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Buone news sulle cure dei tumori renali
Minnie Luongo, N. 8/9 agosto/settembre 2013
Quando si parla di tumori dell’apparato genitale maschile, quelli renali vengono spesso dimenticati. A colmare questa lacuna, fornendo le ultime novità nel panorama di tali patologie oncologiche, ha provveduto il 23° Congresso nazionale SIUrO (Società italiana di urologia oncologica), tenutosi a Firenze presso il Palazzo degli Affari, sotto la presidenza del dottor Alberto Lapini, responsabile del settore di Oncologia presso la prima Clinica urologica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze, nonché vicepresidente SIUrO.
Sorveglianza attiva del tumore renale
L’ultimo convegno SiUrO si è aperto con un workshop dedicato proprio al “Trattamento ablativo e sorveglianza del tumore renale”, che ha esaminato tutte le ultime novità nell’ambito del trattamento non chirurgico dei piccoli tumori che colpiscono il rene. Nella discussione si è dato spazio a una considerazione fondamentale: se è vero che la gestione della neoplasia renale metastatica viene affidata prevalentemente agli oncologi medici e ai radiologi, secondario ma non assente è il ruolo rivestito dal chirurgo, dall’anatomo-patologo e dal radioterapista.
La sessione, quindi, si è costruita con i protagonisti dell’approccio al paziente metastatico: ovvero il radiologo e l’oncologo medico, senza però porre in secondo piano l’anatomo-patologo, l’urologo e il radioterapista che, con le proprie specifiche competenze, possono rivelarsi importanti per il paziente.
La situazione
Come è stato sottolineato, l’incidenza dei piccoli tumori renali, negli ultimi decenni, è risultato in costante incremento. Nonostante la chirurgia e, in particolare, la chirurgia “nephron-sparing” rimangano al momento il meglio nel trattamento di queste neoplasie, alcune opzioni alternative devono oggi, necessariamente, essere considerate in quei pazienti che presentano significative comorbolità e/o limitata aspettativa di vita. In particolare, il workshop d’apertura ha trattato alcuni argomenti ancora controversi. Pertanto, si è parlato di evoluzione della cosiddetta sorveglianza attiva verso indicazioni e protocolli condivisi, e di protocolli condivisi, oltre alle novità in tema di trattamento ablativo miniinvasivo percutaneo con radiofrequenza e crioterapia. Infine, si è discusso della tematica di dover definire protocolli standardizzati per il follow-up delle persone con neoplasie renali, sottoposte a trattamenti alternativi.
La parola all’esperto
Prevenzione Tumori ha approfittato dell’incontro di Firenze per sentire l’opinione del dottor Alberto Lapini: «Due sono i punti che meritano particolare attenzione. Il primo: parliamo di una malattia minima: ossia, tumori renali s’intendono piccoli quando misurano meno di 4 cm. E qui lo scenario attuale è davvero molto vasto e positivo rispetto al passato (un passsato prossimo, a dir la verità), quando il trattamento proposto era esclusivamente chirurgico. Oggi, invece, per questi tumori inferiori ai 4 cm, è disponibile un trattamento chirurgico conservativo». Il primo lavoro su ciò – è d’obbligo ricordarloè del 1988, pubblicato sull’autorevole Journal of Urology e porta proprio la firma del dottor Lapini. E da cinquesei anni le conclusioni riportate in quello studio sono diventate uno standard, a tutti gli effetti. «Bisogna incentivare la sorveglianza attiva, soprattutto in pazienti anziani, nei quali il rischio di morte correlata è minor e – continua Lapini -. Un efficace compromesso consiste nelle tecniche ablative (quali la crioterapia e la radiofrequenza)». Il secondo punto evidenziato da Lapini: «Non dobbiamo tuttavia scordare che sotto la nostra osservazione si trova pur sempre una malattia metastatica. Non a caso, infatti, non abbiamo ancora a disposizione farmaci capaci di fornire davvero una risposta soddisfacente. Da cinque anni a questa parte i farmaci a bersaglio molecolare sono quelli che conducono ai migliori risultati, non tanto in termini di guarigione, quanto in termini di controllo della malattia. Il che significa: bloccare la progressione della patologia. Un obiettivo realmente importante, com’è evidente. E, se il presente è già soddisfacente – con sei farmaci attualmente a nostra disposizione – il futuro ci propone nuovi scenari, più che incoraggianti, considerato che vi sono altri farmaci in sperimentazione».
Per riassumere
Privilegiare la qualità della vita diventa imperativo anche per i tumori di reni. Il principio da cui deve partire oggi un oncologo, davanti ad un tumore renale, consiste nel modulare la terapia in base all’aspettativa e alla qualità di vita del paziente. E, prima di procedere con la chirurgia, diventa d’obbligo valutare il tipo di malato che si ha di fronte, e non solo il tipo di tumore. Ecco perché i carcinomi renali, se di piccole dimensioni e diagnosticati in persone anziane, potrebbero essere tenuti sotto sorveglianza. Oppure tenuti sotto controllo con trattamenti mininvasivi, quali: radiofrequenza e crioterapia, in grado di distruggere o, comunque, rallentare il tumore.
I tumori del rene
In italia a oltre 8.000 persone, ogni anno, viene diagnosticato un tumore renale. Purtroppo, molti di questi vengono scoperti “per caso”, come conferma Giuseppe Martorana, past president Siuro e direttore della Clinica Urologica del Sant’Orsola di Bologna: «Ancora oggi circa il 20 percento dei pazienti arriva in ospedale con un carcinoma renale già in fase metastatica. Motivi? La malattia non dà segno di sé e quando si avvertono dei sintomi (come sangue nelle urine o dolore), il cancro è già in stadio avanzato. Sempre più spesso, inoltre, ci troviamo di fronte a casi iniziali scoperti per caso durante un’ecografia o una Tac addominale fatti per altri motivi, magari per calcoli biliari o per dolori di altra natura». Comunque, se la diagnosi è precoce e il tumore di piccole dimensioni, le probabilità di guarigione completa sono elevate e l’intervento chirurgico tende a risparmiare la funzionalità dei reni: «Grazie alle nuove tecnologie e alla robotica – continua Martorana – riusciamo a intervenire con resezioni sempre più limitate e in laparoscopia, accorciando anche i tempi di degenza in ospedale. Così, sempre più spesso, quando è possibile, riusciamo ad evitare la nefrectomia, cioè l’asportazione dell’intero rene».
Indirizzi utili
RECAPITI SIURO
Società Italiana di Urologia Oncologica
c/o Studio Berti Quaglio
Piazza Galilei, 5 40123 Bologna
Segreteria amministrativa:
c/o Cattedra di Urologia, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Policlinico S. Orsola Malpighi – Padiglione Palagi
Via P. Palagi, 9 40138 Bologna
Tel. 051.6362421 – Fax 051.308037
segreteria@siuro.it
www.siuro.it
RECAPITI CAREGGI
Aouc, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze
Largo Giovanni Alessandro Brambilla, 3 – Firenze
Tel. 055.794111
www.aou.careggi.toscana.it
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