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Il tumore al seno si previene anche a tavolaStefania Bortolotti, N. 5 maggio 2014 È dimostrato il rapporto tra alimentazione e neoplasie. Più di 500.000 donne in Italia convivono con il tumore al seno, la malattia è la neoplasia di gran lunga più frequente nel sesso femminile pari al 41,6% di tutte le donne che convivono con una pregressa diagnosi di tumore e pari al 23% di tutti i lungo-sopravviventi (uomini e donne). Negli ultimi sei anni l’incidenza nazionale del tumore al seno è cresciuta del 13% ; con una maggior prevalenza nell’età avanzata: colpisce – nell’ 80% dei casi – donne sopra i 50 anni. Tuttavia, grazie alla diagnosi precoce e alle terapie innovative, aumentano i casi di guarigione e le prospettive di vita. Per i tumori “presi in tempo” si può arrivare a oltre il 90% di sopravvivenza. L’altra buona notizia è che le pazienti beneficiano di una qualità di vita sempre migliore, anche grazie alla chirurgia conservativa. Quali sono, dunque questi agenti anticancro forniti dai vegetali? E in quali alimenti sono più abbondanti? Continua Tondini: «Va ricordato che il tumore per diventare pericoloso deve vedere la cellula cancerosa superare una serie di fasi. Ed è in ciascuna di queste che i ricercatori cercano di collocare delle “trappole” per arrestare la malattia. Proprio i fitocomposti sembrano siano in grado di entrare in uno o più d’uno dei meccanismi biochimici che conducono al tumore. Per quasi tutte le fasi che portano alla patologia esistono composti presenti nei cereali integrali, nelle verdure o nella frutta in grado di rallentare o invertire il processo». Ma come già accennato, non sono solo i broccoli ad avere azione anticancro. Anche i pomodori aiutano: hanno un ruolo di non poco conto soprattutto in menopausa. I risultati di un recente studio hanno mostrato che il frutto rosso aumenta i livelli di adiponectina un ormone proteico che regola il livello di glucosio nel sangue e aiuta il metabolismo di grassi e zuccheri. Inoltre, una dieta con molti pomodori, riduce il rischio di tumore al seno, soprattutto nella popolazione più a “rischio”. Puntualizza il Dottor Tondini a proposito di stile di vita: «Raggiungere il peso corretto se si è in sovrappeso, condurre una vita attiva, praticare attività fisica moderata e avere un’alimentazione adeguata e variata sono fattori protettivi sostenuti oramai da diversi studi clinici. Un approccio corretto al cibo non solo mette la paziente nella condizione di affrontare meglio i trattamenti, ma anche di ridurre il rischio di ricadute. Nella popolazione femminile l’eccesso di grasso favorisce alterazioni ormonali che si ripercuotono sulla possibilità di sviluppare il tumore al seno. Le donne devono imparare a scegliere un certo tipo di alimenti e determinate porzioni in base alla cosiddetta “piramide alimentare”, iniziando dalle fondamenta con l’acqua per arrivare al top, costituito dai grassi saturi. L’alimentazione deve essere basata prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non raffinati, legumi e un’ampia varietà di verdure e frutta a ogni pasto, per almeno cinque porzioni al giorno. Un consumo regolare delle porzioni giornaliere consigliate di frutta e verdura può aiutare la prevenzione del cancro al seno. Non dimenticando, come già accennato, un’altra condizione fondamentale per contrastare il progredire delle malattie, ovvero l’attività fisica». Le donne che praticano regolarmente attività fisica (almeno trenta minuti al giorno) presentano una riduzione del rischio di ammalarsi del 15-20% circa. Gli effetti sono evidenti soprattutto dopo l’età fertile. Lo sport interferisce con alcuni meccanismi ormonali e il metabolismo di alcuni grassi che facilitano l’insorgenza dei tumori. È infatti stato calcolato che in menopausa l’obesità è responsabile di circa il 20% delle neoplasie e del 50% delle morti per tumori mammari. Inoltre, numerosi studi sottolineano poi come l’attività fisica intensa in giovane età produca un sensibile abbassamento del livello degli estrogeni nelle bambine e adolescenti. Una condizione che si riflette nel tempo in una minore incidenza del cancro al seno. A influire sul maggiore rischio di ammalarsi di cancro al seno è anche lo stile di vita, in particolar modo quello dei Paesi occidentali. Le donne che vivono in questa parte del pianeta, infatti, corrono un rischio sei volte maggiore, rispetto alle donne africane, asiatiche o sudamericane, di sviluppare questa patologia. «Il problema – sintetizza Tondini – è che, ad esempio, in Occidente si fanno pochi figli e molto tardi. Mentre avere gravidanze da giovani rappresenta un fattore protettivo contro il pericolo di ammalarsi di tumore al seno. Discorso simile per l’alimentazione: una cucina abbondante e con troppi grassi e zuccheri – tipici della vita contemporanea – rappresentano la “benzina” che aiuta le malattie neoplastiche a svilupparsi. A influire negativamente sarebbe anche l’alcol che determina un aumento del 3-5% d’insorgenza della neoplasia al seno se si consumano uno o due bicchieri al giorno. Abitudine molto radicata nei Paesi occidentali a differenza di quello che si riscontra in altre culture dove le donne non bevono affatto o poco per via della loro posizione sociale». Ma non è tutto. Molte donne si lasciano la malattia alle spalle e tornano alla vita di prima, comportamenti scorretti inclusi. Chi ha sconfitto un tumore del seno spesso continua a fumare, è sedentaria (solo l’ 11% pratica più attività fisica rispetto a prima) e segue una dieta troppo ricca di grassi e povera di frutta e verdura. «La prevenzione non finisce mai» conclude il Dottor Carlo Tondini: «Studi recenti hanno dimostrato che le donne con un carcinoma mammario che praticano esercizi a intensità moderata per almeno 30 minuti al giorno presentano il 40% in meno di possibilità di cadere in recidiva rispetto a quelle attive per meno di un’ora alla settimana». Pomodori e menopausa Cause e fattori di rischio IncontraDonna Onlus Info: www.incontradonna.it Associazione “Il Seno di Poi-onlus”
Info: www.ilsenodipoi-onlus.it Indirizzi utili Oncologia medica |