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"Chi è chi" dei tumori in Italia
Lara Bettinzoli, N. 10 ottobre 2000
È vero che i tumori sono in aumento? Il fumo è responsabile del cancro al polmone? Mangiare molti vegetali protegge dai tumori dell'intestino? I tumori sono ereditari? Sottoporsi regolarmente alla mammografia preserva dal tumore alla mammella? Esistono delle terapie efficaci contro il cancro? Quali sono i tassi di mortalità e di guarigione di ogni singola neoplasia? Queste sono solo alcune delle domande che la gente si pone sulla malattia che ogni anno coinvolge direttamente o indirettamente milioni di individui (5.000.000 decessi ogni anno nel mondo, circa 150.000 in Italia). Da chi e come è possibile avere delle risposte esaurienti e documentate su questo delicato argomento? Il settore dell'oncologia che studia le variazioni di frequenza dei tumori e di singole localizzazioni tumorali nel tempo e in differenti popolazioni o gruppi di individui, corredando tutto questo alle diverse possibili cause, costituisce l'epidemiologia oncologica. Gli epidemiologi studiano e valutano, in base ai dati a loro disposizione (di incidenza, mortalità, guarigione), l'efficacia dei mezzi utilizzati per prevenire l'insorgenza della mortalità e la validità delle diagnosi e delle terapie che consentono di ridurne la mortalità, quantificando in questo modo anche l'aspetto sanitario e sociale della malattia. Alla base di questo complesso e oneroso lavoro vi è l'utilizzo corretto delle informazioni. Queste vengono di solito desunte dai certificati di decesso (dati di mortalità) o attraverso strumenti di rilevazione specifici, come i Registri Tumori, che consentono di conoscere non solo il numero dei nuovi casi di tumore insorti in una popolazione (dati di incidenza), ma anche di avere l'identikit dei soggetti ammalati. Infatti, un Registro Tu-mori riceve, mediante apposite schede, notizie su ogni singolo caso di tumore. Queste schede forniscono informazioni sul paziente (dati anagrafici e collocazione geografica), sulla localizzazione e tipo morfologico di tumore, sul momento della diagnosi (data e modalità), sullo stadio e sul trattamento adottato per ogni singola patologia, con informazioni circa l'eventuale morte del soggetto e sulle fonti dell'informazione. Tutto questo viene poi, nel tempo, correlato con la sopravvivenza del paziente stesso. Qual è il senso e lo scopo della raccolta di tutte queste informazioni? Lo abbiamo chiesto al dottor Paolo Crosignani dell'Istituto Na-zionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano e Responsabile del Registro Tumori della Lombardia (provincia di Varese). "Il nostro lavoro è il risultato della preziosa collaborazione di più fonti di informazione: medici e personale dei re-par-ti di degenza e dei Servizi ospedalieri, dei Servizi di Anatomia Patologica, direzioni sanitarie, medici di famiglia, personale degli archivi delle Cartelle Cliniche e dei Centri di Calcolo, personale dei Comuni, ed ha come scopo quello di produrre delle statistiche descrittive e stime reali del-le varie casistiche delle patologie neoplastiche; le informazioni scientifiche fornite da questi dati ci permettono e consentono la formulazione di varie possibili cause dei tumori, di stabilire l'incidenza e la verifica dell'efficacia degli interventi, di tipo preventivo o terapeutico (producendo dei dati di sopravvivenza) da utilizzare poi in altri soggetti, non solo malati, ma soprattutto in quelli sani esposti però al rischio della stessa malattia". I dati forniti dai Registri dei Tumori italiani rappresentano una fonte di informazioni piuttosto dettagliata ed approfondita. "L'attuale rete dei Registri Italiani non è il risultato di una programmazione di livello nazionale, ma nella maggior parte dei casi di iniziative di clinici, patologi ed epidemiologi, i quali hanno progettato i Registri e poi perseguito, e generalmente ottenuto, un riconoscimento istituzionale ed amministrativo ai livelli locali; questi, con il loro lavoro, hanno permesso all'Italia di raggiungere, negli studi a carattere epidemiologico e rispetto agli standard europei, una posizione molto avanzata" precisa il dottor Cro-signani " circa il 15% della popolazione italiana è osservata dai Registri. In Francia e in Ger-mania non riescono a realizzarli per problemi di confidenzialità; nei Paesi nordici ci sono solo Registri Nazionali (non Regionali), in America i Registri non coprono tutti gli Stati ed in America Latina ce ne sono pochissimi. In Africa, addirittura, ce ne sono solo 1 o 2". "Ma per potere mantenere un livello così alto dob-biamo svolgere un lavoro com-plesso, lungo, e costoso e per questo abbiamo bisogno di maggiori contributi (pubblici e privati); si pensi che solo a Varese i medici specializzati che si occupano del progetto sono sette...". L'Italia è uno dei paesi occidentali in cui coesistono delle grandi differenze nella frequenza di tumore. Vi sono, infatti, all'interno del nostro Paese, zone a più alta (Nord), media (Centro) e bassa (Sud e Isole) frequenza di neoplasie. Ad esempio il tumore allo stomaco è causa di circa 50 decessi su 10.000 maschi nel Nord, 21 al Centro, 12 al Sud. Una situazione del tutto diversa si può osservare per il tumore dell'utero; per questa forma tumorale la mortalità è più alta al Sud (17 donne ogni 100.000) mentre minore appare al Nord e al Centro (circa 13 decessi ogni 100.000 donne). Da cosa sono determinate queste diversità di frequenza dei tumori nella popolazione? "La risposta a questa domanda" spiega il dottor Crosignani "rappresenta anche il primo obiettivo medico della ricerca epidemiologica: identificare i fattori di rischio o quelli protettivi e segnalarli alla gente a scopo preventivo". Le cause di tumore evidenziate dallo studio di questi dati raccolti nel Registro Tu-mori sono molteplici: dai cosiddetti "vizi" (alcool e fumo), ad alcune situazioni lavorative e di inquinamento ambientale, da alcune condizioni mediche (abuso di radiazioni a scopo diagnostico-terapeutico) a quelle farmacologiche (abuso di alcuni farmaci). Secondo il dottor Crosignani "l'alimentazione costituisce sicuramente uno dei fattori più incisivi", in base al suo contenuto di elementi nutritivi "a rischio", eccesso di grassi animali, sale, ecc., o protettivi, presenza di frutta, verdura, ce-rea-li, è in grado di modificare nella popolazione la probabilità di sviluppare o meno alcuni tipi di tumori. "Questi non sono necessariamente legati all'apparato digerente, direttamente esposto all'effetto cancerogeno di alcuni cibi, ma altre forme tumorali come quello della mammella e dell'utero e le colicisti risentono di un'errata alimentazione, si veda ad esempio la maggiore incidenza nelle persone obese e con squilibri ormonali". Ancora oggi non si è in grado di stabilire con esattezza quali siano i componenti della dieta collegati al-l'aumento o alla diminuzione del rischio di contrarre un tumore. Viene però consigliata dai medici una dieta 'prudente' che si avvicina alla nostra dieta mediterranea (ricca di cereali, frutta e verdura). Un altro fattore che incide pesantemente sull'incidenza dei tumori è il fumo di sigaretta. Il fumo causa circa l'80% di tutti i tumori polmonari, oltre a gran parte di quelli della vescica, del rene, del pancreas, della bocca, dell'esofago, faringe e laringe. L'epidemiologia ha accertato che solo in Italia, se si smettesse di fumare, vi sarebbe una diminuzione di frequenza globale di tutti i tumori di circa il 30%, che corrisponderebbe ad una riduzione della mortalità per tumore di oltre 40.000 individui all'anno. Altre condizioni di rischio on-cogeno sono legate all'esposizione a sostanze chimiche utilizzate negli ambienti di lavoro e di vita. Un'altro elemento che emerge dallo studio dei dati contenuti nel Registro dei Tumori è che l'incidenza di alcune forme tumorali nel corso degli anni è cambiata e questo proverebbe che i fattori ambientali incidono maggiormente sulla comparsa di tumore rispetto alle caratteristiche genetiche di una popolazione, che non cambiano da una generazione all'altra, mentre i fattori ambientali si modificano con la trasformazione della civiltà. Ad esempio si può notare una variazione di incidenza per il tumore allo stomaco; vi è, infatti, una diminuzione della mortalità dovuta probabilmente a una diagnosi più precoce e in particolare al fatto che la gente si sottopone più frequentemente al-l'endoscopia. Questa forma tumorale sta diminuendo anche di incidenza: tale fatto sembra do-vuto alle condizioni di alimentazione e di vita che sono notevolmente migliorate. Dalla consultazione del Re-gi-stro della provincia di Varese si può notare una di-minuzione dell'incidenza del carcinoma invasivo del collo dell'utero nelle varie aree subprovinciali della città; questo cambiamento appare strettamente co-rrelato alla diffusione delle attività di screening ci-tologico. Conoscere, quindi, i rischi e le esposizioni di gruppi o di popolazioni, oltre ad essere utile per coloro che si occupano di 'politica sanitaria' in senso ecologico, mirata cioè alla bonifica ambientale di quelle condizioni accertate come a rischio (prevenzione primaria), si rivela particolarmente utile per la pianificazione e la valutazione di campagne di prevenzione di massa (prevenzione secondaria e diagnosi precoce) che sembra siano in grado di salvare molte vite umane.
Per avere maggiori informazioni sui singoli registri
- Registro dei Tumori per il Piemonte e la Valle d'Aosta
Unità di Epidemiologia, Dipartimento di Oncologia - Ospedale San Giovanni Antica Sede Via San Francesco da Paola 31, 10123 Torino - Tel. 011/5754006-8127354 - Fax 011/5754005 - Registro Tumori di Genova
Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro Viale Benedetto XV 10, 16123 Genova - Tel. 010/3534563 - Fax 010/352888 - Registro Tumori Lombardia - Provincia di Varese
Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori Via Venezian 1, 20133 Milano - Tel. 02/70638327-2390460 - Fax 02/2362692 - Registro dei Tumori della Provincia di Trieste
Via Della Pietà 2/4, 34125 Trieste - Tel. 040/7762376 - Fax 040/727473 - Registro Tumori della Provincia di Parma
Via Gramsci 14, 43100 Parma - Tel. 0521/259571-991316 - Fax 0521/995448 - Registro Tumori della Romagna
Divisione di Oncologia - Ospedale G.B. Morgagni-L. Pierantoni Via Forlanini 11, 47100 Forlì - Tel. 0543/731612 - Fax 0543/731736 - Registro Tumori Toscano
U.O. di Epidemiologia - Centro per lo Studio e la Prevenzione Oncologica Viale Alessandro Volta 171, 50131 Firenze - Tel. 055/5001628 - Fax 055/5001623 - Registro Tumori di Popolazione della Provincia di Latina
c/o Centro Oncologico "G. Porfiri" - Ospedale S.M. Goretti Via Guido Reni, 04100 Latina - Tel. 0773/657460 - Fax 0773/40909 - Registro Tumori Ragusa
Piazza Igea 2, 97100 Ragusa - Tel. 0932/600681 - Fax 0932/600661 - Registro Tumori Colorettali della U.S.L. 16 dell'Emilia Romagna (Modena)
Istituto di Patologia Medica - Policlinico Via del Pozzo 71, 41100 Modena - Tel. 059/379269-360303-379432 - Fax 059/363114 - Registro dei Tumori Infantili del Piemonte
Servizio Universitario di Epidemiologia dei Tumori - USL/8 ed Università di Torino Via Santena 7, 10126 Torino - Tel. 011/678872 - Fax 011/635267
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