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La dieta nei pazienti oncologici

Cristina Sampiero, N. 1 gennaio 2002

La diagnosi di tumore è uno degli eventi più traumatici e radicali che una persona abbia mai affrontato. A prescindere dalla prognosi, comporta un cambiamento della propria immagine e del proprio ruolo nella famiglia e nel lavoro, dando al paziente una visione di sè complessivamente alterata e avvalorata dal fatto che, in genere, è trattato diversamente dai familiari e da chiunque sia a conoscenza della diagnosi. In questo contesto ogni fastidio o dolore assume un significato angoscioso.
Le cellule dell’organismo sono programmate a collaborare tra loro; molte malattie si sviluppano perché cellule specializzate non svolgono i loro compiti: il tumore porta questo malfunzionamento un passo oltre. Non solo le cellule neoplastiche non svolgono più le loro funzioni, ma hanno un effetto patogeno perché entrano in competizione con quelle normali per sopravvivere. In conseguenza del comportamento “traditore” delle cellule tumorali il paziente si sente tradito dal suo stesso corpo.
Negli ultimi vent’anni si è dedicata una notevole attenzione al potenziale ruolo di fattori dietetici nell’eziologia e nella prevenzione della malattia tumorale e da studi epidemiologici e su animali si è stimato che circa il 35% delle morti per cancro possono essere correlate alla dieta ma, al momento attuale, non esistono evidenze conclusive che un alimento specifico o un nutriente di per sé siano in grado di causare o prevenire il cancro. Piuttosto i ricercatori indicano come responsabile una correlazione tra genetica e fattori ambientali, tra cui la dieta. Ci sono infatti evidenze che cambiamenti dello stile di vita, in particolare delle abitudini dietetiche, possano ridurre il rischio di cancro.
Coerentemente a questa filosofia sono state pubblicate le linee guida dietetiche.
L’anoressia, la maldigestione, il malassorbimento e le difficoltà di digestione sono fattori comuni che rendono la malnutrizione proteico-calorica un problema abituale nei pazienti con malattia tumorale avanzata. Da qui scaturiscono gli obiettivi del trattamento dietetico: fornire cibi che possano essere consumati in quantità sufficienti a coprire i fabbisogni proteico-calorici, correggere deficit nutrizionali e rendere minimo il calo ponderale.
Il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale può ridurre le complicanze legate alla terapia oncologica e contribuire al benessere del paziente.
Per queste ragioni la terapia nutrizionale rappresenta una parte importante del trattamento di supporto del paziente oncologico.
La malnutrizione proteico-calorica è la più comune diagnosi secondaria nei pazienti neoplastici e ciò è chiaramente un segno prognostico negativo, poiché interferisce negativamente con le funzioni tessutali e riparative, oltrecchè con il sistema immunitario (ad esempio possono presentarsi cambiamenti nel metabolismo dei farmaci dovuti all’alterazione della funzionalità epatica). Quindi, la malnutrizione può interferire con la terapia oncologica ed aumentare la severità degli effetti collaterali. Nei pazienti malnutriti si riduce notevolmente la tolleranza alla terapia chirurgica, alla chemioterapia ed alla radioterapia. Per questo insieme di ragioni la cachessia (profondo scadimento dello stato generale che consegue al mancato o insufficiente apporto alimentare o a malattie croniche debilitanti di varia natura) può minacciare la vita del pazienti più degli effetti locali del tumore stesso.
La patogenesi di questa sindrome anoressico-cachettica non è ancora chiara, ma sembra che i prodotti intermedi del metabolismo tumorale (metaboliti) e della risposta immune dell’ospite verso il tumore stesso possano essere causa diretta dell’anoressia e del senso di sazietà precoce.
Sempre i metaboliti tumorali possono essere responsabili delle anomalie nella sensazione del gusto e dell’olfatto. I pazienti possono notare un’aumentata o ridotta percezione del dolce, un’aumentata soglia per il salato e l’acido e una diminuzione di quella dell’amaro. quest’ultima è spesso responsabile dell’avversione alla carne. Contribuiscono all’anoressia anche gli stress psicologici (dolore, diminuito benessere, scoraggiamento, ansia sul trattamento e sulla prognosi) che riducono il senso di gratificazione dei cibi.
L’effetto della neoplasia sul metabolismo è solo parzialmente nota e non è quindi possibile individuare il minimo apporto calorico e proteico sufficiente a coprire i fabbisogni. Per questo le raccomandazioni dietetiche devono essere monitorate nel tempo e modificate a seconda della risposta individuale.

Problemi Soluzioni Consigli
Perdita dell’appetito e sazietà precoce Pasti piccoli e frequenti; aumento del rapporto Kcal/Proteine degli alimenti; integratori ipercalorici e iperproteici; cibi freddi o a temperatura ambiente; evitare l’eccesso di lipidi; attività fisica regolare se tollerata; limitare i liquidi durante i pasti

Clima piacevole durante il pasto; l’appetito può essere migliore al mattino

Diarrea Pasti piccoli e frequenti; cibi freddi o a temperatura ambiente; aumentare l’introito di liquidi; mangiare e bere lentamente; ridurre l’introito di fibre; evitare l’eccesso di lipidi; evitare alimenti produttori di gas; limitare i liquidi durante i pasti; evitare cibi molto saporiti

Ridurre i liquidi può essere inizialmente utile; limitare la caffeina e l’alcol; evitare il lattosio; farmaci antidiarroici sotto controllo medico

Nausea e vomito Pasti piccoli e frequenti; evitare odori intensi; cibi freddi o a temperatura ambiente; aumentare l’introito di liquidi; mangiare e bere lentamente; evitare l’eccesso di lipidi; limitare i liquidi durante i pasti; evitare cibi molto saporiti Evitare bevande fredde; riposare dopo il pasto con la testa in posizione elevata; farmaci antiemetici sotto controllo medico
Difficoltà di masticazione e deglutizione (infiammazione della bocca e della gola)

Pasti piccoli e frequenti; aumento del rapporto Kcal/Proteine degli alimenti; integratori ipercalorici e iperproteici; cibi freddi o a temperatura ambiente; aumentare l’introito di liquidi; mangiare e bere lentamente; scegliere alimenti soffici e semiliquidi, aggiungere il sugo di cottura; evitare cibi molto saporiti

I cibi di consistenza dura e quelli acidi possono peggiorare la situazione; evitare l’alcool, il tabacco ed i colluttori in commercio
Stitichezza Aumentare l’introito di liquidi; aumentare l’introito di fibre; attività fisica regolare se tollerata Possono essere utili composti che ammorbidiscano le feci e/o lassativi.
Gas addominali e flatulenza Mangiare e bere lentamente; ridurre l’introito di fibre; evitare l’eccesso di lipidi; evitare alimenti produttori di gas; attività fisica regolare se tollerata Limitare gli alimenti ad alto contenuto di lattosio se non tollerati
Secchezza delle fauci Aumentare l’introito di liquidi; scegliere alimenti soffici e semiliquidi, aggiungere il sugo di cottura I cibi aspri o le caramelle possono essere utilizzati per stimolare la salivazione; evitare l’alcool, il tabacco ed i colluttori in commercio
Alterazioni del gusto e dell’olfatto Evitare odori intensi; cibi freddi o a temperatura ambiente

Utilizzare spezie per aumentare il sapore degli alimenti; evitare gli odori durante la preparazione dei cibi; per l’avversione alla carne tentare altre fonti proteiche

Indirizzi utili

  • ISTITUTO di dietologia
    Fondazione S. Maugeri
    Pavia - Tel. 0382 - 592956
  • ISTITUTO auxologico italiano
    Piancavallo (VB)
    Tel. 0323 - 5141

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