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Vizi e virtù della pillola antifumo
Manuela Marziani, N. 10 ottobre 2000
Il governo mette all'indice i fumatori vietando loro di accendere una sigaretta in ufficio come al ristorante e, allora per chi ha questo vizio, non esiste che una strada: smettere. Il fumo nuoce gravemente alla salute e, se il disegno di legge "antismog" proposto dal ministro della Sanità Umberto Veronesi e approvato dal consiglio dei ministri, dovesse ottenere l'approvazione anche dei due rami del parlamento, dalla prossima primavera sarà sempre più difficile continuare ad essere legati alla "bionda". Cartelli che vieteranno di fumare saranno affissi un po' ovunque, mentre gli "smoker-buster", gli acchiappa-fumatori, avranno il compito di far rispettare le disposizioni. Regole ferree che dovrebbero convincere i patiti delle sigarette a spegnere per sempre l'ultima. Anche senza queste "messe al bando", per la verità già molti dei 14 milioni di fumatori italiani, negli ultimi tempi, hanno rinunciato al vizio, mentre altri stanno proprio pensando di smettere. Per aiutarli, è già stata commercializzata in Italia la "pillola antifumo". Solo un terzo di loro, però, potrà utilizzare lo Zyban, questo il nome di un antidepressivo che agisce su due neurotrasmettitori, la dopamina e la noradrenalina, combattendo i sintomi dell'astinenza da nicotina. Nelle nostre farmacie è comparso da poco e non ha riscosso un notevole successo. Costa molto (320 mila lire per 100 pastiglie; 185 per 50) e deve essere venduto solo dietro prescrizione medica. Negli stati Uniti, però, il farmaco è già stato sperimentato nel 1997 su duemila fumatori americani e canadesi e ha ottenuto l'approvazione della Food and Drug Administration (il severissimo ente federale responsabile del controllo dei farmaci e degli alimenti). Questa pillola, a base di bupropione dà una sensazione di benessere, riducendo l'ansia e la depressione insorte dalla mancanza di nicotina. Blocca, quindi, la bramosia della sigaretta. Nel 70 per cento dei casi ha dato risultati positivi nei primi 3 mesi, nel restante 30 per cento, invece, entro l'anno. Per essere efficace, quindi, la pillola è efficace. Ne è convinto anche il professor Giovanni Battista Cassano, direttore della Clinica psichiatrica del-l'U-niversità di Pisa e uno dei massimi esperti sulla de-pressione: "Ci sono prove della validità della pillola antifumo - dice - perché agendo sul tono dopaminergico può controllare il "craving", la bramosia del-la sostanza. Inoltre, la sindrome di astinenza da questi farmaci è modesta, mentre il craving è più importante e rappresenta la bramosia che può subentrare anche a distanza di mesi. È lo stesso meccanismo che controlla la bramosia della cocaina, evocata dalla vista del posto dove si compra la merce. Negli Stati Uniti si è visto che funziona e tutto ciò che può ridurre anche del 50-60 il numero dei fumatori rappresenta sempre un risultato notevole". Funziona, dunque, ma è pur sempre un farmaco che può avere anche degli effetti collaterali. Quelli più frequenti possono essere costipazione, vista a macchie, bocca secca e minime disfunzioni sessuali. Come sottolinea Franco Caprino, segretario nazionale della Federfarma, l'associazione che rappresenta le 16.000 farmacie private: "È bene ricordare che il farmaco deve essere venduto dietro prescrizione medica e ci possono essere gravi problemi se usato con altri antidepressivi. Può dare insonnia e agitazione. Ra-ra-mente crisi anafilattiche o epilettiche soprattutto in pazienti con altre patologie nervose". Secondo le statistiche, quindi, dei 14 milioni di fumatori italiani non più di un terzo potrà usare la pillola antifumo. Usato da solo per un mese ha dato il 48% di successi. Abbinato, invece, all'applicazione di cerotti antifumo ha alzato la percentuale al 58%. Un risultato buono, ma c'è un ma. Nessun farmaco, infatti, è in grado di agire se non esiste una reale e ferrea volontà di smettere. Insomma, anche in questo caso, la forza di volontà supera tutte le barriere.
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