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Nuovo significato del Psa
, N. 12 dicembre 1999
Di recente, è apparsa la notizia sul Journal of the National Cancer Institute che, secondo i ricercatori dell'EntreMed, un'azienda di biotecnologie del Maryland, negli Stati Uniti, il Psa, finora considerato l'indicatore più attendibile dell'evoluzione sfavoraevole del cancro alla prostata, sembrerebbe svolgere un ruolo opposto, lottando attivamente contro il tumore. In quale modo? Bloccando l'angiogenesi di quest'ultimo, ossia tagliandogli i viveri: la formazione dei nuovi vasi sanguigni deputati a nutrirlo e, dunque, a farlo crescere. Una scoperta apparentemente rivoluzionaria. Cosa ne pensa, dottor Mensi? "Il Psa è una sostanza che viene prodotta dal tumore ed è un marcatore: più è elevata la concentrazione, più la situazione è sospetta", ma "non lavora né pro né contro la neoplasia". Peraltro, "è un marcatore che viene usato, anche quando il paziente è trattato con la terapia, perché ci monitorizza la risposta alla terapia stessa: se il Psa si azzera col trattamento e poi risale, vuol dire che la malattia ha ripreso il suo corso". Purtroppo, "il Psa viene prodotto anche dalla prostata normale, anche se con valori molto bassi". Non solo. "Viene influenzato da molti altri fattori: ad esempio, va rilevato almeno tre settimane dopo aver fatto un'esplorazione rettale, o un'ecografia transrettale, a 5 giorni da un rapporto sessuale e 3 giorni dopo essere andati in bicicletta o a cavallo, perché tutto ciò che stimola la ghiandola può mettere in circolo del Psa". Inoltre, l'antigene prostatico specifico può innalzarsi, anche in quei casi in cui non vi sia assolutamente un tumore. Ad esempio, in presenza di infiammazioni della prostata, dette "prostatiti", o di ingrossamento della ghiandola, l'ipertrofia prostatica benigna, così diffusa negli uomini che abbiano passato la boa dei 50 anni.
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