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Il bagnino e i samurai
Cristina Mazzantini, N. 5 maggio 2014
Con una borsetta, una lampada e un pezzo di lardo di colonnata non si va molto lontano». È quanto dichiarato da Daniela Minerva, giornalista e autrice, insieme a Silvio Monfardini, uno dei padri dell’Oncologia italiana, direttore del progetto di oncologia geriatrica della Fondazione Don Gnocchi di Milano, de “Il bagnino e i samurai. La ricerca biomedica in Italia: un’occasione mancata” (pubblicaz. 2013, Codice Edizioni, pag. 293). Del libro si è parlato ampiamente durante la IX edizione del Festival delle Scienze, tenutosi recentemente all’Auditorium Parco della Musica di Roma, con ospite d’onore lo scienziato americano Noam Chomsky, a cui si deve la scoperta del linguaggio come “organo mentale” per ciascuno di noi. La kermesse di quest’anno, infatti, è stata dedicata ai “linguaggi”, visti da prospettive diverse: dalla politica alla giustizia, dalla geografia alla medicina, dalla filosofia alle neuroscienze, dalla musica al mondo delle macchine. «Se, il nostro Paese non investe in ricerca medica e non attrae capitali in questo settore, se rinuncia così a creare intelligenza collettiva e si accontenta del mito delle 3F (food, fashion and forniture: lardo, borse e arredi, appunto) è colpa del bagnino, Carlo Sama, reo di aver svenduto Farmitalia agli svedesi», ha proseguito la Giornalista. Ma non solo. La colpa è anche, come hanno spiegato i relatori, tra cui Ignazio Marino, di una comunicazione medica difficile e orientata in via pressoché esclusiva agli addetti ai lavori e agli esperti.
« La storia del libro è la cronaca di un delitto: in Italia la ricerca biomedica è stata uccisa. E oggi l’Italia riveste un ruolo di secondo piano nel mercato farmacologico, a causa – ha sottolineato Pierluigi Antonelli, amministratore delegato MSD – dei nostri soliti noti malanni: miopia e burocrazia. I samurai, però, sette ricercatori oncologici dell’istituto Tumori di Milano, negli anni Sessanta stavano per compiere la grande impresa di rendere il Paese una vera eccellenza planetaria. Guidati da Gianni Bonadonna avevano infatti abbracciato l’epocale sfida d’America: sconfiggere il cancro. In quell’epoca avevano trovato la formula magica per provare a farlo: l’adriamicina, una rivoluzione nell’ambito delle cure oncologiche. Questa scoperta ha dato una grande spinta alla cura di pazienti affetti da tumore in fase avanzata, grazie proprio al farmaco made in Italy, che è diventato nei decenni successivi un elemento fondamentale nella cura di diversi tipi di tumore. Avrebbero non solo raggiunto un successo in termini medici ma anche impreditoriali, trasformando Farmitalia, del gruppo Montedison, in una vera ecceleccellenza.
Si scontrarono però con il bagnino, Carlo Sama, entrato nelle grazie della famiglia Ferruzzi, il quale, al vertice del gruppo Montedison, (s)vendette la farmaceutica italiana. Infatti nel 1993 la molecola fu venduta agli svedesi e così si è persa l’opportunità di creare una “ Big Pharma italiana ”: ecco perché parliamo di occasione sprecata. Nella lista delle prime 20 industrie farmaceutiche, infatti, l’Italia non compare. Tuttavia, nel nostro Paese, grazie alla capacità di creare consorzi e collaborare, abbiamo realizzato prodotti apprezzati in Europa e nel mondo ».
In estrema e incompleta sintesi ecco la storia: da una parte i visionari dall’altra la manchevolezza dell’impresa e della politica di casa nostra. Ma se queste sono più o meno le vicende e se, come Marino stesso ha sostenuto, la colpa del misfatto è soprattutto della politica, oggi la medicina commette comunque, in prima persona, un peccato. Non sa raccontarsi. La sfida degli oncologi, dei medici, di chi lavora negli IRCCS – istituti di ricovero e cura a carattere scientifico – non si trasforma in un grande romanzo collettivo. E l’opinione pubblica resta in balia de Le Iene. E dei casi Stamina. « I miei studenti – ha rimarcato un professore dal pubblico – non conoscono la differenza tra cellule staminali e stamina, perché nessuno, evidentemente, gliel’ha saputa spiegare. Usate un linguaggio da terza media – ha suggerito invece il sindaco Marino – negli USA ti insegnano a divulgare la scienza attraverso storie, parole semplici, esempi e paragoni concreti con la realtà più quotidiana. La ricerca biomedica, in sostanza, non diventerà un sogno comune se non la capisce l’arcinota casalinga di Voghera. È sempre una questione di linguaggio: le parole che usiamo funzionano come stimolo e attivano non solo aree del cervello ma anche desideri di futuro in grado di orientare la politica ».
Una domanda che ci si pone è il mercato farmaceutico mondiale che vale oltre mille miliardi di dollari e cresce dell’8% l’anno, ma l’Italia dov’è? La risposta è semplice: ne siamo praticamente fuori. La nostra spesa in farmaci è in aumento (nulla di sorprendente con una popolazione sempre più anziana), ma le aziende italiane si conquistano una fetta marginale di questo ricco mercato che in altri Paesi, come la Francia e la Svizzera, è diventato cruciale per contrastare gli effetti recessivi della crisi. Il quadro è desolante, ma ancor più frustrante è sapere che, solo 20 anni fa, l’Italia era all’avanguardia nello sviluppo dei farmaci per i quali oggi gli italiani pagano milioni di euro che finiscono nei bilanci di aziende d’oltralpe e d’oltreoceano. Proprio per capire questo paradosso invitiamo tutti a leggere accuratamente “ Il bagnino e i samurai. La ricerca biomedica in Italia: un’occasione sprecata ”.
Screening in puglia e campania
È legge il decreto sulla Terra dei fuochi. Il testo, approvato in via definitiva ieri al Senato, non ha subito modifiche rispetto a quello approvato dalla Camera. Tra i punti chiave del Dl, composto da 9 articoli, c’è quello che dà il via allo screening sanitario gratuito per i cittadini della Campania e della Puglia. I primi coinvolti nell’emergenza ambientale legata allo sversamento di rifiuti tossici nella zona tra la provincia di Caserta e Napoli – la cosiddetta Terra dei fuochi – e i secondi residenti nei comuni di Taranto e di Statte, nei pressi dello stabilimento siderurgico dell’Ilva. Oltre allo screening sanitario, il decreto prevede l’introduzione del reato di combustione dei rifiuti, strumento utile alla magistratura per contrastare i roghi di rifiuti, spinta ulteriore sulle bonifiche e mappatura dei terreni inquinati, uso dell’esercito per il presidio del territorio. Per le attività di screening è autorizzata, per il 2014 e il 2015, la spesa di 25 milioni di euro all’anno. Gli esami previsti – si precisa nel testo – sono effettuati senza alcuna compartecipazione alla spesa da parte dei pazienti. Le Regioni Campania e Puglia, su proposta dell’Istituto superiore di sanità, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto definiscono la tipologia di esami per la prevenzione e per il controllo dello stato di salute della popolazione residente nei comuni che risultino interessati da inquinamento causato da sversamenti illegali e smaltimenti abusivi di rifiuti. Il ministero della Salute, sentiti le Regioni Campania e Puglia e l’Istituto superiore di sanità, stabilisce le modalità con cui sono trasmessi, in forma aggregata, i dati raccolti nel corso delle attività di monitoraggio.
Lampade abbronzanti e melanoma
Le lampade solari sarebbero responsabili di oltre 10.000 melanomi all’anno e 450.000 cancri della pelle di altro genere. La conferma arriva dai ricercatori della California University e di Cambridge.
È ufficiale, le lampade solari causano tumori. Non è certo una novità. Tuttavia dati recenti rendono tale certezza più che disarmante. I danni derivanti dall’abbronzatura artificiale sarebbero responsabili di oltre 10.000 melanomi all’anno e 450.000 cancri della pelle di altro genere. La conferma arriva dai ricercatori della California University e di Cambridge, Inghilterra, la cui accurata analisi, pubblicata su Jama dermatology, riassume 88 studi svolti su un campione di oltre 400.000 persone in Europa, Stati Uniti e Australia.
In cima alla classifica dei rischi compaiono ragazzi europei, italiani inclusi. Pare, infatti, che il 55% degli studenti universitari, circa il 36% degli adulti e il 19% degli adolescenti con tali origini si affidino ai solarium per mantenersi più “ belli ”. Il 22% tra questi rischia di contrarre una forma curabile di tumore, mentre dal 2,6 al 9% corre il pericolo di beccarsi quello più temuto e aggressivo. Precedenti ricerche hanno rivelato almeno 3.400 casi di melanoma all’anno legati proprio a tali comportamenti.
In Francia gli attori insegnano ai medici a comunicare
In Francia si punta sull’aiuto degli attori per insegnare ai medici a comunicare una diagnosi di tumore. L’indicazione è contenuta nel “ Piano nazionale cancro ” presentato nei giorni scorsi da François Hollande. Secondo le indicazioni del documento i medici possono partecipare a corsi formativi ad hoc, durante i quali hanno il compito di informare degli attori che interpretano la parte dei pazienti. Vengono così aiutati a cercare la strategia di comunicazione più corretta. Esperienze di questo tipo nel Paese d’oltralpe erano già state sperimentate in diverse regioni. Gli studenti di medicina di Montpellier e di Nîmes, ad esempio, hanno usufruito di specifici corsi di teatro con attori professionisti. L’obiettivo era di aiutare i futuri medici a comunicare con i malati e con i loro familiari nelle situazioni più delicate, in particolare nei casi di cancro.
Una buona comunicazione tra medico è paziente, indicano gli studi, è parte integrante della cura. Ma, in Francia come in Italia, una specifica formazione per aiutare i camici bianchi gestire il rapporto emotivo con il malato non è ancora di routine.
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