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Gli obiettivi da raggiungere
Monica Melotti, N. 1 gennaio 2002
Da alcuni mesi si è insediato al Ministero della Salute il professor Girolamo Sirchia, che ha preso il posto del suo predecessore loncologo Umberto Veronesi. La poltrona di ministro della Salute è una di quelle che scotta, soprattutto perché riguarda un bene caro alla collettività dove operare delle scelte risulta sempre molto difficile. Lo ha già sperimentato il professor Sirchia che con il suo decreto legge taglia spese ha scatenato le ire dellopposizione che lo hanno accusato di voler dare una spallata definitiva al Sistema sanitario. Accuse respinte dal Ministro che invece sottolinea come il provvedimento voglia assolvere il compito di riordino della spesa, necessario alla luce del fatto che la realtà italiana è molto cambiata, e non solo per il deficit ereditato. Prevenzione Tumori lo ha intervistato per sapere quale sarà il futuro della sanità pubblica e come verranno risolte le emergenze più scottanti.
Signor Ministro, quale sarà il futuro della sanità pubblica? Lei ha giudicato il modello lombardo ottimo ed esportabile in tutta Italia, quali sono le maggiori frizioni che potrebbe incontrare?
A sproposito e sulla pelle dei cittadini viene agitato continuamente lo spettro, senza nessuna consistenza, della svendita della sanità pubblica ai privati. È stato ribadito più volte, dal sottoscritto e dal Governo che rappresento, che il servizio sanitario nazionale è un bene che intendiamo difendere. Questo significa però pensare al futuro e guardare al nuovo senza precludersi nuove possibilità di finanziamento e di miglioramento dellassistenza. Sulla questione del modello lombardo o di altri modelli gestionali e organizzativi regionali che hanno raggiunto pari efficacia, vorrei fosse chiaro che il problema non si pone in termini di esportabilità ma di adattabilità alle esigenze di un determinato territorio. È il modello che nasce o si adatta al bisogno di cure dei cittadini di una Regione o di un contesto locale, non il contrario. Altrimenti il federalismo in sanità perseguito da questo Governo viene vanificato.
Come arginare lemorragia degli infermieri, visto che ne mancano 100 mila? È sempre valida la proposta di richiamare in servizio i vecchi infermieri? Ci sono delle innovazioni in cantiere?
Risolvere la carenza di personale infermieristico era una delle nostre priorità e vi abbiamo fatto fronte con un recente decreto legge. Di qui al 2003, le aziende sanitarie ed ospedaliere potranno, secondo le esigenze, remunerare agli infermieri e ai dipendenti prestazioni orarie aggiuntive, al di fuori dellimpegno di servizio, come fossero libero professionisti. È stata inoltre data la possibilità di assumere personale con contratti a tempo determinato e di richiamare infermieri professionali e tecnici di radiologia medica che siano andati volontariamente in pensione. Ma è stata anche introdotta la figura professionale delloperatore socio-sanitario.
Si tratta di personale da formare con un corso apposito, affinché possa svolgere delle attività assistenziali semplici, in base alle direttive del responsabile dellassistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione. Si tratta di una figura importante anche per potenziare il sistema dellassistenza domiciliare dei cronici e degli anziani soli soprattutto nel Nord-Italia.
Il suo omologo francese Kouchner ha intenzione di varare una riforma sanitaria, dove ci sia un profondo rapporto di fiducia fra cittadini e sistema sanitario e trasparenza nel trattamento della malattia. Oltre allistituzione di un fondo di solidarietà per le vittime di errori medici. Cosa ne pensa? Sarà possibile importare questo modello in Italia?
Uno dei cinque presupposti della mia azione di governo della sanità è che il cittadino va considerato come una persona e non, quindi, come una malattia o come un organo malato. Dobbiamo rimettere al centro della nostra attenzione il cittadino, valorizzando tutta quella parte del rapporto medico-paziente che si è un po diluita negli ultimi tempi, ma che ritengo vada riaffermata con forza. Quanto agli errori dei medici, questo è un tema su cui sono impegnate positivamente le associazioni dei malati e che io intendo ricondurre nel quadro più ampio della promozione della qualità delle prestazioni e della riduzione dei costi della non qualità. In questo contesto, un passaggio importante è la comunicazione ai cittadini dei risultati delle prestazioni effettuate dagli ospedali, attraverso collaudati sistemi già esistenti in alcune specialità meglio standardizzate.
A che punto è il progetto di dare agli Italiani la classifica degli ospedali migliori? Come viene effettuata la scelta?
Si tratta indubbiamente di intraprendere un percorso culturale, che richiede tempo, ma che alla fine premia. Limportante è cominciare. Stiamo lavorando perché i cittadini abbiano presto a disposizione la classifica degli ospedali migliori per quanto riguarda angioplastiche e by-pass aortocoronarici, trapianti e interventi di artroprotesi allanca. Sfrutteremo un procedimento collaudato, in funzione negli Stati Uniti da circa cinque o sei anni, il metodo cosiddetto delle report card, che pensiamo di attivare con lIstituto superiore di sanità.
Gli Irccs andranno in mano a Fondazioni no profit con ampia partecipazione dei privati. Pro e contro di questa operazione? Toccherà la stessa sorte ai Policlinici?
Al momento questa è solo una proposta, ma io vedo soltanto i pro. Anzi direi che abbiamo intrapreso la strada necessaria per rendere efficienti queste strutture nellambito degli obblighi di bilancio. In via sperimentale e in accordo con le Regioni, gli Irccs saranno trasformati in fondazioni di diritto pubblico, con la possibilità di ricevere capitali da privati, per esempio dalle Fondazioni bancarie, o da altri enti e la gestione potrà essere affidata in tutto o in parte a privati. Nella Finanziaria 2002, abbiamo fatto in modo che fosse chiara la missione pubblica dellIstituto e quindi limpossibilità di selezionare i pazienti. In questo modo eviteremo il rischio di non dare risposte adeguate alle patologie meno redditizie. Quanto ai Policlinici, il metodo potrebbe essere il medesimo, ma prima vediamo come procederà la fase sperimentale.
Farmaci generici, il cittadino e il medico di base iniziano ad abituarsi? Comincia a vedersi il tanto auspicato risparmio sulla spesa sanitaria?
La manovra generici non fa solo parte di un piano di contenimento della spesa farmaceutica, cresciuta questanno in modo molto significativo, ma racchiude in sé anche il senso di un cambio di mentalità. I medici hanno dimostrato grande disponibilità e responsabilità nel contatto quotidiano con i pazienti, che dal canto loro sembrano trainare la richiesta di questi farmaci. Segno che è passato un messaggio corretto. Sullentità del risparmio è presto per fare i conti, ma si registra innanzitutto un effetto calmiere sui listini dei farmaci senza brevetto. E le prime stime, tuttavia, segnalano un importante risultato.
Italia fanalino di coda per la ricerca scientifica. Non cè il rischio che i nostri migliori cervelli si trasferiscano allestero?
Tutte le nazioni stanno investendo nella ricerca sulle cellule staminali, soprattutto nel campo della riparazione dei tessuti, anche in Italia dobbiamo seguire questa strada. Purtroppo i fondi per la ricerca non sono aumentati, ma stiamo vivendo un momento storico generale contraddistinto da una recessione mondiale. Oggi le risorse in campo sanitario nazionale sono pertanto destinate a garantire livelli minimi di assistenza per tutti. Ma mi auguro che nel secondo semestre di questanno la congiuntura economica possa migliorare così da favorire una nuova politica della ricerca.
Signor Ministro, quali sono i suoi progetti futuri?
Ne ho diversi. Tra le priorità del sistema sanitario cè il miglioramento dello stile di vita dei singoli cittadini stressando il concetto della cultura della prevenzione. Perciò saranno realizzati programmi di comunicazione, volti a rendere maggiormente consapevoli le persone degli strumenti e dei comportamenti per migliorare il proprio stato di salute e per usufruire delle cure più moderne ed efficaci. Ma, tra tutti, un progetto mi sta a cuore. Intendo gettare le basi per risolvere il problema dellassistenza ai malati cronici e degli anziani non autosufficienti. È uno degli aspetti più preoccupanti della nostra società che invecchia, con i rischi della dipendenza che sono poco o addirittura non coperti, mentre in altri Paesi sono stati risolti con ladozione di alcuni provvedimenti efficaci che potremmo prendere a modello.
Chi è
Il professor Sirchia ha pubblicato 750 lavori scientifici, dei quali gran parte su riviste internazionali, ha partecipato a numerose commissioni nazionali, regionali e comunali, ha ottenuto numerosi riconoscimenti importanti. Ha al suo attivo 45 anni al servizio dellospedale pubblico. Nasce a Milano nel 1933 dove nel 1958 consegue la laurea in medicina con lode. Nella sua città inizia a lavorare al Policlinico come studente poi diventa assistente universitario presso la Cattedra di Semiotica medica e nel 1970 aiuto medico responsabile del Centro di Immunoematologia. Nel 1973 viene nominato primario del Centro Trasfusionale e di Immunologia dei trapianti sempre al Policlinico. Il Ministro è molto legato alla sua città, ma anche Milano contraccambia questo amore, tanto che nel 75 lo insigna della sua massima onorificenza, lAmbrogino doro. Nell84 è la volta del premio Milano Medicina e nell89 la medaglia di benemerenza civica del Comune.
Nel 1976 insieme ai colleghi Edmondo Malan e Piero Confortini, il prof. Sirchia costituisce il Nord Italia Transplant, che porta un radicale cambiamento e miglioramento nellassegnazione degli organi. Molte altre sono le sue realizzazioni degne di nota. Fra le più importanti è la creazione nel 1993 della Banca di sangue placentare, la Milano Cord Blood Bank, che dispone attualmente di circa 4000 unità che hanno reso possibili oltre 120 trapianti in tutto il mondo.
Con lobbiettivo di sviluppare la ricerca sulle cellule staminali, dà vita alla Cell Factory, inaugurata nellaprile del 2000.
Fin dallorigine il prof. Sirchia ha gestito il Centro Trasfusionale con unottica imprenditoriale, attento però alla mission di offrire al paziente un servizio efficiente e di buona qualità. Dal 1999 fino a giugno 2001 è stato Assessore ai servizi sociali del Comune di Milano. Attualmente, oltre allincarico di Governo, è Presidente del Nord Italia Transplant, Presidente dellassociazione Amici dellOspedale Policlinico Donatori di Sangue, segretario della Federazione delle Società Medico-scientifiche italiane e membro delleditorial board di numerose riviste nazionali e straniere.
Cellule staminali: cosa ne pensa il Ministro
Dal 1 gennaio 2002 saranno permessi gli esperimenti di clonazione sugli animali, sarà perciò rimosso il divieto inserito dal precedente governo. A questo proposito sarà varata una nuova normativa che tratterà tutta la delicata materia della clonazione e della ricerca sulle cellule staminali, che promette nuove strategie di cura per tante gravi malattie. La clonazione umana è un delitto contro lumanità ribadisce con fermezza il professor Sirchia per questo motivo va proibita, ma per il momento la vigilanza è stata sufficiente e mi auguro che lo sia anche in futuro. Sono, invece, assolutamente a favore con le nuove linee di ricerca che prevedono lutilizzo di cellule staminali prelevate da soggetti adulti consenzienti, ma mi oppongo allutilizzo dellembrione congelato per prelevare le cellule staminali.
Attualmente le nuove sperimentazioni italiane sulle cellule staminali prevedono due percorsi: uno con le cellule staminali emopoietiche, del sangue e del midollo osseo, attraverso fattori di crescita già noti, provvedendo così alla rigenerazione dei tessuti danneggiati del fegato e del cuore. Unaltra ricerca è rivolta al miglioramento delle tecniche di trapianto di midollo per la cura delle leucemie, linfomi e aplasie midollari. Finora sono stati realizzati 350 trapianti di cellule staminali emopoietiche.
E dalla Convention dei ricercatori di Telethon, tenutasi di recente a Riva del Garda, arriva la notizia di una nuova sperimentazione, tutta italiana. Già dai primi mesi dellanno, allIdi (Istituto dermatologico italiano) di Roma, sarà possibile curare alcune malattie genetiche delle pelle come lepidermiolisi bollosa (fragilità della cute), littiosi pigmentosa e la xenodermia lamellare. La tecnica è basata sul prelievo di cellule staminali neonate.
Educazione continua in medicina
ECM è il programma di Educazione Continua in Medicina diretto a fornire a tutti gli operatori sanitari gli elementi di conoscenza necessari per mantenersi professionalmente aggiornati e competenti.
Lo strumento operativo proposto dal legislatore per individuare criteri e regole è la Commissione nazionale per la formazione continua; la Commissione ha a tale fine definito un percorso graduale, articolato in più fasi sperimentali.
La prima fase sperimentale, che ha riguardato gli eventi formativi del primo semestre del 2001 destinati a medici ed odontoiatri, ha consentito di mettere "a punto" criteri e metodi operativi. La seconda fase, che prevede la graduale estensione del progetto alle altre figure professionali, consentirà ulteriori approfondimenti e il collaudo del "sistema" per tutti gli operatori della sanità, prima della fase a regime.
Le pagine disponibili nel sito forniscono informazioni utili ai vari tipi di soggetti coinvolti nel programma e sono articolate in sezioni generiche e sezioni specifiche per alcune tipologie di utenti.
Nella sezione Presentazione sono illustrati: il programma nazionale di Educazione Continua in Medicina - E.C.M., l'articolazione delle fasi sperimentali, i ruoli e compiti dei vari protagonisti (organizzatori di eventi, operatori sanitari, Commissione Nazionale E.C.M.).
http://ecm.sanita.it/
e-mail: ecm@sanita.it
Netlink: il passaporto sanitario
Un progetto di Italia, Francia, Germania e Canada, in collaborazione con USA e Giappone, per realizzare il "passaporto" sanitario internazionale:
- una Carta Sanitaria (smart card) per il cittadino contenente i suoi dati amministrativi e di emergenza ed è la chiave di accesso ai servizi sanitari, ovunque si trovi;
- una Carta del Professionista del SSN per accedere ai dati della carta sanitaria del cittadino e per inviare su Internet messaggi sicuri, firmati e crittografati. Una soluzione tecnologica avanzata basata sulla più ampia interoperabilità della Carta Sanitaria e studiata per garantire la necessaria tutela dei dati dei cittadini. Un primo passo verso un sistema sanitario complesso e decentrato ma unitario, prima di tutto a livello nazionale, e in prospettiva europeo e mondiale.
Il progetto
La Carta Sanitaria Netlink risponde alle domande del:
- cittadino
- come farsi riconoscere in caso di ricorso ad un servizio di emergenza
- come avere sempre con sè una fotografia del proprio stato di salute
- come dimostrare il diritto all'esenzione e la propria volontà; di donazione organi
- come facilitare le eventuali procedure internazionali di rimborso
- professionista sanitario
- come poter subito conoscere in emergenza lo stato di salute del paziente
- come contattare facilmente i familiari dell'asistito e\o il suo Medico di famiglia
- come comunicare in modo sicuro ed efficace con altri professionisti sanitari
- dirigente sanitario
- come semplificare le procedure amministrative e sanitarie
- come rendere più efficace il controllo della spesa
- come ridurre i volumi di carta da trattare.
La Carta Sanitaria è la soluzione perché è interoperabile a livello nazionale e internazionale: i dati amministrativi e sanitari contenuti nella carta possono essere letti e compresi indipendentemente dalle architetture dei vari sistemi sanitari coinvolti.
Il progetto è nato infatti dalla collaborazione fra partner istituzionali e tecnologici di Francia, Germania, Italia e Canada (Quebec), nell'ambito del IV Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo dell'Unione Europea. L'interoperabilità è sperimentata in collaborazione con USA e Giappone, del gruppo G8.
La prima fase del progetto ha riguardato la definizione comune dei Requisiti di interoperabilità, con particolare riferimento ai seguenti aspetti:
- lettura e scrittura delle carte sanitarie nazionali;
- scambio di messaggi sicuri tramite posta elettronica;
- accesso a basi dati remote;
- semplificazione delle procedure amministrative.
Alcuni di questi aspetti vengono attualmente sperimentati in siti pilota vicini al confine tra gli stati.
Per lItalia sono coinvolte le ASL di Imperia, Pinerolo, Trento, Bolzano; in Francia, le strutture sanitarie di Nizza e Strasburgo; in Germania quelle di Baden-Württemberg; ed in Canada quelle del Quebec.
http://www.sanita.it/netlink/
Indirizzi utili
http://www.governo.it
Ministero della Salute
http://www.sanita.it
http://www.italyemb.org/Sirchia.htm
farmaci generici
http://www.sanita.it/farmaci/generici/documentazione.html
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