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L’adroterapia oncologica

Monica Melotti, N. 10 ottobre 2014

Il rapido progresso tecnologico degli ultimi anni ha portato ad un’evoluzione di tutti i settori della medicina e ha influenzato in maniera rilevante la radioterapia oncologica. Oggi una nuova frontiera della radioterapia è rappresentata dall’adroterapia che utilizza protoni e nuclei atomici (chiamati ioni) soggetti alla forza detta “ nucleare forte ” e per questo motivo chiamati adroni (dal greco adrós, forte), da cui il termine adroterapia. Di recente è stato presentato a Milano il Progetto del nuovo Acceleratore compatto per “ Adroterapia ”, messo a punto da Fondazione TERA e sostenuto da Fondazione Just Italia con 300mila Euro. Il Progetto prevede la realizzazione di un’apparecchiatura avveniristica progettata con il CERN di Ginevra che consente di adottare nuove modalità per la radioterapia. L’apparecchiatura permette, infatti, di colpire le cellule tumorali con protoni o ioni carbonio (particelle cariche più pesanti dette “ adroni ”) con estrema precisione, senza coinvolgere però i tessuti sani adiacenti. Questo ridurrà sensibilmente i rischi della radioterapia e migliorerà notevolmente la qualità di vita dei pazienti.

L’adroterapia a Pavia
« È bene specificare che, essendo l’adroterapia una terapia relativamente giovane, le indicazioni consolidate sono ancora limitate a tumori solidi, non infiltranti e fissi e a tumori rari scarsamente responsivi alle tecniche di radioterapia convenzionale », spiega il professor Ugo Amaldi, Presidente e Direttore scientifico della Fondazione Tera. « Tra questi: i melanomi dell’uvea, i tumori della base del cranio e della colonna (cordomi, condrosarcomi a basso grado, meningiomi) e alcuni tumori solidi pediatrici. Questa tecnica rappresenta una notevole evoluzione rispetto alla radioterapia attuale, perché consente di raggiungere e colpire il tumore con estrema esattezza. Inoltre, la terapia è meno invasiva perché tutela gli organi sani dal rischio di danni collaterali e previene, quindi, anche il rischio di handicap futuri, in particolare nei bambini. Un altro aspetto, non marginale, è che – applicando le ultime tecniche sviluppate dal CERN per il futuro collisore lineare CLIC da venti chilometri di lunghezza – puntiamo a realizzare un’apparecchiatura più flessibile di quelle oggi a disposizione e con dimensioni e costi più contenuti; questo consentirà a molti Ospedali di dotarsi di un’ulteriore potente arma contro il cancro. La nuova apparecchiatura imprimerà una notevole accelerazione alla ricerca in campo oncologico e potrà ridare speranze a molte famiglie. Per questo l’iniziativa è stata denominata “ Futuro senza confini ”, affidando alle straordinarie potenzialità della Ricerca le attese di vita e di futuro di migliaia di persone ».
Il centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO), sito in Pavia è il primo centro di adroterapia in Italia; dispone attualmente di un fascio di protoni con cui ha appena avviato l’irraggiamento di pazienti. In una fase successiva gli irraggiameni potranno usufruire di ioni carbonio, una volta terminata la caratterizzazione dosimetrica e radiobiologica del fascio di tali ioni.

I risultati
Esiste un “ pool ” di quasi 110mila pazienti trattati finora nel mondo (dei quali oltre 90mila con protoni e quasi 13mila con ioni) dal quale trarre indicazioni consistenti sull’efficacia dell’adroterapia. In molti casi la lunghezza del periodo di follow-up appare adeguata alla valutazione dei risultati a lungo termine, sia in termini di efficacia, anche su patologie a lenta crescita, sia in termini di tossicità tardiva (sino a 5 anni ed oltre). L’elenco delle patologie trattate è molto lungo e naturalmente necessita di un continuo aggiornamento. A conferma di questo è sufficiente osservare come la letteratura scientifica sia ormai ricca di dati. Digitando su PubMEd le opportune parole chiave sull’adroterapia risultano pubblicati negli ultimi quattro anni più di 160 articoli aventi come oggetto i risultati clinici, quanti ne erano stati prodotti nei 10 anni precedenti. Il nuovo scenario che si sta delineando fa quindi riferimento a punti di conferma e di novità.

Le particelle del futuro
« La nuova apparecchiatura, che noi chiamiamo “ linac per protoni ” – spiega il Prof Amaldi – è un acceleratore di particelle lineare, diversamente da tutti quelli circolari usati sinora in adroterapia. In pratica i protoni sono accelerati per una decina di metri in linea retta fino ad arrivare all’energia necessaria per poter penetrare nel corpo del paziente e raggiungere il tumore: qui viene rilasciata la maggior parte dell’energia uccidendo le cellule tumorali. I protoni sono i nuclei degli atomi più semplici, gli atomi d’idrogeno e, come gli ioni carbonio, prendono il nome di “ adroni ”, da cui deriva “ adroterapia ”; gli adroni sono migliaia di volte più pesanti degli elettroni, utilizzati invece per produrre i convenzionale raggi X ».

Ma quali sono i punti di forza dell’adroterapia rispetto ai trattamenti convenzionali? La risposta del Professore illustra vantaggi davvero grandi: « I raggi X della terapia “ classica ” cedono energia lungo tutto il percorso nel corpo del paziente cosicché, per impartire una dose elevata al tumore, si usano molti fasci incrociati che inevitabilmente irradiano, anche se meno intensamente, i tessuti che circondano il tumore. Nel 10% dei casi ciò va evitato perché vicino al tumore si trova un organo che non può essere irradiato senza compromettere la qualità di vita del paziente. In questi casi si dovrebbe utilizzare un fascio di protoni o di ioni carbonio di alta energia che penetra nel corpo del paziente, senza mutare direzione, e deposita gran parte dell’energia alla fine del suo percorso, distruggendo localmente i tessuti tumorali senza irradiare quelli circostanti. Questo permette una cura che non compromette la qualità di vita del paziente: possiamo usare una dose molto più efficace, ridurne gli effetti collaterali e controllare meglio il tumore. I protoni hanno lo stesso effetto clinico dei raggi X, ma in versione più “ concentrata ”, mentre gli ioni carbonio sono utilizzati per quel 3% circa di tumori che sono radioresistenti perché non si possono controllare né con i raggi X né con i protoni ». L’adroterapia con fasci di protoni, che è anche detta “ protonterapia ”, ha una maggiore applicabilità e la massima precisione ed è ideale per una categoria specifica di destinatari, che Fondazione Just Italia mantiene al centro della propria attività: i bambini.

Un futuro per tanti piccoli ammalati
Questo progetto potrà ridare speranze e futuro a molti piccini e alle loro famiglie: per questo è stato denominato “ Futuro senza confini ”. Un futuro che promette di essere particolarmente brillante attraverso l’adroterapia, come spiega il Presidente di Fondazione TERA: « abbiamo già visto come l’utilizzo dei raggi X porti a colpire anche i tessuti adiacenti al tumore solido. Nel caso di un bambino malato, in cui l’organismo è in crescita, questo è gravissimo: magari il piccolo si salva, ma subisce le conseguenze dei danni ai tessuti sani rischiando handicap anche pesanti. Invece, usando i protoni possiamo fare in modo che la dose curativa rimanga entro i confini dell’area malata, risparmiando i tessuti sani adiacenti: così migliora sensibilmente la qualità di vita del bambino. Per questo motivo, nel mondo scientifico internazionale si riconosce che tutti, ma proprio tutti i bambini che hanno un tumore solido dovrebbero essere curati con i protoni. Solo in Italia vi sono oggi circa 300 piccoli malati: l’aiuto di Fondazione Just Italia è essenziale proprio per creare un prototipo di questo nuovo linac, che sarà lungo cinque metri – invece di dieci; montato su una struttura meccanica di precisione, ruoterà intorno al letto del paziente in modo da colpire il tumore lungo le direzioni che massimizzano la probabilità di cura minimizzando i danni ai tessuti sani e offrirà un futuro migliore a tanti bambini. Un altro aspetto non marginale del nostro progetto – conclude il Prof. Amaldi – è l’opportunità di realizzare un’apparecchiatura più flessibile di quelle oggi a disposizione, con dimensioni e costi più contenuti; questo consentirà a molti ospedali di dotarsi di un’ulteriore potente arma contro il cancro ».

Gli adroni
Il Cnao è uno dei sette centri al mondo che sfruttano gli ioni carbonio, oltre che i protoni, per la cura dei tumori e si trova a Pavia e dal primo gennaio 2014 la struttura è riconosciuta e accreditata dal sistema sanitario lombardo. Quest’ultimo ha anche stabilito un tariffario per il rimborso delle prestazioni, gratuite per il malato. Il Centro impiega attualmente 101 professionisti tra medici, esperti di informatica, fisici e ingegneri.
« Fino ad ora abbiamo trattato 250 pazienti con vari tipi di tumore, soprattutto rari, resistenti alla chemioterapia e difficilmente aggredibili con la chirurgia – dice Roberto Orecchia, Direttore scientifico della Fondazione Cnao -. In un’ottantina di casi si trattava di cordomi, condrosarcomi, neoplasie della base del cranio e della colonna, tumori della testa e del collo per i quali abbiamo utilizzato i protoni. Abbiamo, invece, sfruttato gli ioni carbonio per le neoplasie della prostata, del pancreas e delle ghiandole salivari. I Protoni e ioni carbonio sono adroni: con questo termine si indica una famiglia di particelle che hanno origine dal nucleo dell’atomo e che comprendono anche altri ioni, come quelli dell’elio o dell’ossigeno. Il costo del trattamento è di 24mila euro per ciclo, indipendentemente dal numero di sedute necessarie e dal tipo di particelle utilizzate. Quello della radioterapia tradizionale con le tecniche più avanzate si aggira sui 10mila euro, sempre per ciclo ».
Oggi l’impiego dell’adroterapia si basa su una serie di dati e di osservazioni che derivano dal suo utilizzo pratico e non su studi clinici di confronto come spesso avviene per i farmaci. Studi che però stanno partendo. Il centro di Pavia ha avviato un protocollo con il centro francese di adroterapia di Lione per una ricerca di “fase 3”, che prevede il confronto fra terapia con ioni carbonio (condotta su 150 pazienti) e radioterapia classica (su altri 150 pazienti) in casi di neoplasie del distretto cervico-cefalgico (cioè tumori testa-collo, per esempio) o delle ghiandole salivari).

Indirizzi utili

CNAO – PAVIA
Telefono: 0382.0781 dalle 09:00 alle 13:00 dalle 14:00 alle 17:00
info@cnao.it
Segreteria Informazioni mediche Telefono: 0382.078.963
attivo dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 13:30 alle 15:30, dal lunedì al venerdì
serviziomedico@cnao.it

La fondazione TERA
La Fondazione Just Italia (Onlus costituita nel 2008 dall’azienda veronese Just Italia, ai vertici nel mercato dei cosmetici naturali venduti a domicilio) ha deciso di affiancare Fondazione TERA nell’ambito delle proprie iniziative di Responsabilità Sociale che la vedono, ogni anno, sostenere una grande iniziativa di Ricerca medico-scientifica, con attenzione particolare ai bambini e alle loro famiglie. La Fondazione TERA (Fondazione per Adroterapia Oncologica, a Novara dal 1992) è un’eccellenza italiana e internazionale nella lotta contro il cancro, impegnata nella ricerca scientifica e tecnologica più avanzata. Solo dalla ricerca, infatti, possono arrivare le innovazioni più efficaci nella lotta contro i tumori. Come, per esempio, gli acceleratori lineari per la cura dei tumori con fasci di adroni (da cui adroterapia) messi a punto da Fondazione TERA con partner internazionali di primario livello scientifico. Il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica in Italia (CNAO), finanziato principalmente dal Ministero della Salute, nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale, inaugurato a Pavia nel 2010 e dedicato alle terapie dei tumori radioresistenti con fasci di ioni carbonio. Il Centro ospedaliero di Pavia è uno dei due soli centri Europei presso cui sono disponibili queste prestazioni mediche e può trattare fino a 2.000 pazienti l’anno. I potenziali destinatari di questo Progetto sono i circa 3.500 pazienti che ogni anno in Italia potrebbero beneficiare di un trattamento con ioni carbonio.

Come aiutare la ricerca di TERA

  • in banca tramite bonifico bancario alle seguenti coordinate
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    Via Puccini 11, 28100 Novara
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  • in posta tramite versamento con bollettino postale su conto corrente nr. 16088288 intestato a Fondazione per Adroterapia Oncologica TERA, Via Puccini 11, 28100 Novara
  • con la denuncia dei redditi tramite la scelta di destinare il 5Xmille, indicando il codice fiscale nr. 94016310032 nell’apposita casella a “ sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997 ”

La prototerapia
La protonterapia, o adroterapia, è la modalità di irradiazione elettiva per i tumori solidi dei bambini (circa 900 all’anno in Italia) e per alcuni tumori dell’occhio (melanomi dell’uvea e retino blastomi dell’età pediatrica), della base cranica (cordomi, condosarcomi e meningiomi) e della colonna vertebrale. Recentemente, sono stati stabiliti protocolli internazionali per i trattamenti dei tumori della prostata, del fegato, dell’apparato gastroenterico, pediatrici e del polmone. Nel caso di buona parte dei tumori del distretto cervicocefalico, del torace, dell’addome o dello scavo pelvico la terapia con protoni può anche essere utilizzata per somministrare, al termine di un trattamento convenzionale, un sovradosaggio.
In un rapporto, preparato sotto la direzione del professor Roberto Orecchia, l’AIRO (Associazione italiana di radioterapia oncologica) ha quantificato che, sui 120.000 pazienti trattati in Italia con raggi X ogni anno, circa 1000 ( 1% ) dovrebbero essere trattati senza dubbio con protoni (pazienti detti appartenenti alla categoria A) e 12.000 ( 11% ) trarrebbero profitto dalla terapia con protoni (categoria B). L’AIRO ha concluso che per rispondere alle esigenze dei malati italiani sarebbero necessari almeno 5 centri di protonterapia, dislocati lungo l’intero Paese. Un centro di protonterapia è recentemente entrato in funzione Trento e l’Italia ha già un Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, che si trova a Pavia e che, alla fine del 2013, aveva trattato 200 pazienti. Il CNAO è stato progettato dalla fondazione TERA e costruito dalla Fondazione CNAO in collaborazione con una rete di centri e laboratori nazionali (lin particolare l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e internazionali (in particolare il CERN). Il “ cuore ” del CNAO è un sincrotrone di 25 metri di diametro, molto più piccolo ma simile al Large Hadron Collider (LHC) di Ginevra, in grado di accelerare sia protoni sia ioni carbonio; quesi ultimi sono indicati nel trattamento di quel 3% circa dei tumori che sono radioresistenti, cioè meno sensibili alle radiazione dei tessuti sani circostanti. I tumori radioresistenti in Italia sono circa 3500 all’anno.

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