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La ricostruzione dei difetti Testa & Collo dopo un tumore
Minnie Luongo, N. 5 maggio 2012
Sul numero scorso di Prevenzione Tumori avevamo esposto la situazione attuale dei tumori della testa e del collo: dati, sintomi, cure… In questa seconda parte, come preannunciato, ci occuperemo invece delle nuove frontiere della ricostruzione del distretto cervico-facciale e delle nuove possibilità di riabilitazione estetica. Per farlo, ci affidiamo ad uno dei due specialisti intervistati la volta passata: il dottor Alessandro Baj, dirigente medico di I livello UOC di chirurgia maxillofacciale (Dir. Prof. A.B. Giannì) presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.
Importanza della multidisciplinarietà
Una premessa fondamentale dalla quale parte il nostro esperto, e da cui consegue tutto il discorso a seguire, è la seguente: “La cura è oggi sempre più un trattamento multidisciplinare, e il chirurgo maxillo-facciale è lo specialista che condivide con altre discipline il trattamento delle neoplasie con questa localizzazione. Così che il trattamento combinato permette al paziente una migliore possibilità di cura ed una maggiore probabilità di guarigione”. In particolare, come sottolinea il dottor Alessandro Baj, di estremo interesse è la sede di insorgenza di neoplasie benigne e maligne, rappresentata dalle mucose delle vie digestive e delle ossa mascellari. Questo tipo di neoplasie, infatti, ha un impatto notevolissimo sui pazienti, dettato dal fatto che gli interventi chirurgici, che obbligatoriamente conseguono alla diagnosi, determinano delle amputazioni in una regione del corpo sempre esposta, quale il viso, che rappresenta la propria identità. «Inoltre – aggiunge sempre Baj – le sequele funzionali non sono limitate alle due più evidenti funzioni vitali quali l’alimentazione e la fonazione, ma gli esiti di tali interventi minano anche una serie di ulteriori attività funzionali correlate alla mimica, all’estetica e alle relazioni interpersonali, affettive e sentimentali, che permettono alla persona di avere una vita sociale accettabile… che in particolare il chirurgo maxillo-facciale riesce ad esaltare quando applicate al viso, determinando un drastico miglioramento delle sequele funzionali ed estetiche postoperatorie».
La ricostruzione dei difetti di testa e collo
Ancora la parola al dottor Baj: «Diversamente da ciò che accadeva solo due lustri or sono, le opzioni ricostruttive applicate ai difetti del distretto testa e collo hanno registrato un progresso enorme. Oggi, com’è noto, la figura di riferimento per effettuare la chirurgia ricostruttiva dello scheletro e dei tessuti molli del distretto facciale è il chirurgo maxillo-facciale. Gli obiettivi che il chirurgo si prefigge sono spesso ambiziosi, ma possono essere centrati nella maggioranza dei casi trattati. Due sono le linee che vengono perseguite contemporaneamente. La prima è rappresentata dal ripristino di funzioni che possono essere lese, come ad esempio deglutizione e fonazione nel caso di amputazioni delle strutture del cavo orale. La seconda attiene al rispetto dell’euritmia facciale, teso al ripristinino estetico e morfologico di quella parte del nostro corpo che noi mostriamo nuda e che costituisce la nostra identità. Centrare questi due target significa ottenere un impatto positivo sulla qualità di vita dei nostri pazienti, cosa che rappresenta – unitamente alla guarigione – il fine ultimo della nostra professione». Continua lo specialista: «La tecnica che ha determinato i maggiori progressi nell’ambito della chirurgia ricostruttiva è rappresentata dai cosiddetti lembi liberi, che sono dei veri e propri autotrapianti, e che possono essere costituiti da qualsiasi tessuto del nostro corpo: osso, muscolo, cute, tessuto nervoso o le combinazioni degli stessi». Per conoscere la differenza fra autotrapianto e innesto, ci affidiamo ancora allo specialista: «In effetti, quando parliamo di autotrapianto occorre comprendere la differenza che lo distingue dall’innesto. Il tessuto che viene trapiantato è trasportato da un sito donatore ad uno ricevente unitamente ad almeno una arteria e una vena, le quali, abboccate con tecnica microchirurgica a vasi reperiti in loco, permettono al trapiantato di essere subito percorso dal flusso ematico, quindi di essere subito vitale e di potersi difendere da infezioni e di resistere all’eventuale radioterapia postoperatoria (che spesso i pazienti oncologici devono effettuare). L’innesto, invece, è una semplice trasposizione di tessuto senza la rivascolarizzazione immediata».
L’efficacia della tecnica più innovativa
L’utilizzo massiccio di trapianti come tecnica ricostruttiva permette di ottimizzare i risultati postoperatori in termini di efficacia, sia dal punto di vista funzionale sia dal punto di vista estetico, al fine di ottenere una qualità di vita ai pazienti che spesso è sovrapponibile a prima dell’avvento della malattia. Un capitolo di efficace applicazione dei lembi liberi è rappresentato, in particolare, dai difetti riguardanti la mandibola o la mascella, che si determinano a causa di asportazioni per tumori (sia benigni che maligni) dello scheletro facciale, situazione nella quale la ricostruzione mediante i lembi liberi contenenti osso rappresenta ormai la regola.
In pratica…
Durante l’intervento chirurgico, due équipe, una che si occupa dell’asportazione della neoplasia e l’altra che si occupa dell’allestimento dei tessuti per la ricostruzione, lavorano contemporaneamente per garantire il ripristino immediato del difetto causato dall’asportazione della malattia tumorale in tempi operatori contenuti, che comunque superano abbondantemente le otto ore di anestesia generale. Nel caso sia necessario ricostruire porzioni o interamente l’arco della mandibola, uno dei trapianti microchirurgici più utilizzati e il lembo libero di perone. Il perone o fibula è un osso lungo della gamba che, a differenza della tibia, osso di carico, funge solo da ancoraggio muscolare; pertanto, il suo sacrificio non comporta esiti importanti sulla deambulazione.
E a proposito della lingua…
Cosi come è possibile sostituire strutture scheletriche, allo stesso modo possiamo sostituire con la stessa tecnica di lembo libero rivascolarizzato anche strutture costituite da tessuti molli. A livello del cavo orale una delle sedi più frequenti rispetto all’insorgenza di tumori maligni è la lingua. La ricostruzione di questa è un momento delicato e cruciale della disciplina propria degli specialisti maxillo-facciali, in quanto una buona ricostruzione permette di mantenere le funzioni primarie di quest’organo che sono la deglutizione e l’articolazione dei fonemi. È facile intuire quanto un ripristino di tali funzioni abbia influenza sulla salute, sulla “dieta libera” per bocca, e sulla socialità, nonché su un eloquio del paziente normalmente intellegibile.
Conclusioni finali
Conclude con soddisfazione il dottor Alessandro Baj: «Le possibilità ricostruttive che oggi il chirurgo maxillo – facciale può adottare nelle amputazioni complesse del distretto facciale, sonopositivamente – impressionanti. È superfluo comunque sottolineare che a lesioni piccole corrispondono demolizioni contenute e ricostruzioni che garantiscono quasi la restituzione dell’integrità d’organo; ne consegue che, anche in ottica ricostruttiva. La diagnosi precoce sia un momento fondamentale nella lotta ai tumori facciali».
Indirizzi utili
FONDAZIONE IRCCS Cà GRANDA OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO
Via Francesco Sforza, 35 - 20122 Milano
Prenotazioni/informazioni: 800.638638 Centralino: 02.55031
www.policlinico.mi.it
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