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Un vaccino contro l’Helicobacter Pylori

Monica Melotti, N. 2 febbraio 2002

La correlazione tra l’Helicobacter Pylori, gastriti e ulcera è ormai ampiamente dimostrata: la quasi totalità di coloro che soffrono di ulcera duodenale ha anche il batterio. Si tratta di un batterio gram-negativo che vive nello stomaco, nel duodeno e nella parte alta dell’intestino, dove produce tossine che causano infiammazioni, danneggiando le pareti di questi organi. È anche uno dei maggiori fattori di rischio per il cancro allo stomaco. Ma la sua azione negativa sta per essere bloccata, un vaccino tutto italiano, sperimentato sull’uomo, sta dando risultati molti incoraggianti. I dati ufficiali verranno resi pubblici alla fine dello studio, ma nella sperimentazione in fase uno stanno dimostrando che il farmaco è ben tollerato. Se tutto andrà bene, ci sarà la sperimentazione in fase due e tre, poi il vaccino antiulcera sarà in commercio, forse tra sei anni.
Il vaccino anti-ulcera è un prodotto tutto italiano, messo a punto nei laboratori senesi della Chiron. Lo studio di questo vaccino ha permesso anche di capire quali sono i fenomeni biochimici della cellula che favoriscono lo stato infiammatorio e i segnali di attivazione che preludono alla formazione del tumore. Questi meccanismi sono stati scoperti dal gruppo di Antonello Covacci, uno dei ricercatori di Siena, e indipendentemente anche da un gruppo giapponese. Alla fine dei lavori i dati collimavano in modo sorprendente e i risultati di questi studi saranno pubblicati su Science e su Molecular Microbiology.
Qual è il legame con i tumori
Nel DNA dei ceppi più pericolosi dell’Helicobacter Pylori è presente una zona chiamata “isola di patogenicità” che contiene il gene per la proteina CagA, collegata al tumore dello stomaco. Ma i tumori gastroenterici, pancreas, stomaco, esofago, colon retto, fegato costituiscono un complesso di malattie molto diverse fra loro, per causa, diagnosi e cura. Nel complesso però hanno un’incidenza notevole, basti pensare che il tumore del colon retto, nei Paesi industrializzati, è la seconda fra le cause di morte per cancro, dopo il carcinoma della mammella nel sesso femminile e il cancro del polmone nel sesso maschile. L’incidenza in Italia è di 40-50 nuovi casi all’anno su 100 mila abitanti.
“Le cellule dei tumori gastroenterici esprimono proteine che sono legate alla genetica dell’individuo” dice il professor Giovanni Gasbarrini, direttore dell’Istituto di medicina interna dell’Università Cattolica di Roma. “Un soggetto che ha determinati geni produce certi tipi di proteine con diverse funzioni, quali l’accrescimento dei tessuti, la vasodilatazione e altro. Ognuno di noi è caratterizzato da queste proteine che sono migliaia perché moltissime sono le combinazioni tra i diversi geni. Però esse sono anche prodotte da fattori esogeni o per meglio dire ambientali (come l’inquinamento) che intercorrono nella formazione di un eventuale neoplasia. Si parla tanto di diagnosi precoce dei tumori, ma purtroppo si interviene quando il tumore è già presente, quando la cellula neoplastica è già formata. Bisognerebbe, invece, intervenire in presenza di formazioni pre-neoplastiche, che sono pericolose per una trasformazione neoplastica. Se si potesse individuare questo processo, potremmo conoscere in anticipo chi sono i soggetti a rischio di sviluppare un tumore, ma attualmente questo non è ancora possibile: modificare l’assetto genetico è un procedimento impegnativo con un costo molto elevato. L’altra strada per prevenire i tumori, che è quella che maggiormente perseguiamo, consiste nell’eliminare i fattori di rischio, anche se molti fattori sono ancora sconosciuti”.
Il vaccino per i soggetti a rischio
Nei tumori dello stomaco e del colon c’è una spiccata familiarità. Ci sono delle famiglie di portatori di polipi del colon che rapidamente evolvono verso la malignità, come la sindrome di Linch. Esistono anche dei fattori predisponenti come l’eccessivo abuso di alcol e fumo. Inoltre un terzo dei pazienti affetti da questo tipo di carcinoma ha una lunga storia di disturbi digestivi caratterizzati da bruciori e rigurgiti acidi, da coliti infiammatorie idiomatiche, da ulcere peptiche. “Fra i fattori di rischio maggiore per il cancro dello stomaco c’è l’Helicobacter Pylori” spiega il professor Gasbarrini. “Questo germe, in una forma specifica, ha la capacità di indurre due tipi di tumori: il cancro dello stomaco e il linfoma gastrico. Il linfoma regredisce con la resezione chirurgica, mentre il cancro dello stomaco può progredire lo stesso. Si deve allora cercare di intervenire precocemente, prima che il batterio induca la formazione del tumore. In questo contesto si inserisce il concetto del vaccino, al fine di debellare la virulenza e l’intensità del batterio. Dovrebbe essere somministrato in tutti quei soggetti a rischio. Per il momento, però, siamo ancora in una fase iniziale, ma la strada futura è questa: identificare un numero sempre maggiore di proteine, espresse dalla cellula, a maggior rischio di cancro, in modo da costruire il vaccino adatto. La proteomica si pone infatti l’obiettivo di decifrare la struttura, le interazioni e le funzioni di tutte le proteine. Il fine è quello di riempire il divario tra la sequenza gnomica e la fisiologica della cellula e studiare la dinamica dei prodotti genici e delle loro interazioni”.
Un vaccino contro l’ulcera
Lo studio sull’Helicobacter Pylori, nei laboratori della Chiron di Siena, è iniziato diversi anni fa.
Nei topi era stato iniettato un vaccino non solo capace di prevenire le future infezioni, ma anche di sconfiggere il batterio dove era attivo.
“I risultati sono stati sorprendenti dopo una settimana dalla somministrazione del vaccino i topi non mostravano più alcuna traccia del batterio nel loro stomaco” spiega il dottor Giuseppe Del Giudice, responsabile del progetto vaccino dell’Helicobacter Pylori. “Questi incoraggianti risultati ci hanno spinto a continuare il nostro lavoro per arrivare alla sperimentazione sull’uomo, dato che l’Helicobacter Pylori infetta solo l’uomo. Abbiamo allora confezionato un vaccino ad hoc che stiamo testando a Berlino su 56 persone sane d’età compresa tra 20 e 50 anni. Siamo ancora in fase uno e dobbiamo dimostrare l’innocuità del vaccino, ma per il momento il vaccino è ben tollerato”. Ma come è composto questo vaccino? “Il vaccino si basa sull’uso combinato di proteine importanti nello sviluppo della malattia gastrica. Una di queste proteine è la VacA, che favorisce la degenerazione della superficie della parete dello stomaco, passo essenziale perché si formi l’ulcera. Un’altra è la NapA, che favorisce l’infiammazione. Un’altra ancora è la CagA, una molecola chiave nel dialogo tra il batterio e la cellula gastrica perché è la responsabile della formazione dei tumori dello stomaco, una pericolosa conseguenza dell’ulcera.
Dopo la conclusione dei risultati, inizieremo la fase due e tre, che coinvolgerà migliaia di persone. L’obiettivo è quello di prevenire l’insorgenza delle complicazioni gravi, quali l’ulcera peptica e il tumore”. Chissà forse un domani sarà possibile vaccinare anche i bambini che sono a rischio di sviluppare l’ulcera e quindi prevenire il tumore dello stomaco.

L’identikit dell’Helicobacter Pylori

Di lui si sa molto. Ai microbiologi sono bastati una quindicina d’anni per metterlo a nudo e svelarne i segreti. Si conosce la sua forma a spirale, lunga da 3 a 5 millesimi di millimetri, con otto agili flagelli che lo aiutano ad insinuarsi nella mucosa dello stomaco e a tormentarlo. Si sanno alcuni dei trucchi che utilizza per sfuggire alle sentinelle del sistema immunitario e per riuscire a colonizzare un ambiente ostile, inondato ogni giorno da potenti succhi gastrici indispensabili per digerire. Si conosce la sua carta di identità genetica, sequenziata nel 1977. Nei ceppi pericolosi per l’uomo è presente una zona pericolosa del DNA chiamata “isola di patogenicità” che contiene, fra gli altri, il gene per la proteina CagA, collegata al tumore dello stomaco. Il batterio alberga nello stomaco, nella placa che si deposita sui denti, nella saliva. Si trasmette da uomo a uomo. Si smaschera con il testo del respiro e con l’analisi del sangue, dove si verifica la presenza di anticorpi contro il batterio. Se ci sono vuol dire che è presente anche il batterio.

L’ncidenza del tumore gastrico
Da un’indagine effettuata in Europa nel periodo 1988-1992, la mortalità complessiva per tumore dello stomaco è passata da 29 a 18 su 100 mila individui negli uomini e da 16 a 8 su un milione di donne. Nonostante l’andamento decrescente registrato, questa neoplasia costituisce ancora la terza causa di morte per cancro in Italia, con punte particolarmente elevate nell’area toscana ed emiliano-romagnola e tassi minori nel Sud del Paese. In Europa, l’Italia è seconda per incidenza di questa neoplasia solo al Portogallo, con 47 casi su 100 mila abitanti negli uomini (rispetto ad una media europea di 36 casi su 100 mila abitanti) e 28 casi su 100 mila donne, contro una media europea di 23 casi.

Chiron, la multinazionale dei vaccini

Il nome Chiron deriva dalla mitologia greca. Apparteneva ad un centauro, metà uomo e metà cavallo, che lanciava le sue frecce ed insegnava le arti curative ad Esculapio. L’azienda, fondata da tre illustri professori americani molti anni fa, ha mantenuto lo spirito della leggenda greca ed è specializzata nello sviluppo e nella commercializzazione dei vaccini. La casa madre è negli Stati Uniti, ma ci sono filiali in tutto il mondo. In Italia l’azienda è a Siena, ed è nata da una costola della vecchia Sclavo. Attualmente è il più grosso centro italiano di ricerche per i vaccini e collabora con diverse Università, sia nazionali che straniere, oltre che con l’Oms (Organizzazione Mondiale Sanità). La Chiron è impegnata nello sviluppo di diversi vaccini: per l’epatite C, l’HIV, il meningococco B, il colon e la mammella. Oltre che per quello tutto italiano sull’Helicobacter Pylori. Un recente successo del gruppo di ricerca italiano è stato lo sviluppo di un vaccino innovativo contro il meningococco C, che è stato usato nel 2000-2001 per immunizzare tutta la popolazione inglese da due mesi a 18 anni di età. Il vaccino, che ha già fatto scomparire la malattia in Inghilterra, è ora in via di commercializzazione nel resto d’Europa, Canada e Australia.

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