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Ant, per l’assistenza medica specialistica gratuita ai malati oncologici
Minnie Luongo, N. 4 aprile 2015
Ci sono interviste difficili da dimenticare. Quella con il professor Franco Pannuti, cinque anni fa a Bologna, è una di quelle. A dir la verità, più che il solito susseguirsi di domande e risposte, fu un incontro con una persona eccezionale, che continuava a stupirci ed emozionarci parlando del suo lavoro e mostrando, ad ogni parola, un’innegabile umanità. Al suo fianco c’era la figlia Raffaella, che oggi ha preso il comando di quella che è la più ampia realtà non profit italiana per l’assistenza medica specialistica domiciliare gratuita ai malati di tumore, la quale ci accompagna nella sede della Fondazione. A cominciare dall’enorme formica ( “ant” in inglese) in legno massello posta vicino alla biblioteca, fino alla statua di “S. Francesco delle formiche”, nella cappella della sede nazionale, e alle tante formichine, simbolo di operosità, simbolo dei volontari ANT, stampate su vari gadget. Questo il “contorno”, perché alla base c’era, e c’è, tutto il resto, ovvero le tante iniziative concrete della Fondazione. Abbiamo allora voluto fare il punto ad oggi con Raffaella Pannuti, per conoscere al meglio l’impegno e il lavoro di questa Associazione.
Da parte sua, il professor Franco continua a stupirci, inviando brevi sms ai soci e agli amici, con pensieri inerenti la solidarietà, sui quali è impossibile non riflettere, almeno per qualche istante. Anche a chi scrive, da cinque anni capita che il cellulare trilli all’improvviso. Il tempo di pensare “sarà una grana di lavoro o il venditore di turno” e invece – più che piacevolmente – scopriamo che è Pannuti il quale, con un messaggino semplice ma incisivo, ci ricorda che cosa significa fare il bene.
La parola a Raffaella Pannuti, presidente Ant
Iniziamo dalla mission di Fondazione ANT.
«La Fondazione ANT è la più ampia realtà non profit italiana per l’assistenza medica specialistica domiciliare gratuita ai malati di tumore. ANT fu creata nel maggio 1978 a Bologna da mio padre, il professor Franco Pannuti, all’epoca primario della divisione di Oncologia del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi per offrire un sostegno concreto ai malati dimessi dopo terapie o interventi e alle loro famiglie.
Attualmente, è presente con l’assistenza in nove Regioni con 20 équipe di specialisti che assicurano al malato e alla sua famiglia, a casa e gratuitamente, tutte le necessarie cure di tipo ospedaliero e socio-assistenziale. Dal 1985 ad oggi Fondazione ANT ha assistito oltre 100mila persone sul territorio italiano, per una media di 4250 malati che, ogni giorno, ricevono a casa e senza alcuna spesa le visite dei nostri medici, dei nostri infermieri e degli psicologi: tutti professionisti che lavorano per assicurare la piena dignità della vita del paziente, anche nel momento della malattia. È quello che noi chiamiamo Eubiosia, il principio ispiratore della nostra Fondazione».
Ci può spiegare meglio questo concetto?
«Eubiosia è una parola derivata dal greco antico ed è stata coniata dal professor Pannuti per indicare tutte “le qualità che conferiscono dignità alla vita”. Eubiosia significa stare vicino alle persone e rispondere – con amore – ai loro bisogni. Per questo il supporto socio-sanitario fornito da ANT non si rivolge solo ad alcune esigenze del malato, come ad esempio il controllo del dolore, ma ha un approccio a 360 gradi che affronta ogni genere di problema, sia esso diagnostico, terapeutico, infermieristico, psicologico e sociale, nell’ottica del “benessere globale” dell’assistito e della sua famiglia.
L’assistenza domiciliare ha rappresentato un’innovazione nella sanità, un’innovazione e un’impronta che oggi rappresenta veramente la sanità del futuro. Le cure palliative, così come le intendiamo noi, cioè l’assistenza alla persona, non all’individuo, sono anche tutela della famiglia, perché, quando noi andiamo a casa dei sofferenti, non ci occupiamo soltanto del sofferente stesso ma dell’intera famiglia, che è il nucleo principale della società. Dunque, l’attenzione per la famiglia rappresenta il motore stesso della nostra attività».
Come si può attivare l’assistenza con ANT?
«Per attivare l’assistenza domiciliare ANT è sufficiente un’impegnativa del medico di base che certifichi la diagnosi oncologica e richieda assistenza domiciliare. È necessaria, infine, la presenza di un cosiddetto “caregiver”, ossia un familiare o una persona sempre al fianco del malato. Al familiare o chi ne fa le veci, la Fondazione ANT fornisce tutti i necessari strumenti e il supporto psicologico per affrontare le cure e sostenere, anche emotivamente, la malattia del congiunto».
Vi occupate anche di prevenzione?
«Sì, da alcuni anni, parallelamente all’assistenza socio-sanitaria domiciliare, la Fondazione ANT ha investito risorse economiche e personali sul fronte della prevenzione che consideriamo – assieme ai corretti stili di vita – lo strumento più efficace contro il cancro. Ci siamo concentrati principalmente su quattro grandi aree di intervento, offrendo in base alle risorse economiche che riusciamo a reperire sul territorio, visite gratuite per la prevenzione di neoplasie mammarie, ginecologiche, tiroidee e della pelle. Le visite vengono effettuate negli ambulatori ANT presenti in alcune città italiane, in spazi messi a nostra disposizione da soggetti terzi oppure sull’Ambulatorio Mobile ANT: un vero e proprio bus della prevenzione, dotato di moderne strumentazioni, con il quale cerchiamo di raggiungere anche le zone meno servite d’Italia. L’impegno profuso è molto forte, tanto che, in poco più di dieci anni abbiamo erogato oltre 104 mila visite di prevenzione oncologica gratuita, offrendo un servizio di particolare valore oggi che, con la crisi, i cittadini stanno tagliando perfino le spese per le cure di base».
Com’è strutturata l’attività dei professionisti ANT?
«Le 20 équipe presenti sul territorio lavorano 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, compresi i festivi, entro i limiti delle risorse disponibili. Ogni medico ANT ha, in media, la responsabilità terapeutica di circa 20-25 pazienti, e opera all’interno di équipe costituite da un massimo di 4-5 medici e 3-4 infermieri, oltre ad uno psicoterapeuta. I collaboratori ANT sono professionisti motivati, adeguatamente e costantemente formati, che operano in regime libero professionale, coordinati dalla sede centrale della Fondazione. Le giornate di assistenza domiciliare erogate nel solo 2013 sono state 1.315.126 (oltre 17 milioni dall’inizio dell’esperienza ANT) e la media di assistenza è stata di 130 giorni per ogni sofferente. Ad integrazione dell’assistenza sanitaria, dal 1988 ANT offre un servizio domiciliare gratuito di Psicologia, sotto la spinta dell’evidente necessità di una presenza professionale specifica che porti aiuto, sostegno e conforto alla persona colpita dalla malattia e ai suoi familiari.
L’assistenza, sottolineo, è il più possibile globale. Nei limiti delle risorse disponibili, ANT pone un’attenzione particolare anche agli aspetti sociali dell’assistenza fornendo servizi come le cure igieniche, il cambio della biancheria, la biblioteca e la cineteca domiciliare. Inoltre, forniamo un servizio porta a porta per il trasporto gratuito del malato dal domicilio alle strutture ospedaliere, per svolgere esami strumentali, ricoveri e trattamenti in Day Hospital».
Come finanziate la vostra attività?
«La Fondazione ANT raccoglie 22 milioni di euro l’anno e solo il 18% dei proventi proviene da fonti pubbliche, per lo più da convenzioni con le ASL. Gran parte delle attività di Fondazione ANT sono sostenute dalle donazioni di privati cittadini e dalle manifestazioni di raccolta fondi (nel 2013 furono il 56% ) dai lasciti (7%) e dal contributo del 5x1000 ( 11% ) per il quale siamo la decima Onlus in graduatoria, tra le oltre 35.000 aventi diritto nel medesimo anno.
La grande forza della Fondazione, così come il motore della raccolta fondi, risiede nei volontari ANT. Attualmente sono iscritti nel nostro registro oltre 1800 volontari: persone che abbracciano il principio dell’Eubiosia e donano gratuitamente il proprio tempo per raccogliere risorse o gestire alcuni servizi di logistica. A loro va tutta la nostra gratitudine».
In che rapporti siete con il mondo profit?
«Molte aziende ci sostengono generosamente dando linfa alle nostre attività con donazioni o iniziative di co-marketing. D’altronde, è naturale che ci sia un legame tra mondo delle imprese e il mondo del non profit: tutti e due hanno in comune l’idea di capitale sociale. Non si può pensare di fare impresa se non c’è tutela della persona. Spesso viene citato il non profit come esempio della tutela della persona, dell’individuo, e io credo che questo debba essere assolutamente trasversale nella nostra società, perché, se non c’è questa tutela, non si può fare.
Un’altra idea importante è quella di sussidiarietà. Le aziende devono essere i primi soggetti a portare avanti questo concetto, ma dovrebbero farlo anche le istituzioni pubbliche: un’idea di sussidiarietà circolare attraverso la quale il pubblico, il privato sociale e il privato – pertanto le aziende – possono continuare a garantire, per quello che ci riguarda, una sanità pubblica.
Per essere chiari: la sanità deve rimanere pubblica, ma la sanità potrà farlo, ed essere aperta a tutti, solo nel momento in cui sarà una sanità integrata. E allora ecco l’idea della sussidiarietà circolare, attraverso la quale questi tre soggettiil pubblico, che rimane il titolare della nostra Sanità, assieme al privato e al privato sociale – possono continuare a garantire quella sanità pubblica, che è un diritto che ci siamo conquistati nel tempo e negli anni, in centinaia di anni, perché è un’idea europea, che dobbiamo tenerci cara, ma che dobbiamo sapere evolvere, affinché essa possa veramente garantire a tutti quanti appoggio e soluzione dei problemi del futuro».
L’assistenza domiciliare di Fondazione ANT comporta un risparmio per le strutture pubbliche?
«Sicuramente sì. Dal punto di vista economico, l’ospedalizzazione domiciliare ANT risulta significativamente meno costosa dell’assistenza in una struttura tradizionale. Il costo globale della presa in carico di ciascun assistito ANT (in media 100 giorni) nel 2013 è stato pari a 2.100,00 € (esclusi i farmaci che restano a carico del Servizio Sanitario Nazionale e il cui costo è assimilabile a quello della presa in carico). Tenendo conto che una giornata di degenza in una struttura dedicata alle cure palliative, cioè gli hospice, è di circa 238,00 € (dati Airtum, Como 2012) e una giornata di ricovero in un ospedale pubblico è di diverse centinaia di euro, risulta evidente il risparmio che ne deriva. Non è semplice valutare con precisione il risparmio economico per la collettività derivante dall’impegno socio-sanitario di ANT, anche per la difficoltà di reperimento del valore dei costi della componente pubblica. Ma si possono fornire spunti di riflessione per stimolare in tal senso la discussione.
Se, ad esempio, i 9.562 pazienti presi in carico da ANT nel 2012 venissero assistiti dal servizio pubblico in regime di A.D.I. con un costo, per paziente, identico a quello della ONLUS (ipotesi assai stimolante ma di difficile realizzazione), in questo caso – contribuendo il servizio pubblico attraverso le convenzioni solo per un 14% ai proventi di ANT – il risparmio realizzato risulterebbe di quasi 19 milioni di euro».
Fondazione ANT fa anche ricerca?
«La Fondazione ANT fa ricerca nell’ambito delle cure palliative e dell’assistenza domiciliare. Da un paio di mesi il settore della ricerca è affidato al professore Guido Fanelli, considerato il padre della legge contro il dolore in Italia per il suo essenziale contributo alla stesura della Legge 38/2010. Il professor Fanelli ha accettato di assumere pro bono l’incarico di direttore scientifico di Fondazione ANT con l’obiettivo di istituire un metodo rigoroso per la ricerca nell’ambito dell’assistenza domiciliare oncologica, perché da una ricerca metodologicamente corretta scaturiscono migliore formazione degli operatori e miglior qualità dell’assistenza».
Il “Vademecum sul dolore”
Ha preso il via un progetto, nato dall’impegno congiunto di Fondazione ANT Italia ONLUS, Federconsumatori e IMPACT Proactive (con il patrocinio del Ministero della Salute). Percepito per lungo tempo solo come un sintomo o la conseguenza di altre malattie, da accettare o comunque da curare secondariamente, il dolore oggi è invece considerato dalla classe medica come una vera e propria malattia. Grazie alla legge 38/2010 l’Italia ha in materia una legislazione all’avanguardia a livello europeo, eppure – paradossalmente poco conosciuta da chi ne avrebbe bisogno.
I dati più recenti riferiscono che il 40% dei cittadini non sa ancora oggi a chi rivolgersi in caso di dolore, mentre solo il 32% è stato informato dal proprio medico, il 22% da amici e parenti e il 14% su Internet. Inoltre, solo il 35% sa che in Italia c’è una legge sul tema (fonte: Fondazione Isal).
Il “Vademecum sul dolore”, accompagnato da una locandina, è stato messo a disposizione dei cittadini negli oltre 1000 sportelli di Federconsumatori e nelle 120 Delegazioni di Fondazione ANT dislocate su tutto il territorio italiano, ed è scaricabile dai tre siti di Federconsumatori, ANT e IMPACT proactive.
Dov’è presente Ant in Italia
Queste le nove Regioni in cui opera la Fondazione ANT:
- Emilia Romagna;
- Lombardia;
- Veneto;
- Toscana;
- Lazio;
- Marche;
- Campania;
- Puglia;
- Basilicata.
A breve, molto probabilmente, l’apertura di una nuova sede in Sicilia.
Indirizzi utili
FONDAZIONE ANT
Via Jacopo di Paolo 36, 40128 Bologna
Tel. 051.7190111 fax 051.377586
info@ant.it
www.ant.it
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