura delle cause della fatigue può portare ad un sensibile miglioramento. In Italia, l’iniziativa lanciata dal World Summit Against Cancer continua ad essere sostenuta da Ortho Biotech, una divisione di Janssen-Cilag (Gruppo Johnson&Johnson) dedicata alle biotecnologie, che ha deciso di impegnare le proprie forze in favore dei pazienti sostenendo e promuovendo con un impegno concreto la raccolta delle firme della “Carta di Parigi”.

Indirizzi utili
Prof. M. D'Incalci
Istituto Mario Negri di Milano
tel 02/39014473

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