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Prevenire i tumori della pelle
Alessandro Testori, N. 6/7 giugno luglio 1998
Con li sopraggiungere delle bella stagione, si rinnovano i messaggi per un corretto comportamento da tenere nei confronti del sole. In questo articolo rinnoviamo alcuni messaggi già divulgati in precedenza in quanto riteniamo siano di semplice apprendimento e facili da seguire.
Le persone con pochi nei dovrebbero farsi controllare la pelle almeno due volte nella vita, (intorno ai 30 e ai 60 anni) Le persone con molti nei devono invece sottoporsi a controllo più frequenti. É consigliata una visita l'anno
Per tutti: è bene tenere sotto controllo da soli la propria pelle, seguendo le indicazioni descritte in quest'articolo. II sole è veramente colpevole nei confronti della nostra pelle per quanto riguarda il rischio di insorgenza di un tumore cutaneo? Purtroppo in linea di massima la risposta è sì: il sole, attraverso almeno una parte dei suoi raggi, (UVB), determina alcune alterazioni all'interno delle cellule che possono dare origine in seguito a un tumore. Fortunatamente, nella grande maggioranza dei casi, questo tumore non è particolarmente grave (il basalioma o carcinoma basocellulare) per cui una volta asportato in modo completo non si ripresenta più. Diverso è il discorso che dobbiamo fare per quanto riguarda il melanoma. I meccanismi biologici che correlano l'insorgenza del melanoma con i raggi ultravioletti sono meno noti che non il basalioma, ma l'analisi di quanto sta accadendo in paesi come l'Australia e Israele, sembra documentare con certezza una stretta correlazione tra sole e melanoma. Fino a circa 15 anni fa si poteva infatti dire che il basalioma colpiva soprattutto le persone a lungo esposte al sole (marinai, contadini) risparmiando chi lavora in ufficio. Incredibilmente la storia del melanoma era esattamente all'opposto, in quanto erano soprattutto interessati coloro che lavoravano al chiuso di un ufficio, ben riparati dai raggi ultravioletti. Negli ultimi anni, appunto l'analisi dei dati statistici provenienti da Paesi nei quali si è verificata un'importante migrazione di popolazioni di pelle chiara provenienti dal nord Europa a latitudini sub equatoriali, ha dimostrato un'importantissimo incremento di nuovi casi di melanoma in pochi decenni, documentando in modo inequivocabile una correlazione hanno ad oggi ancora non accettata da tutti gli studiosi. Per cui se da un lato non si è ancora fatta piena luce su quali siano i meccanismi alla base di tali fenomeni non si può certo negare che il sole è correlato al tumore cutaneo in genere, e al melanoma in particolare. É quindi fondamentale per il medico specialista nei tumori della pelle indicare alcune regole di comportamento da divulgare alla popolazione, basandosi sulle più recenti acquisizioni della ricerca scientifica. La corretta esposizione al sole: Evitare di prendere il sole nelle ore più calde; Evitare di ustionarsi al sole in modo particolare nei primi giorni di vacanza. L'esposizione all'UVA artificiale (sun beds) non serve a preparare la pelle per l'esposizione alla luce solare in quanto l'epidermide reagisce in modo differente al sole, determinando la proliferazione delle cellule negli s{rati superficiali della cute che diventa così più spessa, e permette in questo modo di filtrare maggiormente i raggi solari. Porre particolare attenzione alle ore di esposizione al sole in cui si lasciano i bambini, evitando le ore più calde, ma anche un eccessivo numero di ore di esposizione accumulate nel breve periodo di vacanza estivo, dopo i mesi invernali nei quali la cute è sempre rimasta "protetta" da qualsiasi raggio solare. L'utilizzo e quindi l'efficacia preventiva delle creme a protezione totale è ancora dibattuto. Certamente sono da preferire i filtri fisici a quelli chimici, ma il reale impatto delle creme "sun block" nel ridurre l'insorgenza dei tumori cutanei e ancora sconosciuto, in quanto se da un lato permettono di ridurre il rischio di ustionarsi, dall'altro consentono di esporsi al sole per molte più ore, in relazione al numero di fattore protettivo utilizzato. Uno degli argomenti di cui tutti hanno senz'altro sentito parlare negli ultimi anni è la prevenzione. A tutt'oggi la prevenzione si è dimostrata infatti l'arma più sicura per sconfiggere la malattia del secolo, anche se la ricerca scientifica ha dato un enorme contributo nel rallentare e a volte sconfiggere il cancro anche quando questo avesse raggiunto una rilevante diffusione nell'organismo. I tumori cutanei presentano una caratteristica che li rende unici nel loro genere: basta uno sguardo sulla pelle per fare la diagnosi. Questa semplicità diagnostica (e terapeutica nelle fasi iniziali) purtroppo si scontra con l'estrema difficoltà della terapia quando ad esempio un melanoma si è diffuso ad altri organi. Per questo motivo è fondamentale diagnosticare i tumori della pelle quando sono in una fase iniziale. Nell'ambito della prevenzione primaria, e cioè per cercare di eliminare le cause che possono contribuire all'insorgenza dei tumori cutanei non sempre è facile ottenere dei risultati incoraggianti. Da sempre il sole è l'imputato numero uno, e seguendo le norme comportamentali indicate si dovrebbe ridurre il rischio correlato a un'errata esposizione solare. Come aver cura della pelle Parliamo ora di quello che ogni persona dovrebbe fare per controllare la propria pelle. Il nostro suggerimento è che ogni individuo dovrebbe farsi controllare la pelle almeno due volte nella vita, diciamo a 30 e 60 anni, in quanto solo l'occhio esperto dello specialista può individuare la presenza di lesioni misconosciute ma che necessitano eventualmente di cure particolari. La prima cosa è comunque controllare la propria pelle da soli, in base alle informazioni che seguono; e rivolgendosi allo specialista per un parere documentato dall'esperienza del clinico, se si riscontrasse qualche neo o lesione cutanea con delle caratteristiche che possono rientrare in quelle elencate. A seconda dello stato della pelle, le persone rientrano in due grandi gruppi. Quelle con tanti nei, eventualmente con presenza di atipia o displasia; quelle con pochi nei. Il primo gruppo di persone dovrà essere controllato ogni anno, il secondo solo due volte nella vita, come già spiegato. Sebbene le caratteristiche istologiche e biologiche dei carcinomi basocellulari e spinocellulari rispetto al melanoma siano completamente differenti (i primi due originano da cellule epiteliali, il terzo dai melanociti, le cellule responsabili dell'abbronzatura), le informazioni che devono essere tenute presenti per identificare una lesione da far analizzare dallo specialista sono similari per tutte le neoplasie cutanee. Il rischio maggiore è comunque di sottovalutare una neoplasia cutanea già presente, ma che per le sue caratteristiche cliniche e biologiche non abbia ancora iniziato a proliferare e pertanto possa essere scambiata per qualcosa di benigno, magari sottovalutandola in quanto presente e sempre uguale dalla nascita. Le caratteristiche sospette sono l'asimmetria della forma (A), l'irregolarità dei bordi (B), l'eterogeneità della colorazione che può anche in una stessa lesione variare da rossastro a varie tonalità di marrone fino al nero (C), il diametro maggiore di 6-7 mm (D) ed il fatto di aver manifestato un'evoluzione nel tempo (E). In una lesione cutanea queste caratteristiche, che non necessariamente devono essere tutte presenti contemporaneamente e possono anche essere invariate da sempre, implicano la necessita di far esaminare la lesione da un occhio esperto. Nel dubbio è sempre meglio asportare un neo o in genere una neoformazione benigna in più, piuttosto che rischiare di trascurare un melanoma. É utile infine ricordare che di fronte ad un melanoma l'intervento chirurgico effettuato precocemente può salvare la vita di una persona, ma comunque l'intervento chirurgico di per sé non sarà mai la causa di una successiva evoluzione della malattia. Infine va ricordato che togliere un neo e un intervento banalissimo e, a volte, il mezzo più sicuro per avere la certezza diagnostica, si ottiene con un semplice esame istologico. Come riconoscere una lesione sospetta ? La regola ABCDE dell'American Cancer Society ritiene che debba essere analizzata attentamente una lesione che sia associata con almeno una delle seguenti caratteristiche: Asimmetria Irregolarità dei bordi Colori eterogenei Diametro maggiore di 6 mm. Evoluzione.
La mappatura dei nei Il videodermatoscopio, caratterizzato dalla fusione di un computer con il dermatoscopio, è uno strumento che permette di analizzare le lesioni pigmentate dopo averle coperte con un sottile film di olio minerale allo scopo di eliminare la rifrazione degli strati superficiali (cornei) della cute. Il videodermatoscopio studia le caratteristiche della disposizione del pigmento all'interno del neo. La disposizione delle cellule pigmentate (i melanociti) in un neo è infatti caratterizzata da una Organizzazione architettonica generalmente regolare che tende a formare delle maglie che ricordano ad esempio una rete da pesca, mentre le lesioni tumorali ed il melanoma in particolare, presentano un'assoluta irregolarità biologica che si traduce in uno scompaginamento della disposizione delle cellule e quindi in un d disordine strutturale del neo. Il dermatoscopio permette di ottenere una visione delle lesioni pigmentate che possono essere giudicate con una oggettività maggiore che non mediante la semplice analisi clinica fino ad ora possibile. Il videodermatoscopio registra su un computer l'immagine di un nervo; quando il paziente si ripresenta in ambulatorio per i controlli successivi, tale nevo può essere rianalizzato confrontando le immagini sullo schermo del computer in modo da evidenziare le eventuali modificazioni avvenute. Per concludere si può dire che ogni persona dovrebbe farsi controllare la propria pelle da uno specialista per valutare se i nei che presenta possono essere più o meno "normali." Oggi è disponibile il videodermatoscopio che probabilmente sarà uno strumento in grado di rivoluzionare il comportamento dei clinici nei confronti delle persone con numerosi "nei atipici", troppo spesso sottoposti ad asportazione con finalità precauzionali. Questo strumento permette infatti di effettuare una vera e propria mappatura dei nei che possono così essere seguiti nel tempo e ricontrollati, in modo da analizzarne le eventuali modificazioni.
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